RIPOSIZIONAMENTO DELLE LEMBE

RIPOSIZIONAMENTO DELLE LEMBE

RIPOSIZIONAMENTO DELLE LEMBE 

Introduzione

  • I lembi riposizionati (scorrevoli) possono essere spostati al termine della procedura in tutte e tre le direzioni (apicale, laterale e coronale). 
  • I lembi riposizionati rappresentano gli innesti peduncolati.
  • Questa tipologia di lembi consente la correzione di alcuni difetti mucogengivali.

1. Il lembo posizionato lateralmente.

1.1. Definizione :

  • Il lembo posizionato lateralmente (LPL) è stato anche denominato lembo riposizionato lateralmente, lembo spostato lateralmente, lembo di traslazione laterale, lembo scorrevole laterale e lembo di rotazione.
  • Si tratta di un innesto peduncolato, derivato da tecniche di chirurgia plastica. 
  • Il sito donatore è rappresentato dalla gengiva lateralmente adiacente al sito da trattare. La LPL, descritta inizialmente da Grupe e Warren nel 1956, è una delle tecniche più antiche di chirurgia plastica parodontale.

1.2. Indicazioni:

Le indicazioni per questa tecnica in chirurgia plastica sono 

  • Riprendersi dalle recessioni 
  • Aggiunta di tessuto gengivale a un dente che ne ha poco o niente, per ripristinare il complesso mucogengivale.  
  • Il rilascio del canino incluso 

1.3. Protocollo operativo:

  • Staffileno propone una dissezione a spessore parziale anziché una dissezione a tutto spessore per evitare l’esposizione ossea nel sito donatore.
  • L’intervento inizia con la preparazione radicolare del cemento esposto all’ambiente orale, in modo da renderlo “biologicamente compatibile” con il tessuto connettivo del lembo che lo ricoprirà.
  • Si preparano i bordi della recessione: si rinfresca con la lama il bordo più lontano dalla zona donatrice, tracciando una bisellatura esterna, in modo da esporre il tessuto connettivo.
  • Il modello di incisione comprende un’incisione intrasulculare sul dente del sito donatore e un’incisione orizzontale alla base delle papille 
  • L’incisione di dimissione è verticale fino alla linea mucogengivale.
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  • Un’ulteriore incisione nella mucosa, nel prolungamento della recessione, libera il lembo. 
  • Il tessuto gengivale viene sollevato mediante distacco a tutto spessore seguito da dissezione nella mucosa alveolare.
  • Il lembo viene quindi spostato lateralmente e provato.
  • Il lembo viene infine suturato con un punto sospensivo e punti separati sul bordo esterno.

1.4. Risultati:

Nella copertura radicolare il risultato si ottiene già dal primo mese e sembra migliorare leggermente nel tempo, ma dipende dai seguenti fattori:

  • L’ampiezza e l’altezza della recessione.
  • Presenza di osso interprossimale.
  • Controllo dei fattori eziologici.
  • Igiene e consumo di tabacco.
  • L’abilità del praticante.
  • La percentuale di recupero è compresa tra il 34 e l’82%. 
  • In tutti i casi la profondità di sondaggio è ridotta alla norma e il guadagno nell’attacco clinico è evidente.

1.5. Vantaggi:

  • Copertura radicale di circa il 60-70%
  • Ottimo aspetto estetico.
  • Ottenere una buona altezza di tessuto cheratinizzato.
  • Buona vascolarizzazione del tessuto spostato, grazie al peduncolo.

1.6. Svantaggi:

  • Copertura radicale incerta.
  • Ottimo intervento.
  • Tecnica non adatta al trattamento di recessioni multiple.
  • Rischio di recessione o esposizione di deiscenza sul dente donatore.
  • Necessità di un sito donatore adiacente con altezza, larghezza e spessore sufficienti del tessuto cheratinizzato
  • Rischio di fallimento in presenza di frenulo o vestibolo poco profondi.

1.7. Modifiche:

  • Friedman e Levine nel 1964 estendono il lembo con un dente aggiuntivo e Ariaudo nel 1966 propone un lembo a tutto spessore e su vasta area (da 5 a 6 denti) per lasciare solo una piccola superficie ossea esposta.
  • Grupe 1966 modificò la propria tecnica effettuando l’incisione orizzontale a una certa distanza dal margine gengivale, in modo da rispettare il sistema di attacco del dente situato nella zona donatrice. L’incisione di scarico è a gradini.
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  • Infine, la modifica più attuale consiste nell’associare il posizionamento laterale ad un innesto di tessuto connettivo come proposto da Nelson nel 1987

1.8. Il lembo papillare:

  • Il vantaggio di questa tecnica risiede nell’utilizzo della papilla adiacente come sito donatore, che è più spessa della gengiva vestibolare opposta alla radice. 
  • Il vantaggio è quello di evitare il problema della recessione del dente situato nella zona donatrice.
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  • Lo spostamento della gengiva interdentale sulla superficie radicolare esposta consente il trattamento di più recessioni in una sola volta.
  • Questo lembo è stato chiamato lembo multi-papillare da Corn 1973. Comporta lo spostamento di un ampio lembo comprendente diversi spazi interdentali lateralmente e apicalmente.
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1.9. Il lembo bipapillare:

  • Di fronte al problema dell’ampiezza della recessione e della ristrettezza della papilla, è preferibile effettuare una traslazione laterale di 2 papille unite tra loro piuttosto che effettuare una rotazione. 
  • Cohen e Ross 1968 proposero la tecnica della doppia papilla nel 1968, rivalutata nel 1986 da Ross et al. 
  • Patur utilizza poi questa tecnica bipapillare , attraverso le sue incisioni, cercando di chiudere la ferita.

