Restauri corono-radicolari indiretti “Endocrowns”
Introduzione :
È accettato che la perdita dei denti e la quantità di tessuto residuo siano probabilmente i fattori predittivi più importanti del successo clinico a lungo termine di un restauro.
- informazioni generali
- Perdita di sostanza coronarica
Nel caso di un dente patologico con perdita di tessuto limitata, la terapia adottata dal professionista può essere quella di ricorrere ad una semplice ricostruzione diretta; Nel caso di un dente con un deterioramento molto più grave, la decisione su un piano di trattamento viene presa tenendo conto di una più ampia gamma di possibilità. In generale, la ricostruzione deve essere il più possibile impermeabile e durevole e per questo il chirurgo odontoiatrico può ricorrere a tecniche di ricostruzione indiretta che prevedono l’impiego di dispositivi medici protesici, spesso realizzati in un laboratorio protesico.
- Eziologie:
Per definire il miglior piano di trattamento e quindi la migliore possibilità di restauro è importante conoscere e saper identificare le principali cause di perdita di sostanza dentale.
- Carie: Che si tratti di un fenomeno iniziale o di guarigione tramite otturazione, la carie rappresenta la causa principale di perdita di sostanza dentale.
- Traumi dentali: i traumi dentali, come le fratture, sono la seconda causa principale di perdita significativa di tessuto dentale.
Esistono due categorie di fatture: quelle con rottura della polpa (chiamate
“complicato”) quello che rispetta l’endodonto (detto “non complicato”)
- Erosioni dentali:
Un’altra causa della perdita di tessuto dentale sono le erosioni. Sono definite come usura non cariosa che non coinvolge alcun microrganismo:
Anche l’eziologia delle erosioni dentali è multifattoriale. Può essere di origine estrinseca, in particolare a causa di alimenti acidi, di alcuni farmaci come la vitamina C, di determinati ambienti professionali, ecc.), o intrinseca, la cui causa può essere il reflusso gastroesofageo, alterazioni del flusso salivare e della capacità tampone, ecc.
- Trattamento endodontico:
- Obiettivo
Il trattamento endodontico, detto anche “biopulpectomia”, ha lo scopo di curare le patologie della polpa e del periapice e di trasformare un dente patologico in un’entità sana, asintomatica e funzionale sull’arcata, in grado di ricevere una ricostruzione impermeabile e funzionalmente duratura.
Molti studi concordano sul fatto che la qualità del trattamento endodontico è il fattore più importante per il successo e la salute del periapex, ma che anche la qualità del restauro coronale è un criterio importante che non deve essere trascurato, poiché contribuisce a garantire l’ermeticità a lungo termine dei canali radicolari e del trattamento endodontico sottostante.
- La perdita delle travi di resistenza
Nel 1989 Reeh, Messer e Douglas hanno condotto uno studio sulla resistenza dei denti restaurati dopo il trattamento endodontico.
I risultati mostrano un effetto minimo del trattamento canalare che riduce la resistenza solo del 5%, rispetto al 20% attribuibile alla preparazione di una cavità occlusale stessa, e che la maggiore perdita di resistenza deriva dalla perdita delle creste marginali: i veri fasci di resistenza del dente.
Infatti, la preparazione di una cavità mesio-occluso-distale distruggendo le creste marginali ridurrebbe la resistenza relativa delle cuspidi del 63%.
- Le Endocorone:
“ Ancoraggio camerale senza indebolimento delle radici”
- Storico:
Il primo studio condotto sul concetto della tecnica “Monobloc” è stato pubblicato da Pissis nel 1995. È stato in grado di sviluppare il suo concetto e soddisfare le specifiche desiderate basate sull’economia dei tessuti, sull’economia dei mezzi e sulla semplificazione dei protocolli, ma anche sull’assenza di metallo e di fastidi estetici nonché sull’assenza di ancoraggio delle radici.
