Terapie non chirurgiche

Terapie non chirurgiche

Il trattamento parodontale non chirurgico è una componente fondamentale della gestione delle malattie parodontali. Si basa essenzialmente sull’eliminazione meccanica del tartaro e del biofilm microbico sottogengivale associata ad una terapia chimica a base di antisettici e/o antibiotici per consentire il ritorno ad una microflora simbiotica. Numerosi studi longitudinali dimostrano un’efficacia a lungo termine equivalente a quella dei trattamenti chirurgici.

  1. Gli obiettivi:
  • Arrestare la progressione della malattia parodontale.
  • Riduzione dell’infiammazione gengivale (riduzione del sanguinamento e del gonfiore).
  • Rimozione di placca e tartaro dalle superfici dentali e radicolari.
  • Sostituzione della flora patogena con una flora più compatibile con la salute parodontale.
  • Ottenere una superficie radicolare biologicamente compatibile con i tessuti molli.
  • Riduzione della profondità della tasca fino a ottenere un solco sano e poco profondo.
  1. Il mezzo
    1. Trattamento meccanico Controllo individuale della placca

-Informazioni e motivazione del paziente

-Lavarsi i denti

L’efficacia del controllo della placca si basa su:

  • l’idoneità dell’attrezzatura per lo spazzolamento e del paziente,
  • la destrezza manuale del paziente,
  • la frequenza e la durata dell’utilizzo.
  • I criteri di qualità di uno spazzolino da denti
  • avere una dimensione adatta all’età e alla destrezza del paziente,
  • avere una dimensione adatta alla bocca del paziente,

*La dimensione del manico deve corrispondere alla dimensione della mano,

*La dimensione della testina dello spazzolino deve essere adattata alla dimensione dei denti (massimo la lunghezza di 2 molari mandibolari) e all’apertura della bocca.

  • hanno setole in nylon o poliestere con punte arrotondate e diametro massimo di 20/100 millimetri,
  • La flessibilità delle setole verrà scelta in base al biotipo gengivale:
  • flessibile per un biotipo fine
  • mezzo per un biotipo spesso
  • hanno punte setolose che favoriscono la rimozione della placca negli spazi prossimali e lungo la gengiva marginale.
  • Tuttavia, sembra che l’impianto multidirezionale delle setole consenta una migliore rimozione della placca.
  • Tecniche di spazzolatura

Il metodo Bass modificato:

*setole inclinate a 45°, verso l’apice, alla giunzione gengivo-dentale.

*pressione moderata, movimento anteroposteriore senza muovere l’impugnatura (avanti e indietro senza liberare i peli dalla zona sulculare). *Quindi rotazione (rotolamento) = spostamento verticale della gengiva verso la superficie occlusale del dente.

*metodo semplice, il più diffuso.

  • Igiene interdentale:
  • Filo interdentale,
  • Spazzolini interdentali
  • Bastoni
  • Stimolatori gengivali
  • Idropulsori

La prescrizione del materiale deve essere adattata ad ogni situazione clinica:

  • larghezza dello spazio,
  • forma del dente,
  • presenza o assenza di recessione gengivale…).

Filo interdentale

È il materiale per la pulizia interdentale più conosciuto e utilizzato; Se si abbina lo spazzolamento, la quantità di placca rimossa è molto maggiore rispetto al solo spazzolamento. Consigliato per il mantenimento delle superfici prossimali dei denti in presenza di parodonto sano, gengivite o parodontite in pazienti senza embrasure aperte (la papilla gengivale riempie l’intera embrasure); nonché in caso di malposizioni dentali.

Se utilizzato correttamente, può rimuovere fino all’80% della placca interdentale e favorisce un’efficace prevenzione della gengivite e una riduzione dell’indice di placca.

L’efficacia sembra dipendere molto dal paziente, perché la difficoltà di utilizzo del filo, soprattutto nelle zone posteriori, richiede un certo allenamento.

Utilizzando un supporto per fili è possibile raggiungere le zone posteriori.

Può presentarsi sotto forma di nastro o con una parte rigida che ne consente l’uso da parte di portatori di protesi articolari plurime, dove la parte rigida consente il passaggio sotto gli intermediari protesici.

