TUMORI EPITELIALI

TUMORI EPITELIALI

1. TUMORI BENIGNI

              A / Tumori benigni dei rivestimenti epiteliali

a) Tumori benigni degli epiteli malpighiani

All’esame clinico, si tratta nella maggior parte dei casi di lesioni esofitiche, sporgenti dalla pelle o dalle mucose, e sono generalmente chiamate papillomi .

Microscopicamente, il papilloma è caratterizzato dall’associazione di tre caratteristiche: papillomatosi (l’epitelio malpighiano forma pieghe digitiformi, centrate da un asse connettivo stirato), iperacantosi, cioè iperplasia (aumento del numero di cellule) del corpo mucoso malpighiano, ipercheratosi (ispessimento dello strato corneo). L’aspetto citologico è normale: non vi sono atipie citonucleari, né mitosi anomale e il tutto è limitato da una membrana basale intatta.

Anche i tumori benigni dell’epitelio squamoso delle mucose rientrano nella definizione generale di papillomi. Il papilloma della mucosa orale è una lesione singola o multipla. La papillomatosi è probabile

dare origine a tumori a cellule squamose.

b) Tumori benigni degli epiteli ghiandolari

Macroscopicamente, questi tumori sporgono nella cavità orale.

L’esame istopatologico di un adenoma mostra un numero aumentato di cavità ghiandolari. 

L’esame microscopico specifica il tipo istologico di

adenoma (tubulare, villoso, tubulovilloso) e valuta un’eventuale displasia. Infatti, alcune forme possono dare origine al carcinoma. 

I tumori benigni del parenchima ghiandolare sono lesioni nodulari

formato da una proliferazione di ghiandole, chiamate adenomi . : Singole o multiple (si parla allora di adenomatosi).

Gli adenomi si sviluppano nelle ghiandole: ad esempio parotide

2. CARCINOMI

1/ Definizione:

Con il termine carcinoma (o epitelioma) si intendono tumori maligni che si sviluppano a partire da strutture epiteliali: epiteli di rivestimento (malpighiani, cilindrici) o parenchima ghiandolare.

a) Carcinomi dei rivestimenti epiteliali

1. Carcinomi squamocellulari

 Generale

Questi tumori epiteliali maligni (carcinomi) riproducono in modo più o meno elaborato la struttura di un epitelio malpighiano e il più delle volte insorgono su un epitelio di rivestimento di questo tipo .

Si trovano quindi nella cute, nella mucosa malpighiana del tratto digerente (cavità orale, esofago, canale anale) e nella mucosa malpighiana del tratto genitale femminile (esocervice, vagina, vulva).

I carcinomi squamocellulari possono svilupparsi anche sugli epiteli ghiandolari e costituire quindi carcinomi metaplastici .

TUMORI EPITELIALI

 Aspetti macroscopici

Le caratteristiche macroscopiche di questi tumori, sebbene non specifiche, sono

importante sapere per interpretare i dati degli esami radiologici e

endoscopica. Nelle forme evolute, qualunque sia la localizzazione, distinguiamo:

  • tumori vegetativi (o in gemmazione) : la massa tumorale è più o meno

di grandi dimensioni sporge dalla pelle che ricopre o nel lume di un organo.

  • tumori ulcerati  : l’ulcerazione (perdita di sostanza) è più o meno profonda e ampia, spesso circondata da un bordo tumorale. Le forme ulcerative pure sono rare, più spesso sono associate (tumori ulcero-vegetativi, ulcero-infiltranti).
  • tumori infiltranti : il tumore invade l’organo da cui ha origine

sviluppa, portando ad ispessimento, rigidità e stenosi. È importante anche conoscere gli aspetti macroscopici precoci, ai fini della diagnosi precoce. Una piccola area ghiacciata della mucosa, un’area teleangectasica, una

una semplice erosione superficiale dovrebbe richiedere ulteriori esami

citologico e/o istologico per confermare o escludere la diagnosi di cancro.