Bindl e Mörmann furono i primi a chiamare questo restauro
“endocrown” nel 1999, la cui traduzione francese è “endocouronne”
- Definizione :
L’endocrown è un restauro protesico monoblocco e monoblocco per denti trattati endodonticamente con significativa perdita di tessuto.
È caratterizzata da una porzione coronale che sostituisce il difetto e la cui proiezione apicale è realizzata nella cavità della camera pulpare; creando così una macro ritenzione meccanica abilitata dallo sfruttamento delle pareti pulpari ma anche una micro ritenzione con l’utilizzo di protocolli di bonding e adesivi.
La preparazione cervicale vera e propria ha una spalla dritta con angolo interno arrotondato oppure è completamente piana (si parla di “margine di appoggio”) o pavimento cervicale ; La sua indicazione più nota resta quella dei denti posteriori, la cui camera pulpare è sufficientemente profonda e ampia da garantire la ritenzione, come avviene nella maggior parte dei molari.
Recentemente alcuni autori hanno cercato di estendere la loro applicazione ai premolari con risultati ancora incerti ma incoraggianti.
2.3. Vantaggi:
Realizzati principalmente in ceramica, presentano gli stessi vantaggi dei restauri incollati:
- Semplicità di implementazione: infatti l’implementazione è relativamente semplice così come la presa delle impronte senza la necessità di una tecnica per accedere ai limiti
consentono di limitare il numero di passaggi chirurgici rispetto ai trattamenti con corone convenzionali e all’utilizzo di limiti intra o iuxta-gengivali.
- il concetto di gradiente terapeutico: permettono di ritardare il più possibile la perdita del dente in arcata rallentando il ciclo di restauri invasivi ed evitando la necessità di ancoraggi radicolari che potrebbero indebolire il dente.
- il vantaggio di poter scegliere la tonalità di base ma anche di poter essere realizzata per un mimetismo ottimale con i tessuti periferici.
- biocompatibilità : le ceramiche utilizzate in odontoiatria protesica sono materiali bioinerti (inerzia chimica, elettrica e termica). La loro struttura chimica conferisce loro un’elevata stabilità e quindi una buona biocompatibilità generale.
- Sono molto più stabili dei metalli e delle resine e non presentano degradazione da corrosione, infine sono lisci e privi di porosità e quindi riducono l’adesione della placca dentale e l’infiammazione parodontale che ne potrebbe derivare.
- assenza di perno e preparazione minima: la preparazione può essere effettuata su basse altezze coronali perché sfrutta la camera pulpare per la sua macro e microritenzione meccanica e ciò senza sfruttamento o indebolimento dell’integrità radicolare. Inoltre, il posizionamento e la rimozione di un perno restano rischiosi per il professionista (perforazione, falsa via, frattura, indebolimento dovuto alla perdita di sostanza radicolare).
- Possibilità di reintervento sul trattamento endodontico: è infatti possibile trafiggere il pezzo protesico per accedere agli ingressi canalari. Questa soluzione sembra più semplice e meno rischiosa in termini di frattura rispetto alla rimozione di un ancoraggio intraradicolare sigillato o incollato.
- l’assenza di interferenza sui raggi X: grazie all’impiego della ceramica si ha una riduzione dei disturbi ottici durante l’esame e quindi la possibilità di individuare più facilmente un’eventuale recidiva cariosa
- la riduzione del numero di interfacce di incollaggio rispetto alla terapia con perno classico.
- Rafforzamento delle strutture dentarie residue: i restauri parziali cementati rinforzano i tessuti residui riducendone la flessibilità. Secondo alcuni studi, i denti restaurati presentano una rigidità pari o addirittura superiore a quella dei denti naturali non danneggiati (impermeabilità: la giunzione di adesione della ceramica e il buon adattamento marginale della ceramica consentono una buona impermeabilità a lungo termine e riducono la penetrazione di microrganismi.
