TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
A – GENERALITÀ:
1 / INTRODUZIONE
I tumori benigni dei mascellari, entità patologiche molto polimorfiche, si dividono in:
Tumori odontogeni: condizione originaria e specifica dei mascellari, le cui suddivisioni si basano sull’odontogenesi e sui fenomeni di induzione che la accompagnano.
Tumori non odontogeni, alcuni dei quali sono comuni al resto dello scheletro, altri invece localizzati selettivamente a livello delle mascelle.
2/RICORDO SULL’ODONTOGENESI:
Lo sviluppo embriologico del germoglio dentario è il risultato dell’interazione tra la lamina dentaria e l’ectomesenchima.
Lo smalto nasce sotto l’induzione dell’ectomesoderma della lamina dentaria composta da 04 strati di cellule:
– un epitelio dentario esterno alle cellule cubiche,
– un reticolo stellato,
– uno strato intermedio,
– uno strato interno di preameloblasti.
Le zone di riflessione periferica di questi strati rappresentano la futura guaina di Hertwig.
I preameloblasti inducono nella papilla mesenchimale la differenziazione dei fibroblasti in odontoblasti che formeranno la dentina, inoltre le creste di Hertwig inducono la costruzione della dentina radicolare.
La secrezione di dentina a sua volta induce la maturazione dei preameloblasti in ameloblasti responsabili della secrezione di smalto e la comparsa dei cementoblasti che formano il cemento.
La papilla mesenchimale diventa la polpa dentale rivestita da odontoblasti funzionali.
Queste diverse interazioni si riproducono nella maggior parte dei tumori odontogeni.
3 / Segni clinici e radiologici specifici:
3.1. Segni clinici
Il gonfiore osseo riassume più spesso la sintomatologia; non dolorosa, a volte segue un episodio infiammatorio, fa parte dell’osso.
L’ispezione e la palpazione evidenziano l’integrità del piano cutaneo-mucoso di rivestimento e si nota la consistenza soda o depressa della tumefazione; permettono di valutarne l’estensione in relazione alle cortecce.
Segni dentali scarsi o assenti.
In assenza di riacutizzazioni infiammatorie o di trasformazione maligna, non si evidenziano alterazioni cutaneo-mucose né adenopatie cervicali.
TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
3.2. Signes radiologiques
Dal punto di vista radiologico, la panoramica valuta l’estensione del tumore, la sua unicità e l’analisi della struttura ossea.
Spesso sono necessari altri interventi più specifici.
Le caratteristiche radiologiche da studiare sono:
Il tono dell’immagine:
radiopaco indicante la componente odonto, cementizia o osteoformativa del tumore;
o radiotrasparente, evidenza di carattere osteolitico o cistico. L’immagine potrebbe essere mista, il che indica ulteriormente la natura odontogena del tumore.
Il contorno dell’immagine:
un bordo netto sottolineato da una linea spessa o sottile, altrimenti con un contorno sfocato e irregolare.
Il carattere mono o poligeodico.
Segni dentali:
movimento, retrazione dei denti o germi dentali.
Il rapporto del tumore con gli elementi anatomici periferici
(canale dentale, seno mascellare, cavità nasali) che guideranno la valutazione radiologica estesa (TC).
B/ Tumori odontogeni benigni della mascella:
La classificazione OMS (1992)
distingue tra:
1- tumori epiteliali senza induzione del mesenchima
2- tumori del tessuto connettivo epiteliale con o senza formazione di tessuto dentale duro
3- tumori ectomesenchimali con o senza inclusione di epitelio odontogeno.
Classificazione OMS (2005)
1- Tumori odontogeni epiteliali senza induzione di ectomesenchima odontogeno:
Ameloblastoma (unicistico, solido-multicistico, desmoplastico, extraosseo-periferico).
Tumore odontogeno squamoso (tumore odontogeno epiteliale benigno).
Tumore odontogeno calcificante (tumore di Pindborg).
