Mobilità dentale
-Eziologie e classificazioni
-Strategie terapeutiche
La mobilità dentale è un sintomo patologico molto antico se si considera la scoperta di elementi di ritenzione presso gli Egizi.
Attualmente, l’aumento della mobilità dei denti, sintomo della malattia parodontale, rimane uno dei fattori clinici che più spesso spinge i pazienti a rivolgersi al dentista. È quindi importante diagnosticare la causa, quindi prendere in considerazione la terapia eziologica e, come ultima risorsa, la terapia sintomatica se il trattamento eziologico non è fattibile.
- definizione di mobilità dei denti:
- La mobilità è definita come l’aumento dell’ampiezza del movimento del dente nel suo alveolo sotto l’effetto delle forze esercitate.
- Ciò è dovuto alla diminuzione dell’altezza del tessuto di supporto e/o all’aumento della larghezza dello spazio parodontale.
- Fattori di variazione della mobilità dentale:
La mobilità dentale dipende dalla capacità del dente di reagire alle forze esercitate su di esso, queste forze si differenziano in base a:
– Direzione
-Intensità
-Durata dell’azione
-Frequenza delle forze
-Posizione del punto di rotazione.
- I diversi tipi di mobilità dei denti
Esistono diversi tipi di mobilità dentale:
-Fisiologia normale.
-La patologia anomala comprende:
- Mobilità reversibile
- La mobilità irreversibile che può essere
- aumentato, che non cambia nel tempo,
- in crescita che presenta una prognosi sfavorevole
- Mobilità fisiologica normale dei denti:
- Definizione :
La mobilità fisiologica è il risultato di una forza orizzontale esercitata su un dente circondato da un parodonto sano o guarito.
- In assenza di stress, i denti mostrano una mobilità fisiologica spontanea.
- In presenza di stress occlusale si osserva mobilità assiale o trasversale.
- In alcune situazioni la mobilità dentale può aumentare temporaneamente per motivi fisiologici:
-Disocclusione prolungata durante il sonno.
- Aumento della vascolarizzazione sotto l’effetto di ormoni vasoattivi come gli ormoni sessuali, durante le mestruazioni o la gravidanza.
- Le fasi della mobilità fisiologica
Il meccanismo della mobilità è stato studiato in dettaglio da Muhlemann nel 1960:
- Fase iniziale o intra-alveolare:
Si definisce come la prima fase del movimento di un dente sottoposto ad una forza labio-linguale di 100g, notiamo:
-La corona inizia a inclinarsi nella direzione della forza
-Nella zona di tensione si verifica una riduzione del 10% della larghezza dello spazio desmodontale e un identico aumento della zona di pressione.
La mobilità iniziale dipende da:
- L’altezza dell’osso circostante.
- La larghezza, la struttura e l’organizzazione del legamento parodontale
- La forma e il numero delle radici presenti.
- Il valore della mobilità dentale iniziale, l’MDI dei denti anchilosi, è zero.
- La fase secondaria MDS:
Si misura dopo aver applicato una forza labio-linguale di 500 g
- Il processo alveolare è completamente deformato.
- La mobilità secondaria dei denti in un parodonto sano varia a seconda del tipo di dente. Più importante nei bambini che negli adulti.
- Ritorno elastico, recupero lento e impulso parodontale:
Quando il dente smette di funzionare, ritorna nella sua posizione normale in due fasi:
il primo : rinculo immediato, l’elastico si comporta come una molla.
il secondo : movimento di recupero lento e asintomatico.
- Mobilità dentale patologica:
Non appena si superano i limiti dell’ampiezza della mobilità fisiologica si parla di mobilità anomala o patologica, si può parlare di:
-localizzato
-generalizzato
- Eziologie della mobilità dentale
L’eziologia locale può avere diverse origini: infiammatoria, traumatica o meccanica.
- L’origine infiammatoria è associata o ad una lesione pulpare o ad una lesione parodontale. La diffusione dell’infiammazione gengivale nel legamento parodontale provoca alterazioni degenerative che aumentano la mobilità. Quest’ultima aumenta temporaneamente anche per un breve periodo dopo un intervento chirurgico parodontale.
