PREVENZIONE E INTERCETTAZIONE

PREVENZIONE E INTERCETTAZIONE

PREVENZIONE E INTERCETTAZIONE

INTRODUZIONE :

L’ortopedia dentofacciale è una disciplina che si confronta quotidianamente con incessanti dismorfosi, variabili nelle loro caratteristiche morfologiche e nelle loro modalità evolutive. Queste diverse anomalie possono e devono essere distinte e scoperte nei primi anni di vita; Inoltre, ciò richiede che gli operatori li affrontino in modo rapido ed efficace, non solo per evitarne l’installazione o impedirne lo sviluppo, ma anche per riequilibrare il complesso craniofacciale rimettendolo sulla giusta strada affinché la sua crescita possa tornare a svolgersi in modo fisiologico.

Tuttavia, ciò è possibile solo se l’anomalia viene affrontata molto precocemente, al punto da poter essere addirittura evitata fin dall’inizio; Ciò richiede una buona diagnosi precoce e una solida base terapeutica che ci consenta di scegliere un piano di trattamento giudizioso e di avviarlo al momento giusto. 

DEFINIZIONI:

  • PREVENZIONE:
  • Larousse med. : insieme dei mezzi messi in atto per prevenire la comparsa, il peggioramento e la diffusione di determinate malattie e i loro possibili gradi di sviluppo e per distinguere le diverse fasi della prevenzione (I, II, III).
  • ODF: affrontare la dismorfia o malposizione dentale per prevenirla ed evitare che si verifichi.
    • ORTODONZIA PREVENTIVA:

È una branca della profilassi che ha come obiettivo la prevenzione delle malocclusioni, mantenendo uno stato bucco-maxillo-facciale normale senza modificarne il comportamento o lo sviluppo. Si interessa del comportamento della madre prima del parto, del monitoraggio della fase pre-eruttiva del neonato e della preservazione dell’integrità dentale.

Esistono due tipi di prevenzione:

Prevenzione primaria: previene la comparsa dell’anomalia mediante specifiche procedure terapeutiche.

Prevenzione secondaria: consente di individuare e bloccare immediatamente il processo patologico dopo il suo inizio.

  • INTERCETTARE:
  • Ortodonzia intercettiva “prevenzione terziaria”: è una branca dell’ortodonzia che consente di trattare lesioni esistenti ma in fase iniziale, prima che siano definitivamente stabilizzate e richiedano un trattamento adeguato per assenza o fallimento di misure preventive.
  • IL LUOGO DELLA PREVENZIONE-INTERCETTAZIONE IN RELAZIONE ALLA CRESCITA:

In ortopedia dento-facile la profilassi si basa sulle variazioni della velocità di crescita, da qui il potere di situare la prevenzione e l’intercettazione sulla curva di crescita.

Esiste un periodo prenatale e tre periodi postnatali:

  • Periodo prenatale: è il periodo corrispondente alla gravidanza in cui trova posto la prevenzione primaria.
  • Periodo dell’infanzia che va dalla nascita al terzo anno di vita e in cui trova spazio anche la prevenzione primaria.
  • Periodo giovanile o si estende dal terzo anno fino al minimo puberale, che può comprendere sia la prevenzione secondaria, ma anche il trattamento intercettivo.
  • Periodo adolescenziale o puberale che rappresenta la fase finale del trattamento intercettivo e l’inizio dei trattamenti correttivi.
  • ORTODONZIA PREVENTIVA:
    • PREVENZIONE PRIMARIA:
      • PREVENZIONE PRENATALE:
        • DIETA PER LE DONNE IN GRAVIDANZA: 

La futura mamma deve essere avvertita dell’influenza della dieta sulla formazione dei denti e delle ossa del suo bambino. Pertanto, una dieta varia e ricca di vitamine e sali minerali è essenziale; una carenza di acido folico, acido ascorbico o ossigeno può causare disturbi significativi nello sviluppo del sistema craniofacciale e alveolo-dentale.

