L’AMBIENTE ORALE
I-INTRODUZIONE:
Per molti decenni la cavità orale è stata considerata semplicemente l’ingresso del tratto digerente. Successivamente, sulla base della ricchezza di nuovi dati che stabiliscono una relazione bidirezionale e reciproca tra la salute generale e i batteri onnipresenti della sfera orofaringea, è stato introdotto il concetto di ecosistema orale .
II-TERMINOLOGIA:
1-Ecologia: scienza che studia le condizioni di esistenza degli esseri viventi tra loro e con il mondo esterno.
2-L’ecosistema: può essere definito come un insieme di elementi i cui effetti reciproci assicurano la stabilità dell’ambiente orale.
A livello orale distinguiamo (l’ecosistema orale)
III-DEFINIZIONE DELL’ECOSISTEMA ORALE:
L’ecosistema orale è l’insieme delle interazioni tra la flora orale, la saliva, le mucose e l’organo dentale che si verificano a livello della cavità orale e i cui effetti reciproci formano un sistema equilibrato e stabile.
Quest’ultima comprende: una pletora di comunità microbiche organizzate. Questo cosmo microbico nella cavità orale è chiamato Microbiota Orale e Microbioma Orale , composto dalle diverse micronicchie anatomiche della cavità orale e dal suo liquido amniotico, dalla saliva e dal liquido gengivale.
- IL MICROBIOMA ORALE (l’ambiente abiotico):
A-SALIVA:
Le ghiandole salivari secernono circa 1-2 litri di saliva ogni 24 ore; la miscela di saliva parotide, sottomascellare, sottolinguale e accessoria è chiamata saliva mista: è un liquido filante, insapore, dall’odore blando, incolore e trasparente.
A-1-COMPOSIZIONE:
La composizione media della saliva per 1000 g di fluido orale è 995 g di acqua, 2 g di sostanze minerali e 3 g di sostanze organiche.
- Sostanze minerali:
-elementi gassosi disciolti quali: O2, N2, CO2.
-elementi non gassosi: anioni: cloruri, bicarbonati, fosfati e, in misura minore, fluoro, ioduri e bromuri.
-cationi: rappresentati essenzialmente da Ca++ che svolge un ruolo essenziale nella formazione del film acquisito e nell’adesione batterica, K+, Mg+ e incidentalmente Zn, Fi, Mn e cobalto.
- sostanze organiche:
– carboidrati: in piccole quantità provenienti sia dagli alimenti sia dalle glicoproteine salivari.
-lipidi: troviamo principalmente trigliceridi, acidi grassi e fosfolipidi. Svolgono un ruolo importante nella formazione della placca dentale e nella sua trasformazione in tartaro.
-proteine: ne distinguiamo diverse:
– mucine: sono glicoproteine salivari che conferiscono viscosità alla saliva, formano una pellicola aderente sulla superficie dentale permettendo l’adesione dei germi microbici.
– enzimi: esempio: amilasi, lisozima, perossidasi, lattoferrina.
-immunoglobuline secretorie A.
– elementi rappresentati sotto forma di tracce: leucociti, cellule epiteliali, detriti alimentari, batteri e funghi.
B- FLUIDO GENGIVALE:
1- DEFINIZIONE:
Fluido di origine sierica che trasuda dal solco gengivodentale, il fluido deriva dalla diffusione del liquido dai piccoli vasi gengivali grazie alla permeabilità del tessuto gengivale, attraversa l’epitelio giunzionale per confluire nel solco gengivodentale.
La quantità di fluido gengivale aumenta con il grado di infiammazione.
2- COMPOSIZIONE:
-proteine: immunoglobuline, glicoproteine, albumina, fibrinogeno, fattori del complemento.
– enzimi: la maggior parte viene rilasciata dalle cellule polimorfonucleate: collagenasi, catepsine, fosfatasi alcaline e acide.
-prostaglandine PGE2 che aumentano durante l’infiammazione parodontale.
3- I ruoli del fluido gengivale:
– Ruoli positivi:
- Purificazione del solco mediante lavaggio e rigetto delle tossine
- Azione antimicrobica: da parte di cellule polimorfonucleate, macrofagi, lisozimi e IgA, IgG, IgM
- Azione fibrinolitica.
- Attaccamento epiteliale (legame biochimico tra dente ed epitelio)
- Battericida e batteriostatico.