Tumore odontogeno cheratocistico “KOT”.
Tumore odontogeno adenomatoide (adenoameloblastoma).
2-Tumori odontogeni misti (epiteliali con ectomesenchima odontogeno) con o senza formazione di materiale dentale duro:
fibroma ameloblastico.
Fibroodontoma ameloblastico e fibrodentinoma ameloblastico.
Odontoameloblastoma.
Odontomi (odontomi composti, odontomi complessi).
Tumore odontogeno cistico calcificato “TOKC”.
Tumore dentinogenico con cellule fantasma.
3-Tumori odontogeni ecto-mesenchimali con o senza inclusione di epitelio odontogeno:
fibroma odontogeno.
Mixoma / Mixofibroma.
Cementoblastoma benigno.
4-Lesioni correlate all’osso:
Fibroma ossificante, Displasia fibrosa, Displasia ossea, Granuloma centrale a cellule giganti,
Cherubismo, Cisti ossea aneurismatica, Cisti ossea semplice.
5-Altri tumori benigni:
tumore melanotico neuroectodermico dell’infanzia.
Tumori odontogeni epiteliali
1/ AMELOBLASTOMA:
11- Segni clinici:
tumore comune nei +++ tra la quarta e la quinta decade.
La mandibola è interessata nell’80% dei casi soprattutto a livello della regione angolare, seguita dalla regione PM e incisiva.
Nella mascella: il pavimento delle fosse nasali e la regione molare (50%).
L’ameloblastoma è caratterizzato da una notevole latenza.
Si manifesta generalmente con una tumefazione masseterina con ispessimento del midollo osseo.
Poco o nessun trisma.
12-l’immagine radiografica:
aspetto variabile
A-immagine poligeodica:
è la più suggestiva.
*Geodi arrotondate od ovali, irregolari, con fondo chiaro e omogeneo, delimitate da un bordo periferico sottile. Sovrapponendosi, queste geodi creano la classica immagine della “bolla di sapone”, le cortecce si assottigliano progressivamente o addirittura in alcuni punti vengono spazzate via
*a volte l’immagine è vasta, con un contorno policiclico, finemente suddiviso.
B – Immagine monogeodica:
una grande geode singola, con contorno smerlato, che gonfia e assottiglia la corteccia a livello mandibolare, spingendo indietro l’incisura sigmoidea ma preservando il condilo.
Le scansioni TC possono essere utilizzate per specificare la natura del tessuto (guidare la diagnosi)
13- anapath:
Macroscopia:
Massa o cisti bianco-grigiastra contenente liquido trasparente o materiale gelatinoso.
Microscopia:
epitelio odontogeno proliferante all’interno di uno stroma fibroso
. Strato di cellule di tipo preameloblasto.
TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
14-Evolution :
In assenza di trattamento, l’ameloblastoma progredisce lentamente per fasi.
L’ameloblastoma è dotato di una particolare aggressività che ne giustifica l’estensione e la recidiva.
15- trattamento:
Enucleazione e curettage osseo nelle forme monogeodiche Resezione mandibolare parziale o interruttiva come prima intenzione nelle forme poligeodiche
2°/ TUMORE EPIDERMOIDE ODONTOGENO (Pullon 1975)
senza predisposizione sessuale con predisposizione per la terza decade.
Raramente asintomatica, induce mobilità dentale con sensibilità spontanea o indotta alla percussione assiale.
21-radiologicamente:
il tumore appare come un’area radiotrasparente triangolare o semicircolare delimitata da un bordo radiopaco, il più delle volte uniloculare, che interessa i processi alveolari di fronte a una radice talvolta rizalizzata
.
22-Istologicamente:
isole di cellule epidermoidi ben differenziate in uno stroma fibroso.
23- Trattamento:
Enucleazione con o senza estrazione del dente.