  • Salute delle donne incinte:

Qualsiasi condizione materna deve essere evitata o trattata rapidamente per impedirne la trasmissione al feto, come infezioni virali come la tubercolosi, condizioni croniche come il diabete, malattie renali, condizioni cardiovascolari devono essere bilanciate prima della gravidanza. D’altro canto, è necessario ridurre il più possibile le prescrizioni di farmaci (farmaci teratogeni) ed evitare le radiazioni, nonché monitorare le condizioni orali e dentali (spazzolamento, cura delle carie, masticazione corretta, assunzione di calcio e fluoro, ecc.).

PREVENZIONE ALLA NASCITA:

Il problema principale durante il parto è il trauma ostetrico, che deve essere prevenuto il più possibile dal medico curante per evitare qualsiasi rischio di deformazione e asimmetria cranio-facciale, nonché di lussazione mandibolare; che interrompono il corretto corso della crescita craniofacciale e dello sviluppo alveolo-dentale.

PREVENZIONE POST-NATALE:

  • Periodo infantile:

Rappresenta i primi 3 anni di vita in cui il trattamento è puramente preventivo.

  • Cibo :

L’allattamento al seno è quasi sempre consigliato per i vari benefici che può apportare al neonato. Sviluppa nel bambino un sistema immunitario efficace che fornisce una barriera protettiva contro qualsiasi invasione microbica esogena.

Inoltre, la funzione suzione-deglutizione durante l’allattamento stanca il bambino, inducendolo a dormire, e sappiamo che durante il sonno aumenta l’attività fisiologica di divisione cellulare, il che fornisce al bambino un potenziale di crescita favorevole a un buon sviluppo corporeo e craniofacciale.

L’allattamento al seno mobilizza le ATM in tutte le direzioni dello spazio, attraverso movimenti di propulsione-retropulsione e di morso, favorendone così lo sviluppo.

     L’allattamento con il biberon deve essere ortostatico, con il bambino posizionato il più eretto possibile e il biberon posizionato più in alto, per incoraggiarlo a sollevare e far avanzare la mandibola. Con la comparsa dei denti, l’alimentazione diventa più rigida e ricca di vitamine, per questo è necessario coniugare qualità, quantità e igiene alimentare per garantire un’alimentazione adeguata al bambino.

La cavità orale del neonato:

Per quanto riguarda la gengiva del neonato, quest’ultima viene stimolata dai diversi alimenti che riceve la sua cavità orale, questo massaggio dirige l’osso alveolare sottostante e accelera la comparsa dei denti. Non appena questi denti compaiono sulla dentatura, lavarli diventa un’attività sistematica che i genitori sono incoraggiati a svolgere regolarmente, insegnando al bambino a sciacquarsi la bocca.

La posizione del neonato:

Questo criterio è evidenziato soprattutto dalla posizione della testa, perché bisogna evitare che il neonato venga posizionato sulla schiena, cosa che può provocare la respirazione orale con l’apertura delle labbra e le conseguenze che ne derivano, come la retroposizione mandibolare.

Se invece si percepisce nel neonato una tendenza alla classe scheletrica II (forma grave nella sindrome di Pierre Robin), è opportuno metterlo a letto con la testa flessa, ovviamente associando l’allattamento al seno ortostatico. Se invece si osserva una tendenza alla promandibulia, il neonato deve essere adagiato nel letto con la testa estesa.

Infiammazione e infezione:

Qualsiasi infiammazione o infezione delle gengive durante questo periodo è dannosa per il corretto funzionamento delle funzioni; ciò può essere causato dalla respirazione orale causata da un’ostruzione delle vie aeree superiori. È quindi necessaria una visita otorinolaringoiatrica per indagare l’eziologia della respirazione orale, ma a volte, nonostante la rimozione delle cause, la respirazione orale persiste, ciò può essere spiegato sia da una prassi che il bambino ha acquisito nel corso di un periodo più o meno lungo, sia dall’ispessimento della mucosa delle fosse nasali che rende difficoltosa la ventilazione nasale. In questo caso, i genitori devono innanzitutto rendersi conto dell’importanza di questa funzione, per poi insegnare al bambino le misure igieniche necessarie, come soffiarsi il naso unilateralmente e pulire le vie nasali del bambino mattina e sera.