 Aspetti istologici

Il tumore è costituito da lobuli (masse più o meno arrotondate) e trabecole, distribuiti

all’interno di uno stroma di abbondanza variabile, più o meno infiammatorio. Le cellule

i tumori presentano criteri citologici di malignità più o meno manifesti.

A seconda del grado di differenziazione del tumore, esso si riprodurrà di più

o meno esatto l’aspetto di un epitelio malpighiano.

  • carcinomi squamocellulari ben differenziati : i lobuli presentano alla periferia cellule cubiche e basofile che ricordano le cellule dello strato basale dell’epidermide, al centro cellule più grandi, poligonali, tra le quali si osservano ponti di unione, ricordando così il corpo mucoso di Malpighi.
  • carcinomi squamocellulari scarsamente differenziati : i lobuli sono costituiti da cellule tumorali che il più delle volte conservano l’aspetto delle cellule basali dell’epidermide, talvolta iniziando a mostrare i primi segni di differenziazione.

A questa nozione di differenziazione si aggiunge classicamente quella di maturazione.

designando un processo di cheratinizzazione (orto-, para- o discheratosico)

 Caso speciale dei tumori della pelle

Frequenti nei soggetti bianchi, si verificano soprattutto sulla

zone esposte ai raggi UV (labbra, viso, tempie, orecchie, dorso delle mani). Alcune professioni sono particolarmente esposte (marinai, agricoltori). I tumori della pelle (labbra) a volte si sviluppano su lesioni preesistenti (radiodermite, lesioni infiammatorie croniche, xerodermapigmentosum, ecc.). La loro posizione accessibile consente nella maggior parte dei casi una diagnosi precoce.

Le caratteristiche cliniche, istologiche ed evolutive permettono di distinguere due grandi gruppi anatomo-clinici: i carcinomi squamocellulari e i carcinomi basocellulari.

  • Carcinomi a cellule squamose

Macroscopicamente, la forma più comune è quella ulcero-vegetativa. Esistono anche forme vegetative pure (“corno cutaneo”).

Istologicamente si tratta di un carcinoma squamocellulare ben differenziato, spesso

maturo. Nei lobuli tumorali, le cellule formano una caricatura dell’epidermide: cellule basaloidi alla periferia, cellule che assomigliano a un corpo di Malpighi con ponti di unione intercellulare (o spine), che possono o meno essere associati alla maturazione.

Evoluzione: i carcinomi squamocellulari tendono a diffondersi localmente e

invasione linfatica con metastasi linfonodali. Le metastasi viscerali, invece, sono eccezionali.

TUMORI EPITELIALI

  • Carcinomi basocellulari

Macroscopicamente gli aspetti sono vari: forme ulcerate (l’ulcerazione è circondata da piccole elevazioni tumorali che creano un aspetto “perlato”), forma cicatriziale, forma pigmentata, ecc.

Istopatologia: le cellule tumorali, che assomigliano tutte alle cellule basali dell’epidermide, formano lobuli attaccati alla superficie profonda dell’epidermide. Alla periferia, le cellule adottano una caratteristica disposizione a palizzata. Non vi è alcuna differenziazione o maturazione malpighiana, ma possiamo osservare differenziazioni annessiali (pilare, sudorale o sebacea)

Evoluzione: è sempre lenta e strettamente locale, senza metastasi. Tuttavia, un

la forma ulcerata trascurata o non correttamente curata può presentare un’evoluzione locale noiosa, responsabile di mutilazioni significative.

  • Carcinoma squamocellulare in situ (malattia di Bowen)

Macroscopicamente si tratta di lesioni eritematose ben definite, talvolta

ipercheratosica. Dal punto di vista mucoso, queste lesioni vengono clinicamente designate con il termine leucoplachia.

L’esame microscopico mostra alterazioni intraepiteliali con un

disorganizzazione architettonica, atipia citonucleare, iperplasia delle cellule basali e discheratosi.