Allo stesso modo, l’infiammazione pulpare asettica o non asettica può diffondersi anche nello spazio desmodontale e portare a una maggiore mobilità del dente interessato. In questi casi è sufficiente il trattamento dell’infiammazione parodontale o endodontica per ripristinare le condizioni fisiologiche.
La mobilità può manifestarsi anche in alcuni casi specifici, se a volte si verificano situazioni anatomiche in cui l’apice di uno o più denti sporge in modo significativo nello spazio del seno (seno procidente); anche senza danni al pavimento del seno, la comparsa di sinusite può interessare questi denti e portare ad una mobilità completamente reversibile con la scomparsa della
infiammazione.
- Le cause traumatiche possono essere accidentali (uno shock) o occlusali .
L’origine occlusale è rappresentata da un trauma occlusale primario legato ad una parafunzione (tic, bruxismo) o ad una disfunzione (prematurità, interferenza). Il sovraccarico occlusale è spesso associato ad un aumento dello spazio desmodontale (visibile nelle immagini radiografiche) che provoca il cosiddetto aumento della mobilità.
- La causa meccanica è la lisi ossea legata alla parodontite , rappresentata da un rapporto corona clinica/radice clinica difettoso, che aumenta l’ampiezza dello spostamento. La comparsa di questa mobilità anomala è legata alla lunghezza e alla forma delle radici, nonché alla natura mono o pluriradicolata del dente. Questa mobilità non è reversibile, perché è legata alla perdita ossea.
Alcune patologie generali sono associate alla lisi ossea e quindi alla mobilità dentale.
- L’associazione tra sovraccarichi occlusali e perdita ossea nei denti
Rappresentata da parodontite distruttiva in presenza di sovraccarichi occlusali. Lo spazio parodontale si allarga, le lesioni ossee angolari diventano visibili alle radiografie e i denti diventano molto mobili.
3-2-Mezzi di diagnosi
La mobilità deve essere sempre collegata alla sua eziologia. Per questo motivo, di fronte alla mobilità dentale, sono essenziali gli esami parodontali, occlusali e radiografici, accompagnati da un test di vitalità della polpa.
L’anamnesi permette di individuare alcune patologie generali legate alla mobilità come la sclerodermia, l’osteoporosi, l’ipertiroidismo.
Esame dei denti , il professionista deve concentrarsi sul controllo
- integrità coronarica,
- la presenza di sfaccettature di usura non funzionali,
- microfratture o crepe che possono essere collegate a traumi.
- È necessario controllare la vitalità della polpa e la presenza di carie.
- La qualità dei restauri, le fratture degli amalgami o dei prismi di smalto,
- la morfologia delle protesi fisse e la stabilità delle protesi rimovibili sono tutti parametri da tenere in considerazione.
- Valutazione degli “indici di mobilità” della mobilità dentale:
Il dente verrà spostato picchiettandolo con un movimento avanti e indietro, sia con l’impugnatura di due strumenti (ad esempio uno specchio e una sonda), sia tra due dita (pollice e indice) o, infine, tra le ganasce di una pinzetta.
- Mühlemann 1954:
Indice 0: Anchilosi;
Indice 1: Mobilità fisiologica percepibile tra due dita; Indice 2: mobilità trasversale visibile a occhio nudo;
Indice 3: mobilità trasversale maggiore di 1 mm; Indice 4: mobilità assiale.
- Indice Nyman 1975:
Indice 0: mobilità orizzontale dei denti 0,2 mm; Indice 1: Mobilità orizzontale dei denti di 0,2-1 mm; Indice 2: mobilità orizzontale dei denti di 1-2 mm;
Indice 3: mobilità dentale orizzontale maggiore di 2 mm e mobilità verticale;
- Classificazione ADA:
Indice 0: mobilità dentale fisiologica;
Indice 1: Mobilità orizzontale dei denti inferiore a 1 mm;
Indice 2: mobilità dentale orizzontale maggiore di 1 mm senza direzione verticale;
Indice 3: mobilità verticale dei denti.