- igiene e spazzolamento più facili per il paziente poiché l’articolazione protesica è sopragengivale possibilità di essere realizzata interamente con tecnica CAD/CAM in studio dal chirurgo odontoiatra (CAD/CAM), un’articolazione periferica migliore rispetto a quella riscontrata per le ricostruzioni dirette bonded il minor costo di fabbricazione e quindi di costo per il paziente rispetto alla terapia convenzionale con ancoraggio e corona in ceramica
- Preservazione della salute parodontale attraverso i limiti sopragengivali: tutti gli autori raccomandano il limite sopragengivale come unico garante dell’integrazione parodontale.
- Svantaggi e imperativi:
I concetti che non vanno però trascurati sono:
- La necessità di posizionare un campo operativo (la diga) per avere una buona tenuta stagna.
- la necessità di limiti sopragengivali per l’adesione.
- la valutazione, da parte del professionista, degli imperativi meccanici, architettonici e occlusali per distribuire al meglio le forze esercitate dal rigoroso protocollo di bonding;
- la necessità di avere una camera pulpare sufficientemente ampia e profonda.
- il rischio di distacco e frattura radicolare dovuto alla differenza tra i moduli della ceramica e quello della dentina.
- I diversi materiali utilizzati:
- Le specifiche:
Il materiale di restauro ideale, per estensione di quello per le ricostruzioni parziali incollate, deve essere in grado di soddisfare le seguenti specifiche
:
- consentire l’approccio più conservativo possibile ai tessuti sani quando si organizza lo spazio protesico necessario
- ripristinare una morfologia naturale e funzionale del complesso dentale
- ripristinare la resistenza meccanica del dente, compatibile con la sua funzione
- garantire un adattamento ottimale ai bordi e alle interfacce essere biocompatibili essere radiopachi essere estetici
- garantire la massima longevità possibile e le migliori proprietà di adesione e legame al dente
I due materiali che hanno maggiori probabilità di soddisfare questa specifica sono la ceramica e le resine composite.
- Ceramica
Definizione : sono un tipo di vetro ottenuto fondendo ad alta temperatura ossidi metallici che solidificano a temperatura ambiente.
Le ceramiche dentali, più precisamente, sono materiali strutturali compositi costituiti da una struttura vetrosa, detta matrice vetrosa, rinforzata da diverse fasi cristalline che permettono di adattare il coefficiente di dilatazione termica del materiale e di modificarne le proprietà.
Vengono realizzati riscaldando la miscela al di sopra della temperatura di fusione della matrice vetrosa e al di sotto di quella dei cristalli mediante un processo di
“sinterizzazione”.
- Ceramiche feldspatiche Sono note per essere belle ma fragili.
- Ceramica alluminosa
Queste ceramiche contengono una percentuale significativa di allumina per rinforzarle e renderle adatte all’uso clinico.
- Vetroceramica
Si tratta di materiali portati allo stato vetroso e sottoposti a un trattamento termico di cristallizzazione parziale, controllata e volontaria. Ottime proprietà estetiche.
- Compositi
Un materiale composito è un materiale formato da più materiali di diversa natura o origine, le cui caratteristiche meccaniche sono superiori a quelle dei materiali inclusi nella sua composizione.
Affinché questa definizione sia valida è necessario che la coesione dell’insieme sia assicurata da legami meccanici, fisici o chimici.
In odontoiatria si parla di “resina composita” quando un materiale è costituito da una matrice di resina organica e da un rinforzo costituito da riempitivi.
La coesione tra questi due materiali è assicurata da un agente accoppiante: un silano.
- Ibridi (ceramici-compositi)
Si tratta di nuovi materiali composti da una struttura tridimensionale di ceramica feldspatica rinforzata da polimeri metacrilici derivati da resina acrilica.