TUMORE EPITELIALE ODONTOGENO 3-CALCIFICATO (TUMORE DI PINDBORG) (PINDBORG 1955)
31 – clinico
Raro
Colpisce entrambi i sessi tra la seconda e la sesta decade (frequenza massima a 40 anni)
Gonfiore indolore, sviluppo lento, talvolta correlato a più denti inclusi
32 radio:
Osteolisi irregolare intervallata da fini opacità. A volte sembra un ameloblastoma.
33- anapath:
*Macroscopia: tumore duro, friabile, di colore grigiastro.
*Microscopia: strati densi di cellule poliedriche, cellule multinucleate con depositi di calcificazione.
34- trattamento
Guarigione dopo enucleazione completa
4/ Tumore odontogeno adenomatoide (adenoameloblastoma) (Philipsen e Bern 1969)
Rappresenta tra il 2 e il 7% dei tumori odontogeni; Si riscontra più frequentemente in Africa (in particolare in Nigeria).
Colpisce entrambi i sessi in egual misura e può manifestarsi a qualsiasi età, ma con un picco nella seconda decade di vita.
Le regioni interessate sono più spesso mascellari, nel settore incisivo-canino.
Radiologicamente: lesione radiografica omogenea, perfettamente circoscritta, chiara, la cui localizzazione rispetto all’arcata dento-alveolare può suggerire:
Cisti dentigera, su un incisivo laterale o su un canino incluso: è la varietà “follicolare” dell’adeno-ameloblastoma, la più comune.
Cisti paradentale, globulomascellare o essenziale a seconda che la lesione sia localizzata vicino all’apice, latero-radicolare o incastrata nell’osso, senza connessione dentale. Questa forma clinica è detta “extrafollicolare”.
Infine, esiste una forma “periferica” più rara, scambiata per epulide.
L’esame istologico rivela una lesione densa e giallastra, circondata da una spessa capsula fibrosa.
L’escissione completa di questa lesione assicura la guarigione.
B/ TUMORI ODONTOGENI MISTI:
1°/ FIBROMA AMELOBLASTICO:
si manifesta prima dei 21 anni e ha una localizzazione preferita: regione PM mandibolare.
il più delle volte immagine monogeodica con contorni ben definiti.
Istologia:
tumore compatto di colore bianco-grigio;
Qui il mesenchima è abbondante e ospita strutture epiteliali che ricordano l’organo dentale.
Trattamento:
enucleazione.
2°/ FIBRODENTINOMA e FIBRO-ODONTOMA AMELOBLASTICO
Similmente al fibroma ameloblastico, questi tumori sono sede di induzione epiteliale-connettivale che porta alla formazione di:
dentina: fibrodentinoma
*o dentina + smalto: fibro-odontom).
Radiologicamente:
immagine aspecifica di osteolisi con presenza di opacità.
3°/ODONTOMI COMPLESSI E ODONTOMI COMPOSTI
Sono il risultato di anomalie dello sviluppo e non costituiscono una vera e propria entità tumorale.
Sono rappresentati tutti i tessuti dentali normali, ma disposti in modo anarchico.
Spesso diagnosticati nei bambini durante il secondo decennio di vita, possono essere individuati dal gonfiore delle regioni PM e M mascellari e mandibolari o dal ritardo dell’eruzione dentale. A volte vengono scoperti per caso.
ODONTOMA COMPLESSO:
Rivelato da un’opacità irregolare circondata da un bordo radiotrasparente (tessuto lesionale in fase di mineralizzazione).
L’istologia mostra una disposizione anarchica dei tessuti dentali normali e mineralizzati (smalto-dentina-cemento) e del tessuto connettivo pulpare.
ODONTOMA COMPOSTO:
Radiologicamente:
opacità della sede anteriore, formata dall’accumulo di diversi corpi dentari rudimentali. L’intero essere è circondato da un alone chiaro dai contorni ben definiti.
Istologia:
l’odontoma composto è limitato da un sacco di tessuto connettivo e contiene numerosi piccoli denti, ciascuno costituito da tessuto mineralizzato.