- Classificazione ARPA:
Classe I: mobilità trasversale dei denti percepibile dal dito; Classe II: mobilità trasversale dei denti percepibile a occhio nudo; Classe III: mobilità dentale trasversale maggiore di 1 mm; Classe IV: mobilità trasversale e assiale dei denti.
Esame occlusale : consiste nel ricercare tutti i segni di trauma occlusale, di qualsiasi natura essi siano. Vanno evidenziati e messi in relazione alla mobilità dentale i contatti prematuri, le interferenze lavorative o non lavorative, i sovraccarichi occlusali, le parafunzioni. Comunque,
è necessario effettuare l’analisi occlusale.
Esame del parodonto superficiale. È necessario rilevare eventuali segni di infiammazione e il rapporto placca/tartaro/infiammazione. Bisogna tenere conto delle recessioni, dei segni di perdita di attacco o di malposizionamento. Questo esame del parodonto superficiale deve essere ripetuto durante le fasi terapeutiche per giudicare l’evoluzione della mobilità in funzione della regressione dell’infiammazione.
Esame parodontale approfondito Le tasche parodontali sono spesso direttamente collegate alla mobilità dei denti.
La modifica del rapporto corona/radice dovuta alla perdita del supporto osseo assume un’importanza notevole. Queste condizioni possono essere considerate le uniche responsabili della mobilità irreversibile.
Esame radiografico Oltre a valutare la lisi ossea alveolare e le condizioni delle corticali
(lamina dura) che indicano la presenza di parodontite, bisogna tenere conto di diversi parametri. L’allargamento dello spazio desmodontale può essere spesso associato a mobilità dentale reversibile.
È necessario ricercare eventuali crepe e fratture delle radici, nonché eventuali segni di infezione periapicale (cisti, granuloma).
- Approccio terapeutico
-Trattamento di emergenza
La mobilità richiede un trattamento d’urgenza solo in caso di “dolore” da desmododontite acuta o alterazione della masticazione e della fonazione; l’azione d’urgenza sarà la contenzione temporanea immediata e la prescrizione di farmaci analgesici/antinfiammatori per desmododontite acuta.
Mobilità reversibile
L’eliminazione del fattore eziologico consente un rapido e completo ritorno alla normalità.
- Trattamento dell’infiammazione
- Trattamento endodontico
- I trattamenti chirurgici e non chirurgici per la malattia parodontale riducono significativamente l’infiammazione, con o senza contenzione temporanea.
- Trattamento dei traumi occlusali: splint occlusale, levigatura selettiva, riabilitazione di protesi esistenti.
- Mobilità irreversibile
- L’aumento della mobilità residua dovuto al ridotto supporto osseo è accettato purché le funzioni non siano compromesse.
Un controllo e una manutenzione di qualità della placca sono essenziali per preservare la salute parodontale e quindi la mobilità residua.
- Tuttavia, anche le forze masticatorie fisiologiche possono diventare fattori di rischio per l’aumento della mobilità, sia perché il supporto osseo è indebolito, sia perché il numero di denti residui è ridotto. Diventa quindi indispensabile passare alla contenzione permanente.
- la restrizione:
- Definizione di moderazione:
- La contenzione consiste nell’unire uno o più denti troppo mobili, tra loro o con denti meno mobili, in modo che:
- i carichi che trasmettono al parodonto non contribuiscono all’aggravamento delle lesioni precostituite
- i denti mobili normalmente svolgono la funzione assegnata
- i denti con parodonto ridotto non subiscono forze eccessive
- eventuali trattamenti chirurgici possono essere effettuati senza compromettere la conservazione dei denti maggiormente alveolizzati.
- In parodontologia possiamo dire che la contenzione consente di mantenere artificialmente una parte dei denti mobili nella migliore posizione anatomica e funzionale possibile, sia temporaneamente, in caso di consolidamento naturale mediante riparazione dei tessuti, sia definitivamente per garantire la sostenibilità della funzione occlusale quando le lesioni parodontali stabilizzate appaiono irreversibili.
- il ruolo della contenzione Permette:
- Prevenire le migrazioni patologiche.
- Mantenimento dei denti dopo il trattamento ortodontico.
- Facilita la rimozione del tartaro, il curettage e la chirurgia parodontale.
- Ridurre i sovraccarichi occlusali che aggravano le lesioni parodontali.
- Stabilizzare i denti nella migliore posizione funzionale.
- Rassicurare il paziente e incoraggiarlo a continuare una terapia eziologica efficace.
5-3. Obiettivi della moderazione:
Scopo funzionale
Obiettivo estetico
Scopo terapeutico
5-4-Indicazioni per la contenzione
- Se il paziente lamenta denti mobili che interferiscono con le funzioni masticatorie e linguistiche.
- Se la mobilità è dolorosa.
- Rischio di avulsione o dislocazione accidentale dei denti, ad esempio durante la masticazione.
- Se la mobilità aumenta nel tempo nonostante la soppressione dell’infiammazione.
- Per prevenire le ricadute dopo il trattamento ortodontico dei denti migrati a causa della malattia parodontale.
5-5-Controindicazioni alla contenzione Esistono due tipi:
- Controindicazioni assolute
- Controindicazioni relative
-Controindicazioni assolute Sono piuttosto di natura biologica
- Mancanza di igiene del soggetto.
- Predisposizione alla carie: è preferibile non utilizzare un sistema intracoronarico in una bocca con policavità.
- La qualità dello smalto: alcuni denti hanno uno smalto fragile e non supportano bene gli ancoraggi.
- Mancanza di collaborazione da parte del paziente.
-Controindicazioni relative Sono di natura tecnica
- Importanza della polpa (soggetto giovane), c’è rischio di devitalizzazione,
- il fattore estetico: il problema estetico è in parte risolto grazie alle tecniche attuali e alla qualità delle protesi,
- l’aspetto finanziario resta tuttavia un ostacolo da non trascurare.
- Principi
- Principi meccanici
- Principio del poligono
- Se, ad esempio, due denti mobili vengono uniti da una protesi fissa, il sistema creato sarà mobile attorno all’asse che unisce i due ipomocli, cioè una sola direzione del piano orizzontale. Se uniamo insieme 3 denti mobili utilizzando lo stesso sistema, il tutto diventa stabile da solo.
- La linea immaginaria che collega i centri di rotazione di ciascun dente determina un triangolo in cui ogni lato rappresenta un vero e proprio asse di rotazione secondario, cosicché qualsiasi movimento attorno a uno di questi assi secondari viene annullato dagli altri 2.
- Principio di Roy: Nel 1921, Roy definì tre piani di mobilità per ogni arco
-Un piano di mobilità sagittale riguardante gli incisivi.
– Un piano di mobilità frontale, forma un angolo di 90° con il piano di mobilità sagittale, riguarda il PM-M
-Un piano di mobilità intermedio che divide in due i due piani precedenti e riguarda principalmente i canini.
- Secondo l’autore, la ritenzione è garantita se i denti appartenenti a piani di mobilità diversi vengono avvicinati.
- Principio del dente terminale (resistenza dei pilastri posteriori):
- Gli organi dentali più vulnerabili in un sistema di ritenzione sono i denti terminali. Sono collegati al sistema solo da un lato, il che li espone maggiormente alle forze esogene.
- Talvolta la ritenzione dovrà includere uno o più organi dentali aggiuntivi per terminare su un dente con un tessuto di supporto forte.
- Posizione verticale del sistema di ritenuta:
- Il sistema di ritenzione deve essere posizionato il più vicino possibile al bordo incisale o occlusale. Presenterà quindi una migliore resistenza alle forze applicate perpendicolarmente all’asse maggiore del dente (lontano dal centro di rotazione del dente).
- Principi biologici:
– Igiene: il supporto deve favorire il controllo della placca e consentire l’autopulizia.
– Massimo comfort per il paziente verificare che il sistema di ritenuta
- Non irritante per i tessuti circostanti,
- non modifica o distorce il linguaggio del paziente,
- sia il più sgradevole possibile.
-Rispetto della funzione:
Il sistema di ritenuta deve consentire il normale funzionamento; prima di posizionare un apparecchio di contenzione è sempre necessario effettuare un bilanciamento occlusale preliminare, in particolare bisogna fare attenzione che siano rispettate le seguenti condizioni di equilibrio:
- Una buona distribuzione delle forze nel PIM.
- Assenza di prematurità RC
- Assenza di interferenze lavorative e non lavorative nei movimenti laterali e di protrusione.
- Eliminazione delle forze non assiali su ogni dente e correzione di eventuali disarmonie patogene.
- Rispetto della morfologia coronarica.
5-7- Momento di moderazione:
- All’inizio della TRT parodontale d’urgenza .
Dà sollievo al paziente immobilizzando i denti doloranti sotto pressione. Ciò gli dà fiducia nella terapia consolidata. Viene spesso utilizzato per facilitare la profilassi e consentire l’igienizzazione del parodonto in attesa di decidere sulle reali possibilità terapeutiche. La restrizione è quindi temporanea .
- Durante TRT:
Per facilitare la detartrasi o l’intervento chirurgico. La restrizione è temporanea.
- Alla fine del trattamento
Permette di tenere il paziente sotto osservazione per un periodo di tempo più o meno lungo. È anche temporaneo e anche dopo un trattamento ortodontico attivo.
- Dopo il trattamento: è permanente .
5-8-Dispositivi e tecniche di contenzione 5-8-1- . Restrizione temporanea
5-8-1-1. Restrizione temporanea fissa:
- Legame prossimale
L’obiettivo in questo caso è quello di unire i denti tramite le loro superfici prossimali utilizzando blocchi compositi.
Si tratta di una procedura molto rapida ed estetica, che può rivelarsi utile in caso di emergenza o quando un apparecchio di contenzione si è rotto. Principalmente per migliorare il comfort del paziente.
Tuttavia, la piccola superficie di legame lo rende molto fragile.
- Legature:
Rappresenta la modalità di contenzione temporanea più utilizzata nella maggior parte dei casi. Vengono utilizzati solo a livello del blocco incisivo-canino, la cui morfologia si presta più facilmente alla loro realizzazione.
🟒 Filo di seta:
- filo (30 cm), una guida per filo, facile da realizzare utilizzando una sonda n. 17.
- Si esegue un doppio giro al colletto del 1° PM destro o sinistro a scelta dell’operatore e si stabilizza con un nodo semplice.
- Da lì, questa legatura si allontana dal collo per diventare, a partire dal canino, soprasingolare. Un tratto della legatura passa sul lato vestibolare e linguale.
- Si crimpa il dente adiacente tra ogni dente, i fili vengono stabilizzati da un doppio nodo semplice, il nodo si trova leggermente al di sotto del punto di contatto, i denti vengono crimpati dal filo, da un lato fino al canino opposto dove la legatura scende di nuovo per circondare il collo del 1° PM .
- Molto veloce da realizzare. Questa legatura può rimanere in posizione solo per un breve periodo di tempo, perché si impregna di saliva e si innesca rapidamente la fermentazione, il che è particolarmente spiacevole per il paziente.
- La legatura con filo di seta verrà utilizzata per eseguire la detartrasi e la lucidatura sui denti mobili o come TRT di emergenza.
🟒 Legature metalliche:
Di solito si utilizza un filo flessibile di nichel-cromo con uno spessore di 0,30 mm o 0,4 mm di diametro, che viene teso attorno ai denti per fissarlo. Alla fine della serie, un filo viene avvolto attorno a un dente in modo da poter esporre la testa vestibolare e quella linguale.
Legatura a forma di otto:
- Un semplice cerchio viene posizionato attorno al pilastro situato a un’estremità della serie di denti da consolidare.
- La testa linguale si trova in posizione vestibolare e la testa vestibolare si trova in posizione linguale, quindi le teste si incrociano nella zona interprossimale. Proseguendo in questo modo, i due leader raggiungono il pilastro all’altra estremità dove è presente un semplice
cerchio seguito da una torsione. Per motivi estetici e di comfort, il filo viene posizionato nello spazio interdentale.
- Alcuni autori raccomandano l’installazione di stop in resina o l’inserimento dei fili nel composito per impedire la migrazione apicale del filo.
Legatura a scala:
- È adatto nei casi in cui è richiesta una grande resistenza, poiché il filo può essere utilizzato in due modi.
- Può rimanere in posizione per molto tempo (diversi mesi).
- È regolabile e facilmente modificabile.
- Si compone di 2 importi.
- Si esegue più spesso da PM a PM passando sotto il punto di contatto ma sopra il cingolo come tutte le legature.
Per prima cosa, i montanti vengono posizionati e fissati stringendo molto lasco l’estremità dei fili. Le porzioni di filo lunghe circa 5 cm, piegate a U, vengono poi infilate e attorcigliate negli spazi interdentali, consentendo alle due teste di essere tenute insieme interdentalmente tramite fili vestibolari. Il serraggio completo delle barre avviene infine gradualmente e alternativamente.
- Questi fili devono essere ribattuti verso il bordo libero; alcuni autori lo raccomandano.
rivestimento in resina che deve essere lucidata e avere la stessa tonalità dei denti, per motivi estetici e per consentire una ritenzione più efficace a lungo termine.
Rilegatura a punto macchina:
- Partendo dal collo del premolare, vengono mantenuti due fili liberi di lunghezza diversa. Il filo più corto viene premuto contro la superficie linguale mentre il filo più lungo funge da navetta e blocca il filo linguale nello spazio interdentale tra ogni dente prima di tornare alla VF del dente adiacente. Questo movimento continua verso il PM opposto, dove i due filamenti vengono poi attorcigliati.
Questa legatura è facile da eseguire, ma da un lato, bloccare i fili nello spazio interdentale richiede una forza relativamente significativa, che può quindi essere controindicata in caso di
denti molto mobili la cui posizione non poteva essere assicurata con precisione e d’altra parte una rottura del filo richiede la riparazione completa della legatura.
Il filo legato vestibolare o linguale
Le stecche composite presentano enormi svantaggi. Sono stati pertanto compiuti sforzi per rafforzarli. Il filo legato è costituito da perni compositi e da una sottile asta metallica. Verrà utilizzato un filo di acciaio (diametro 0,3 o 0,4 mm) oppure un filo ortodontico intrecciato o non intrecciato (diametro 0,5-0,7 mm). Il filo è sagomato per adattarsi alla forma dell’arco. Questa tecnica è semplice, efficace e facilmente riparabile. L’asta metallica garantisce la rigidità del supporto. Ma lei deve
essere scelti sufficientemente sottili da consentire la mobilità fisiologica. L’efficacia di questa tecnica è paradossale, poiché la sinergia resina/metallo avviene solo dal punto di vista meccanico e su una superficie limitata.
- La griglia di Ellman
Questa griglia viene applicata lingualmente o palatinamente ai denti mobili. È pretagliato e sagomato
(secondo l’anatomia dei denti di appoggio per rispettare le feritoie). Dopo aver steso un primo strato di composito sui denti, posizioniamo la griglia che finiamo di rivestire. È una tecnica
semplice ma richiede un buon controllo dell’occlusione. È veloce, rispetta l’integrità dei denti e garantisce un buon controllo della placca. E il danno estetico è minimo. La larghezza della griglia e lo spessore del composito rendono il tutto rapidamente rigido, fino al punto in cui non vi è più mobilità fisiologica. Lo spessore può causare spesso disagio funzionale. Infine, la sua longevità dipende fortemente dall’operatore e possono verificarsi fratture in caso di braccio di leva significativo.
- Composito rinforzato con fibre CRF
Questo procedimento è più resistente, mediante l’inserimento di una striscia di fibra (polietilene, vetro, ecc.) nel composito sui denti vestibolari e linguali interessati dalla ritenzione generalmente del blocco anteriore.
- Tecnico
I denti mobili possono essere immobilizzati nella posizione desiderata inserendo piccole quantità di composito negli spazi interprossimali buccali, senza previa mordenzatura.
Questo composito può essere rimosso facilmente dopo aver posizionato la stecca linguale.
Alcune marche di fibre devono essere maneggiate con cura utilizzando delle pinzette (senza contatto con le dita) per mantenere il trattamento adesivo al plasma (esempio: Ribbond – Biosplint, ecc.).
- Misurazione della lunghezza richiesta del nastro:
- Mantenendo i denti nella posizione desiderata, applicare la striscia di stagno (larga 2 mm). (È facilmente modellabile sui denti per consentire una determinazione precisa della lunghezza).
- Adattare questo modello alle aree interprossimali utilizzando una spatola composita.
- Una volta misurata la lunghezza, trasferire il modello sul nastro e tagliare alla lunghezza equivalente.
- Disporre il pezzo tagliato su un piatto pulito o in una ciotola fino al momento dell’utilizzo.
- Preparazione del dente per l’incollaggio:
Schiarire la superficie dello smalto del dente utilizzando una microsabbiatrice o una fresa diamantata. Se si desidera una forte ritenzione, è possibile tagliare una scanalatura di 4/10 mm sulla superficie linguale dei denti. Preparare lo smalto come per l’incollaggio: pulizia con polvere di pomice, mordenzatura acida, risciacquo, asciugatura, applicazione di uno strato sottile di resina adesiva seguita da fotopolimerizzazione.
Si consiglia di eseguire le seguenti operazioni lontano dalla luce della lampada chirurgica. Un’eccessiva luce ambientale può causare l’indurimento prematuro della resina composita fotopolimerizzabile.
- Preparazione del nastro:
Applicare uno strato sottile di resina non riempita sul pezzo di nastro tagliato. Rimuovere l’adesivo in eccesso dalla superficie.
Una volta rivestito con l’adesivo, il nastro si comporta come una resina composita. Per evitare la polimerizzazione prematura della resina, la striscia può essere riposta in una scatola inattiva o, in assenza di questa, al riparo dalla luce in attesa dell’uso.
- Installazione del composito:
Applicare uno strato sottile di un composito ibrido da restauro sulle aree preparate
- Impostazione del nastro:
Utilizzando un dito pulito e guantato, comprimere il nastro sul composito precedentemente applicato sui denti, finché il nastro non entra in contatto con la superficie linguale dei denti. Una volta posizionato il nastro, adattarlo agli spazi interprossimali utilizzando uno strumento composito. Per evitare qualsiasi movimento della parte già adattata, tienila con un dito mentre passi da uno spazio interdentale all’altro.
- Modellazione e fotopolimerizzazione del composito:
Dopo aver adattato il nastro ai denti, rimuovere il composito in eccesso. Per ridurre al minimo l’usura, lasciare una piccola quantità di composito alle estremità della stecca. Stendere il composito sul bordo cervicale e incisale della mascherina per ottenere una transizione graduale con il dente.
Fotopolimerizzare la stecca dente per dente per 30-40 secondi ogni volta (vestibolare e linguale).
- Applicare uno strato di resina composita per levigare le superfici, quindi polimerizzare. Per fare ciò, utilizzare un composito moderatamente riempito che fornisca una superficie perfettamente liscia riducendo al contempo i tempi di finitura e lucidatura.
Un composito ibrido viene applicato in uno strato sottile sulla stecca e levigato utilizzando un dito ricoperto di resina non riempita (Bonding). Dopo aver aggiunto il composito di superficie, pulire gli spazi interprossimali
- Controllare l’occlusione, rifinire e lucidare come al solito 5-8-1-2- Apparecchio di contenzione mobile temporaneo
🟒 Targa di Hawley:
Il metodo più comune di contenzione mobile temporanea è quello di effettuare
l’immobilizzazione dei denti di un’arcata mediante un apparecchio di Hawley costituito da un filo di sostegno vestibolare continuo, la cui tensione è trascurabile, fissato su una piastra palatale
acrilico Le maniglie laterali assicurano il serraggio del filo di sostegno vestibolare, questo dispositivo è utilizzato in ortodonzia.
