Indici di salute orale
I- Introduzione:
La salute parodontale è stata considerata buona, media o insufficiente, con conseguente impossibilità di confronto tra gli studi, a causa della soggettività delle valutazioni, da qui l’interesse per gli indici parodontali.
Questi indici saranno utili anche negli studi epidemiologici sulle malattie parodontali e cariose, nonché per la valutazione dell’igiene orale.
II- l’indice:
1- Definizione di indice: è un numero utilizzato per evidenziare l’esistenza di una caratteristica o per esprimere quantitativamente il valore della caratteristica (secondo BAUME 1969).
È un’espressione numerica di criteri diagnostici definiti, destinata a quantificare e qualificare sistematicamente le osservazioni raccolte.
2- Caratteristiche richieste di un indice:
– Facile da usare da parte di un gran numero di investigatori per un gran numero di siti con tempi e costi minimi.
– Osservazione rapida, chiara e sufficiente che consenta di formulare una diagnosi.
– Possibilità di utilizzare i risultati a fini statistici.
– Avere elevata affidabilità e facile quantificazione dei risultati indipendentemente dal grado di conseguimento.
III- indici in parodontologia:
1- Indici irreversibili:
Sulla base della perdita ossea, della perdita di attacco, della perdita dei denti, permettono di valutare i danni irreversibili della malattia, traducendo un risultato che non può tornare allo stadio zero anche se la lesione scompare o guarisce.
a- Indici parodontali:
→ Indice radiologico secondo ENGELBERG: permette di stimare il grado di distruzione ossea misurando la distanza che separa la giunzione smalto-cemento dal limite della zona di distruzione ossea.
Ma presenta alcuni svantaggi:
– La giunzione smalto-cemento non è sempre visibile nelle radiografie.
– L’entità della distruzione ossea non è sempre evidente a livello delle cellule multiradicate.
– L’altezza dell’osso alveolare non è sempre misurabile, a causa di malposizioni dentarie (25% dei casi)
Le immagini sono solo un’istantanea del passato della malattia e non è possibile formulare alcuna prognosi.
→ Indice di biforcazione di GLICKMAN:
Rimane uno degli indici di forcazione più comuni e ha adottato le seguenti classificazioni:
0: nessun coinvolgimento della forcazione
1: L’alveolisi raggiunge la zona della biforcazione ma non passa sotto il tronco della radice comune.
2: il riassorbimento osseo sotto la forcazione è parziale, la sonda penetra nello spazio interadicolare ma non lo attraversa.
3: l’attenuazione della biforcazione è completa, la sonda passa da entrambi i lati.
4: il danno completo è accompagnato da un notevole riassorbimento dell’osso intradicolare, l’ingresso della forcazione non è più nascosto dalla gengiva.
→ Indice di recessione STAHL e MORRIS:
Viene stabilita la proporzione di denti con ECG scoperto in rapporto al numero totale dei denti.
Semplice e rapido da stabilire, questo indice può essere utilizzato sia su soggetti isolati che su gruppi, ma manca di rigore, perché la recessione gengivale può derivare da uno spazzolamento eccessivo in un soggetto con parodonto sano, ma gengive sottili e scarsamente vascolarizzate.
D’altro canto, la presenza di tartaro rende difficoltosa l’indagine e talvolta la sua rimozione è sufficiente per eliminare completamente la recessione gengivale, falsando così le statistiche.
→ Indice di recessione MILLER:
Questa classificazione è stata descritta nel 1985 e ha il vantaggio di poter anticipare le possibilità di recupero terapeutico.
Questo autore distingue quattro classi:
Classe 1: la lesione non si estende oltre la giunzione mucogengivale
Classe 2: la lesione raggiunge o supera la giunzione mucogengivale
→ Queste prime due classi corrispondono in realtà a recessioni gengivali.
Classe 3: la lesione raggiunge o supera la giunzione mucogengivale, inoltre si ha perdita delle papille interdentali e dell’osso sottostante, ma sempre in una situazione coronale di recessione generale.
Classe 4: la lesione raggiunge o supera la JMG, la perdita di papille e di osso interdentale raggiunge lo stesso livello di quella della recessione.
