Preparazioni canalari: diverse tecniche
Introduzione
La preparazione del canale radicolare è un passaggio cruciale nella conduzione del trattamento endodontico. Consiste nel rimuovere la maggior quantità possibile di contenuto del canale radicolare, pulire, disinfettare e sagomare il canale per consentire e facilitare la sua otturazione.
Tuttavia, l’anatomia pulpo-radicolare e la presenza quasi sistematica di curvature canalari complicano il raggiungimento di questi obiettivi.
Questo è il motivo per cui sono state descritte numerose tecniche di preparazione del canale radicolare.
1. PROMEMORIA
1.1. Promemoria sull’anatomia del canale e della radice
Il canale radicolare e la sua anatomia sono complessi: ogni dente ha una sua anatomia specifica.
Oltre alla complessità delle radici (numero di radici, radici soprannumerarie, curvature e doppie curvature) esiste anche una complessità del canale dovuta alla forma del canale stesso (più o meno conica, schiacciata o ovale, a C, ecc.) e alle sue ramificazioni con altri canali o irregolarità (calcificazioni): da qui il concetto di rete di canali.
Infine, la zona apicale, dove si trova anatomicamente, istologicamente e fisiologicamente il limite dell’endodonto rappresentato dalla costrizione apicale, presenta delle particolarità che devono essere perfettamente note se non visibili nell’immagine radiografica: delta apicali, canali accessori, curve apicali e apici eccentrici rappresentano delle trappole che devono essere evitate e superate durante la preparazione del canale.
1.2. Classificazioni della morfologia del canale:
Mentre la terapia endodontica mira alla sigillatura apicale, sono i canali radicolari che forniscono l’accesso all’apice; È quindi di fondamentale importanza conoscere i diversi percorsi che queste terapie canalari seguono per arrivare lì.
Questi percorsi non sono altro che le diverse tipologie di disposizione del sistema dei canali.
- Classificazione Dedeus : 1975, basata su una tecnica di iniezione di inchiostro di china e di diafanizzazione
Dal canale principale partono;
Un canale laterale
* Situato nella parte centrale della radice,
* Collega il canale principale e il desmodonte
Un canale secondario:
*Situato in un’area compresa tra 1 mm e 3 mm dall’apice,
* Collega il canale principale e il desmodonte
Un canale accessorio: ramo del canale secondario
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- Classificazione FS WEINE
Tipo I: un singolo canale che si estende dalla camera pulpare all’apice.
Tipo II: due canali separati che si uniscono per formare un canale
Tipo III: due canali separati e distinti
Tipo IV: un singolo canale che origina dalla camera pulpare e che poi si divide, poco prima dell’apice, in due canali distinti e separati che escono dalla radice attraverso due forami diversi.
- Classificazione di Vertucci
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1.3. Anatomia della regione apicale:
Nella zona apicale della radice sono identificabili diverse strutture anatomiche:
- Il forame apicale, che costituisce l’uscita principale del canale verso il parodonto;
- La cupola apicale rappresenta il vertice del dente;
- L’apice radiografico è l’immagine proiettata su un supporto radiologico (argento o digitale = osservato in 2D) del limite radicolare più lontano dalla corona.
- L’apice anatomico è il punto apicale più estremo sulla superficie della radice (parte anatomica tridimensionale).
- Il primo a studiare l’anatomia apicale fu Y. KUTTLER. Il suo lavoro, completato da quello di PALMER, GREENE e poi LAURICHESSE, permette di schematizzare la regione apicale:
• La parte apicale del canale è formata da due coni (a forma di clessidra)
– Uno è il cono dentinale la cui base è coronale e l’apice è la giunzione cemento-dentinale (CDJ)
– L’altro è il cono del cemento il cui apice è il (JCD) all’articolazione di massimo restringimento del precedente e la base è il foro
- Il (JCD) è quindi il confine istologico tra l’endodonto e il parodonto.
- Il restringimento si trova:
- A 0,524 mm dal forame apicale negli adulti, e
- A 0,629 mm negli anziani, a causa della continua apposizione di cemento.