2. Lembo spostato coronalmente 1968. 

2.1. Definizione :

  • Il lembo posizionato coronalmente (CPF) è stato anche chiamato lembo di riposizionamento coronale, lembo riposizionato coronalmente, lembo spostato coronalmente e, infine, lembo di avanzamento coronale.
  • Come il lembo spostato lateralmente, si tratta di un innesto peduncolato derivato da tecniche di chirurgia plastica.
  • Consiste nello spostamento del tessuto gengivale presente apicalmente al sito da trattare in direzione coronale.

2.2. Indicazioni:

  • Per la ripresa delle recessioni di Miller CLI
  • Nella chirurgia parodontale rigenerativa (copertura di una membrana, copertura di un’otturazione con osso o biomateriali o esclusione dell’epitelio in una lesione interradicolare)
  • Nella chirurgia implantare 

2.3. Tecnica chirurgica:

  • Preparazione della radice: emersione del cemento esposto all’ambiente orale. 
  • Il percorso dell’incisione deve tenere conto della lunghezza dello spostamento del lembo, che è uguale all’altezza della recessione.
  • Questo contorno di papille è collegato da un’incisione di scarico verticale e leggermente obliqua per delimitare un lembo trapezoidale.
  • La superficie esterna della papilla viene disepitelizzata utilizzando un paio di forbici o una lama.
  • Il lembo viene staccato in uno spessore totale di altezza sufficiente affinché questo spessore maggiore corrisponda a quello della radice da ricoprire.
  • Il lembo viene provato nella posizione desiderata ed eventualmente ritoccato
  • Il lembo viene infine suturato con una sutura sospensiva associata a punti staccati per le dimissioni.
  • La ferita è completamente chiusa e la guarigione avviene per prima intenzione.

2.4. Varianti:

  • Quando il tessuto gengivale situato apicalmente non è sufficiente in altezza e spessore, si potrebbe ricorrere ad un innesto gengivale epiteliale-connettivo per migliorare la qualità del sito donatore; si tratta quindi di una tecnica eseguita in due tempi.
  • L’innesto viene eseguito 2 mesi prima del lembo, il cui protocollo operatorio è identico a quello della tecnica monofasica.

2.5. Lembo semilunare posizionato coronalmente:

Questa tecnica è stata descritta da Tarnow nel 1986 ed è una variante del lembo spostato coronalmente.

1. Obiettivi:

  • Copertura radicale di recessioni strette.

2. Indicazioni:

  • Recessione di classe I di Miller, singola o multipla

3. Tecnica chirurgica:

  • Asepsi.
  • Anestesia locale.
  • Questo tipo di lembo combina diverse tecniche che hanno in comune il fatto di non effettuare incisioni a scarico verticale,
  • Incisione intrasulculare completata da un’incisione arcuata a livello della linea mucogengivale.
  • Dall’incisione intrasulculare si esegue una dissezione a mezzo spessore fino all’incisione semilunare.
  • In questo modo si libera un lembo peduncolato e vascolarizzato non dalla sua parte apicale, ma dai suoi bordi laterali.
  • Il lembo viene tirato coronalmente e applicato alla recessione, mantenendolo sotto compressione per 5 minuti, rendendo superflue le suture. 
  • Poi protetto da una benda.
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4. Svantaggi:

  • Possibilità di bande cicatriziali nella mucosa alveolare nel sito dell’incisione semilunare

2.6. Risultati:

  • Si nota che le percentuali di copertura variano dal 65 al 99% per il lembo posizionato coronalmente, in un’unica fase.
  • Dal 70 al 72% per il lembo semilunare
  • Dal 36 al 74% per il lembo a due stadi.
  • Con la tecnica in due fasi si ottiene ovviamente un aumento dell’altezza del tessuto cheratinizzato.
  • Il guadagno di attacco varia da 3,3 a 5,3 mm
  • Con la tecnica single-step questo aumento è inesistente, pari a solo 1 mm.

2.7. Vantaggi:

  • Copertura radicale pari a circa l’80-90%.
  • Ottimo aspetto estetico, fatta eccezione per la tecnica in due fasi.
  • Intervento tecnicamente non difficile.
  • Poco dolore e fastidio postoperatorio
  • Buona vascolarizzazione del tessuto spostato grazie al peduncolo.

