LA ZONA INTERPROSSIMALE E LA SINDROME DEL SETTO INTERDENTALE

LA ZONA INTERPROSSIMALE E LA SINDROME DEL SETTO INTERDENTALE:

Introduzione : 

Le lesioni del setto sono relativamente comuni; il loro quadro clinico ricorda la sindrome pulpare acuta o periapicale. 

Interessano la zona interprossimale e sono spesso concomitanti con carie prossimali.

La mancanza di pulizia a questo livello consentirà l’accumulo sistematico di detriti alimentari che saranno colonizzati da microrganismi che causeranno l’infiammazione dei tessuti parodontali, portando generalmente alla progressiva distruzione dei diversi costituenti della zona interprossimale.

Il punto di contatto interprossimale svolge un ruolo importante nella protezione della papilla interdentale e dei tessuti parodontali sottostanti.

  1. richiami all’anatomia della zona interprossimale:


La zona interprossimale è lo spazio anatomico e funzionale situato tra due denti contigui, ha la forma approssimativa di una piramide di cui:

  • Una base formata dalla regione settale.
  • Due facce opposte rappresentate dalle facce mesiale e distale dei due denti a contatto.
  • Due facce opposte rappresentate dalle papille gengivali vestibolare e linguale, a loro volta separate da un collo interpapillare.
  • Un vertice rappresentato dal punto di contatto.

Questo punto di contatto è l’elemento essenziale nell’organizzazione delle unità dentarie nell’arcata; consente la coesione e la partecipazione complessiva delle unità dentarie allo sforzo masticatorio e garantisce la continuità di tale arcata.

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  • A livello dei canini, la zona di contatto è schematicamente localizzata:
  • All’incrocio tra il terzo occlusale e il terzo mediale, in direzione occluso-cervicale.
  • All’incrocio tra il terzo vestibolare e il terzo mediale in direzione vestibolo-linguale.

fig: punto di contatto normale di un dente con i suoi vicini.

  • Il punto di contatto interviene: 
  • L’equilibrio dei denti.
  • Protezione del parodonto.
  • Profilassi della carie a livello prossimale.
  1. Cambiamenti fisiologici nella regione interprossimale:
    la dentatura di un adolescente presenta contatti puntiformi tra ogni dente.

Nelle persone anziane si verificano i seguenti cambiamenti:

     • Usura prossimale e occlusale,

     • Abrasione delle creste marginali,

     • Il punto di contatto diventa una superficie di contatto,

     • Il solco dentale diventa una fessura e, con il collasso della papilla)

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  • Recessione gengivale,

• Comparsa di lesioni cariose e patologie parodontali.

  • Lo spazio interprossimale aumenta di volume e la papilla tende a retrarsi in assenza di infiammazione.
  • Il bolo viene ancora schiacciato ma il flusso è più vestibolare che linguale a causa della superficie di contatto,
  • Ristagno di cibo nello spazio interdentale (favorito dalle zone concave e dal collasso della papilla).
  1. eziologie del danno settale:

             Diverse cause di ordine:

  • infettive (carie dentarie prossimali, tartaro).
  • Iatrogeno (terapeutico).
  • Morfologico.
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2.1 Carie dentale e presenza di tartaro:

  La distruzione del punto di contatto dentale da parte della carie provoca inevitabilmente la compattazione e l’accumulo di detriti alimentari, che causano infiammazione, approfondimento del solco gengivale e riassorbimento del setto osseo.

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2.2 Terapie iatrogene:

Tra le cause più comuni:

      • modellazione difettosa del punto di contatto, della cresta marginale e delle fossette.

      • Traboccamento del materiale di tenuta.

      • L’assenza di lucidatura e il controllo dell’intensità del contatto interdentale.

      • Rivestimenti protesici mal adattati.

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  1. Sintomi: 
  • La sindrome settale è caratterizzata da:

         • All’inizio : 

Disagio più o meno marcato durante la masticazione.

Desiderio di liberare lo spazio interdentale dopo i pasti.