Incidenti e traumi:

Tra gli incidenti più frequenti che si verificano in questo periodo ci sono i traumi temporanei causati dalle cadute dei bambini. È però necessario intervenire con estrema urgenza e rapidità, cercando di mantenere il dente provvisorio traumatizzato sull’arcata il più a lungo possibile dopo averlo restaurato, in modo che guidi il dente permanente sottostante. Se necessario, è necessario realizzare un mantenitore di spazio per sostituire il dente mancante fino all’eruzione del dente permanente.

PREVENZIONE SECONDARIA:

Quando la prevenzione primaria risulta difficile o addirittura impossibile perché il paziente ha evitato la visita durante i primi 3 anni di vita, la prevenzione secondaria, attuata nel periodo giovanile, subentra per compensare questo fallimento. Permette la diagnosi precoce della dismorfismo e l’eliminazione di oltre il 50% dei disturbi dento-mascellari, riguardando sia i denti temporanei che quelli permanenti.

  • Correzioni funzionali:

Nel periodo giovanile possono manifestarsi diverse disfunzioni o parafunzioni, da qui il grande interesse nell’impedire che continuino a esercitare i loro effetti dannosi sulla sfera orofacciale.

La più classica delle parafunzioni è la suzione digitale che persiste durante questo periodo, la sua eliminazione deve essere iniziata a partire dai 5-6 anni e questo innanzitutto con la psicoterapia e se necessario utilizzando dispositivi meccanici come la griglia antipollice, la griglia antilingua, la perla Tucat, lo schermo labiale.

  • Rieducazione del comportamento linguistico:

La lingua può presentare disturbi comportamentali dovuti al suo eccesso di volume (macroglossia), oppure alla sua postura alterata, è necessario ricercare nel bambino un frenulo linguale corto e quindi è indicata in questo caso una frenulumectomia per liberare i movimenti fisiologici della lingua.

Anche durante la deglutizione il comportamento linguale può essere alterato: in questo caso è necessaria la consapevolezza dell’anomalia, abbinata alla riabilitazione funzionale con mezzi meccanici e non meccanici.

Quando la funzione fonatrice è alterata, la causa è il comportamento linguale, ma sappiamo che gli stessi supporti linguali anomali che compaiono durante questa disfunzione sono simili durante la deglutizione atipica, da qui l’interesse nel rieducare queste due funzioni simultaneamente.

Durante la respirazione patologica, il comportamento della lingua viene alterato perché questa si posiziona verso il basso per liberare lo spazio necessario al passaggio dell’aria nella cavità orale. La riabilitazione ventilatoria, invece, consentirà alla lingua di tornare immediatamente nella sua posizione fisiologica ottimale.

  • Disturbi della masticazione:

La funzione masticatoria è di fondamentale importanza nello sviluppo del complesso craniofacciale. Tuttavia, se si percepisce un disturbo della masticazione, bisogna eliminarlo modificando il comportamento alimentare della famiglia per migliorare l’efficienza della masticazione. In questo contesto, Martine consiglia di masticare bene i cibi, che devono essere il più naturali possibile. Se invece la causa di questi problemi è la carie, questa deve essere eliminata restaurando opportunamente i denti.

  • Screening e trattamento della carie dentale:

La carie dentale può essere erroneamente considerata un problema banale e privo di effetti dannosi sullo sviluppo delle arcate dentarie, mentre in realtà rappresenta la causa più catastrofica per quanto riguarda la comparsa di disarmonie dento-mascellari o di altre patologie come ritardi di eruzione o addirittura inclusioni dentarie.