-Il filo teso viene guidato in modo da attraversare il punto di contatto interdentale. Una volta superato il punto di contatto, il filo viene fatto scorrere lungo una delle superfici da pulire.

– Sono richiesti alcuni movimenti verticali avanti e indietro. Il filo viene poi portato fino all’altezza della sommità della papilla e la tecnica viene ripetuta sull’altro lato dell’embrasure.

Bastoncini interdentali :

Di sezione triangolare, per la pulizia si utilizzano i lati del triangolo.

  • Legno tenero o plastica.
  • Pulizia delle aree in cui la papilla gengivale è retratta.

Spazzolini interdentali:

*Forme coniche o cilindriche;

*Diametri diversi (da 0,6 a 4 mm);

*Il diametro deve essere adattato all’embrasure per poter occupare liberamente lo spazio tra i denti.

Spazzola a ciuffo singolo:

  • Il loro utilizzo più specifico riguarda zone difficilmente accessibili: forcazioni interradicolari aperte,
  • le superfici distali degli ultimi molari
  • le superfici linguali dei molari mandibolari.

Stimolatori gengivali:

Si tratta di punte di gomma che dovrebbero “massaggiare” gli spazi tra i denti e stimolare la vascolarizzazione interdentale.

Idropulsore : consente l’eliminazione dei residui di cibo grazie all’azione meccanica di un getto d’acqua pulsato.

Spazzolatura della lingua *I puliscilingua sono più efficaci nella pulizia della lingua rispetto a uno spazzolino tradizionale.

Controllo professionale della targa

Il controllo individuale della placca sopragengivale è necessario per il trattamento delle malattie parodontali, ma non è sufficiente da solo per ridurre la profondità delle tasche, ovvero per curare la parodontite. Le tasche parodontali sono l’habitat dei microrganismi della placca sottogengivale e rappresentano il principale serbatoio di agenti parodontopatogeni. Il ritorno alla salute parodontale con una flora compatibile richiede l’eliminazione di tutti i serbatoi di patogeni, in particolare l’eliminazione delle tasche parodontali, ovvero il ritorno a una profondità di sondaggio ≤ 3 mm. La levigatura radicolare (SRP) soddisfa ampiamente questo obiettivo e costituisce il punto di riferimento per il trattamento delle malattie parodontali.

  • Giustificazione
    • Rimuove le endotossine dagli strati profondi del cemento e della dentina.
    • Assicurare che la superficie sia il più liscia possibile per evitare l’adesione delle endotossine.
    • Invasione del cemento da parte di agenti parodontopatogeni che giustifica l’eliminazione del cemento infetto.
    • La detartrasi è l’approccio di base per il trattamento della gengivite e della parodontite.
  • Le indicazioni

*La detartrasi è l’unico trattamento nei casi più semplici di gengivite in cui non si verifica perdita di attacco.

*Associata alla levigatura radicolare, la “DSR” è indicata per tutti i tipi di parodontite, indipendentemente dal fatto che sia associata o meno a trattamento antibiotico o chirurgico.

* La DSR è indicata anche per le recessioni gengivali.

  • Controindicazioni
    • Localmente : nessuno; purché la prognosi per la conservazione dei denti non sia senza speranza.
    • “relativo” generale alla batteriemia e al sanguinamento causati dalla procedura.
  • Rischio infettivo: trattamento antibiotico profilattico.
  • Rischio emorragico: valutazione biologica + mezzi locali di emostasi.
  • Strumentazione

La DSR può essere eseguita utilizzando vari tipi di strumenti:

  • Strumentazione manuale,
  • strumentazione sonica e ultrasonica
  • dispositivi laser.

Protocollo operativo DSR manuale :

  • Decalcificazione: lo strumento viene tenuto con un’impugnatura a penna modificata:

*Il dito medio è posizionato sul braccio dello strumento, il più vicino possibile all’estremità attiva.

*Indice sull’impugnatura, dallo stesso lato.

*Per quanto riguarda il pollice, viene tenuto opposto all’indice. Questa presa deve essere fissata; è la rotazione del polso e la contrazione muscolare dell’avambraccio che attivano lo strumento. Si cerca un appoggio digitale stabile: un punto di appoggio stabile, fornito dall’anulare, impedirà lo scivolamento e la lacerazione della gengiva. In alcuni casi sarà necessario un punto di appoggio extraorale. Viene scelta l’estremità di lavoro corretta (l’estremità di lavoro da scegliere è quella curva verso la superficie da rimuovere). La punta viene posizionata sul dente, con la parte lavorante parallela alla superficie. La punta viene inserita apicalmente.