TRATTAMENTO:
escissione + curettage.
Tumore odontogeno a cellule fantasma 5/
Descritto per la prima volta nel 1932 da Rywkind.
Rivisto nel 1962 da Gorlin et al. (Cisti di Gorlin)
L’OMS (1992) classifica la TOKC tra i “tumori odontogeni benigni”.
L’OMS (1995) distingue due varietà:
una cistica (cisti odontogena calcificata o KOC)
e una forma tumorale (tumore odontogeno neoplastico con cellule fantasma)
ALTRI NOMI
Cisti di Gorlin (varietà cistica)
Questo tumore, che rappresenta meno del 2% di tutti i tumori odontogeni,
si manifesta piuttosto durante la seconda decade.
senza predominanza di genere.
Colpisce in egual misura la mandibola o la mascella, soprattutto nella loro regione anteriore.
Oltre alle consuete forme intraossee, vengono descritte forme periferiche più rare (epulide).
Le modalità di scoperta clinica non sono degne di nota; L’imaging rivela una lesione radiografica chiara, perfettamente limitata e in linea di principio uniloculare.
Spesso sono associate calcificazioni, che vanno da una punteggiatura che evidenzia la corteccia a formazioni più voluminose come l’odontoma.
L’esame istologico ha rilevato una cavità rivestita da un epitelio che imita il reticolo stellato dell’organo dello smalto. In questo strato cellulare si possono identificare cellule fantasma mummificate.
In rari casi, questa componente predomina, dando origine a un tumore solido più aggressivo, chiamato “tumore odontogeno a cellule fantasma”.
Infine, nella cisti odontogena calcificata si può riscontrare l’odontoma già menzionato, il fibro-ameloblastoma o, più eccezionalmente, il fibro-odontoma ameloblastico.
TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
III°/TUMORI ODONTOGENI MESENCHIMALI
1°/ FIBROMA ODONTOGENO:
localizzato in modo asintomatico nel corpo mandibolare nei bambini e nei giovani adulti.
L’immagine radiologica è poligeodica e finemente trabecolata, tuttavia la presenza di piccole opacità del tono dentario lo differenzia dall’ameloblastoma.
Istologicamente:
associa fibroblasti e fibre collagene spesso sparse con isole di epitelio odontogeno.
Trattamento:
escissione (trattamento conservativo)
2°/MIXOMA (MIXOMA ODONTOGENO) O MIXOFIBROMA
Tumore localmente invasivo, riscontrato prima dei 30 anni in entrambi i sessi.
Colpisce maggiormente la mandibola rispetto alla mascella.
Clinicamente: gonfiore lentamente progressivo con sviluppo dentale anomalo.
La radiografia mostra un’immagine poligeodica con partizioni nette o ad angolo retto.
Macroscopicamente:
il mixoma è grigiastro, di consistenza gelatinosa senza un netto limite rispetto alle strutture vicine (osso + parti molli).
L’istologia
rivela cellule connettive triangolari o stellate immerse in abbondante materiale mucoide,
Trattamento:
trattare il paziente nel modo più conservativo possibile comporta talvolta il rischio di recidiva.
3°/CEMENTOMA BENIGNO, CEMENTOBLASTOMA (CEMENTOMA VERO)
Caratterizzato dalla formazione di tessuto cementizio proliferante con autentici cementoblasti funzionali.
Soprattutto nei soggetti giovani (20-30 anni) con una leggera predisposizione maschile, è localizzato quasi esclusivamente nella regione PM-M mandibolare, meno frequentemente nella regione mascellare.
Il tumore è asintomatico e a crescita lenta, associato al possibile spostamento dei denti rimasti vivi nonostante la possibile insensibilità ai test della polpa.
L’immagine radiologica
è caratteristica: massa tondeggiante e opaca, attaccata o fusa alla radice di un dente.