I secondi molari temporanei sono i più colpiti, con la distruzione più frequente della faccia distale, il che rappresenta un fattore di rischio per l’accorciamento dell’arcata dovuto allo spostamento del dente di 6 anni, che ci porta al DDM per mancanza di spazio.

 La carie può causare la perdita dell’unità dentaria, poiché può causare la deviazione della via di chiusura mandibolare poiché il paziente cerca il più possibile di evitare la sensazione del dolore.

In alcuni casi, l’estrazione del dente temporaneo è necessaria a causa della carie che ha causato il deterioramento dell’intera corona, con il rischio di complicazioni; è necessario posizionare un mantenitore di spazio fino all’eruzione del dente permanente sottostante. Questo mantenitore di spazio può essere realizzato in resina o addirittura in una protesi.

  • Regolarizzazione dell’occlusione e dell’usura e abrasione dei denti provvisori:

L’abrasione dei denti temporanei è un fenomeno fisiologico che deve verificarsi per prefigurare una buona occlusione dei denti permanenti. A volte però, a causa di un allattamento scorretto, la mandibola presenta un ritardo nello sviluppo, gli incisivi non riescono a garantire la funzione di incisione, impedendo l’abrasione delle facce occlusali dei denti provvisori e l’instaurazione di un piano occlusale bilanciato, a causa dell’esistenza di prematurità.

La prevenzione di queste diverse anomalie avviene tramite la macinazione selettiva, quest’ultima presenta numerosi vantaggi:

  • Ottenere una frizione laterale dei denti superiori e inferiori.
  • Ripristino della corretta dimensione verticale.
  • Ripristino della guida incisale.
  • Ripristino di un piano occlusale parallelo al piano di Camper.

5. ORTODONZIA INTERCETTIVA (PREVENZIONE TERZIARIA):

  • DDM:
    • DDM PER MACRODONZIA RELATIVA:

Queste malocclusioni rispondono bene al trattamento intercettivo, che deve essere prima correttivo e poi correttivo dell’anomalia parzialmente installata. Ciò naturalmente richiede una buona diagnosi eziologica.

  • CONGESTIONE PRIMARIA (GENETICA):

Questo tipo di affollamento è dovuto a una discrepanza tra le dimensioni dei denti e quelle delle basi ossee, mascella e mandibola.

In questo tipo di congestione, il DDM può essere basso, moderato o grave; che influenza i comportamenti terapeutici da prendere in considerazione.

  • DDM basso o transitorio con massa fino a 4 mm:

Il DDM transitorio è spiegato dall’esistenza di un intervallo tra la maturazione del sistema dentale e lo sviluppo delle basi ossee. Quest’ultima è calcolata in 2 mm.

L’intercettazione in questo caso avviene preservando l’integrità del diametro mesio-distale dei denti provvisori mediante cure tempestive.

Dale sostiene la rettifica prossimale dei canini primari al momento dello sviluppo degli incisivi laterali permanenti o subito dopo.

Quando il DDM è compreso tra 2 e 4 mm, significa che non è transitorio ma debole. Il trattamento intercettivo in questo caso deve concentrarsi sulla conservazione della Lee Way, ciò è reso possibile da diversi dispositivi quali: l’ arco linguale , l’arco palatino di Nance o l’arco transpalatino.

Un altro metodo per mantenere la deriva mesiale è lo stripping dei denti temporanei, raccomandato da Van Der Linden nel 1990 e che consiste in una riduzione sequenziale del diametro mesio-distale dei denti temporanei per intercettare l’affollamento della regione incisiva che si verifica durante la permutazione.