2.8. Svantaggi:

  • La copertura delle radici non è del tutto prevedibile.
  • Intervento limitato alle recessioni di classe (I).
  • Rischio di fallimento in presenza di un frenulo vestibolare poco profondo o di tessuto gengivale molto sottile.

3. Il lembo posizionato apicalmente

3.1. Definizione :

  • Questo intervento utilizza il lembo scorrevole apicale, a spessore parziale o totale, con gli obiettivi combinati di eliminare le tasche, allargare la gengiva aderente, approfondire il vestibolo e riposizionare il frenulo apicalmente.

3. 2. Indicazioni:

  • Il lembo a spessore parziale viene generalmente utilizzato per evitare la denudazione ossea e i concomitanti rischi di riassorbimento osseo e di peggioramento di deiscenze e fenestrature.
  • Il lembo totale è più indicato quando si desidera avere accesso diretto all’osso per il rimodellamento osseo.

3. 3. Tecnica chirurgica: 

Lembo a tutto spessore posizionato apicalmente

  • Il primo principio di questo intervento è quello di preservare il tessuto cheratinizzato esistente spostandolo in una posizione più apicale e immobilizzandolo con una sutura al periostio lasciato in posizione.
  • Il secondo principio è quello di avere accesso all’osso attraverso un lembo a tutto spessore, per eseguire la necessaria resezione ossea.
  • Il tracciato inizia con un’incisione intrasulculare fino al contatto con l’osso, in modo da preservare tutto il tessuto cheratinizzato.
  • Successivamente, le incisioni di scarico verticali distali e mesiali al lembo in questione penetrano in profondità nella mucosa alveolare per consentire al lembo di muoversi senza piegarsi.
  • Il distacco mucoperiosteo espone l’osso per alcuni millimetri, solitamente fino alla linea mucogengivale.
  • L’altezza di questo distacco dipende dall’entità della correzione ossea da effettuare. 
  • Si prosegue poi con una dissezione a spessore parziale, lasciando in sede il periostio ricoperto dal tessuto connettivo gengivale.
  • La resezione ossea viene quindi eseguita secondo i principi generali della chirurgia ossea resettiva.
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  • Successivamente si sposta il lembo e si prova la posizione desiderata. Il fissaggio avviene tramite un sistema di sutura a materassaio verticale con ancoraggio al periostio per punti interdentali interrotti.

Lembo a spessore parziale: 

1- Eseguire un’incisione verticale dalla gengiva marginale al vestibolo su entrambe le estremità del campo operatorio.

2-Incisione interna smussata, all’interno delle tasche, che va dalla gengiva marginale alla cresta della corteccia vestibolare.   

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3- Si taglia un lembo a spessore parziale, lasciando il periostio e un sottile strato di tessuto connettivo sull’osso.   

4-Staccare la parete interna delle tasche dai denti, detartrasi le superfici radicolari e poi lucidarle.

5-Posizionare il lembo in posizione apicale e livellare i bordi del lembo in modo che si adatti al contorno del bordo osseo.

6-Fissare il lembo, rimuovere il coagulo in eccesso, assicurarsi che il lembo poggi saldamente sul tessuto sottostante e suturarlo utilizzando suture interrotte in seta sospese o laterali. 

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7-Applicare un impacco fino all’arresto dell’emorragia e coprire la zona con una medicazione parodontale.

3.4. Vantaggi:

  • Aspetto estetico della gomma non modificata.
  • Sequel meno doloroso.

3.5. Svantaggi:

  • Difficoltà sulle superfici linguali, impossibile sulle superfici palatali .
  • La dissezione e la sutura del periostio richiedono un po’ di pratica

Consigli post-operatori

  • Prendere antidolorifici.
  • Evitare la perdita di medicazione o di deposito.
  • Evitate cibi piccanti e speziati per le prime ore.
  • Cibo semisolido.
  • Evitare di spazzolare la zona operata.
  • Evitare di fumare (il calore può essere dannoso).
  • Evitare sforzi fisici per le prime 3 ore.
  • In caso di edema eccessivo o sanguinamento, è opportuno tornare.

CONCLUSIONE

Tecniche di intervento del lembo , ma le differenze tra loro non sono sempre chiare.

La scelta della tecnica si baserà sul rispetto delle indicazioni e dell’obiettivo che si vuole raggiungere con l’intervento, oppure il professionista garantirà sempre il risparmio tissutale.

Da notare che il debridement, la rimozione del tartaro e la sbiancatura delle radici restano fasi importanti e determinano il successo di qualsiasi tecnica.

RIPOSIZIONAMENTO DELLE LEMBE

Le carie non curate possono danneggiare la polpa.
L’ortodonzia allinea denti e mascelle.
Gli impianti sostituiscono definitivamente i denti mancanti.
Il filo interdentale rimuove i detriti tra i denti.
Si consiglia di visitare il dentista ogni 6 mesi.
I ponti fissi sostituiscono uno o più denti mancanti.
 

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