→ Queste ultime due classi = in realtà situazioni di retrazione parodontale.
b- Indici di anomalie occlusali:
→ Indice di abrasione secondo AGUEL:
Questo è un indicatore complementare di anomalia occlusale:
0: nessuna abrasione
1: abrasione a livello dello smalto
2: abrasione a livello dello smalto + comparsa di isole di dentina
3: abrasione a livello dello smalto + comparsa della superficie della dentina
4: abrasione significativa dove la polpa è visibile in trasparenza
5: Esporre la polpa
→ Indice di mobilità secondo ARPA:
0: stato fisiologico
1: mobilità orizzontale inferiore a un mm percepibile al dito
2: mobilità orizzontale inferiore a un mm percepibile all’occhio
3: mobilità orizzontale maggiore di un mm
4: mobilità orizzontale e assiale
2- Indici reversibili:
Indici di salute orale
a- Indici gengivali:
→ PMA secondo SCHOUR e MASSLER:
Pubblicato nel 1947, secondo loro l’infiammazione colpisce prima la papilla, poi la gengiva marginale e infine la gengiva aderente; in ogni regione il grado di infiammazione è valutato da 0 a 5.
Questo indice ci consente di confrontare la prevalenza e la gravità dei punteggi di diversi campioni di popolazione.
0: nessuna infiammazione
1: infiammazione lieve
2: infiammazione media
3: forte infiammazione
4: infiammazione molto intensa
5: perdita della papilla
Attualmente questo indice viene valutato da 0 a 3 sulle papille gengivali, sulla gengiva marginale e sulla gengiva aderente.
→ GI de LOË e SILENZIO 1963:
Questo è un segno di infiammazione gengivale, come noteremo;
0: nessun segno di infiammazione
1: c’è un leggero cambiamento di colore, un leggero edema, un segno di lieve infiammazione
2: si nota un cambiamento di colore, edema moderato che indica un’infiammazione moderata con sanguinamento causato dal sondaggio
3: ci sono segni di grave infiammazione; cambiamento di colore, edema significativo, ulcerazione spontanea e sanguinamento
* Questo indice viene valutato per ciascun dente in quattro siti (V, L, M, D), quindi viene calcolata la media dei 4 punteggi per ciascun sito e la somma dei punteggi medi per dente viene divisa per il numero di denti esaminati.
→ SBI di MUHLEMAN e FIGLIO 1971:
Derivato dal precedente, trattiene il sanguinamento, ma ne apprezziamo anche la forma e la colorazione gengivale, si stabilisce mediante una sonda parodontale introdotta nel solco.
0: gengiva normale, nessun sanguinamento al sondaggio.
1: sanguinamento al sondaggio, nessun cambiamento di colore o contorno.
2: sanguinamento al sondaggio, eritema.
3: sanguinamento al sondaggio, eritema, edema moderato.
4: sanguinamento al sondaggio, eritema, edema significativo.
5: sanguinamento al sondaggio, sanguinamento spontaneo, edema significativo con o senza ulcerazione.
→ PBI di MUHLEMAN e SAXER 1975:
Derivato dal precedente, conserva solo il sanguinamento a livello delle papille sul versante vestibolare e linguale; Questo sanguinamento viene ricercato con una sonda dalla punta smussata, spazzolando con una leggera pressione il solco dalla base della papilla alla sua sommità lungo le superfici mesiali e distali di ciascun dente.
Indicatore clinico dell’infiammazione gengivale, permette di valutare il successo del trattamento parodontale, ma soprattutto serve a motivare il paziente a praticare l’igiene orale.
Infatti, la regressione del sanguinamento risponde all’efficacia delle misure di rimozione della placca.
0: nessuna emorragia.
1: Appare un solo punto di sanguinamento.
2: un bordo sanguinante che riempie il solco.
3: emorragia profusa che trabocca dal solco.
→ GBI AYNAMO e BAY 1975:
Si basa e si limita all’esame del sanguinamento e si effettua utilizzando una sonda parodontale introdotta nel solco.
Se entro 10 secondi dal sondaggio compare sanguinamento, il sito è positivo, per ogni dente vengono esaminati 4 siti (MV, V, DV, L) e i risultati vengono espressi in percentuale.
Indici di salute orale
Numero di siti di sanguinamento x 100
Numero di siti osservati
b- Indici di igiene orale:
→ PI de LOË e SILENZIO 1964:
Dopo l’asciugatura dei siti all’aria, si valuta lo spessore della placca non colorata da 0 a 3, a livello cervicale, attorno a ciascun dente, si completa il GI, noteremo:
0: nessuna placca presente sui denti.
1: c’è una placca invisibile all’occhio ma visibile quando ci passa sopra una sonda.
2: è presente una placca visibile a occhio nudo.
3: accumulo significativo di placca.
La registrazione dei dati e il calcolo dell’indice vengono eseguiti nello stesso modo del GI.
→ Indice IHO 1972:
Registra l’accumulo di placca (dopo la colorazione) su tutte le superfici dentali, il medico annota su un foglio dei segni, con a + la presenza di placca o a – la sua assenza, l’indice è pari alla percentuale di facce ricoperte di placca.