Istologia:
L’area centrale è costituita da estese aree di cemento. Il tessuto connettivo non mineralizzato è costituito da cementoblasti.
Trattamento:
enucleazione
C – TUMORI NON ODONTOGENI E PSEUDOTUMI DELLA MASCELLARE
I/ TUMORI CHE FORMANO LE OSSEA:
Meno comuni rispetto alle loro controparti maligne, i tumori TB di origine ossea sono talvolta difficili da diagnosticare mediante istologia.
1°/ OSTEOMA VERO:
Derivante dalla proliferazione di osso compatto o trabecolare all’interno di un osso membranoso di localizzazione periostale o centrale.
Spesso asintomatica nei soggetti con più di 40 anni, di crescita lenta, si scopre tardivamente con una tumefazione dura e ben definita.
L’immagine radiologica è radiopaca, densa, unica ed omogenea, con una tonalità simile a quella del dente da cui rimane indipendente.
Trattamento: escissione
2°/ TORO PALATINO E MANDIBOLARE
Neoformazione ossea esofitica e crescita limitata, di frequente osservazione
TORO PALATINO:
situato sulla linea mediana della volta palatina, crea una tumefazione dura, ovale,
TORO MANDIBOLARE:
nell’adulto è una tumefazione ossea che si forma a carico della corteccia interna, sopra la linea miloioidea, in corrispondenza del PM. Nella maggior parte dei casi è bilaterale e simmetrico. Appare come una densa radioopacità, in continuità con la corteccia interna.
Istologicamente:
osso adulto il cui centro è occupato da una massa di osso spugnoso.
Trattamento:
rendendo talvolta difficoltoso l’uso di protesi ausiliarie, è indicata la loro rimozione mediante intervento chirurgico di modellamento.
II°/TUMORI OSTEOCEMENTOGENI:
Fibroma cemento-ossificante, Fibroma cementante, Fibroma ossificante WALDRON 1970
1°/FIBROMA CEMENTO-OSSIFICANTE (FCO)
Si tratta di una neoplasia costituita da tessuto fibroso contenente quantità variabili di materiale mineralizzato simile all’osso e/o al cemento.
Colpisce principalmente le mascelle e soprattutto la mandibola a livello del PM.
Eccezionale nelle ossa lunghe.
Leggera predisposizione femminile tra i 20 e i 30 anni, sotto forma di rigonfiamento a lento sviluppo del settore osseo interessato con spostamento dei denti e talvolta rizalisi.
*radio
Nella fase iniziale, l’immagine radiologica è essenzialmente radiotrasparente, addirittura pseudocistica. Successivamente compaiono delle sottili opacità che gradualmente si ispessiscono.
In uno stadio più avanzato, l’immagine è costituita da trabecole ossee concentriche delimitate perifericamente da un guscio che deforma le tavole ossee, mentre il centro dell’immagine contiene opacità più regolari.
Successivamente l’immagine sarà completamente radiopaca
*Istologia:
il fibroma cemento-ossificante è formato da tessuto connettivo ricco di fibroblasti senza mitosi con inclusione di sostanza calcificata, la cui esatta natura del cemento o dell’osso è spesso difficile da valutare.
TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
III°/ TUMORI CARTILAGINEI
CONDROMA:
frequente nel sesso maschile ed eccezionale a livello mascellare, è localizzato preferibilmente nella regione:
incisivo superiore, sinfisi, corpo mandibolare e condilo.
Si manifesta come un rigonfiamento osseo indolore e a lento sviluppo.
Radiologia:
non è stato descritto alcun quadro tipico, il condroma si presenta sotto forma di osteolisi policiclica + o – senza osteocondensazione periferica.
Istologia:
l’aspetto macroscopico è solido e traslucido. *L’istologia di questo tumore è dominata dalla presenza di condrociti piccoli, arrotondati o stellati, senza atipie nucleari.
TUMORI IV°/FIBROBLASTICI
1°/ FIBROMA DESMOIDE
gonfiore indolore, di sviluppo variabile, scarsamente definito.