Il dolore persiste a causa del freddo e della masticazione.

  • In fase avanzata:
  • Il dolore è provocato e spontaneo, ricorda il dolore della pulpite e può essere: continuo o intermittente.
  • Localizzato o irradiato.
  • Pulsante.
  • Se viene interessato il legamento alveolodentale, il dolore diventa simile a quello di una reazione periapicale acuta.
  • Il dolore può attenuarsi tra i pasti e il paziente lamenta principalmente una forte sensazione di compressione.
  1. Diagnosi:

Basato principalmente sull’anamnesi, sull’ispezione e sull’esame radiologico.

       • Durante l’interrogatorio:

Il paziente lamenta principalmente fastidio o, in fase avanzata, dolore, dovuto soprattutto alla compressione e al freddo, o addirittura un dolore violento, continuo, lancinante e pulsante.

  • L’ispezione rivela:
  • Presenza di carie prossimale o restauro difettoso.
  • Un’ostruzione alimentare nello spazio interadicolare viene rilevata con una sonda smussata.
  • Ipertrofia della papilla interdentale di colore rosso scuro, edematosa, talvolta violacea, sanguinante al minimo tocco.
  • La sua azione decongestionante e emorragica calma il dolore.
  • Al contatto, la papilla è dolorosa quando passa la sonda e quando viene applicata una sostanza fredda o un getto di aria fredda, sanguina al minimo contatto.
  • Il dente è molto sensibile alle percussioni.
  • La radiografia: 

Mostra un coinvolgimento più o meno grave del setto.

La lisi ossea è evidente e presenta una forma correlata al grado di coinvolgimento (orizzontale, verticale o complessa).

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  1. Diagnosi differenziale:

Si pone con:

Pulpite sintomatica: la radiografia confermerà il coinvolgimento del setto.

Parodontite apicale acuta: l’ispezione e la radiografia consentono la differenziazione.

  1. Terapeutico:

Il trattamento ha un triplice obiettivo:

  • Sintomatico,
  • Eziologico,
  • Profilattico.

6.1 Trattamento sintomatico: consiste nel dare sollievo al paziente mediante:

  • curettage accurato della zona interprossimale per rimuovere tutti i detriti incastrati nello spazio interdentale.
  • Contatto con soluzione di acido cromico al 10% o eugenolo.
  • Farmaci antidolorifici e, negli stadi avanzati, antinfiammatori e antibiotici. 

6.2 Trattamento eziologico:

  • Eliminazione di tutte le cause che portano alla ritenzione di residui di cibo.
  • Trattamento della carie.
  • Ricostruzione del punto di contatto adeguato.
  • Correzioni morfologiche della cresta e delle fossette marginali .
  • Eliminazione del traboccamento di materiali otturanti.

6.3 Trattamento profilattico:

  • Rilevare la carie prossimale durante le visite periodiche.
  • Durante la terapia, assicurarsi che tutti gli elementi coronarici siano ripristinati correttamente.
  • Per evitare traboccamenti, utilizzare matrici ad alte prestazioni e cunei di legno.
  • Educare il paziente a una corretta e rigorosa igiene orale.
  1. Complicazioni:

L’evoluzione della lesione determina:

  • Distruzione del setto.
  • Osteolisi complessa che porta alla distruzione totale dell’osso alveolare, causando una notevole mobilità del dente.
  • Carie cementizia sottogengivale.
  • Pulpite in stile retrò.
  • Mortificazioni pulp.
  • Formazione di ascesso intraosseo o ascesso serpiginoso di Roy.
  • Formazione di ascesso mucoso o parulia.

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  Le carie non curate possono raggiungere il nervo del dente.
Le faccette in porcellana restituiscono un sorriso smagliante.
I denti disallineati possono causare mal di testa.
La prevenzione dentale evita trattamenti costosi.
I denti da latte servono da guida per i denti permanenti.
I collutori al fluoro rinforzano lo smalto dei denti.
Una visita annuale ti permetterà di monitorare la tua salute orale.
 

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