*Identificare il tartaro,

*Aggirarlo ed eliminarlo con un rapido movimento di trazione verticale sotto pressione, in direzione coronale.

*La levigatura radicolare viene eseguita con movimenti di trazione lenti e ripetuti, applicando una pressione inferiore rispetto allo scaling.

Sistemi ad ultrasuoni : trasformano la corrente elettrica in vibrazione attraverso un cristallo di quarzo (strumenti piezoelettrici) o lamelle (strumenti magnetostrittivi)

Frequenze che vanno da 25.000 a 50.000 Hz (da 20.000 a 40.000 cicli al secondo).

Il movimento descritto dall’inserto è circolare.

Modalità d’uso

  • L’inserto deve oscillare sotto l’effetto dello spruzzo prima di qualsiasi contatto con la parete del dente per evitare la sensazione di “martellamento”.
  • L’inserto penetra quindi “in azione”, delicatamente e progressivamente fino al fondo della tasca parodontale, a contatto con la superficie radicolare.
  • Movimenti ellittici o verticali avanti e indietro esercitando la pressione più leggera possibile.
  • Il movimento viene ripetuto almeno 4 o 5 volte, o più se necessario.

Vantaggi e svantaggi

  • Orario di lavoro: manuale > ultrasuoni
  • Sensazione tattile: manuale > ultrasonica
  • Temperatura: manuale < ultrasuoni
  • Contaminazione (aerosol): ultrasuoni+++
  • Sensibilità post-operatoria: manuale < ultrasonica
  • Sensibilità per-op: manuale < ultrasonica.

Modalità di elaborazione

  1. Approccio classico (più sedute)

L’organizzazione delle sedute è strettamente legata alla segmentazione del cavo orale:

  • 6 parti del “sestante”.
  • 4 parti “quadrante”

Il trattamento non chirurgico classico (NST) per la parodontite da moderata a grave si svolge solitamente in quattro appuntamenti di circa un’ora, a distanza di una o due settimane l’uno dall’altro (approccio a quadrante).

  • Per i casi gravi di parodontite è stato suggerito anche un approccio con sestante.
  • La terapia è meticolosa e richiede molto tempo per essere eseguita. Infatti, il tempo di lavorazione consigliato è di 2 minuti per lato e per ogni dente.
  1. Disinfezione completa della bocca:

FMD = disinfezione chimica e meccanica del cavo orale entro 24 ore.

  • Interesse teorico : limitare la contaminazione dei siti strumentati da parte di siti non strumentati.

Risultati clinici

  • Il trattamento non chirurgico determina sempre una riduzione della profondità delle tasche e persino una minima recessione gengivale;
  • in un paziente senza parodontite, la piallatura è iatrogena perché provoca la perdita di attacco;
  • nel caso di lesioni interradicolari, ha un’efficacia limitata a livello delle forcazioni molari.

Lucidatura

*Utilizzando una lucidatrice ad aria

  • L’Air Polisher sfrutta la proiezione tramite spruzzo d’aria di polvere a base di bicarbonato di sodio = sospensione di aria calda a base di acqua calda e bicarbonato di sodio.

Effetti collaterali :

  • Conseguenze dell’effetto abrasivo dei dispositivi di lucidatura ad aria in polvere con bicarbonato di sodio:

*Possibile perdita significativa di sostanza dentaria (cemento e dentina).

* Lesioni transitorie del tessuto gengivale (clinicamente insignificanti).

*I restauri in amalgama, le resine composite, i cementi e altri materiali non metallici potrebbero risultare ruvidi.

Controindicazioni:

  • Qualsiasi sistema di lucidatura che utilizza uno spray ad aria in polvere:
    • Storia delle malattie respiratorie
    • Paziente in emodialisi
    • Malattie infettive trasmissibili (creazione di grandi quantità di aerosol)
  • Polveri contenenti bicarbonato di sodio:
    • Ipertensione
    • Diete a basso contenuto di sodio
    • Farmaci che influenzano l’equilibrio elettrolitico.