La ceramica, infatti, grazie alla sua elevata stabilità chimica, ha buone proprietà ottiche e meccaniche nonché un’eccellente biocompatibilità, ma le riparazioni rimangono problematiche una volta inserita nel cavo orale.
Al contrario, i compositi sono più facili da maneggiare e riparare, ma hanno proprietà meccaniche e biocompatibili inferiori rispetto alla ceramica.
- Ufficiale di collegamento:
- Il materiale legante costituisce l’interfaccia critica tra il restauro e il dente preparato.
- Il materiale non deve avere solo buone proprietà adesive, ma è importante anche il suo modulo di elasticità, poiché deve essere in grado di assorbire sollecitazioni come quelle che si verificano sulla giunzione smalto-dentina.
- L’interfaccia include tutte le superfici preparate. Se il prodotto deve essere fotopolimerizzato, è necessario utilizzare una lampada ad alta potenza, che possa raggiungere i fotoiniziatori a livello del fondo della polpa, sotto strati di ceramica che a volte superano i 7 mm.
- Il materiale legante costituisce l’interfaccia critica tra il restauro e il dente preparato.
- Indicazioni e controindicazioni
- Endocrown è indicato per tutti i molari, e più in particolare per quelli con corona clinica bassa, canali radicolari calcificati o radici molto sottili.
- Endocrown è controindicato se non è possibile garantire l’aderenza, se la profondità della camera pulpare è inferiore a 3 mm o se il contorno cervicale è largo meno di 2 mm sulla maggior parte della sua circonferenza.
- Durata ed efficienza:
Diversi autori hanno concluso che le endocrown resistono alle forze di compressione meglio delle corone convenzionali. Più recentemente, un’analisi agli elementi finiti ha evidenziato l’interesse delle endocorone nella distribuzione delle sollecitazioni.
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- Morfologia della preparazione
- Il giunto di testa, o pavimento cervicale, è la base del restauro con una banda periferica di smalto che ottimizza l’adesione.
- La superficie preparata deve essere parallela al piano occlusale per garantire resistenza alle sollecitazioni lungo l’asse maggiore del dente.
- La cavità della camera pulpare garantisce ritenzione e stabilità. La sua forma – trapezoidale nei molari inferiori e triangolare nei molari superiori – migliora la stabilità del restauro.
- Non è necessaria alcuna ulteriore preparazione.
- Il pavimento in polpa a forma di sella garantisce maggiore stabilità.
- Questa anatomia, unita alle qualità adesive del materiale sigillante, rende superfluo qualsiasi ancoraggio nei canali radicolari.
- Infatti, i canali radicolari non necessitano di alcuna sagomatura; non vengono quindi indeboliti dalla fresatura e non saranno esposti alle sollecitazioni derivanti dal loro utilizzo come ancoraggi.
- Infine, il carico di compressione si riduce, distribuendosi sul contorno cervicale e sulle pareti della camera pulpare.
(ha). Endocorona pressata con canali di colata, posizionata su un modello (b).
- Metodologia di preparazione:
- Preparazione occlusale
- La preparazione mira a ridurre l’altezza complessiva della superficie occlusale di almeno 2 mm in direzione assiale.
- Questa riduzione può essere ottenuta realizzando delle scanalature profonde 2 mm come guide e quindi utilizzando una fresa diamantata (anello verde) per ridurre la superficie occlusale.
- La fresa viene orientata lungo l’asse principale del dente e mantenuta parallela al piano occlusale.
- La sua forma consente di controllare l’orientamento della riduzione e di ottenere una superficie piana che determinerà il limite cervicale (o marciapiede cervicale).
- Questo contorno dovrebbe trovarsi in posizione sopragengivale, ma può anche seguire il contorno gengivale se fattori clinici o estetici lo richiedono.
- I dislivelli tra i vari segmenti del contorno cervicale devono avere una pendenza massima di 60° per evitare qualsiasi effetto scala.
Le pareti smaltate con spessore inferiore a 2 mm devono essere rimosse.