- Con l’età il canale si restringe nella sua porzione dentinale, ma al contrario, a causa della continua apposizione di cemento che avviene spesso lontano dal forame, quest’ultimo si allarga (681 nm contro i 502 dei giovani).
- Il cono di cemento terminale non contiene polpa ma un fascio fibroso e vasculo-nervoso desmodontale; è la sede di riparazione dei tessuti dopo il trattamento endodontico.
- Nella maggior parte dei casi (80%) il cono del cemento è deviato distalmente rispetto al cono di dentina, il forame sulla superficie della radice non si trova quindi quasi mai nell’asse del canale.
- In uno studio radiografico e microscopico di 1047 radici, Laurichesse et al hanno dimostrato che i forami occupavano una posizione centrale sull’asse terminale della radice solo nel 27% dei casi.
- Le fasi operative del trattamento endodontico
1. La/le radiografia/e preoperatoria/e.
2. Preparazione del campo operatorio dopo l’anestesia ed eventuale restauro coronale pre-endodontico se il dente è deteriorato.
3. La creazione o la riqualificazione della cavità di accesso.
4. Cateterizzazione e valutazione della lunghezza di lavoro.
5. Rimozione del contenuto del canale e modellazione della rete canalare con irrigazione permanente antisettica, solvente e biocompatibile.
6. Lavaggio finale del canale
7. Asciugatura del canale prima dell’otturazione canalare tridimensionale.
2. Definizione
Preparazione canalare chemiomeccanica: “Preparazione strumentale dei canali radicolari con l’uso congiunto di diverse soluzioni irrigue per beneficiare della loro azione antisettica, solvente e demineralizzante”
3. I due concetti principali della formattazione
Due scuole, una scandinava e l’altra cosiddetta americana, propongono concetti diversi che dettano principi diversi:
- Scuola scandinava = approccio “standardizzato” 1960 di John Ingle
I concetti di questo metodo tengono conto di una maggiore protezione del periodonto periapicale.
Nella tecnica standardizzata, l’obiettivo è quello di ottenere un allargamento apicale e creare una “scatola apicale” o “stop apicale” per bloccare i materiali da otturazione del canale radicolare.
La scuola scandinava consiglia di interrompere la preparazione a 1 o 2 mm dall’apice radiologico e di strumentare il canale fino ad un diametro di 60-80/100 in modo da creare una “scatola apicale”.
Nei denti infetti, questa scuola sconsiglia la TRT endodontica in un’unica seduta.
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- Scuola americana = Approccio basato sulla conicità = Schilder (1974)
La tecnica schilderiana prevede di mantenere il forame apicale il più stretto possibile e di creare una conicità a partire dal limite di preparazione apicale.
La parte apicale del canale ha la forma di un imbuto.
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4. Gli obiettivi della preparazione del canale radicolare
4.1. Obiettivi biologici:
– Rimuovere gli agenti irritanti batterici e tutti i tessuti organici che potrebbero comportarsi come substrato ideale per lo sviluppo di microrganismi residui nel canale e che porterebbero inevitabilmente al fallimento a più o meno lungo termine.
– Mantenere la sagomatura all’interno del canale e non strumentare oltre la struttura della dentina (osso, lesione apicale, ecc.).
– Impedire qualsiasi propulsione di prodotti infetti o necrotici nella zona periapicale.
– Cercare il più possibile di completare l’endo TRT in un’unica sessione.
4.2. Obiettivi meccanici:
Secondo la scuola americana:
- Creare una conicità regolare dall’apice all’ingresso del canale.
- Il diametro del canale preparato deve essere minimo a livello apicale e massimo all’estremità coronale.
- Il forame apicale deve essere mantenuto nella sua posizione originale.
- L’apertura apicale deve essere mantenuta il più stretta possibile.
5. Diverse fasi della preparazione del canale radicolare
La preparazione del canale può essere suddivisa in due fasi:
- Una fase coronarica;
- Una fase di radice;
Fase coronale: corrisponde alla preparazione della cavità di accesso.
La fase radice corrisponde a:
- Cateterismo.