– Ruoli negativi:
- Sviluppo dei batteri: (substrato nutrizionale)
- Mantenimento dell’infiammazione
C- L’ORGANO DENTALE:
La superficie dello smalto è ricoperta da mucine salivari che facilitano l’adesione batterica, mentre la superficie gengivale esterna presenta gradi variabili di cheratinizzazione e desquamazione, su cui i batteri non trovano una base stabile a cui attaccarsi.
MUCOSE D-BUCCALI:
La desquamazione comporta l’eliminazione dei germi che si attaccano alla superficie dell’epitelio.
Abbiamo anche la parte posteriore della lingua che sembra ospitare una delle nicchie batteriche più complesse dell’ecologia umana (morfologia caratterizzata da irregolarità come fessure, zone depapillate, papille che favoriscono l’accumulo di detriti e microrganismi).
- IL MICROBIOTA ORALE :
Altrimenti chiamata comunità biotica, che comprende una pletora di comunità microbiche (10 14 microrganismi) tra cui batteri commensali e simbiotici chiamati “olobionti” (Simon et al. 2019 ) e un conglomerato di batteri patogeni, funghi, archaea e parassiti.
A-Stile di vita dei germi microbici:
- Mutualismo: è una relazione simbiotica da cui traggono beneficio due popolazioni.
- Commensalismo : una popolazione trae vantaggio mentre l’altra no.
- Parassitismo: un organismo trae vantaggio a spese di un altro.
B- Le condizioni necessarie per la crescita dei microrganismi:
- Fattori fisico-chimici:
- Temperatura :
– costante da 34 a 36°C.
-Consente la crescita di un numero molto elevato di specie.
-Può variare durante l’alimentazione, per un breve periodo di tempo.
- TEL:
-Vicino alla neutralità 6,7 a 7,3
-può variare durante l’alimentazione o a causa del metabolismo batterico.
-nella zona specifica del sito sottogengivale, pH = 7,5 a 8,8
- Presenza di ossigeno:
– La grande diversità nelle concentrazioni di O2 consente la crescita di batteri aerobici, microaerofili, aerobici-anaerobi facoltativi e anaerobi stretti.
- Umidità:
– la cavità orale è costantemente immersa nella saliva e nel liquido gengivale, che permettono la moltiplicazione dei microrganismi.
- Fattori ospitanti:
– Cibo
– meccanica di difesa dell’ospite
– Cambiamenti ormonali : gravidanza nel 2° trimestre
- Fattori genetici : i fattori genetici sembrano influenzare la flora intestinale e orale.
- Età:
- – A partire dai 70 anni: aumento della prevalenza di stafilococchi (S. aureus), lattobacilli
– A partire dagli 80 anni: aumento del numero di lieviti (candida albicans)
C – Acquisizione della flora orale :
Alla nascita la cavità orale è sterile.
Una prima contaminazione avviene durante il parto, ad opera dei batteri della flora vaginale.
Solo dal 3° al 5° giorno si formerà la flora orale (mothering ++). Essenzialmente lo Streptococcus salivare si attacca principalmente alle superfici epiteliali, troviamo anche il genere Actinomyces che colonizza la saliva, la mucosa, la lingua e le cripte tonsillari.
Dentizione mista:
Comparsa di fenomeni anaerobici.
Dentizione permanente:
vengono messi in atto fattori biotici e abiotici.
Troviamo: la flora sopragengivale, la flora sottogengivale, della lingua e della saliva.
guance | lingua | saliva | Placca sopragengivale | Placca sottogengivale | |
S. mutans S. sanguis S. mitis S. anginosus S. salivarius | NON TROVATO +++ +++ + + | ND0 +++ ++ ++ | +++ +++ ++ ++ | ++ ++ ++ ++ + | + + + +++ ND |
IV- MEZZI DI DIFESA DELL’AMBIENTE ORALE:
1- MEZZI DI DIFESA NON SPECIFICI:
- La mucosa gengivale: assicura la protezione degli elementi sottostanti grazie all’obliterazione epiteliale rafforzata dalla cheratinizzazione, allo spessore e alla coesione cellulare e al rapido turnover.
- Azione dei muscoli periferici: lingua, guance e labbra che permettono la pulizia della bocca.
- Fattori fisico-chimici:
– flusso salivare: ha un’azione detergente ed elimina i batteri.
-il ruolo di purificazione del solco gengivale svolto dal fluido gengivale .