*Lucidatura meccanica : utilizziamo:

  • Un contrangolo
  • Uno spazzolino a setole rigide = uso limitato alla corona per evitare di danneggiare il cemento e la gengiva
  • Una tazza di gomma
  • Una pasta lucidante: disponibile in grana fine, media o grossa, a base di pietra pomice, contiene fluoro, talvolta silicato di zirconio.

*Striscia dentale: unita alla pasta lucidante, consente di lucidare le superfici prossimali inaccessibili ad altri strumenti lucidanti.

Nuove tecnologie

  • LASER = Amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazioni.

Il laser è stato proposto per sostituire la strumentazione manuale e/o ultrasonica (alternativa terapeutica, approccio innovativo).

  • L’azione battericida (decontaminazione batterica) è controversa
  • Ha la capacità di eliminare il tessuto di granulazione.

*L’eliminazione dei depositi tartarici con il laser avviene tramite la vaporizzazione dell’acqua contenuta nel tartaro + aumento della pressione che provoca microesplosioni dei depositi.

*La lunghezza d’onda utilizzata deve coincidere con il picco di assorbimento dell’acqua per evitare qualsiasi danno termico (sui tessuti periferici: cemento e polpa).

*Il laser che ha dato i risultati migliori è il laser Erbium Yag (Er:Yag),

  • Gli altri (laser CO2, laser Nd Yag) provocano danni alle superfici radicolari o ossee senza alcun beneficio aggiuntivo rispetto al classico DSR. Il laser Er:Yag fornisce risultati simili e non superiori al solo DSR in termini di:
  • quantità di tartaro rimossa,
  • indice di sanguinamento,
  • guadagno di attaccamento,
  • aumento osseo.
  • conservazione della superficie radicolare.
    • Vantaggio:

Tempo di funzionamento ridotto

Comfort superiore per il paziente con meno dolore, quindi meno anestesia

  • Svantaggi:

Elevato costo del dispositivo (non efficiente in termini di rapporto costo/beneficio).

2-2-TERAPIA CHIMICA

  • ANTISETTICI:
  • La prevenzione della malattia parodontale richiede l’inibizione dell’accumulo di placca. Pertanto, è giustificato l’uso di agenti antiplacca destinati a potenziare il controllo meccanico della placca.

Definizione :

Gli antisettici sono agenti “antimicrobici” con attività antibatterica, antimicotica e antivirale contro i microrganismi presenti sulla pelle e sulle mucose danneggiate.

Proprietà:

  • Antimicrobico (batteriostatico e battericida),
  • Antipatogeno (inibitore dei fattori di virulenza),
  • Antiplacca (soppressore del biofilm stabilizzato).

Il controllo chimico della placca batterica può essere:

  • Individuali, cioè sopragengivali (dentifrici, collutori, ecc.),
  • o professionale, cioè sottogengivale (irrigazioni sottogengivali, vernice, ecc.).

Controllo della placca sopragengivale:

Il controllo chimico della placca sopragengivale si basa sull’uso personale o professionale di antisettici in diversi mezzi: collutori, spray, dentifrici, gel, vernici o irrigazioni.

  • I vettori più comuni sono i collutori e i dentifrici.

Controllo della placca sottogengivale

Per trasportare l’antisettico all’interno delle tasche parodontali sono stati proposti due tipi di approccio: irrigazioni sottogengivali e materiali a rilascio lento.

Clorexidina

  • Forma chimica utilizzata: clorexidina digluconato (biguanide clorurata)
  • Avrebbe un’azione batteriostatica a basse dosi e battericida ad alte dosi, ha proprietà antiplacca.
  • Efficacia ottimale: concentrazioni 0,1% e 0,2%.
  • Persistenza 12 ore (potere di adesione e ritenzione sulle superfici dentali); la sua efficacia rimarrebbe stabile per 8-12 ore. L’agente più efficace nel controllo della placca, la sua azione è superiore a tutte le altre molecole, è l’antisettico di scelta nella parodontologia “gold standard”.
  • Rapidamente inattivato a livello sottogengivale: inattivato da pus, sangue .
  • Inibito da derivati ​​anionici, saponi e detergenti (dentifrici); è necessario attendere almeno 30 minuti tra l’uso del dentifricio e quello della clorexidina.
  • Talvolta può causare reazioni di ipersensibilità.
  • L’uso prolungato può causare numerosi effetti collaterali: colorazione marrone della lingua, dei denti e delle mucose, alterazioni della microflora commensale, alterazioni del gusto.