→ Indice di salute orale semplificato OHIS di GREEN e VERMILLON 1960:
La placca e il tartaro vengono ricercati sulla superficie vestibolare degli incisivi 11, 12 e sulla superficie linguale degli incisivi 37, 47.
L’estensione dei depositi viene valutata su 1/3 della superficie e il DI (indice di detriti) e il CI (indice di tartaro) vengono valutati da 0 a 3 e, anche se non interessano tutti i denti, i risultati sono significativi.
L’indice ha mostrato che le apparenti correlazioni con l’area geografica o altre differenze demografiche erano in realtà legate a differenze nei livelli di igiene.
→ RI di BJÖRBY e LOË:
Questo indice valuta innanzitutto la ritenzione della placca causata dalla presenza di carie e di ricostruzioni coronali inadeguate, valutando da 0 a 3.
0: niente tartaro, carie o otturazioni.
1: Carie, tartaro o otturazione vicino alla gengiva.
2: carie, tartaro o otturazione a contatto con la gengiva marginale e leggermente sottogengivale.
3: carie o otturazione sotto la gengiva marginale, abbondante tartaro sottogengivale.
→ CSI di ENNEVER et al 1961:
CSI: le facce linguali dei 4 inc inferiori sono divise in 4 zone dalla loro diagonale e la presenza di tartaro è valutata con valore 1, l’indice totale rappresenta la somma dei singoli indici.
Indici di salute orale
VM: sui 6 denti superiori e inferiori.
c- Indici misti:
→ PI (indice parodontale) da RUSSELL 1959:
Questo indice si basa sui segni della parodontite e sulla cronologia della loro comparsa sui 4 lati dei denti:
0: gengive sane.
1: Gengiva parzialmente infiammata.
2: Gengiva infiammata attorno all’intero dente.
6: formazione di una tasca parodontale.
8: perdita della funzione dovuta alla mobilità dei denti.
Non richiedendo apparecchiature complesse, è rapido da valutare, questo indice è ampiamente utilizzato nelle indagini epidemiologiche per studiare la predisposizione alla malattia parodontale, nell’analisi del valore di un trattamento o di un metodo preventivo, ma la soggettività delle osservazioni rende difficile il confronto degli studi.
Gli alti gradi delle tasche/stadi iniziali rischiano di oscurarli e la leggera sfumatura di valutazione tra tasche superficiali e profonde non consente di distinguerli.
Indici di salute orale
→ Indice della malattia parodontale (RAMFJORD 1959):
Stabilito per la distruzione parodontale, stima la gengivite e specifica la perdita di attacco (invece della profondità della tasca, quindi non è reversibile e riguarda 6 denti; 16, 21, 24, 36, 41, 34, considerati come rappresentanti delle arcate e se uno di questi denti è assente, il suo vicino distale lo sostituisce.
La scala dei valori è identica a quella di RUSSELL; Include anche una sezione per valutare il livello di igiene orale.
→ PDR di SANDLER e STAHL:
Si conta il numero dei denti interessati dal punto di vista parodontale, espresso in percentuale rispetto al numero dei denti del soggetto; un dente si considera affetto da malattia parodontale non appena si manifestano gengiviti, iperplasie, necrosi o secrezioni purulente dal SGD.
Notiamo inoltre l’approfondimento dell’SGD di 3 mm o più, lo spostamento del dente di oltre 1 mm, segni radiologici di alveolisi superiori a + 3 mm.
Indici di salute orale
3- Valutazione delle necessità di cure parodontali:
Nonostante le attuali conoscenze, sembra che in molti Paesi non vengano adottate misure efficaci di prevenzione e cura delle malattie parodontali. L’OMS ha quindi avviato la ricerca sui metodi di valutazione dei bisogni assistenziali: il PTNS, il PSE e il CPITN.
1- PTNS (Periodental treatment needs system di JOHANSON et al):
Questo sistema si basa sulla velocità dell’esame: la dentatura viene divisa in 4 quadranti, in ognuno di essi viene valutato lo stato del dente più colpito dalla parodontite, dal punto di vista delle sue esigenze terapeutiche.
0: nessuna necessità di cure speciali
1: necessità di educazione all’igiene orale
2: è necessaria un’educazione all’igiene orale + detartrasi + rimozione delle otturazioni traboccanti
3: necessità di ulteriore trattamento complesso specializzato
Questo indice permette, tra le altre cose, di stimare il tempo necessario per prestare assistenza in base alla gravità della lesione.
2- PSE (Esame di screening parodontale tramite DEVER):
Questo metodo prevede la misurazione della profondità delle tasche agli angoli MV e DV dei denti rimanenti, il sanguinamento al sondaggio e la profondità delle tasche (da 0 a 3 mm, da 4 a 5 mm o più) indicano le esigenze terapeutiche.
