Le regole della normalità e i canoni dell’Estetica

Le regole della normalità e i canoni dell’Estetica

L’informazione trasmessa dalla televisione e dalla stampa, la pubblicità, la moda e la vita moderna in generale hanno reso le persone più esigenti riguardo al loro aspetto fisico, e in questo l’estetica dentale gioca un ruolo importante.

Essere belli, essere avvenenti, essere giovani è una preoccupazione dominante della nostra civiltà.

L’ortodontista non può più ignorare questo importante desiderio della maggior parte dei suoi pazienti.

Il volto ha una funzione sociale primordiale, ma porta in sé anche i concetti di identità, bellezza e armonia. La morfologia cefalica deve ignorare la bellezza per concentrarsi sulla misurazione dell’identità senza perdere di vista la nozione di armonia, che rimarrà non quantificabile.  

L’antropometria cefalica è lo studio complessivo delle forme e dei rilievi delle regioni anatomiche della testa, nei bambini durante la crescita, poi negli adulti. 

Indizi 

  • INDICE CEFALIC
  • La relazione tra lunghezza e larghezza della testa è stabilita dall’indice cefalico orizzontale (ICH) 

                            Indice cefalico = larghezza×100 lunghezza valore medio [75 a 80] 

  • La relazione tra altezza e lunghezza è stabilita dall’indice altezza/lunghezza 

                          Indice altezza/lunghezza = altezza×100lunghezza

  • La relazione tra altezza e larghezza è stabilita da:

                           Indice altezza/larghezza = altezza×100larghezza

Le variazioni dell’indice cefalico orizzontale permettono di classificare i crani in 5 categorie: 

  • IC < 70: il cranio è iperdolicocefalo (molto lungo e stretto).
  • IC tra 70 e 75: il cranio è dolicocefalo (lungo e stretto).  
  • IC tra 75 e 80: il cranio è mesocefalo (medio).  
  • IC tra 80 e 85: il cranio è brachicefalo (largo, corto, di aspetto arrotondato).  
  • IC > 85: il cranio è iperbrachicefalo (molto arrotondato).  

La forma del cranio varia con l’età; dolicocefalo alla nascita, la testa assume la sua morfologia durante la crescita, varia comunque a seconda del sesso; Le donne sono più brachicefale degli uomini.

Per alcuni autori questa forma varia anche a seconda dell’ambiente.  

  • Indice facciale: materializza il confronto tra l’altezza e la larghezza del viso

                             (Altezza totale: On-Gn e larghezza ZY-Zy)

  • Indice facciale totale: 

                  Indice facciale totale = Altezza On-Gn ×100 Valore medio del diametro bizigomatico [104-97]

  • Molto più alto di 104, indica un viso iperleptoprosopico (molto lungo e molto stretto).
  • Leggermente superiore a 104, indica un volto leptoprosopico; (viso stretto). 
  • Tra 104 e 97, questo indice riflette un volto mesoprosopico medio.  
  • Quando questo indice scende sotto 97, il viso diventa euriprosopico (largo e corto).
  • Molto al di sotto di 97, l’indice indica un volto ipereuryprosopico. 

La differenza tra i sessi si esprime attraverso un viso più largo nelle donne rispetto agli uomini.

Nella maggior parte dei casi, nello stesso individuo l’indice facciale e l’indice cefalico variano nella stessa direzione (ad esempio, brachicefalo è euriprosopico), tuttavia a volte possiamo osservare un viso più largo con una testa stretta: diciamo allora che c’è una disarmonia cefalofacciale.   

  • Indice facciale superiore: 

  Indice facciale sup = Altezza On-Pr ×100 Diametro bizigomatico      

Le forme medie della parte superiore del viso sono chiamate meseni, le forme più pronunciate sono chiamate lepteni ed eurieni e le forme eccessive sono chiamate iperlepteni e ipereurieni.

Esiste una correlazione tra l’indice facciale e l’indice cefalico, ma a volte si verifica uno squilibrio strutturale in cui, ad esempio, Un viso largo e basso accompagna una testa stretta.  

  • indice di larghezza dell’arco – faccia di Izard

Larghezza dell’arco = Diametro bizigomatico2

Variazione della massa facciale “tipo facciale”

È lo studio delle relazioni esistenti tra l’architettura delle ossa e la forma del profilo. In quest’ambito sono stati sviluppati diversi lavori.