- Determinazione della lunghezza di lavoro (LT)
- Allargamento o modellamento in caso di irrigazione abbondante.
5.1. Cateterismo
– La penetrazione iniziale è l’esplorazione attiva del sistema dei canali.
Permettere :
- Esplorazione iniziale del sistema dei canali.
- Valutazione del lume del canale.
- Visualizza l’anatomia interna.
- Determinare la lunghezza di lavoro (LT).
- Strumenti per cateterizzazione:
- La maggior parte degli autori concorda nell’utilizzare il file di tipo K n=° 6, 8, 10, 15
- Gli strumenti MMC sono particolarmente adatti a questa funzione.
- I perni K possono essere utilizzati come alternativa
- Modalità operativa
- Prima di inserire lo strumento, il sistema dei canali radicolari deve essere lubrificato con irriganti.
- Tutti gli strumenti devono essere pre-piegati prima di essere inseriti nel canale.
- L’eventuale penetrazione iniziale avviene mediante un movimento lineare continuo dello strumento in direzione apicale, associato ad una rotazione di 1/8 di giro in senso orario con ritorno alla posizione di partenza mediante 1/8 di giro inverso.
5.2. Determinazione della lunghezza di lavoro
- Definizione
Il LT è definito come la distanza tra un punto di riferimento prestabilito sulla corona che è una superficie orizzontale riproducibile (solitamente il bordo incisale per un dente anteriore e l’apice di una cuspide per un dente posteriore) e un punto corrispondente al limite dell’azione di pulizia, modellatura e otturazione.
- Scelta del limite apicale
La preparazione del canale radicolare deve essere localizzata a livello della giunzione cemento-dentina e avrà una forma appuntita, questo cono costituisce la matrice dentinale destinata a ricevere l’otturazione.
A seconda della distanza dall’apice radiologico sarà localizzato:
– Nel caso di radice dritta, a 0,5 mm dall’apice radiologico.
– Nel caso di curvatura, anche lieve, essa sia di 1 mm dall’apice radiologico.
– Su un dente adulto vivente, si trova a livello della CDJ
– Su un dente con apice non modificato, è a 1 mm dal bordo più corto
- Materiali necessari per stabilire la lunghezza di lavoro
Fotografie retroalveolari, non distorte, che mostrano l’intero dente.
Angolatore o porta pellicola:
– Aiuta a posizionare la pellicola e a mantenerla fissa durante l’esposizione:
– consente la riproduzione delle dimensioni delle strutture anatomiche e della loro relazione con minima distorsione e deformazione
– Consente di riprodurre la stessa incidenza nel tempo.
- Tecniche di misurazione della lunghezza di lavoro
- Tecnica indiretta
- Bisezione e regola del tre:
Si introduce nel canale un catetere con STOP, si esegue una radiografia e si posiziona lo strumento.
Nell’immagine misuriamo la L del dente e dello strumento fino all’arresto (LR(x))
Conoscevamo la vera L dello strumento fino al registro;
Per conoscere la L reale del dente abbiamo applicato la regola di proporzionalità:
L Rx del dente x L effettiva dello strumento fino alla battuta
Lunghezza effettiva del dente = ——————————————————————
L Rx dello strumento fino allo stop
- Tecnica Ingle
- Con una radiografia si misura la lunghezza del dente; diminuiamo di 2,5 mm, otteniamo la lunghezza D.
- Misuriamo sulla radiografia la differenza tra D e la costrizione apicale in atto, otterremo D1
- Per ottenere la lunghezza di lavoro denominata D2: D2 = D + D 1 – 0,5 mm.
- Sonde graduate
- Si tratta di sonde graduate in 1 mm che permettono, dopo aver effettuato una radiografia con la sonda inserita, di leggere direttamente la lunghezza del canale.
- Metodo elettronico
- I localizzatori apicali sono dispositivi elettronici che misurano la lunghezza di lavoro misurando la resistenza elettrica tra la regione apicale e la mucosa orale.