Da 0 a 3 mm senza sanguinamento: nessun trattamento speciale.
Da 0 a 3 mm con sanguinamento: dominio dell’igienista.
Da 4 a 5 mm: dominio del dentista generico.
6 e oltre: area dello specialista parodontologo .
3- CPITN (Indice comunitario di necessità di trattamento parodontale di AINAMO):
Sviluppato per determinare la distribuzione e la gravità della malattia parodontale da AINAMO et al nel 1982 e modificato da CUTRUSS et al nel 1987.
Il medico utilizza una sonda parodontale appositamente progettata con marcatori fissi montati direttamente sulla scala dell’indice.
La gravità della malattia, così come le necessità di trattamento, vengono determinate in base a 2 parametri clinici; infiammazione e profondità delle tasche parodontali.
Questo metodo si basa sul PTNS e sulla divisione della bocca in 6 segmenti, che devono contenere almeno 2 denti funzionali; se uno dei sestanti contiene un solo dente funzionale, il suo valore viene sommato a quello del segmento adiacente.
L’OMS ha sviluppato una sonda parodontale di 0,5 mm di diametro che termina con una piccola pallina e presenta tra 3,5 e 5 mm di colore nero; quando questa porzione colorata scompare sotto la gengiva, il valore del sestante è 4 ed è indicato un trattamento complesso.
Quando è parzialmente visibile, il sestante è classificato come 3 e il trattamento è di desquamazione superficiale con istruzioni igieniche.
Se la parte colorata rimane completamente visibile, la valutazione è 2 e il trattamento è identico alla valutazione 3.
Il punteggio 1 viene assegnato al sestante sanguinante durante il sondaggio, privo di tartaro o sporgenze che potrebbero ospitare PB e il trattamento è limitato alla motivazione per HBD.
Viene mantenuto solo il valore più alto, che viene utilizzato per valutare i soggetti nel periodo di mantenimento.
Indici di salute orale
IV- indici di carie:
1-l’indice CAD: (Klein e Palmer 1937)
Consente di misurare qualitativamente e quantitativamente lo stato di salute orale di un individuo o di un campione di popolazione.
- CAO individuale = Numero di denti cariati (C) + numero di denti mancanti (A) + numero di denti otturati (O)
- CAD medio = somma dei singoli valori / numero di soggetti esaminati
- Nella dentizione permanente questo indice è formulato in lettere maiuscole e si riferisce a 28 denti (COA/D) e 128 facce (CAO/F)
- Nella dentizione temporanea è formulata in lettere minuscole e copre 20 (cod) denti e 88 facce.
- Quando si stabilisce questo indice sui denti temporanei, i denti mancanti non vengono conteggiati.
2- l’indice di Banting:
- Criterio 1: superficie morbida, scolorita, discreta e delimitata
- Criterio 2: Penetrazione della sonda che cattura
- Criterio 3: lesione localizzata alla giunzione smalto-cemento
- Criterio 4: lesione restaurata di origine cariosa
3- Indice di carie radicolare RCI:
(Numero di superfici radicali cariate e riempite/numero di superfici radicali cariate e sane) x100.
V- Importanza e utilizzo degli indici:
Questi diversi indici hanno lo scopo, una volta analizzati i risultati delle indagini, di orientare i responsabili della sanità pubblica nella scelta delle priorità da attribuire a questo o a quell’aspetto particolare evidenziato da questo o quello studio.
Gli individui saranno portati a trarre insegnamenti dalla valutazione dei problemi evidenziati o dei trattamenti implementati, sia nella loro pratica quotidiana sia in termini di economia sanitaria.
La scelta dell’indice parodontale dipenderà principalmente dal risultato desiderato.
VI- Conclusione:
Le indagini epidemiologiche continuano a perfezionarsi e a crescere in precisione, migliorando il lavoro di valutazione di nuovi metodi preventivi o terapeutici. Gli indici di questo fatto vengono spesso rivisti e migliorati per tenere il passo con questa perfezione.
Le corone dentali vengono utilizzate per ripristinare la forma e la funzione di un dente danneggiato.
Il bruxismo, ovvero il digrignamento dei denti, può causare un’usura prematura e spesso richiede l’uso di un tutore durante la notte.
Gli ascessi dentali sono infezioni dolorose che richiedono un trattamento tempestivo per evitare complicazioni. L’innesto gengivale è una procedura chirurgica che può curare la recessione gengivale. I dentisti utilizzano materiali compositi per le otturazioni perché riproducono il colore naturale dei denti.
Una dieta ricca di zuccheri aumenta il rischio di sviluppare carie.
L’igiene dentale pediatrica è fondamentale per far sì che i bambini acquisiscano buone abitudini igieniche fin dalla tenera età.