Le sequenze di macinazione delle facce prossimali dei denti temporanei sono le seguenti:

  • Levigatura dello smalto della faccia mesiale del canino provvisorio corrispondente allo spazio necessario per l’allineamento incisale, eseguita intorno agli 8 anni di età dentaria. Secondo Rosa, questo favorisce la stabilità degli incisivi, poiché è direttamente proporzionale all’affollamento, evitando una vestiboloversione degli incisivi per allinearli.
  • Levigatura mesiale della corona del primo molare temporaneo per favorire l’eruzione distale del canino permanente.
  • Levigatura mesiale della corona del secondo molare temporaneo per consentire l’eruzione distale del primo premolare.
  • L’eruzione del secondo premolare verrà eseguita correttamente occupando lo spazio della deriva mesiale del molare.
  • DDM moderato numerato da 5 a 7 a 8 mm:

Per trattare un tale DDM, il medico ha a disposizione alcuni mezzi terapeutici che determinano un guadagno di spazio:

  • Correzione della rotazione mesiolinguale dei molari.
  • Espansione delle arcate superiore ed inferiore con l’obiettivo di aumentare le distanze intercanine e intermolari.
  • Raddrizzamento dell’asse incisale in caso di retroalveolismo.

Raddrizzamento dei molari:

          Il raddrizzamento dei molari, che viene eseguito mediante un movimento disto-linguale attorno alla radice linguale, offre teoricamente un guadagno di 1-2 mm nella lunghezza dell’arcata per lato e può essere ottenuto tramite l’attivazione sequenziale di un arco transpalatale, di un quad’helix e di una forza extraorale.

Espansione degli archi in dentizione mista:

         Nella dentizione mista, le tecniche di espansione dell’arcata possono essere suddivise in 3 categorie in base alla loro modalità di azione:

  • Espansione ortodontica passiva:

Quando le forze centripete della muscolatura giugale e labiale vengono allontanate dall’occlusione tramite un dispositivo, la lingua può esprimere tutta la sua azione conformante, che provoca un’espansione spontanea di 4-5 mm dell’arco dento-alveolare, attraverso il solo gioco delle forze. Questo tipo di espansione può essere ottenuto mediante l’impiego degli apparecchi di Franckel, regolatori di funzione i cui schermi vestibolari consentono ai denti di raddrizzarsi naturalmente e che favoriscono inoltre l’apposizione ossea sui bordi laterali dei processi alveolari, mediante stiramento delle mucose.

  • Espansione ortodontica attiva:

L’espansione ortodontica attiva delle arcate può essere realizzata utilizzando diversi dispositivi: un quad helix, una placca rimovibile con jack, una barra palatale, un arco linguale. Questi apparecchi esercitano forze laterali o sagittali sui segmenti dentoalveolari, spesso dando luogo a una versione vestibolare della corona accompagnata da una versione linguale della radice.

  • Espansione ortopedica:

Si tratta di un movimento di natura scheletrica eseguito da dispositivi come il dispositivo di disgiunzione, che mira a disgiungere la sutura palatina media.

Dopo l’espansione ortopedica dell’arcata superiore, spesso si verifica un raddrizzamento spontaneo della dentatura inferiore.

Raddrizzamento dell’asse incisale:

Il raddrizzamento dell’asse degli incisivi può essere eseguito nella dentizione mista utilizzando l’arco di espansione di base di Ricketts.

L’avanzamento degli incisivi inferiori è consentito solo quando è presente una linguoversione di questi ultimi. Un avanzamento degli incisivi di 1 mm crea uno spazio di 2 mm sull’arcata a livello anteriore.

  • DDM maggiore di 8 mm:

Se, dopo aver esaminato tutti i mezzi per recuperare lo spazio necessario per correggere la congestione, risulta impossibile trattare il caso senza estrazione, si parla di estrazioni pilotate.

definita come la guida dell’eruzione dei denti permanenti mediante l’esecuzione di una sequenza pianificata di estrazioni selettive e temporizzate dei denti primari.

          5.1.2 DDM MEDIANTE MICRODONTICA RELATIVA:

Questo DDM non rientra propriamente nei trattamenti intercettivi, poiché non presenta complicazioni che potrebbero manifestarsi in età adulta. Pertanto, il trattamento di questo DDM verrà generalmente rimandato ai denti permanenti, chiudendo i diastemi o scegliendo una soluzione protesica.   