Evoluzione: queste lesioni possono dare origine a carcinomi squamocellulari invasivi.

2. Carcinomi delle mucose ghiandolari

Gli aspetti macroscopici sono sovrapponibili a quelli dei carcinomi squamocellulari (forme vegetative, ulcerate, infiltranti o combinazione delle precedenti).

Il loro aspetto istopatologico è paragonabile a quello degli adenocarcinomi sviluppati all’interno dei parenchimi ghiandolari.

3. Carcinomi del parenchima ghiandolare

Tutti i parenchimi ghiandolari, esocrini o endocrini, possono essere sede di carcinomi.

  • Aspetti macroscopici

I carcinomi del parenchima ghiandolare sono spesso nodulari. Si tratta di noduli scarsamente definiti, singoli o multipli, di dimensioni e colore variabili, talvolta alterati da aree necrotiche o emorragiche.

Classicamente vengono descritte forme particolari: la forma cistica e vegetativa e lo scirro, la cui durezza e il cui carattere retrattile sono dovuti all’abbondanza di stroma fibroso.

  • Aspetti istologici

Come per tutti i tumori, la differenziazione, cioè il grado di somiglianza con il tessuto normale di riferimento, permette di distinguere tra adenocarcinomi ben differenziati, moderatamente e scarsamente differenziati.

 Adenocarcinomi ben differenziati : le cellule formano raggruppamenti di aspetto variabile, simili a strutture normali: ghiandole, tubuli, papille, acini, vescicole, trabecole.

 Adenocarcinomi moderatamente e scarsamente differenziati

È necessario sottolineare fin da subito il grande polimorfismo degli aspetti istologici riscontrabili all’interno dello stesso tumore. Si possono osservare, ad esempio, masse poliadenoidi o cribriformi, vaste aree di muco costituite da cellule indipendenti o organizzate in file (carcinoma colloidale mucoso), cellule indipendenti “a castone” in cui il citoplasma è deformato da un voluminoso vacuolo di muco che spinge il nucleo verso la periferia.

 Carcinomi indifferenziati

L’esame microscopico e le tecniche complementari permettono di confermare la natura epiteliale del tumore, ma non è possibile specificare la differenziazione epidermoide o ghiandolare.

Semplici tecniche istochimiche permettono di ottenere in molti casi un

orientamento. La mucosecrezione, a favore della differenziazione ghiandolare del tumore, può essere dimostrata mediante colorazioni speciali come PAS, mucicarminio o blu alciano.

L’immunoistochimica conferma la natura epiteliale del tumore (marcatori epiteliali: EMA, KL1). Può anche orientare la ricerca sul cancro primario in seguito alla scoperta di un carcinoma scarsamente differenziato. Ad esempio, il fenotipo stabilito da pannelli di citocheratine di diverso peso molecolare consente di indirizzare, in una certa misura, ulteriori esami verso un’origine 

 Adenocarcinoma in situ

Per definizione, sono limitati all’epitelio che ha dato loro origine e non attraversano la membrana basale .

Nella pratica, affermare la loro natura non invasiva risulta talvolta delicato, a causa della superficie di contatto molto ampia tra le strutture epiteliali e il tessuto connettivo. Possono rivelarsi utili anche tecniche complementari, come la colorazione PAS che mette in evidenza le membrane basali.

TUMORI EPITELIALI

  Se non vengono rimossi, i denti del giudizio possono causare infezioni.
Le corone dentali ripristinano la funzionalità e l’aspetto dei denti danneggiati.
Le gengive gonfie sono spesso il segno di una malattia parodontale.
I trattamenti ortodontici possono essere eseguiti a qualsiasi età.
Le otturazioni composite sono discrete e durevoli.
Le otturazioni composite sono discrete e durevoli.
Gli spazzolini interdentali puliscono efficacemente gli spazi stretti.
Una visita dal dentista ogni sei mesi previene i problemi dentali.
 

TUMORI EPITELIALI

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *