PRINCIPI BIOMECCANICI DEI PONTI
1) INTRODUZIONE:
Qualsiasi terapia di protesi articolare deve essere guidata dalla preoccupazione di raggiungere un risultato con grandi possibilità di successo. Per fare questo dobbiamo approcciare la produzione delle protesi articolari e in particolare dei ponti ispirandoci ai principi biomeccanici che le governano.
Terminologia:
Ponte: è una protesi articolare permanente composta da mezzi di ancoraggio e dall’elemento intermedio
Trabecola : elemento sospeso di una protesi articolare che attraversa lo spazio edentulo e sostituisce i denti mancanti. Questa trabecola è fissata tramite ancore che sono a loro volta fissate tramite sigillatura o incollaggio ai denti pilastro.
2) PRINCIPIO DI EQUILIBRIO
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Per ogni forza applicata alla protesi esiste una maggiore o uguale resistenza delle strutture di supporto, per rispondere a questa legge di equilibrio è necessario:
- Conoscere la distribuzione delle forze applicate ai denti
- Fare il punto sulle forze esercitate sulla ricostruzione
- Determinare e valutare il numero e la natura dei denti pilastro
21) analisi delle forze agenti sui denti:
Ogni dente può essere sottoposto a pressioni durante i diversi movimenti mandibolari correlati alle diverse funzioni. Su un parodonto sano, il dente stressato si stabilizzerà quindi in una posizione bilanciata trasmettendo le forze ai tessuti di supporto e ai denti adiacenti. Se questo dente è integrato come punto di supporto per un ponte, riceverà vincoli aggiuntivi. Qualsiasi forza applicata in un punto sulla corona dentale può essere suddivisa in 03 componenti, vale a dire:
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- Un componente assiale
- Una componente vestibolo-linguale
- Una componente mesio-distale
Su un’arcata fisiologicamente sana ed equilibrata, il movimento indotto dalla componente mesio-distale è nullo, dato l’incuneamento fornito dai denti adiacenti.
L’azione di una forza obliqua (trasversale) su un dente tende a muovere il dente in un movimento rotatorio attorno al suo ipomocleo situato al terzo apicale dell’altezza alveolare, questo movimento è ostacolato dalla relazione dei tessuti parodontali dove compaiono le zone di trazione e compressione, questa forza applicata diventa più dannosa quando:
- Tende ad avvicinarsi all’orizzontale
- Altezza alveolare ridotta
- Punto di contatto prossimale mal posizionato
- Ampia superficie occlusale
22) Forze applicate ai denti
In posizione e RC : la forza risultante è diretta obliquamente dietro gli ultimi denti dell’arcata e di intensità progressivamente crescente dall’INC al molare. Questa forza relativa alla superficie occlusale di ciascun dente può essere suddivisa in due componenti:
-una componente diretta lungo l’asse del dente e che viene annullata dalla reazione
Parodontale
- una seconda componente parallela al piano occlusale, in direzione posterolaterale
Anteriore e partecipa al mantenimento dei punti di contatto interdentali, da qui la nozione di mesializzazione fisiologica dei denti naturali
Nella PIM : la forza applicata è obliqua rispetto al piano occlusale; è dal basso verso l’alto e da dietro in avanti per i denti mandibolari e dall’alto verso il basso e da dietro in avanti per i denti mascellari. Questa forza trasmessa alla superficie occlusale di ogni dente si scompone in due componenti:
- una componente diretta lungo l’asse dei denti e viene annullata dalla reazione parodontale
- l’altra forza è parallela al piano occlusale e in direzione postero-anteriore e aiuta a mantenere i punti di contatto interdentali.
Nella PROTRUSIONE : posizione degli incisivi termino-terminali e disocclusione posteriore, la direzione delle forze esercitate dall’incisivo mandibolare sulla faccia palatale dell’incisivo mascellare è vicina all’asse di quest’ultimo, riducendo così l’ampiezza della componente laterale.
Nella DIDUZIONE :
- sul lato di lavoro: gli assi dentali si avvicinano, il che ha l’effetto di ridurre la componente laterale orizzontale
- sul lato non funzionante gli assi divergono e in caso di contatto interferente aumenta l’intensità delle componenti orizzontali, il che è particolarmente dannoso per il parodonto.
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In conclusione : sarebbe necessario
- favorire le forze assiali
- diminuire le componenti orizzontali
- stabilire con precisione i contatti interdentali
- eliminare i contatti non funzionanti (interferenze)
23) Equilibrio delle forze esercitate su un ponte:
Diversi fattori determinano l’intensità delle forze esercitate durante la funzione; questi vengono oggettivati durante l’esame clinico:
- la forza muscolare del paziente
- propriocezione parodontale che regola le forze occlusali
- la precisione dei contatti occlusali: i contatti occlusali nel PIM esistente devono essere stabiliti con precisione in modo che la forza sviluppata durante la funzione sia orientata lungo l’asse maggiore dei denti che supportano il ponte
- abitudini alimentari: più il cibo è duro, maggiore è la forza di schiacciamento
- rapporti di occlusione dinamica: tutta l’attività muscolare è regolata dagli input stabiliti tra le arcate dentarie, più grande è la guida anteriore, più deboli sono le forze sviluppate sui denti posteriori
231) Forma e lunghezza delle campate: Una protesi deve durare, deve resistere a tutte le energie della masticazione. Bisogna ricordare che la resistenza meccanica di una campata di ponte è:
• Proporzionale alla sua larghezza
• Proporzionale al quadrato del suo spessore
• Inversamente proporzionale alla sua lunghezza
R= lx e² questo implica che più lunga è una campata, più rigida deve essere
L
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Oltre alle forze di trazione e compressione esercitate in modo significativo su una singola costruzione protesica, altre forze vengono aggiunte alla struttura di un ponte la cui campata si comporta come una trave fissa:
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Forza di flessione : deformazione risultante dall’applicazione di forze agenti nel suo piano di simmetria o disposte simmetricamente due a due rispetto a tale piano.
Forza di taglio : è il gioco di due forze dirette l’una verso l’altra senza trovarsi sulla stessa retta.
Forza di torsione : gioco di due forze dirette l’una verso l’altra mediante torsione
Tutti questi nuovi vincoli sembrano essere preponderanti e dipendono dalla forma, dalla campata e dallo spessore della campata e nessuno di essi viene esercitato indipendentemente dagli altri. Una forza applicata al centro della campata esercita forze di direzioni opposte al livello
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ancore (reazione) sotto l’azione di questa forza, la campata si piega e la sua flessione è proporzionale al cubo della sua lunghezza e inversamente proporzionale al cubo del suo spessore ciò implica che la torsione è proporzionale alla curvatura della campata
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232) Scelta dei denti di appoggio:
Nelle ricostruzioni multiple, le forze occlusali derivanti dalla funzione vengono trasmesse integralmente ai denti di supporto che devono soddisfare condizioni di resistenza intrinseca. Per questo, ci sono delle leggi che dettano questa scelta, ovvero:
- Legge di BELIARD : l’aumento del numero di denti pilastro disallineati migliora le condizioni di equilibrio
- Un ponte a pilastro singolo (a sbalzo) può essere spostato in tutte le direzioni
- un ponte a due pilastri può essere spostato attorno al proprio asse
- Un ponte con tre pilastri non allineati non ha asse di rotazione
- Legge di SADRIN : per questa legge, il valore di un pilastro è funzione della sua posizione sull’arco:
- Arco a “U”: la forza viene esercitata leggermente verso l’esterno del canino (asse principale)
- Arco a “V”: la forza è esercitata sullo stesso asse principale (caso più favorevole)
- Arcata “quadrata” la forza viene esercitata completamente all’esterno dell’asse principale “(caso sfavorevole)
Una curvatura pronunciata determina un momento ribaltante che deve essere bilanciato mediante l’impiego di supporti aggiuntivi.
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- Legge di DUCHANGE : tiene conto
- morfologia coronaria
- la superficie del tavolo occlusale
- la posizione del dente sull’arcata
Questo autore attribuisce a ciascun dente un coefficiente di valore intrinseco
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La somma dei coefficienti dei denti pilastro deve essere maggiore o uguale a quella dei denti da sostituire; si può fare un’eccezione se l’arcata opposta porta una protesi rimovibile con un carico da 50 a 150 volte inferiore a quello di un dente naturale.
- Legge di ANTE : assegna a ciascun dente un coefficiente in mm² di superficie radicolare, la somma delle superfici radicolari dei denti di appoggio deve essere maggiore o uguale a quella dei denti da sostituire
Rapporto clinico C/R : rapporto corona/radice pari a 2/3. Dal punto di vista clinico, un rapporto di 1/1 può talvolta essere accettabile (in assenza di parafunzione occlusale).
- idealmente tra 2/3 e 1
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- La forma delle radici :
Le radici con diametro VL > MD sono preferibili a quelle con sezione circolare.
- Per una singola radice: la sezione ovale è favorevole a una sezione circolare della radice
- Per una pianta con più radici, le radici divergenti costituiscono una base migliore rispetto a quelle convergenti.
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3) I PRINCIPI MECCANICI DEI PONTI:
La costruzione protesica deve soddisfare i requisiti 03
31) inserimento :
Nel caso di una ricostruzione unica, l’inserimento crea generalmente pochi problemi poiché avviene secondo un movimento di traslazione verticale lungo un asse, detto asse di inserimento, che coincide con l’asse maggiore del dente.
Nel caso di ricostruzione plurale il problema è completamente diverso, si può prendere in considerazione l’inserimento di ancore sulle preparazioni:
- stesso tramite movimento di traslazione verticale
- se stesso mediante un movimento complesso che combina rotazione e traslazione nei tre piani dello spazio
Ciò porta ad una scelta giudiziosa del tipo di ancoraggio (totale o parziale)
32) ritenzione : è condizionata essenzialmente da
- l’altezza della preparazione che deve essere maggiore della sua larghezza
- l’estensione delle superfici di contatto per aumentare le forze di attrito e la superficie di tenuta
- la debole convergenza delle pareti assiali = 30°
- la resistenza meccanica del ponte : è assicurata dalla rigidità della costruzione protesica condizionata da:
- la qualità della lega utilizzata
- la morfologia della struttura metallica del ponte che deve avere spessori sufficienti sempre modulati in base alla lega utilizzata, in questo senso vanno rispettate tre accorgimenti essenziali:
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- aumentare lo spessore dell’ancora opposta alla campata
- stabilire un ampio contatto di ancoraggio durante la pulizia delle feritoie per motivi igienici
4) PRINCIPIO BIOLOGICO E PROFILATTICO
Questi principi riguardano contemporaneamente la morfologia
- ancore
- campata del ponte
- superfici occlusali
- precisione e permanenza dei contatti occlusali
41) morfologia delle ancore : l’ancora deve rispettare
– tessuti dentali
– garantire la sicurezza nei confronti del parodonto marginale assicurata da:
- una situazione ottimale del limite cervicale
- un giunto dento-protesico sufficientemente impermeabile non superiore a 70u
- morfologia assiale deflettente
- morfologia della campata del ponte:
La creazione di un intermediario in armonia con la cresta edentula: per questo sarebbe necessario:
- Spazio sufficiente in direzione verticale,
- Contorno parabolico armonioso della cresta
421) Relazione con la cresta edentula : affinché la fibromucosa della cresta edentula sia preservata da qualsiasi irritazione, ci vengono offerte 2 possibilità:
- trabecole sopramucose
- contro la mucosa
422) scelta del materiale a contatto con la mucosa crestale : questo contatto deve essere effettuato o con il metallo o con il materiale cosmetico ma mai a contatto con la zona di giunzione dei due materiali sotto il rischio di ritenzione della placca batterica
423) morfologia assiale:
Le facce vestibolare e linguale avranno un profilo convesso senza creare zone di arretramento significative favorendo la formazione di placca batterica e la non stimolazione del contorno marginale gengivale.
Le facce prossimali descrivono ampie feritoie facilmente accessibili e igieniche; le connessioni trabecola-ancora devono essere situate all’interno e senza superare il terzo occlusale.
43) morfologia delle superfici occlusali :
Possono verificarsi due situazioni:
- anche se il ponte ripristina completamente entrambe le arcate dentarie in questo caso la morfologia occlusale può essere ricreata completamente secondo lo schema occlusale relativo alla situazione clinica
- anche se il ponte ripristina parzialmente l’arcata in questo caso la morfologia occlusale sarà condizionata da
- movimenti funzionali della mandibola guidati dallo schema occlusale
- la morfologia dei denti antagonisti
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In questa prospettiva è opportuno analizzare successivamente
- angolazione cuspidale dei restauri protesici
- la larghezza dei tavoli occlusali
- le scanalature di scarico
- Angolazione del canino: è dettata principalmente dalla guida anteriore che condiziona
In realtà l’altezza e l’orientamento delle cuspidi implicano che:
a1) una forte disocclusione immediata e rapida del settore cuspidato dal canino consente la costruzione di un rilievo canino marcato senza rischio di conflitto tra i denti antagonisti
a2) al contrario, una guida anteriore debole induce contatti nella lateralità di lavoro sui denti canini che presenteranno quindi una superficie occlusale appiattita
- la larghezza dei tavoli occlusali:
Secondo la legge 3H di ACKERMANN (eteromorfia) si raccomanda di ridurre la larghezza dei tavoli occlusali per limitare l’importanza delle forze applicate e controllarne la direzione senza però effettuare un restringimento troppo ampio, favorevole alla riduzione della fonte di overjet del morso giugale o alla creazione di ritenzione di placca batterica.
- scanalature di scarico:
Devono essere riprodotti per delimitare i volumi delle cuspidi e facilitare la frantumazione degli alimenti.
44) Precisione e permanenza dei rapporti occlusali :
Ciò è possibile solo se un PIM preciso è stabile e si ottiene una morfologia occlusale con punti di contatto interporossimali adeguati.
5) PRINCIPIO PSICOLOGICO E SOCIOLOGICO:
Come ogni terapia protesica, la protesi articolare non è mai completamente accettata dai nostri pazienti che sono meno interessati alla resistenza meccanica che ai risultati estetici. Il professionista deve garantire un adattamento progressivo della protesi spiegando le priorità al paziente. Per questo, un successo estetico e la sensazione di comfort devono essere il nostro obiettivo di fronte alle lamentele del paziente.
6) CLASSIFICAZIONE DEI PONTI
I ponti hanno forme diverse, dalle più semplici alle più complesse, in questo senso è stata stabilita una classificazione tenendo conto
- denti pilastro
- del tipo di campata
- materiali utilizzati
- del tipo di giunzione dei mezzi di ancoraggio della campata (fissità)
61) classificazione in base ai denti pilastro
611) a seconda della natura dei denti pilastro
6111) ponte su denti polpati
6112) ponte su denti senza polpa
62) in base al numero dei denti del pilastro:
621) ponte a un solo pilastro
622) ponte a due pilastri
623) ponte con tre o più pilastri
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63) classificazione in base al materiale utilizzato
631) ponte metallico
632) ponte metallo-resina
633) ponte ceramica-metallo
64) classificazione in base al tipo di campata
641) a seconda della forma della campata
6411) ponte sopragengivale
6412) ponte controgengivale
6413) ponte intragengivale (da evitare)
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642) a seconda della lunghezza della campata
6421) ponte corto: da 1 a 2 denti singoli o doppi incassati
6422) ponte a media campata: da 2 a 3 denti con doppia inclusione o con monconi intercalati
6423) ponte a lunga campata o poligonale: più di 3 denti con doppia inclusione o pilastri intercalati che occupano i diversi piani
da ROY che ha diviso la sala giochi in 5 piani:
• 1 piano incisale;
• 2 piani canini;
• 2 piani premolari-molari.
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I ponti poligonali si adattano a diversi piani di Roy (3 o più).
• Quando sono inclusi in 3 o 4 piani, vengono chiamati parziali;
• Quando si adattano ai 5 piani, vengono chiamati ponti poligonali totali.
Questi ponti possono essere realizzati su denti pulpati o depulpati.
Sono molto stabili e la loro stabilità aumenta con il numero di denti pilastro.
Questi ponti consentono una distribuzione armonica ed equilibrata delle forze masticatorie, che vengono trasmesse a livello dei denti pilastro e del parodonto.
65) classificazione in base al tipo di campata- mezzi di ancoraggio giunzione (tipo di collegamento)
651) ponte fisso o fisso-fisso
652) ponte mobile-inamovibile o mobile-fisso
653) ponte mobile o rimovibile
In sintesi:
Gamma di ponti | Incorporamento | Forma della campata | Tipo di fissaggio | Natura dei denti pilastro | |
Corto raggio | Raddoppiare | Dritto | ImmobileImmobile-immobileimmobile | Polpato o depolpato | |
Curvilineo | |||||
Semplice | Dritto | con o senza intarsio | |||
Curvilineo | |||||
Gamma media | 2 o più denti | Dritto | |||
Curvilineo | |||||
Ponti poligonali a grande campata | Denti pilastro multipli | Parziale | |||
Totale |
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7) CONCLUSIONE : il successo di qualsiasi protesi e in particolare di quella articolare dipende dalla perfetta conoscenza della biomeccanica che la governa, dalla competenza dell’odontoiatra e dalla perfetta integrazione della protesi definitiva nell’apparato stomatognatico del paziente tramite la protesi provvisoria.
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PRINCIPI BIOMECCANICI DEI PONTI
Le carie profonde potrebbero richiedere un trattamento canalare.
Gli spazzolini interdentali puliscono efficacemente gli spazi tra i denti.
I denti disallineati possono causare problemi di masticazione.
Le infezioni dentali non curate possono diffondersi ad altre parti del corpo.
Le mascherine sbiancanti vengono utilizzate per ottenere risultati graduali.
I denti rotti possono essere riparati con resine composite.
Una corretta idratazione aiuta a mantenere una bocca sana.