- Determinazione elettronica di LT:
- Posizionamento dell’elettrodo labiale
- Accendendo il localizzatore, il 2° elettrodo viene messo a contatto con lo strumento che viene fatto avanzare nel canale
- Segnale che indica il forame;
- Millimetrato, lunghezza indicata misurata con righello da 1 millimetro
- Per verificare la misurazione, lo strumento deve essere avanzato oltre il forame (0,5 mm), il localizzatore indicherà un superamento e lo strumento viene quindi sollevato (da 1,5 a 2 mm), quindi avanzato nuovamente verso il forame; verrà nuovamente visualizzato il valore esatto.
- LT= valore trovato – 0,5 mm
- Questa misurazione deve essere confermata da un file Rx in atto.
- Misure false
o Presenza di perdite di saliva,
o Gancio labiale a contatto con un elemento metallico,
o Elettrodo a contatto con il labbro, la guancia o la lingua,
o Elettrodo o strumento endodontico a contatto con un elemento metallico
o Utilizzo di uno strumento con diametro troppo piccolo rispetto al diametro apicale del canale,
o La presenza di abbondante essudato apicale purulento,
o Anche i denti immaturi (apici aperti) possono dare luogo a misurazioni imprecise o errate.
5.3. Irrigazione
– L’irrigazione svolge un ruolo essenziale nel processo di disinfezione del sistema endodontico ed è parte integrante delle sequenze di sagomatura.
- Bisogna tenere presente che la sagomatura strumentale non pulisce il canale ma permette alla soluzione di irrigazione di raggiungere le zone profonde del canale e quindi di garantirne la disinfezione.
- Mentre gli strumenti modellano il canale principale, sono le soluzioni di irrigazione a garantire la pulizia dell’intero sistema canalare.
- Ruolo dell’irrigazione
- Distruzione dei batteri mediante l’azione antisettica delle soluzioni di irrigazione.
- Rimozione di detriti organici e inorganici e batteri che rimangono in sospensione durante la formatura.
Evacuazione di detriti compattati e batteri nelle aree non strumentate della rete di canali.
- Dislocazione ed evacuazione del biofilm batterico aderente alle pareti del canale e sfuggito alle manovre meccaniche strumentali
- Metodi di irrigazione del canale radicolare
- Irrigazione passiva
- Si tratta dell’irrigazione erogata dalla siringa, essa consente l’erogazione della soluzione irrigante all’interno del canale e l’evacuazione dei detriti mediante spinta nello spazio lasciato libero coronalmente,
- L’ago della siringa viene inserito fino a toccare le pareti e poi ritirato leggermente per creare uno spazio di reflusso.
- La soluzione di irrigazione viene rinnovata dopo ogni passaggio strumentale.
- Durante l’irrigazione, l’ago viene azionato da un movimento avanti e indietro di bassa ampiezza.
- L’efficacia di questo metodo dipende da diversi parametri:
- Conicità del canale e Ф apicale
- Misuratore a punta d’ago.
- Pressione (l’uso di aghi con apertura laterale aiuta a gestire meglio la penetrazione dell’irrigante)
- Volume irrigante: deve essere abbondante e rinnovato.
- Irrigazione attiva
- Si tratta di un’irrigazione ottenuta inserendo uno strumento mobile nel canale riempito con la soluzione di irrigazione, in modo da creare una zona di pressione e depressione.
- Aiuta ad ottimizzare il potere solvente dell’irrigante.
- L’agitazione può essere effettuata in 3 modi:
- Attivazione manuale dinamica: cono gutta master + movimento verticale a bassa ampiezza (100mvt/mn)
- Attivazione sonora: inserimento sonoro
- Attivazione ultrasonica: file ultrasonico
6. Tecniche di preparazione del canale radicolare
6.1. Preparazione manuale
6.1.1 Preparazione classica
– In questa tecnica, l’obiettivo era raggiungere il forame apicale e preparare prima questa zona apicale.
– Lo strumento è a contatto con le pareti del canale su gran parte della sua superficie di lavoro.
- Strumenti necessari : spilli, lime K e lime H.
- Tecnico
Un perno viene inserito con un movimento di rotazione di ¼ di giro in senso orario e poi rimosso verticalmente.