Creazione di scanalature guida su un dente isolato e in situ.
Preparazione del marciapiede cervicale mediante fresa a disco tenuta parallelamente al piano occlusale.
- Preparazione assiale
- Questa preparazione consiste principalmente nell’eliminazione dei sottosquadri nella cavità di accesso. Per rendere continua la camera pulpare e la cavità di accesso endodontico si utilizza una fresa diamantata verde di forma cilindrico-conica, con convergenza totale di 7°.
- Orientando la fresa lungo l’asse longitudinale del dente, la preparazione può essere eseguita senza esercitare una pressione eccessiva e senza toccare il pavimento pulpare. Rimuovendo troppo tessuto dalle pareti della camera pulpare si ridurrà lo spessore delle pareti e la larghezza della banda di smalto.
- La cavità deve essere profonda almeno 3 mm.
Preparazione assiale effettuata con fresa cilindro-conica, per rendere continua la camera pulpare e la cavità di accesso.
- Lucidatura della fascia cervicale
- La fresa utilizzata in questa fase ha la stessa conicità di quella utilizzata per la preparazione assiale, ma il suo diametro è maggiore e le particelle sono più fini.
- La fresa deve essere indirizzata su tutta la superficie della fascia cervicale, per eliminare le microirregolarità e ottenere una superficie piana e lucida.
- La linea di contorno deve essere liscia e definire un confine netto.
Lucidatura della fascia cervicale.
Contorno cervicale prima (a) e dopo (b) la lucidatura.
- Preparazione del pavimento della cavità
- L’ingresso al canale pulpare è libero. La guttaperca viene rimossa fino a una profondità massima di 2 mm, per sfruttare l’anatomia a sella del pavimento della camera pulpare. Questa fase deve essere eseguita con uno strumento non abrasivo per preservare l’integrità dell’imbocco del canale.
- Non viene eseguita alcuna fresatura della dentina.
- Pulizia della camera pulpare
Si consiglia di utilizzare gli ultrasuoni per pulire a fondo la camera pulpare e il pavimento. L’abrasione non è indicata.
- Sigillatura
Per legare l’endocrown al dente preparato si utilizzano adesivi come il cemento autoadesivo o i compositi leganti.
Dente preparato (a), endocorona (b) e risultato finale dopo la sigillatura (c)
- Le impronte
In questo caso la presa dell’impronta non rappresenta una sfida importante, poiché tutti i limiti sono sopragengivali per ottenere l’adesione della ceramica.
Può essere eseguito il giorno stesso della preparazione se le condizioni lo consentono, ma può anche essere posticipato di una settimana o più a seconda che sia necessaria una tecnica chirurgica per accedere ai margini e consentire l’adesione.
- Stampe tradizionali
Gli idrocolloidi e gli idroalginati non sono adatti alla preparazione delle cavità a causa delle loro proprietà laceranti, che li limitano alla presa delle impronte dell’arcata opposta nelle protesi fisse.
Gli elastomeri (siliconi di addizione e polieteri) rappresentano un’alternativa più comune e adatta grazie alla loro precisione di registrazione, alla buona elasticità, alla resistenza allo strappo e alla loro ubiquità negli studi odontoiatrici.
L’impronta “a doppia miscela” è la tecnica indicata per la registrazione delle preparazioni cavitarie con siliconi. Si esegue in un unico passaggio con due materiali di diversa viscosità.
L’operatore può utilizzare una tecnica di deflessione dei tessuti per migliorare la registrazione del profilo di emergenza, ma ciò non è necessario a priori a causa della distanza tra il limite protesico e il contorno gengivale.
Allo stesso modo, è possibile registrare un rapporto inter-arcata anche dopo l’occlusione del paziente, per trasmettere informazioni al protesista.
- Impronte ottiche
Gli sviluppi offrono numerose prospettive in termini di registrazione e ora è possibile realizzare un’impressione ottica.