Cresce rapidamente e si diffonde alle parti molli.
Radiologia:
immagine osteolitica mono o multiloculare con talvolta rizalisi.
Trattamento:
l’aspetto macroscopico è tale che l’enucleazione è tecnicamente impossibile, giustificando una resezione estesa. Istogenesi:
attualmente il fibroma desmoide non è considerato un tumore vero e proprio, bensì un processo di riparazione anarchico successivo a un trauma.
V°/TUMORI E PSEUDOTUMI RICCHI DI CELLULE GIGANTI
1°/TUMORI A CELLULE GIGANTI VERI: (TUMORI MIELOPLASSICI)
Solitamente si trovano nelle ossa lunghe, eccezionalmente nelle mascelle.
Si manifesta tra i 20 e i 40 anni sotto forma di rigonfiamento osseo, talvolta doloroso.
Radiologia:
immagine di osteolisi mono o poligeodica.
Istologia:
macroscopia = tumore bruno-rossastro, parzialmente necrotico, emorragico, pseudocistico; L’esame istologico mostra numerose cellule giganti molto grandi con un numero molto elevato (da 40 a 50) di nuclei immersi in una matrice povera di collagene.
Trattamento:
ampia escissione dell’osso sano con o senza ripristino della continuità ossea, per evitare il rischio significativo di recidiva o di trasformazione maligna.
2°/GRANULOMA CENTRALE A CELLULE GIGANTI (GRANULOMA RIPARATORE): Jaffé 1953
Localizzazione esclusiva a livello delle mascelle; comune nella regione sinfisaria nei 20-30enni.
Si manifesta come un rigonfiamento osseo ricoperto da mucosa brunastra con alterazioni nei denti adiacenti (mobilità, spostamento)
Radio. :
grande geode dal contorno arrotondato o smerlato, spesso solcata da poche setti cotonosi o, al contrario, molto fini (a nido d’ape).
Istologia:
macroscopicamente, il prodotto dell’enucleazione appare di colore bruno-rossastro, granulare ed emorragico.
L’aspetto istologico varia a seconda della quantità e della disposizione delle cellule giganti; presenza di focolai emorragici e depositi di emosiderina. Si possono osservare perifericamente trabecole di tessuto osseo o osteoide.
Trattamento:
l’enucleazione è il trattamento di scelta per il granuloma centrale a cellule giganti, seguita da un attento curettage. *
Spesso l’esito
è favorevole anche dopo un’escissione incompleta.
. 3°/TUMORI MARRONI DELL’IPERPARATIROIDISMO
Clinico
I tumori marroni sono lesioni ossee inerenti all’iperparatiroidismo secondario nel contesto di insufficienza renale cronica complicata da osteodistrofia, localizzate nelle mascelle e nel resto dello scheletro.
(Distrofia = anomalia di forma)
Radiografia: immagine di lacune finemente suddivise senza specificità, altrove scomparsa della lamina dura e della struttura trabecolare dell’osso adiacente.
Istologia simile a quella del granuloma centrale a cellule giganti.
Trattamento:
*locale: enucleazione *generale: trattamento specifico per l’iperparatiroidismo e i disordini fosfocalcici da esso causati.
4°/ CHERUBISMO (cherubismo): malattia cistica multiloculare familiare delle mascelle
Si tratta di una condizione genetica in cui il tessuto spugnoso della mascella viene sostituito da tessuto fibroso vascolarizzato, contenente quantità variabili di cellule giganti.
È una malattia familiare trasmessa come autosomica dominante; con espressione variabile.
Gli angoli e i rami mandibolari sono ipertrofici.
Inizia intorno all’età di 1-3 anni, progredisce durante l’infanzia e si stabilizza, quindi regredisce alla pubertà, eventualmente scomparendo all’età di 30 anni.