Inserimento di una lima K dello stesso diametro con movimento della lima su tutte le pareti del canale.
Questa azione viene ripetuta finché lo strumento non passa liberamente attraverso il canale.
L’operazione verrà ripetuta fino a quando non sarà stata suonata l’intera sequenza strumentale scelta in precedenza.
- Svantaggi
o Strumenti grandi con minore flessibilità possono causare canali curvi:
- Formazione della spalla.
- Deviazioni di traiettoria con perforazioni
- Perdita di lunghezza di lavoro
- Spostamento del forame.
o L’utilizzo di strumenti di grandi dimensioni su tutto il LT rischia di indebolire le pareti del canale a livello apicale.
- Indicazioni
- Canali ampi.
- Canali dritti
- Controindicazioni
- Canali curvi.
- Canali fini
6.1.2 Preparazione della fiamma: passo indietro (Weine)
La camera pulpare viene riempita con un prodotto irrigante.
Passare il 1° strumento (solitamente 10 o 15) + allargarsi su tutto il LT
Spostarsi sul 2° strumento immediatamente sopra, + allargare su tutto il LT
Passare al 3° strumento che sarà immediatamente superiore al 2°
Una volta che questo terzo strumento si adatta liberamente all’intero LT, verrà chiamato file apicale master (MAF).
Inserire il seguente strumento su tutto il LT -1mm
Lavora questo strumento su questa lunghezza
Eseguire nuovamente la scansione del LAM per verificare la pervietà del canale
L’operazione viene ripetuta in questo modo fino all’utilizzo dell’ultimo strumento.
L’irrigazione verrà effettuata dopo il passaggio di ogni strumento
6.1.3 Preparazione dei gradini
Allargamento dei canali con curvatura apicale localizzata al terzo apicale e per evitare l’indebolimento della parte apicale.
Espandere il canale sull’intero LT almeno fino alla dimensione 25.
Il resto del canale dall’inizio della curvatura verrà preparato nello stesso modo della tecnica della fiamma
Gli strumenti precurvati vengono utilizzati sotto irrigazione
Percorrere l’intero LT del LAM (vuoto del canale)
- Benefici
- Permette di allargare i canali curvi con maggiore sicurezza.
- Previene l’indebolimento della parte apicale.
- Indicazioni
- Canali curvi.
6.1.4 Preparazione alternativa (Weine 1974)
- Alterna tra file di tipo K e di tipo H.
- Un riepilogo per file K iniziale (file K 15 o anche 10) separa ogni coppia K+H.
- È accompagnato da un’abbondante irrigazione.
- Svantaggi
- Rischio di fratture strumentali.
- Creazione di fermate.
- Indicazioni
- Canali larghi e dritti.
- Controindicazioni
- Canali fini e curvi.
6.1.5. Tecnica manuale Crown-down (Marschal e Papin 1980)
- La tecnica crown-down prevede la pulizia e la sagomatura del canale dal terzo coronale al terzo apicale.
- Sapendo che i primi strumenti utilizzati in questa tecnica erano realizzati in acciaio inossidabile.
- Preparazione all’accesso root:
- Viene inserito nel canale uno strumento di almeno misura 35.
- Lungo il percorso fino al punto in cui si è fermato il 35 verranno utilizzati gli strumenti dal 40 al 60.
- Le foreste di accesso vengono utilizzate in ordine decrescente.
- Definizione di una durata operativa provvisoria;
- Stabilito dalla radiografia preoperatoria a 3 mm dall’apice radiologico.
- Su questa lunghezza provvisoria lavoriamo con strumenti di dimensioni decrescenti.
- Determinazione della durata operativa definitiva:
- Strumento radio in posizione per stabilire definitivamente la lunghezza operativa.
- Lavoriamo con strumenti più piccoli del n. 40 fino al limite apicale, con una buona irrigazione.
- Vantaggio:
- Rimozione della dentina cervicale che causa costrizioni del canale.
- Permette una penetrazione più profonda e rapida della soluzione di irrigazione.
- Consente la rimozione della maggior parte della polpa e dei detriti necrotici batterici prima di avvicinarsi al terzo apicale e quindi riduce al minimo il rischio di spingere batteri o sostanze irritanti della polpa nello spazio di riparazione periapicale.
- Il LT può essere modificato o meno durante la strumentazione canalare.
- Svantaggi
- Mancato rispetto della sequenza delle taglie.
- Rischio di soffocamento.
- Strumenti inflessibili.
6.2. Preparazione del canale radicolare con rotazione continua
L’attuale concetto di preparazione del canale radicolare nasce dall’associazione
1. La corona abbassata
2. Rotazione continua o reciprocità
3. L’uso di strumentazione in nichel titanio
4. Conicità variabile
- La corona giù
Si tratta quindi di suddividere la conformazione del canale in più fasi.
- Per prima cosa, i due terzi coronali vengono modellati in modo da liberare gli strumenti dai vincoli coronali.
- Il secondo passaggio consiste in un lavoro più controllato e delicato nella zona apicale, senza pressione nel canale, evitando così arresti e spostamenti apicali.
- L’allargamento precoce dei due terzi coronali offre diversi vantaggi:
– la penetrazione immediata di un volume maggiore di soluzione irrigua nel corpo del canale, che costituirà una sorta di serbatoio, grazie a questo serbatoio coronale, la costituzione di uno spazio per la risalita dei detriti che restano sospesi durante l’irrigazione
– una riduzione della repressione apicale, poiché gran parte dei detriti pulpari e dei batteri sono stati precedentemente eliminati.
– Le lime che lavorano apicalmente passano attraverso una vasca di irrigazione in una porzione del canale già pulita e disinfettata.
– Migliore sensibilità tattile che consente di ottimizzare il lavoro della punta degli strumenti precurvati per esplorare la zona apicale senza attrito coronale, consentendo così di rilevare ad esempio le curvature non visibili sulla radiografia e lo sdoppiamento del canale;
– maggiore accuratezza dei localizzatori elettronici dell’apice, la cui misurazione è più affidabile quando il file è a contatto con le pareti dentinali a livello apicale
– Ogni parte del canale viene affrontata nel seguente modo: esplorazione, pre-allargamento e poi sagomatura.
– L’esplorazione dei canali viene sempre effettuata con lime manuali in acciaio di piccolo diametro.
– L’allargamento preliminare può essere eseguito con lime manuali in acciaio di diametro maggiore oppure con strumenti rotanti o manuali in nichel-titanio.
– La modellazione viene poi effettuata utilizzando strumenti in nichel-titanio, rotanti o manuali.
In nessun caso uno strumento in nichel-titanio deve essere forzato in una porzione di canale che non sia stata precedentemente esplorata e pre-espansa.
1. Negoziazione iniziale : dopo aver stimato la durata del lavoro su una radiografia preoperatoria ben angolata, l’esplorazione iniziale del canale viene sempre eseguita con lime manuali in acciaio di piccolo diametro.
Dinamica strumentale:
– si inserisce la lima nel canale con un movimento strisciante, cioè con un movimento rotatorio alternato in senso orario e antiorario fino a quando non viene inguainata dalle pareti del canale, lo strumento non viene mai forzato in direzione apicale, quando si blocca lo strumento viene rimosso in loco con un piccolo movimento traslatorio alternato.
2. Pre-allargamento : ha lo scopo di fissare, dopo l’esplorazione manuale iniziale, la traiettoria del canale prima del passaggio degli strumenti rotanti di sagomatura
– I file di pre-ampliamento disponibili sono PathFile®, Scout-RaCe®, ProGlider G.files o MTwo®.
– Possono essere utilizzati con qualsiasi sistema di sagomatura canalare in nichel-titanio, in rotazione continua a bassa velocità con movimento lento e regolare senza pressione in direzione apicale, in caso di eccessiva resistenza si estrae la lima dal canale, si pulisce con una compressa imbevuta di ipoclorito di sodio, si irriga il canale e si ripete il movimento di discesa apicale.
3. Modellazione dei due terzi coronali : il professionista ha a disposizione molti strumenti per preparare i due terzi coronali del canale.
– Attualmente, gli strumenti rotanti NiTi sono gli strumenti preferiti per modellare in modo rapido e sicuro la porzione coronale dei canali.
– Quasi tutti i sistemi presenti sul mercato offrono strumenti per la modellazione coronale. Hanno due caratteristiche comuni: sono più conici e più corti rispetto agli altri strumenti della serie, pensati per lavorare più apicalmente.
– Gli strumenti devono essere guidati dal canale durante la discesa e dalla mano dell’operatore durante la risalita.
– Indipendentemente dal sistema, si utilizzano prima strumenti con una conicità ampia per aprire la strada a strumenti con una conicità più piccola, fino al livello in cui il canale è stato pre-allargato.
– Una particolarità riguarda il sistema MTwo® per il quale è sconsigliata la preparazione corono-apicale: tutti gli strumenti della sequenza vengono utilizzati in successione fino alla lunghezza di lavoro.
– Indipendentemente dal sistema utilizzato, gli strumenti vengono puliti frequentemente e il canale irrigato con ipoclorito di sodio tra ogni passaggio delle lime.
4. Modellazione del terzo apicale
– Anche questa fase si svolgerà in due fasi: una fase di esplorazione e pre-espansione, seguita da una fase di modellazione e rifinitura.
A – Fase di esplorazione del terzo apicale
Per esplorare la zona apicale si utilizza una lima manuale in acciaio K 10 precurvata.
Importante! Questo passaggio è importante perché consente di:
– raccogliere informazioni sull’anatomia della zona apicale
– determinare in modo accurato e definitivo la lunghezza di lavoro utilizzando un localizzatore elettronico dell’apice e, se necessario, una radiografia;
– confermare la pervietà del forame apicale.
– Una volta esplorata la zona apicale (lima K 08 e/o K 10), determinata la lunghezza di lavoro, permeabilizzato il forame (lima K 10 a lunghezza di lavoro + 1 mm) e pre-allargato il canale nella sua zona apicale (lima K 15 o lima rotante NiTi a bassa conicità), la sagomatura può essere eseguita in modo estremamente affidabile con gli strumenti del sistema scelto dal professionista.
- Preparazione monouso con singolo strumento
– il concetto di forma unica:
Metodo:
6.3. Nuovi concetti
A. Modellazione monostrumentale in movimento reciproco
- Definizioni e caratteristiche
– È un movimento alternato di diversa ampiezza in una direzione e nell’altra.
– Il movimento reciproco consiste nell’animare le file di elevata conicità con un movimento orario/antiorario di ampiezza variabile.
– L’interesse principale del moto reciproco è la riduzione della fatica ciclica degli strumenti. Infatti, una sequenza di strumenti animati da un movimento reciproco ha una durata maggiore della stessa sequenza utilizzata in rotazione continua.
– Inoltre, consente il perfetto mantenimento della centratura dello strumento nel canale.
– L’interesse secondario è che questo movimento elimina virtualmente qualsiasi effetto di avvitamento e aspirazione
- Due strumenti diversi utilizzano il movimento reciproco: WaveOne® (Dentsply-Maillefer) e Reciproc® (Dentsply-VDW)
- WaveOne® (Dentsply-Maillefer)
Il sistema comprende tre strumenti:
-WaveOne® primario, diametro 25 e con conicità inversa variabile dell’8% sui 3 mm apicali;
-WaveOne® sottile, diametro 21 e con conicità costante del 6%;
-WaveOne® grande, diametro 40 e con conicità inversa variabile dell’8% sui 3 mm apicali.
La sezione dello strumento è triangolare, concava all’estremità e triangolare a livello coronale.
- Reciproc® (Dentsply-VDW)
Il sistema comprende tre strumenti:
– Reciproc® 1, diametro 25 e con conicità inversa variabile dell’8% sui 3 mm apicali;
– Reciproc® 2, diametro 40 e con conicità inversa variabile del 6% sui 3 mm apicali;
– Reciproc® 3, diametro 50 e con conicità inversa variabile del 5% sui 3 mm apicali.