🟒 Piano di morso e grondaia:
Realizzato su un modello in gesso su un articolatore dopo aver registrato l’occlusione. Questo tipo di dispositivo fornisce nella maggior parte dei casi solo un supporto temporaneo e part-time: il paziente deve toglierlo durante i pasti e talvolta anche durante il giorno per motivi sociali.
5-8-2-Splints intracoronarici semipermanenti :
Barrelle e Dargent hanno descritto delle stecche ambivalenti che possono essere utilizzate:
-Quando si decide di attuare una contenzione temporanea a lungo termine, 1 anno o più prima della contenzione permanente.
-Quando abbiamo perso la speranza di conservare i nostri denti a lungo, possiamo solo sperare di prolungarla per qualche anno.
Tali procedure possono prolungare la vita degli organi dentali considerati molto carenti di alcuni anni, anche di 5 o 6 anni.
🟒 Procedimento Ceria-Cerosi:
- Viene praticata una trincea su tutti i denti dell’arcata interessata.
- Lo strumento consente di realizzare un solco profondo ben un millimetro.
- Due fili di nichel-cromo intrecciati vengono tagliati in base alla lunghezza della trincea e l’intreccio viene incorporato nel composito.
🟒 La stecca berlinese Si tratta dello stesso sistema della stecca Ceria Cerosi, tranne per il fatto che la stecca
è interessato solo a due denti adiacenti, quindi due a due, del gruppo da contenere. È più facile da riparare, ma è più fragile. Il controllo delle forze agenti sul dente è medio.
🟒 La stecca pericoronarica
- Interessa il blocco incisivo-canino,
- a livello di ogni dente viene praticata una scanalatura orizzontale,
- in questa scanalatura viene inserito un filo metallico che forma una legatura in 8,
- il filo è incorporato nel materiale di riempimento,
- il tutto è lucidato.
🟒 Stecca a forma di U di Abjean
- Simile al processo BERLINNER.
- Garantisce una migliore ritenzione sostituendo l’asta con un cavaliere le cui estremità vengono inserite in pozzetti di dentina calibrati.
- Questi cavalieri vengono poi rivestiti in materiali compositi
5-8-2-Limitazione permanente
-Intarsi e onlay
-Stecche metalliche incollate:
- La stecca metallica sigillata o incollata è realizzata in lega preziosa o non preziosa del tipo cromo-cobalto. La stecca preserva l’estetica vestibolare grazie alla sua posizione linguale su denti non restaurati e non cariati.
Quanto più grave è il danno parodontale, tanto più sarà necessario aumentare gli ancoraggi sui monconi per evitare distacchi parziali, che possono portare a reinterventi traumatici. In questi casi verrà presa in considerazione la creazione di pozzetti di dentina calibrati. Dopo la valutazione radiografica del
volumi pulpari, questi pozzetti profondi 1,5 mm vengono perforati lungo uno specifico asse di inserimento, comune a tutti i denti pilastro della ferula, preferibilmente utilizzando un parallelizzatore.
– Stecca in fibra composita
-Ritenzione permanente con ponte definitivo in ceramica.
CONCLUSIONE
Qualsiasi trattamento per la mobilità dentale mira, in ultima analisi, a ripristinare il comfort e le funzioni occlusali e masticatorie attraverso un’occlusione armoniosa che garantisca la conservazione dei denti e una buona salute parodontale. Le indicazioni per le contenzioni sono limitate ma garantiscono un grande comfort funzionale. È importante notare che i contenitori non ripristinano il volume osseo, ma favoriscono la guarigione parodontale riducendo la mobilità e favorendo l’igiene.
Mobilità dentale
I denti del giudizio possono causare dolore se crescono storti.
Le corone in ceramica offrono un aspetto naturale e un’elevata resistenza.
Le gengive sanguinanti durante lo spazzolamento dei denti possono indicare una gengivite.
Brevi trattamenti ortodontici correggono rapidamente piccoli disallineamenti.
Le otturazioni dentali in composito sono discrete e durature.
Gli spazzolini interdentali sono essenziali per la pulizia degli spazi stretti.
Una dieta ricca di vitamine rafforza denti e gengive.