Anche l’impronta ottica intraorale si basa su tre registrazioni distinte: l’arcata interessata; l’arco antagonista; una registrazione vestibolare nella posizione di massima intercuspidazione che consente l’occlusione dei due archi sostituendo il rapporto interarcata nelle impronte tradizionali.
I vantaggi delle impronte ottiche si basano sulla precisione, sull’ergonomia e sull’inalterabilità, sul risparmio di tempo, nonché sulla possibilità di completare un’impronta già presa senza materiale, senza stampa e senza protocollo di disinfezione o addirittura di rilevare un’imprecisione in una forma di preparazione e correggerla immediatamente.
Anche la visualizzazione delle arcate plantari da parte dei pazienti aiuta a comprendere il trattamento.
Lo svantaggio principale di questo metodo è il finanziamento: l’investimento materiale rimane significativo per il chirurgo odontoiatrico.
Alcuni autori, come Carlos et al., consigliano, nel caso delle endocorone, di applicare uno strato di cemento vetroionomerico per ottenere un pavimento pulpare piatto e sigillare gli ingressi dei canali, il che semplificherebbe l’impronta ottica.
- La temporizzazione
Idealmente, il ritardo dovrebbe essere il più breve possibile per evitare qualsiasi inconveniente al paziente e per consentire al protesista di eseguire l’endocorona (generalmente una settimana).
Questo passaggio consente inoltre di convalidare gli spessori di preparazione e di creare un’otturazione provvisoria utilizzando una tecnica di autoformatura convenzionale con resina acrilica (ad esempio Unifast®, GC Corp, VOCO) realizzata durante una sessione precedente sul dente intatto o durante la sessione da uno stampo (3M ion) posizionato sul dente preparato.
Il provvisorio viene poi sigillato utilizzando cemento provvisorio, preferibilmente senza eugenolo per non compromettere l’adesione e la polimerizzazione.
- La progettazione della parte protesica
Le impronte possono essere inviate al laboratorio protesico per essere utilizzate dal protesista oppure possono essere utilizzate direttamente in studio se il professionista dispone dell’attrezzatura per la tecnica CAD/CAM.
Le impronte tradizionali vengono realizzate in gesso per ottenere un modello che può essere suddiviso in un unico modello positivo (SPM).
Questo metodo consente di separare il dente da ricostruire dal resto del modello, consentendone al contempo il riposizionamento esatto rispetto ai denti adiacenti.
L’obiettivo è quello di poter accedere facilmente ai limiti della preparazione prossimale.
- La tecnica CAD/CAM*
La tecnica CAD/CAM consente la lavorazione automatizzata di un pezzo in base alla sua progettazione computerizzata.
Dopo l’acquisizione digitale dei modelli in file STL (Standard Tessellation Language), l’operatore può progettare la futura parte protesica utilizzando un software di modellazione 3D.
Successivamente, l’unità di lavorazione meccanica produce la parte protesica mediante un processo automatizzato a partire da un blocco di ceramica preformato, che può poi essere rivestito.
- Il montaggio
È importante effettuare una verifica dell’endocorona sul modello prima dell’arrivo del paziente: è necessario convalidare l’adattamento marginale e i punti di contatto prossimali.
La parte protesica viene poi disinfettata e decontaminata in alcool a 90° e poi in ipoclorito di sodio al 2,5%.
In bocca, il professionista avrà cura di eliminare ogni traccia di cemento e materiale
otturazione temporanea che potrebbe impedire il corretto inserimento dell’endocorona.
Successivamente si prova il tutto sul dente. Deve essere inserito passivamente nella preparazione. Qualsiasi inserimento forzato comporta il rischio di frattura dell’endocorona.
Se la parte non entra facilmente, controllare prima nuovamente i punti di contatto utilizzando un pezzo di filo interdentale.