La sezione dello strumento è asimmetrica e presenta due taglienti (sezione simile a quella dell’MTwo®)
- Protocollo operativo
La sagomatura del canale radicolare con questi strumenti segue la stessa strategia della rotazione continua:
– esplorazione (lima K manuale), pre-allargamento (lima K manuale o con PathFile®), quindi sagomatura prima dei due terzi coronali e, quindi, esplorazione, pre-allargamento e sagomatura del terzo apicale.
B. Sistema Self Adjusting File® (SAF) (ReDent-Nova)
-Lo strumento SAF® è costituito da un tubo cavo comprimibile, di 1,5 o 2 mm di diametro, composto da una maglia di nichel-titanio, inizialmente utilizzato per la fabbricazione di stent cardiaci. Questo strumento “morbido”, avendo un corpo cavo, si adatta alla forma del canale in cui viene introdotto. Lo strumento è accoppiato ad un sistema di irrigazione
(VATEA, ReDent-Nova) che consente di erogare la soluzione di irrigazione in modo continuo all’interno dello strumento stesso con una portata da 1 a 5 ml/min.
– Le lime sono azionate da un movimento vibratorio verticale da 3.000 a 5.000 vibrazioni al minuto e ampiezza di 0,4 mm, ottenuto utilizzando uno specifico contrangolo.
C. Preparazione del canale con ultrasuoni e subsonico (tecnica di supporto parietale)
- Materiale
- US Generators, inserto speciale studiato per l’endodonzia
- Un bacino idrico a Naocl
- Prima dell’uso:
L’uso degli Stati Uniti è possibile solo se:
- Il canale è perfettamente segnalato,
- La sua lunghezza misurata e l’allargamento manuale portano al n. 15 (file k)
- La penetrazione diretta con un file statunitense porta inevitabilmente al fallimento.
- Durante l’uso:
- Evitare qualsiasi pressione sul file
- 1° passaggio: iniziare ad abbassare la lima in posizione di 1-2 mm
- 2° passo: far funzionare l’irrigazione degli Stati Uniti
- 3° passaggio: abbassare la lima alla lunghezza della lima K-1 mm
- Questi 3 tempi sono accompagnati da 3 tipi di movimenti alternati o simultanei:
- Rotazione sia in fase di penetrazione che in fase di estrazione dello strumento per la verniciatura di tutte le pareti
- Prolungato avanti e indietro fino al limite apicale
- Movimento di traslazione laterale.
D. Preparazione canalare laser
Di recente si è sviluppato il potenziale di questa tecnologia e sono stati condotti diversi esperimenti in endodonzia .
La possibilità di utilizzare il Laser nei canali è legata alle proprietà fisiche della sua irradiazione che permette di rimuovere detriti tissutali, microrganismi e altri componenti del canale.
Le caratteristiche del laser includono:
– La lunghezza d’onda, L’energia dissipata, L’utilizzo di una fibra ottica che dà accesso alle reti di canali .
- Protocollo:
Penetrazione iniziale con lime K (n. 10,15).
Soppressione dell’interferenza nei 2/3 coronari con la fibra laser.
Preparazione manuale del 1/3 apicale (Helifile n°20,35)
Passaggio della fibra laser lungo tutta la lunghezza del canale.
Tutti questi passaggi verranno eseguiti sotto irrigazione.
Conclusione
È fondamentale comprendere che la sagomatura è il fondamento del successo del trattamento endodontico, poiché determina la qualità della pulizia e dell’otturazione del sistema dei canali radicolari.
Preparazioni canalari: diverse tecniche
I denti rotti possono essere curati con tecniche moderne.
Le malattie gengivali possono essere prevenute spazzolando correttamente i denti.
Gli impianti dentali si integrano con l’osso per una soluzione duratura.
I denti gialli possono essere sbiancati professionalmente.
Le radiografie dentali rivelano problemi invisibili a occhio nudo.
I denti sensibili traggono beneficio dall’uso di dentifrici specifici.
Una dieta povera di zuccheri protegge dalla carie.