  • INCLUSIONE DENTALE:

L’inclusione dei denti permanenti può essere causata da diversi fattori eziologici, il principale dei quali è il diabete mellito diabetico grave. Pertanto, il trattamento precoce del DDM mediante macrodontia relativa rappresenta un trattamento intercettivo dell’inclusione dentale, in particolare quella dei canini permanenti.

Esistono però ostacoli anatomici che possono impedire il normale sviluppo dei denti permanenti, come gli odontomi o addirittura i denti temporanei sottoposti a cura canalare con un prodotto non riassorbibile (guttaperca), nel qual caso l’eliminazione di questi ostacoli è quasi obbligatoria senza dimenticare di mantenere lo spazio necessario all’eruzione dei denti permanenti.

  • ANOMALIE ALVEOLARI:
    • ANOMALIE ALVEOLARI DEL SENSO SAGITTALE:
      • PROALVEOLI:

La vestiboloversione degli incisivi è la deformazione più frequentemente riscontrata nei bambini in età ortodontica. La causa principale è solitamente la suzione digitale o di corpi estranei, nonché la spinta anteriore della lingua durante la deglutizione. Anche altri fattori eziologici possono generare il proalveolo, come la macroglossia per il biproalveolo, la suzione del labbro superiore per il proalveolo inferiore e quella del labbro inferiore per il proalveolo superiore, eventualmente associata alla brevità del labbro superiore. L’intercettazione consisterà innanzitutto nell’eliminare l’agente causale, il che in alcuni casi darà luogo a una guarigione spontanea con miglioramento dei rapporti delle arcate in direzione sagittale. Le manovre intercettive sono:

– smettere di succhiare: dopo essersi accertati che non ci sia alcun problema psicologico, se questo non funziona, utilizzare dispositivi ortodontici come una griglia anti-pollice saldata all’arco linguale degli anelli molari o su un apparecchio rimovibile, o ancora una busta linguale notturna che ha l’effetto di rieducare passivamente la posizione della lingua.

  •  ARTICOLAZIONE CROCIATA RETROALEOLIA SUPERIORE-ANTERIORE:

Il retroalveolo superiore viene corretto mediante una placca palatale associata a un martinetto ad azione antero-posteriore, oppure mediante una molla Omega senza dimenticare l’elevazione posteriore.

Il proalveolo inferiore viene ridotto mediante una placca linguale associata ad un arco vestibolare e un’elevazione posteriore, oppure mediante una placca palatale con banda di Eschler.

D’altro canto, nel caso di un singolo morso crociato, può essere indicato un piano inclinato retro-incisale e il gancio serpentino.  

  • ANOMALIE ALVEOLARI VERTICALI:
    • INFRA-ALVEOLI:
  • Precedente:

L’infra-avleolia anteriore è molto comune nei bambini piccoli; la sua eziologia può essere l’aspirazione digitale o da corpo estraneo. Questo tic di suzione è spesso seguito (anche dopo aver cessato l’abitudine dannosa) dall’interposizione linguale a riposo e in funzione,

La psicoterapia deve essere al centro della nostra strategia intercettiva, che a volte può essere sufficiente per eliminare l’eziologia e sradicare la dismorfia; tuttavia, la correzione di questa anomalia deve passare attraverso alcuni dispositivi meccanici come il trapano antilingua o l’ELN.

  • Laterale:

Questo dismorfismo comporta l’interposizione linguale laterale soprattutto durante la deglutizione. Il paziente deve sottoporsi a riabilitazione della deglutizione, associata a un ELN o a uno scudo laterale in resina sul lato buccale per evitare che la lingua si interponga lateralmente tra le arcate dentarie nella sede del morso aperto. 