  • BIMLER  : propone l'”indice facciale suborbitale” basato sul rapporto tra la profondità del tragion – subnasale e l’altezza del suborbital – mento e da cui risultano le seguenti distinzioni:
  • Un viso dolicoprosopico basso e profondo.
  • Un volto mesoprosopico in cui altezza e profondità sono in equilibrio.
  • Una faccia da leptoprosopo alta e bassa.
  • SASSOUNI: Determina il tipo facciale in base alla convergenza dei piani fondamentali del cranio, palatino, occlusale e mandibolare. Nel morso profondo con occlusione profonda, questi 4 piani tendono generalmente al parallelismo. Sono più convergenti nel “morso aperto”.
  • RICKETTS: distingue un brachifacciale, un mesofacciale e un dolicofacciale. 
  • tweed: direzione anteriore, direzione centrale, direzione posteriore.
  • indice di larghezza dell’arco – faccia di Izard

Larghezza dell’arco = Diametro bizigomatico2

tipo di visoAutoreTipo di viso
Rotazione anterioreBJORKRotazione posteriore
Iper divergenteSCHIACCIATOipo divergente
Morso profondoSASSONIMorso aperto
I.V.A.MULLEREvacuazione
BrachicefaloRICKETTDolicocefalo
DolicoprosopoBimlerLeptoprosopo

Relazione tra volume degli incisivi e diametri trasversali dell’arcata superiore: 

PONT ha calcolato 2 indici:         Indice premolare = Lunghezza dell’arcata Inc. ×10080 [D 4 G 4 ]      

                                             Indice molare = Lunghezza dell’arco Inc. ×10064 [D 6 G 6 ]     

  • Indice di DE NEVREZE: misura la corda del palato tra i colli linguali dei secondi premolari e la sua freccia proveniente dal punto più alto della volta perpendicolare alla corda. 

Per questo autore, la curva della volta è normale quando questa corda è il doppio della freccia, quando la freccia è più piccola della metà della corda, la volta è bassa e il palato è piatto, quando la freccia è più grande della metà della corda, la volta è ogivale.

La misurazione della profondità e dell’altezza del palato generalmente accompagna quella del viso in direzione trasversale. 

Esiste una correlazione comune tra la forma e le dimensioni della volta palatina e quelle del naso, delle labbra e degli archi nasali.

Una volta ogivale generalmente si accompagna a un viso stretto, con naso schiacciato e rivolto verso l’alto, labbra estroflesse e arcate dentarie affollate a causa di diametri trasversali insufficienti.  

  • Indizi 
  • Relazione tra larghezza e lunghezza dell’arcata superiore: “Arch Index”

Indice dell’arco = larghezza massima×100 lunghezza massima Valore medio [115-130]    

Le variazioni di questo valore consentono la classificazione di diverse forme di arco.

  1. Arcade dolichove: indice > 115 
  2. Arcade mesoviane: indice [115-130]           
  3. Arcata di Brachyove: indice < 130

Esistono 3 modelli di forma principali:

L’ellisse: la più frequente, le sue estremità tendono a convergere, è allungata nei dolicocefali e accorciata nei mesocefali 

Parabola: premolare e molare allineati su linee rette che tendono a divergere, la forma eccessiva tende verso quella iperbolica.

Forma a U: i molari sono posizionati su entrambi i lati, su linee parallele.

Tra queste tre forme si trovano vari tipi di intermediari: “lira”, “ferro di cavallo”, “semicerchio”.

Estetica del profilo

Merrifield posiziona i punti pog, labiale inf e sup su una linea retta che forma un angolo di 80° con il piano di Francfort; il punto di intersezione di queste due linee rette si trova a metà del profilo cutaneo del dorso del naso.

Burstone (1967) traccia la linea sottonasale – pog in cui deve essere localizzato lo stomio e davanti alla quale si trovano i punti labiale sup e inf, entrambi a uguale distanza dalla linea di riferimento, il valore medio è 2,8 +/- 1,83.

Steiner: traccia una linea che parte dal centro della S nasale e passa attraverso il pog, questa linea deve essere tangente alle labbra.

Ricketts: attribuisce al naso una parte predominante poiché l’estremità nasale funge da sistema di riferimento. La linea estetica E collega la pronazione al punto del mento. Il labbro inferiore deve essere a filo con questa linea, mentre il labbro superiore deve essere leggermente arretrato rispetto a questa linea.

Conclusione 

La conoscenza degli standard della morfologia facciale è essenziale per l’ortodontista che deve riconoscere la malformazione, valutarne il grado e prevedere i limiti della sua riduzione. 

Non bastano un gusto spiccato e un innato senso estetico; servono basi di riferimento, una delle quali è l’antropometria, per fare il punto su ogni volto e su ciò che va conservato o restaurato, tollerato o modificato.

L’antropometria applicata all’analisi craniofacciale è ben lungi dall’essere una scienza obsoleta, e rappresenta un elemento da tenere in considerazione nello sviluppo della terapia ortopedica .      

Le regole della normalità e i canoni dell’Estetica

  I denti del giudizio posizionati male possono danneggiare i denti adiacenti.
Le corone dentali in ceramica garantiscono un risultato naturale.
Le gengive ritirate possono esporre le radici dei denti.
Gli allineatori trasparenti sono un’alternativa discreta agli apparecchi ortodontici.
Le otturazioni in composito sono meno visibili di quelle in amalgama.
Gli spazzolini interdentali prevengono i problemi gengivali.
Una dieta ricca di calcio rafforza denti e ossa.
 

Le regole della normalità e i canoni dell’Estetica

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