Nella sua sede mandibolare si presenta sotto forma di una deformazione della regione masseterica bilaterale, indolore e senza deficit neurologici, che conferisce un aspetto paffuto.
Nella sua posizione mascellare, i bulbi oculari sono spostati verso l’alto.
Sono comuni le malposizioni dentali e, nei casi estremi, le deformazioni mostruose.
Radio:
molteplici aree di osteolisi con conservazione dei condili + agenesia del 2° e 3° molare.
Istologia;
aspetto variabile a seconda dell’evoluzione:
lesioni giovani: troviamo tessuto connettivo ricco di fibroblasti e numerose cellule giganti multinucleate.
Lesioni vecchie: si tratta di un tessuto connettivo fibroso denso, povero di cellule giganti, con trabecole di osso neoformato.
Trattamento:
astensione terapeutica con biopsie di controllo per vedere l’evoluzione. In alcuni casi può essere proposto un intervento chirurgico di rimodellamento.
TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
VI°/ ALTRI TUMORI CONGIUNTIVI. TUMORI DEI NERVI
1°/ANGIODISPLASIA VERA E TUMORI VASCOLARI:
EMANGIOMA:
Più raro nelle mascelle che nel cranio e nelle vertebre.
Colpisce principalmente il sesso femminile nei primi decenni.
Colpisce maggiormente la mandibola rispetto alla mascella (2/3 dei casi).
Latente, si manifesta attraverso emorragie (sanguinamento gengivale o addirittura emorragia catastrofica dopo l’estrazione di un dente mobile).
Va sistematicamente presa in considerazione in presenza di aspetto angiomatoso della mucosa, di rigonfiamento osseo pulsante.
Radio.
: comparsa di osteolisi aspecifica, mono o multi-geodica, scarsamente circoscritta. Solo l’angiografia consentirà la corretta esplorazione della
lesione Ana-path. :
macroscopia: massa rosso scuro, scavata da microcavità e punteggiata di tessuto fibroso o osseo.
Istologia:
struttura angiomatica cavernosa, con grandi lacune rivestite di endotelio e riempite di sangue.
ALTRI TUMORI VASCOLARI:
Tra questi, il linfangioma capillare è eccezionale nell’osso mandibolare. È costituito da un insieme, probabilmente amartomatoso, di cavità linfatiche dilatate e cistiche.
TRATTAMENTO:
Il trattamento dell’angiodisplasia ad alto flusso si è notevolmente evoluto con l’avvento dell’embolizzazione iperselettiva.
2°/LIPOMI E LEIOMIOMI:
Sono eccezionali nello scheletro ed in particolare nelle mascelle.
3°/TUMORI NERVOSI
Particolarmente frequenti nella zona cervico-facciale.
Tra le localizzazioni mandibolari, i più comuni sono gli SCHWANNOMI, detti anche NEURINOMI; Hanno origine dal nervo dentale inferiore e sono solitamente benigni.
Si osservano a qualsiasi età, senza predisposizione di genere.
Clinicamente latenti, a volte provocano un rigonfiamento osseo.
Radio: rivela un’immagine radiotrasparente monogeodica che talvolta spinge indietro il canale dentale.
4/ TUMORE MELANOTICO NEUROECTODERMICO. (PROGNOMA MELANOTICO)
Un tumore raro, derivante dalla cresta neurale, che si manifesta nei neonati tra 1 e 3 mesi e non si osserva mai oltre l’anno di età.
La sua sede abituale è la mascella, nella sua porzione anteriore, ma alcuni casi sono stati descritti anche nella mandibola o in altre sedi.
Lesione più o meno pigmentata localizzata nell’osso o esternalizzata nella gengiva
(radiografia). :
l’aspetto prodotto è quello di un’osteolisi con contorni poco definiti, spesso compartimentata da setti ossei; Spesso i germi dentali in via di sviluppo vengono spostati.
Istopatologia:
il tumore è costituito da due tipi di cellule:
*alcune assomigliano alle cellule epiteliali,
*le altre sono piccole, rotonde, molto cromofile, pseudo-linfocitiche.