  • IL SOPRAALVEOLO ANTERIORE:

Il loro scopo è prevenire lo sviluppo di una malocclusione, diagnosticata non appena si manifestano i primi sintomi, soprattutto nei denti temporanei.

Il principio terapeutico intercettivo in questo caso è quello di impedire l’uscita degli incisivi permanenti , mediante una placca interincisale o un piano retroincisale.

La placca deve essere posizionata subito dopo la caduta del primo, o meglio, dei due incisivi centrali temporanei mascellari. Dopo la caduta degli incisivi laterali temporanei, la placca viene distribuita su questa zona disabitata. Lo spessore della resina anteriore deve essere sufficientemente spesso da poter entrare in contatto con gli incisivi inferiori.

Questo dispositivo agirà in modo tale che la parte anteriore della placca interposta tra gli incisivi si opponga all’uscita di questi ultimi, consentendo al contempo l’uscita dei denti posteriori.

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  • ANOMALIE ALVEOLARI IN DIREZIONE TRASVERSALE:
    • ENDOALVEOLISMO SUPERIORE:

Il trattamento intercettivo di questo endoalveolo verrà preso in considerazione in una fase in cui l’anomalia è ancora in via di sviluppo, vale a dire quando il deficit nello sviluppo trasversale dell’arcata alveolo-dentale è moderato accompagnato da deviazione laterale mandibolare. In questo caso il trattamento intercettivo consiste nell’allargamento dell’arcata superiore mediante l’utilizzo di diversi dispositivi quali il quad’helix o una placca palatale con martinetto ad azione trasversale . Il protocollo terapeutico deve però anche consentire di ricentrare la mandibola eliminando le interferenze occlusali per evitare l’anatomizzazione di questa latero-deviazione funzionale.

  • ANOMALIE BASALI:
    • ANOMALIE BASALI DEL SENSO SAGITTALE:
      • CLASSE II
  • ELABORAZIONE INTERCETTIVA DELLA CLASSE II DIV1:

Il principio fondamentale del trattamento intercettivo in questo tipo di dismorfismo è quello di agire sulla crescita per correggere lo spostamento delle basi ossee mascellari e mandibolari. Ciò è in linea con la correzione dei disturbi del comportamento neuromuscolare.

Il protocollo terapeutico dipenderà dalla responsabilità dello spostamento basale, mascellare o mandibolare. Nel caso del prognatismo mascellare, il trattamento di scelta è la terapia ortopedica che utilizza forze extraorali su una stecca mascellare, applicando forze più o meno intense in direzione antero-posteriore per respingere o almeno rallentare la crescita mascellare e consentire alla crescita mandibolare di esprimersi liberamente.

Quando invece la responsabilità è mandibolare, il trattamento sarà effettuato con dispositivi ortopedici funzionali, in particolare attivatori che stimolano la crescita mandibolare a livello dei centri condilari e uno scorrimento mesiale dell’arcata alveolo-dentale mandibolare.

  • ELABORAZIONE INTERCETTIVA DELLA CLASSE II DIV2:

La particolarità nel trattamento di questa forma clinica è lo sblocco che è necessario, una volta ottenuto, la strategia terapeutica sarà simile a quella della classe II div 1.

Lo sblocco anteriore sarà consentito dall’uso di un arco di base di intrusione di Ricketts associato a una componente di espansione a livello incisale, trasformando così la classe II div 2 in classe II div 1.

Sapendo che nella classe II div 2 la forma clinica più evidente è la retro-brachignazia mandibolare, ciò è dovuto al semplice fatto che la crescita mandibolare è stata impedita dal blocco anteriore. Quindi il trattamento verrà effettuato principalmente mediante l’uso di attivatori. 

  • CLASSE III:

Il principio terapeutico è quello di creare uno stop incisale e di riavviare la crescita fisiologica ed equilibrata del viso . Naturalmente, l’età ideale per il trattamento intercettivo è nella dentizione temporanea stabile o nella dentizione mista stabile.