Se i contatti vengono considerati troppo marcati, si interpone una carta da marcatura da 40 micron tra il restauro e il dente adiacente per visualizzare dove e di quanto deve essere effettuata la riduzione prossimale.
Queste correzioni vengono eseguite utilizzando una fresa diamantata ad anello rosso, montata su una turbina, sotto spruzzo di aria+acqua.
Una volta inserito passivamente, l’adattamento marginale viene controllato visivamente e con una sonda.
- L’assemblea
L’indurimento per polimerizzazione (legami covalenti) degli adesivi conferisce loro una resistenza meccanica notevolmente superiore a quella dei cementi, le cui prestazioni meccaniche sono considerate medio-basse.
Inoltre, nel caso delle endocorone, abbiamo visto in precedenza che le ceramiche rinforzate mordenzabili erano i materiali preferiti per la produzione e che i loro limiti protesici erano sopragengivali.
È quindi indicata e possibile una legatura efficace.
Infine, la possibilità di scegliere il colore e le loro proprietà ottiche qualitative
consentono alle colle di adattarsi all’aspetto estetico della ceramica.
L’incollaggio viene effettuato sotto protezione e isolamento tramite un campo operatorio posizionato attorno al dente per garantire i migliori risultati.
- Trattamento dell’intradosso protesico:
L’obiettivo è creare una superficie ruvida in cui la colla possa diffondersi. Per attaccare la superficie e creare queste rugosità sono possibili due trattamenti:
Sabbiatura con particelle di allumina da 50 μm e attacco con acido fluoridrico al 9,5%. L’attacco con acido fluoridrico per 20 secondi garantisce l’adesione più efficace e affidabile.
- Finiture
Una volta completata la saldatura e regolata l’occlusione, l’ultimo eccesso viene rimosso utilizzando una lama fredda di un bisturi n. 12, filo interdentale e matrici metalliche.
È importante effettuare una fotopolimerizzazione finale dei limiti protesici attraverso uno strato di glicerina perché l’ossigeno altera l’indurimento delle resine di legame superficiale e crea uno strato di inibizione che tende a degradarsi più rapidamente del resto.
Infine, in un secondo momento, si procede alla lucidatura, per non provocare strappi al materiale di assemblaggio.
Conclusione
La preparazione per il posizionamento dell’endocrown è semplice e snella e può essere eseguita rapidamente.
I canali radicolari non vengono interessati e la procedura è meno traumatica rispetto ad altri trattamenti .
La posizione sopragengivale del contorno cervicale preserva il parodonto marginale, facilita la presa dell’impronta e preserva la sostanza solida del dente residuo.
La struttura monolitica interamente in ceramica, realizzata tramite pressatura o lavorazione meccanica, conferisce resistenza meccanica all’endocrown .
Dal punto di vista biomeccanico, il restauro favorisce l’adattamento ai vincoli esercitati a livello dell’articolazione di adesione.
Le forze vengono distribuite lungo il pavimento cervicale o l’articolazione cervicale da un’estremità all’altra (forze di compressione) e sulle pareti assiali (forze di taglio), il che allevia i carichi sul pavimento pulpare.
L’endocrown si adatta perfettamente al concetto di biointegrazione e rappresenta una delle opzioni restaurative disponibili per i denti posteriori trattati endodonticamente e per i molari gravemente danneggiati.
Restauri corono-radicolari indiretti “Endocrowns”
I denti del giudizio possono causare infezioni se non vengono rimossi in tempo.
Le corone dentali proteggono i denti indeboliti da carie o fratture.
Le gengive infiammate possono essere il segno di gengivite o parodontite.
Gli allineatori trasparenti correggono i denti in modo discreto e confortevole.
Le otturazioni dentali moderne utilizzano materiali biocompatibili ed estetici.
Gli spazzolini interdentali rimuovono i residui di cibo tra i denti.
Un’adeguata idratazione aiuta a mantenere sana la saliva, essenziale per la salute dei denti.