Trattamento e progressione:
nonostante la natura talvolta estesa della lesione, l’escissione non è seguita da recidiva .
TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
VII/ISTIOCITOSI DI LANGERHANS (ISTIOCITOSI X):
Con il termine istiocitosi X sono state raggruppate (secondo Lichtenstein 1953) tre sindromi cliniche aventi lo stesso substrato istologico:
granuloma eosinofilo localizzato principalmente nello scheletro,
malattia di Hand-Schuller-Christian che associa lesioni craniche a diabete insipido ed esoftalmo,
malattia di Abt-Letterer-Siwe, altamente progressiva, osservata nei neonati.
La malattia è caratterizzata dalla proliferazione delle cellule di Langerhans, da cui il nome attuale di istiocitosi di Langerhans.
Il significato di questa condizione rimane controverso: alcuni ritengono che si tratti di un vero e proprio tumore sviluppato a spese delle cellule di Langerhans; Tuttavia, la maggior parte degli autori la ritiene una malattia disimmune che potrebbe derivare da una stimolazione eccessiva delle cellule di Langerhans o da una disfunzione dei linfociti T immunosoppressori.
VIII – Displasie ossee e/o cementizie
1-Displasia fibrosa:
Inizio della seconda decade, sesso F++
Progressione lenta a partire dall’infanzia, stabilizzazione a fine crescita, a volte occasionali riprese progressive
Rx:
Aspetto La Rx differisce a seconda dello stadio di progressione:
Decalcificazione o radiolucenza (lesioni giovani)
Aspetto graduale a “vetro smerigliato”
Focolai densi con aspetto “cotonoso”
Caratteristica principale: assenza di linea di demarcazione/osso sano
Istologia
Tessuto connettivo ricco di fibroblasti + trabecole ossee distrofiche con contorni irregolari
TTT:
Chirurgia di modellamento
2-Displasie cemento-ossee:
displasia cementizia a-periapicale (displasia fibrosa periapicale)
Colpisce le donne di mezza età (40-50 anni) e si localizza prevalentemente nella regione degli incisivi mandibolari; a volte colpisce più denti adiacenti.
Radio. :
provoca un’osteolisi periapicale che simula una cisti apico-dentale. Tuttavia, il dente a contatto è sano. Poi si osserva un’opacità sempre più compatta.
Istopatologia: l’esame microscopico mostra tessuto connettivo punteggiato da grumi più o meno grandi di una sostanza vicina al cemento.
Evoluzione: la lesione viene solitamente lasciata in sede a causa della vitalità del dente adiacente.
displasia cemento-ossea b-florida:
(Cementoma gigante, cementoma familiare multiplo)
Questi cementomi si osservano quasi esclusivamente nelle donne di mezza età di etnia nera.
Radio:
immagini di masse radiopache disseminate in entrambe le mascelle, che causano deformità ossee spesso ulcerate e complicate da osteite.
Istopatologia:
si osservano aree di cemento acellulare fortemente basofilo che si fondono con le radici dentarie.
Questa lesione deve essere distinta da una semplice ipercementosi radicolare più regolarmente disposta in modo concentrico alla radice.
TTT
Astensione terapeutica in assenza di patologie
Il trattamento chirurgico, quando necessario, comporta ampie resezioni in blocco.
FINE
TUMORI BENIGNI DELLA MASCELLARE
Le carie profonde potrebbero richiedere un trattamento canalare.
Gli spazzolini interdentali puliscono efficacemente gli spazi tra i denti.
I denti disallineati possono causare problemi di masticazione.
Le infezioni dentali non curate possono diffondersi ad altre parti del corpo.
Le mascherine sbiancanti vengono utilizzate per ottenere risultati graduali.
I denti rotti possono essere riparati con resine composite.
Una corretta idratazione aiuta a mantenere una bocca sana.