La clorexidina può presentarsi sotto forma di:

*Collutori: Paroex®, Eludril®, Cariax®.

  • Gel, spray, dentifricio (Elgydium®), vernice, sistema a rilascio lento (Periochip®)

Povidone iodio:

  • Complesso di iodio con polivinilpirrolidone: Betadine®.
  • In vitro, lo iodio è battericida, sporicida, fungicida e virucida.
  • Concentrazione ottimale 0,1% iodio
  • Non inibito da composti organici: l’attività persiste anche in presenza di sangue = antisettico di riferimento nelle zone sottogengivali.
  • Uso prolungato: possibilità di disfunzione tiroidea, scolorimento transitorio di denti, lingua e pelle
  • Ottimi risultati con la sola irrigazione sottogengivale, a spruzzo in associazione con scaler ad ultrasuoni.
  • Può essere utilizzato come collutorio.
  • Controindicato in: donne in gravidanza dopo il primo trimestre, donne che allattano, intolleranza allo iodio.
  • Gli autori raccomandano questo antisettico durante il trattamento parodontale e non per la profilassi.

Agenti ossidanti

  • Perossido di idrogeno o “acqua ossigenata” H2O2,
  • proprietà antisettiche tramite rilascio di ossigeno,
  • Concentrazione usuale 3% = a 10 volumi.
  • Il perossido di idrogeno viene inattivato dalla materia organica (proteine, sangue, pus) . Risultati interessanti in associazione:

*Perossido di idrogeno + cloruro di sodio + bicarbonato di sodio = miscela Keyes.

* Iodopovidone + perossido di idrogeno riduzione della carica batterica orale in patologie acute come le malattie parodontali necrotizzanti.

Utilizzo e metodi di applicazione degli antisettici:

Gli antisettici si presentano sotto forma di:

  1. Dentifricio.
  • Aiuta a migliorare l’azione meccanica dello spazzolamento
  • Principio attivo:
    • Copolimero Triclosan+: significativa riduzione del sanguinamento gengivale, della formazione di placca e tartaro (Colgate Total®).
    • * Fluoruro amminico + fluoruro stannoso: prevenzione efficace della gengivite (Meridol®)
  1. Collutorio: per b-1 ) Gargarismi

L’efficacia riguarda solo le aree sopragengivali e marginali del solco/tasca (il prodotto attivo non può penetrare oltre i 3 mm)

  • Accessi: spazi interprossimali, dorso della lingua, guance, tonsille
  • Utilizzato secondariamente dopo lo spazzolamento, salvo casi particolari: disabilità, post-operatorio
  • Può essere utilizzato puro o diluito.
  • Fare gargarismi per 30 secondi/1 minuto.
  • Non ingerire.
  • Non risciacquare dopo l’uso (per un’azione microbicida di lunga durata).
  • 2 o 3 volte al giorno dopo ogni pasto
  • Durata: non superiore a 15 giorni

Interesse

  •  Azione essenzialmente preventiva sulla formazione della placca sottogengivale. Soggetti sani o affetti da gengivite:
  • BDB a scopo terapeutico: integrare il controllo meccanico professionale con detartrasi, levigatura radicolare e lucidatura profilattica in soggetti sani affetti da parodontite.
  • BDB a scopo profilattico (ammonio quaternario, fluoruri, agenti ossigenanti, fenoli)

= uso consigliato per integrare le carenze di spazzolatura:

  • prevenzione primaria (soggetti sani),
  • prevenzione secondaria (soggetti a rischio parodontale),
  • prevenzione terziaria (soggetti che hanno già avuto una parodontite e sono in fase di follow-up).

b-2) Irrigazione sottogengivale:

  • Definizione :

Si tratta di una terapia che mira ad introdurre una soluzione antibatterica tramite una siringa per la disinfezione, sterilizzazione e ossigenazione delle tasche parodontali.