– pH salivare: è un fattore importante nella regolazione dei diversi elementi della flora orale (5,5-6,5): un pH acido favorisce la crescita dei lattobacilli acidofili, mentre un pH alcalino favorisce la trasformazione della placca batterica in tartaro e lo sviluppo di germi parodontopatogeni.
- fattori cellulari: rappresentati da cellule fagocitiche che originano dal corion gengivale attraverso gli spazi intercellulari epiteliali che conducono alla SGD e alla saliva. Durante la fagocitosi, i leucociti polimorfonucleati e i monociti rilasciano diversi enzimi litici e il loro rilascio prolungato può causare danni ai tessuti dell’ospite.
- Prodotti antimicrobici presenti nella saliva e nel fluido gengivale:
– Lisozima: enzima scoperto da FLEMING nel 1922; È un polipeptide che inibisce la crescita batterica, sintetizzato dai neutrofili e dalle cellule acinose delle ghiandole salivari. Il lisozima si lega selettivamente allo Streptococcus mutans e alle mucine salivari. La lisi batterica che provoca aumenta in presenza di un pH acido. Inibisce l’aggregazione degli streptococchi e la fermentazione del glucosio.
– Istatine: Gruppo di 12 proteine cationiche ricche di istidina presenti principalmente nella saliva parotide. Alcuni di essi inibiscono la crescita di Streptococchi mutans e Candida albicans. Vengono fortemente assorbiti dalla superficie dello smalto e si legano saldamente al Porphyromonas gingivalis. Hanno un ruolo batteriostatico e fungistatico.
– Lattoferrina: è una glicoproteina che ha attività batteriostatica su molti germi. Il suo ruolo è quello di catturare e fissare il ferro, poiché impoverisce l’ambiente di ferro, privando i batteri del ferro essenziale per la loro crescita.
– Defensine: si tratta di peptidi antimicrobici isolati da cellule polimorfonucleate, alcuni dei quali hanno un effetto battericida sui batteri Gram-negativi e un effetto fungicida sulla Candida albicans, senza conoscerne realmente il meccanismo d’azione.
2- MEZZI SPECIFICI DI DIFESA:
Sono contenuti nel sangue, nella saliva e nel fluido gengivale, rappresentati da immunoglobuline, complemento e cellule dell’immunità specifica.
A- IMMUNOGLOBULINE:
Provengono dal sangue, ad eccezione delle IgA salivari, e si trovano nella saliva e nel fluido gengivale:
1- Ig G: forma monomerica, rappresentano il 75% delle Ig sieriche e si presentano in 4 forme (IgG 1, 2,3,4). Attivano il complemento e possono legarsi ai macrofagi e alla membrana dei mastociti. Neutralizzano le tossine batteriche legandosi ai microrganismi, provocandone la fagocitosi.
2- Ig M: forma pentamerica (5 monomeri identici), rappresentano il 10% delle Ig sieriche, si legano ai linfociti B e sono le prime a comparire nella risposta anticorpale. Sono opsonizzanti.
3- Ig D: esistono in tracce, sono presenti principalmente sulla superficie dei linfociti situati alla periferia dei centri germinativi, possono svolgere un ruolo importante nell’innescare la stimolazione dei linfociti da parte dell’antigene, dando così inizio alla reazione immunitaria.
4- Ig E: rappresentano lo 0,004% delle Ig sieriche, fissate sulla membrana dei mastociti e possono fissarsi sui basofili. Il loro incontro con l’antigene specifico provoca la degranulazione delle cellule che li trasportano.
5-IgA sieriche: forma monomerica, maggiormente presente nella gengiva e nel fluido gengivale, impedisce l’adesione batterica alle strutture mucose.
6- IgA secretorie: forma dimerica, inibiscono l’adesione batterica alle superfici dentarie e alle mucose, sono poco specifiche.
B- IL SUPPLEMENTO:
Si tratta di un complesso proteico formato da 11 proteine chiamate fattori iniziati dalla lettera C e numerati da 1 a 9, di cui C1 contiene 3 fattori C1q C1r C1s (sito di riconoscimento) la cui attivazione dell’intero sistema porta alla lisi della cellula bersaglio.
C- CELLULE DELL’IMMUNITÀ SPECIFICA:
– Linfociti B differenziandosi in plasmacellule che a loro volta sintetizzano anticorpi.
– Linfociti T che possono rilasciare linfochine (insieme di mediatori chimici dell’infiammazione) o restituendo direttamente l’antigene tramite cellule effettrici.
L’AMBIENTE ORALE
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