Nel caso della pseudo-classe III, il trattamento sarà puramente funzionale ed eziologico. Innanzitutto è necessario iniziare con la limatura dei canini temporanei, la resezione del frenulo linguale corto, una glossotomia in caso di anchiloglossia o macroglossia. Spesso è necessario il trattamento con il dispositivo Biourge.

Tuttavia, quando è presente una vera Classe III, si procede con un trattamento ortopedico. Il trattamento con maschera può essere iniziato molto presto, a partire dall’età di 3 anni; questo vale per la brachioradite mascellari e la retrognazia, nonché per la lieve prognazia mandibolare, quando il tutore per il mento non è più indicato. Quest’ultima, invece, è indicata nella classe scheletrica III con responsabilità mandibolare ad un’età non superiore ai 3 anni.

Tuttavia, nei casi estremi con componenti genetiche ed ereditarie, il trattamento intercettivo non ha più luogo; in questo caso sarebbe meglio attendere la fine della crescita per instaurare un trattamento ortodontico compensativo o addirittura un trattamento chirurgico.  

  • Anomalie basali del senso verticale:
    • EVA:

Il trattamento intercettivo di queste anomalie è consentito solo quando l’eziologia è secondaria, per questo motivo il trattamento eziologico rappresenta la parte principale del protocollo terapeutico. La glossoplastica viene eseguita nei casi di macroglossia, asportazione delle adenoidi o tonsille ipertrofiche, associata alla riabilitazione ventilatoria quando quest’ultima è carente.

L’obiettivo del trattamento precoce è quello di ottenere l’autorotazione mandibolare anteriore mediante l’intrusione dei denti posteriori.

       6.4.3 Anomalie di direzione trasversale:

  • Endognazia:

Il trattamento intercettivo deve iniziare innanzitutto con l’eliminazione dei fattori eziologici, tra cui la respirazione orale. Un leggero deficit trasversale può essere trattato con metodi funzionali come il metodo Planas che consiste nella riabilitazione neuro-occlusale, ristabilendo una funzione masticatoria equilibrata mediante macinazione selettiva; questa funzione, quando è equilibrata, partecipa sempre più alla crescita trasversale della mascella.

Nei casi più gravi si possono utilizzare altri metodi terapeutici: nella dentizione temporanea, il solo trattamento quad’helix è sufficiente per eliminare il deficit trasversale; nella dentizione mista, invece, è indispensabile l’uso di un breaker.

  • Laterognazia:

Questa anomalia è così complessa che risponde sfavorevolmente a trattamenti diversi dall’intervento chirurgico, motivo per cui la sua intercettazione è di grande interesse. La strategia di intercettazione dipenderà dai metodi di installazione. Quando l’eziologia è morfogenetica, come nel caso dell’iperplasia condilare monolaterale, è indicato il trattamento chirurgico. Quando invece l’eziologia è funzionale come una laterodeviazione mandibolare, il trattamento intercettivo avrà lo scopo di impedire l’anatomizzazione di quest’ultima. Pertanto, il trattamento consisterà o nell’eliminazione delle prematurità occlusali mediante levigatura selettiva, oppure nell’allargamento dell’arcata alveolo-dentale superiore o addirittura della mascella superiore mediante i vari mezzi terapeutici sopra menzionati.

CONCLUSIONE:

La prevenzione delle varie dismorfosi e malocclusioni e la loro intercettazione rappresentano un’importanza cruciale nella nostra disciplina, permettono di preservare l’armonia facciale e dento-alveolare, evitando così l’instaurarsi di dismorfosi più gravi e complesse che rendono difficoltoso il compito del professionista.

Tuttavia, è possibile intervenire precocemente solo se si conosce la natura del problema, da qui il grande interesse per la diagnosi precoce, sia positiva che eziologica, che chiarisca al medico i possibili percorsi terapeutici.

Infine, diremo che: prevenire è meglio che intercettare e intercettare è meglio che curare.

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