  • Principi:

-Lavaggio delle tasche;

– Azione meccanica (disorganizzazione della flora sottogengivale);

– L’effetto getto pulsato ossigena il fondo della tasca e distrugge i batteri anaerobici.

  1. Processi a rilascio lento

Durante l’irrigazione il prodotto raggiunge una certa concentrazione nella tasca, ma appena si interrompe l’operazione si diluisce e in pochi minuti la sua azione antibatterica diminuisce, da qui i dispositivi a lento rilascio che sono dei supporti che, introdotti nella tasca

la busta rilascia un agente antimicrobico per una durata e una concentrazione sufficienti

,esp. (il periochip).

  1. Keyes Paste : è composto principalmente da perossido di idrogeno + bicarbonato di sodio + clorexidina
  2. Spruzzi
    • Diversi vantaggi:

*La quantità di antisettico utilizzata è molto inferiore a quella dei collutori.

*Sostegno vantaggioso per le persone con disabilità.

  1. Gel
    • la quantità necessaria di antisettico viene applicata dente per dente.
    • Utile dopo l’intervento: spazzolare i denti è difficile, evitare i “gargarismi” che compromettono la qualità della guarigione (disturbo meccanico).
    • I risultati dipendono fortemente dalle capacità del paziente = supporto non consigliato alle persone disabili.
  2. Vernice
    • Per essere efficace è necessario applicarlo sulla sedia per lunghi periodi (numerose sedute).
  • Gli antibiotici più comunemente usati in parodontologia :
  1. B-lattamici:

-Inibire la sintesi della parete batterica.

– Battericidi.

Principalmente utilizzato: Amoxicillina,

Augmentin (amoxicillina + acido clavulanico)

  1. Le Cicline:

-Batteriostatico.

– Agiscono sulla sintesi proteica.

-Azione sull’Aa.

-Anticollagenasi.

-Inibire il riassorbimento osseo.

– Controindicazioni: gravidanza, allattamento, bambini < 8 anni.

Le molecole più utilizzate: Minociclina, Doxiciclina, Tetraciclina.

  1. Metronidazolo:

-Attività antiparassitaria.

-Battericida.

-Inibisce la sintesi degli acidi nucleici.

-Agisce sui germi anaerobi, molto efficace su Porphyromonas-gingivalis e spirochete.

  1. Macrolidi . Lincosamidi. Sinergici:
  • Azitromicina (famiglia dei macrolidi): sempre più documentata in parodontologia.
  • Presenta caratteristiche interessanti: – Ottima distribuzione nei tessuti parodontali. Emivita molto lenta: 500 mg/giorno, 1 dose, 3 giorni.

6-2-2 Canali amministrativi:

a) Via generale : a-1) monoterapia :

-Cicline :

Indicato in caso di (parodontite aggressiva localizzata), utilizziamo: Tetraciclina (250 mg), 1 g/giorno per 3 settimane.

Doxiciclina (100 mg), 200 mg il primo giorno, poi 100 mg per 14 giorni. Minoxicline (100 mg), 200 mg/giorno per 15 giorni.

-Metronidazolo :

indicato in caso di GUN, PUN, parodontite cronica grave con persistenza di tasche purulente dopo DSR.

Dosaggi: 500 mg (1,5 g)/giorno per 10 giorni. Specialità: Flagyl, Rodogyl.

-Amoxicillina 2g/die Pd Una settimana in caso di ascesso parodontale non raccolto o associato ad un peggioramento delle condizioni generali (febbre e astenia).

a-2) Associazioni:

a-2-1) interesse :

-presenza di batteri con diversa sensibilità all’ATB.

-Ampliare lo spettro d’azione di ogni ATB.

-Prescrivere a basse dosi.

-Sfruttare la sinergia risultante.

a-2-2)-Associazioni più utilizzate :

Metronidazolo (dosato a 250 mg) 750 mg/giorno + Amoxicillina dosata a (500 mg) 1,5 g/giorno

Bi-rodogyl: un singolo farmaco che è una combinazione di spiramicina e metronidazolo.

Indicazione: parodontite aggressiva localizzata e generalizzata. Augmentin+Metronidazolo come seconda intenzione.

Termini di prescrizione:

Terapia antibiotica locale Classificazione

  • Applicazione locale non supportata = senza supporto L’irrigazione sottogengivale di ATB nel trattamento della parodontite non è raccomandata (Afssaps 2001).
  • Applicazione locale sostenuta = con supporto: ATB incorporato nei dispositivi a rilascio lento:
  • Sistemi a rilascio prolungato; rilascio del principio attivo fino a 24 ore.
  • Sistemi di rilascio controllato; rilascio di concentrazioni efficaci per più di 24 ore.

Dispositivi a rilascio lento:

  • Supporti non assorbibili: irritazioni, interferiscono con la guarigione. Installazione + rimozione. Fibre, strisce acriliche.
  • Supporti assorbibili: da preferire. Gel, polvere polimerica biodegradabile.

Presentazioni diverse

  1. Tetraciclina:
  • Fibra Actisite® imbevuta di cloridrato di tetraciclina al 25% (1° dispositivo).
  1. Doxiciclina:
    • Sistema a rilascio prolungato di gel assorbibile (Atridox®) contenente doxiciclina al 10%.
  2. Minociclina:
    • Dispositivo a rilascio controllato in gel riassorbibile (Parocline® e Arestin®) contenente minociclina al 2%.
    • Dopo la levigatura radicolare, le applicazioni vengono ripetute 4 volte ogni 2 settimane.
  3. Metronidazolo:
    • Gel (Elyzol®) sistema a rilascio prolungato di metronidazolo al 25%.
    • Durata d’azione da 24 a 36 ore.
    • 1 applicazione a settimana per due settimane.

Indicazioni:

  • La sola terapia antibiotica locale non ha dimostrato alcun beneficio nel trattamento della parodontite.
  • Potrebbe essere considerato solo come complemento alla detersione meccanica dopo disorganizzazione meccanica del biofilm sottogengivale: miglioramento della risposta clinica. Interesse: è quindi giustificato nel trattamento una tantum di siti che perdono attacco e non nel trattamento complessivo di un paziente affetto da parodontite.
  • Non indicato come trattamento di prima linea per le malattie parodontali. La sua indicazione è limitata:

* per il trattamento non chirurgico di una tasca profonda localizzata.

*o durante il monitoraggio parodontale in caso di recidiva localizzata.

Tra le terapie recenti:

  • Terapia fotodinamica (PDT),

Chiamata anche fotochemioterapia antimicrobica, è stata proposta come adiuvante terapeutico della DSR in sostituzione degli antibatterici, in particolare degli antibiotici. In presenza di coloranti fotosensibilizzanti (blu di toluidina, blu di metilene, verde di anilina) i batteri orali diventano sensibili al laser a infrarossi.

  • Durante la lavorazione, i batteri presenti nella tasca vengono a contatto con il colorante.
  • La tintura viene poi risciacquata.
  • Le tasche parodontali vengono poi irradiate con luce laser la cui lunghezza d’onda corrisponde al massimo assorbimento del colorante.

I risultati clinici estremamente modesti e il costo del dispositivo rendono difficile raccomandare oggi questo approccio come sostituto degli antibatterici tradizionali.

  • Probiotici

Microrganismi vivi che stimolano la crescita di batteri che possono avere un effetto benefico sulla salute.

Conclusione

I trattamenti parodontali “non chirurgici” sono stati a lungo considerati un primo passo e quindi una cura incompleta se non sono seguiti da terapia chirurgica (rispettiva o rigenerativa).

La letteratura recente tende a dimostrare che un approccio non chirurgico da solo può raggiungere gli obiettivi di guadagno di attacco anche nei casi di parodontite grave . La terapia meccanica viene effettuata con un approccio sempre più mininvasivo (strumentazione meccanizzata, avvento del laser).

Terapie non chirurgiche

  I denti del giudizio possono causare dolore se crescono storti.
Le corone in ceramica offrono un aspetto naturale e un’elevata resistenza.
Le gengive sanguinanti durante lo spazzolamento dei denti possono indicare una gengivite.
Brevi trattamenti ortodontici correggono rapidamente piccoli disallineamenti.
Le otturazioni dentali in composito sono discrete e durature.
Gli spazzolini interdentali sono essenziali per la pulizia degli spazi stretti.
Una dieta ricca di vitamine rafforza denti e gengive.
 

Terapie non chirurgiche

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