INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI DEGLI IMPIANTI DENTALI
Programma del corso
Introduzione
- Indicazioni per l’impianto
- Controindicazioni dell’impianto
- Controindicazioni assolute
- Controindicazioni generali relative a
- Controindicazioni locali relative Conclusione
Riferimenti bibliografici
OBIETTIVO FORMATIVO DEL CORSO
Identificare chiaramente le indicazioni per un trattamento di successo
Introduzione
L’implantologia, eredità del professor Brånemark e del concetto di osteointegrazione, si è sviluppata a partire dall’inizio degli anni ’80 fino a diventare oggi una terapia comune. Questa disciplina offre una soluzione all’edentulia parziale o totale, singola o multipla, monolaterale o bilaterale, per restauri fissi o rimovibili.
Tuttavia, questa disciplina obbedisce a regole e condizioni che determinano queste indicazioni e controindicazioni.
- Indicazioni per l’impianto
Gli impianti dentali hanno diverse indicazioni:
Nella protesi fissa:
- Edentulia singola con denti adiacenti sani
- Richiesta di terapia conservativa
- Edentulia posteriore libera che rende impossibile il restauro fisso
- Assenza di moncone dentale per realizzare una protesi fissa
Nelle protesi rimovibili:
- Rifiuto psicologico di indossare una protesi ausiliaria
- Abitudini parafunzionali che compromettono la stabilità di una protesi aggiuntiva
- Mancanza di ritenzione di una protesi aggiuntiva
- Instabilità di una protesi aggiuntiva
- Disagio funzionale con protesi rimovibili
Nell’ODF:
- Agenesia dentale
- Fornitura di ancoraggi ortodontici per ottenere movimenti a livello della stessa arcata, movimenti interarcata, movimenti delle basi ossee.
- Controindicazioni dell’impianto
Le controindicazioni relative o assolute (IC) alla chirurgia implantare sono legate a condizioni per le quali la procedura chirurgica è rischiosa o interferisce con la guarigione dei tessuti.
- Controindicazioni assolute
- Malattie cardiache a rischio e ad alto rischio di endocardite infettiva : protesi valvolari aortiche o mitraliche, cardiopatie congenite cianotiche e anamnesi di endocardite infettiva; Le malattie cardiache a rischio sono la malattia della valvola aortica o mitrale e la cardiomiopatia ostruttiva.
- Infarto recente .
- Grave insufficienza cardiaca .
- Immunodeficienze congenite e acquisite (AIDS)
- Pazienti trattati con immunosoppressori o corticosteroidi a lungo termine.
- Condizioni che richiedono o si prevede che richiedano il trapianto di organi .
- Tumori in fase di sviluppo .
- Disturbi del metabolismo osseo : osteomalacia, morbo di Paget, osteogenesi imperfetta.
- Età: l’età avanzata non è una controindicazione agli impianti dentali, ma è importante verificare le condizioni generali del paziente, la sua destrezza manuale e la sua capacità mentale di ricevere gli impianti. D’altro canto, nei bambini o negli adolescenti, diversi studi dimostrano che l’impianto si comporta come un dente anchiloso e non segue la crescita verticale delle mascelle. È quindi fondamentale attendere la fine della crescita mascellare prima di prendere in considerazione la terapia implantare negli adolescenti.
- Controindicazioni generali relative a
- Diabete: aumenta il rischio di guarigione compromessa e di infezione postoperatoria
- (Roberts, Simmons; Garetto, De Castro 1992) (55). Nei diabetici insulino-dipendenti (tipo 1) scarsamente bilanciati, la guarigione è più frequentemente compromessa e le complicazioni infettive aumentano. Tuttavia, se il paziente viene monitorato correttamente e viene effettuata la profilassi antibiotica, non vi è alcun rischio operatorio particolare.
- Gravidanza.
- Insufficienza coronarica, angina .
- Trattamenti anticoagulanti : questi pazienti devono essere trattati con le consuete precauzioni. Prima di qualsiasi intervento, si raccomanda di consultare il terapeuta interessato per poter proseguire, interrompere o modificare il trattamento.
- Malattie autoimmuni: lupus, artrite reumatoide, sclerodermia, ecc. L’uso prolungato di corticosteroidi è stato associato a una guarigione compromessa e a un rischio aumentato di infezioni post-operatorie. Possono anche alterare il metabolismo osseo. L’asepsi deve essere rigorosa e sarà necessaria la profilassi antibiotica.
- Sieropositività: se l’impianto rappresenta una CI formale per i pazienti con uno stadio dichiarato di AIDS, per i pazienti con segni di immunodepressione, in particolare quelli con livelli di LT4 abbassati, l’impianto deve essere discusso e deve essere misurato il rapporto beneficio/rischio.
- Fumo eccessivo: il fumo è considerato un fattore di rischio per il fallimento dell’impianto. I fumatori accaniti corrono un rischio maggiore di compromissione della guarigione ossea e del metabolismo.
- Malattie psichiatriche, disturbi psicologici : alcune condizioni psichiatriche possono rappresentare un CI per la chirurgia implantare. Tra questi rientrano sindromi psicotiche come la paranoia o la schizofrenia, disturbi della personalità e disturbi neurologici, nonché demenza presenile. È molto importante anche individuare i pazienti con esigenze estetiche non realistiche. Quanto più elevata è la richiesta estetica, tanto più il paziente deve essere collaborativo e pienamente consapevole della difficoltà, dei vincoli e della durata del trattamento.
- Tossicodipendenti, alcolismo : si dovrebbero evitare trattamenti che richiedono un rigoroso mantenimento a lungo termine. Questi farmaci compromettono anche il processo di guarigione.
- Radioterapia cervicofacciale: il pericolo principale è l’osteoradionecrosi. L’irradiazione provoca effetti collaterali precoci sui tessuti ed effetti tardivi sul metabolismo osseo. La vascolarizzazione ossea risulta compromessa anche dopo una singola radioterapia a bassa dose. Aumenta la suscettibilità alle infezioni. La guarigione è compromessa soprattutto nell’osso mandibolare a causa della sua struttura composita e della ridotta vascolarizzazione. Il posizionamento degli impianti dovrà
essere effettuato con un rigoroso protocollo asettico, preferibilmente in anestesia generale (per evitare l’uso di vasocostrittori) e in stretta collaborazione con l’équipe che ha eseguito la radioterapia.
- Controindicazioni locali relative
- Prima dell’inserimento dell’impianto è necessario trattare le dermatosi orali : candidosi, eczema, lichen planus, leucoplachia, erosioni.
- Malattie parodontali : gli agenti patogeni parodontali presenti nei denti naturali possono colonizzare il solco perimplantare. Il rischio di sviluppare infezioni perimplantari è più elevato nei pazienti affetti da parodontite, soprattutto nelle forme aggressive. Sarà quindi necessario ripulire il parodonto e stabilizzare la malattia prima di prendere in considerazione il trattamento implantare.
- Bruxismo: un paziente affetto da bruxismo o che ha perso i denti naturali a causa di una frattura deve essere considerato a rischio significativo. L’intensità delle forze sviluppate durante la masticazione e le abitudini parafunzionali possono avere ripercussioni significative sulla stabilità dei componenti dell’impianto. Questo rischio è amplificato se le forze occlusali non sono distribuite lungo l’asse dell’impianto. Dovrebbe quindi essere indicata una terapia occlusodontica iniziale.
- Volumi ossei limitati e vicinanza delle strutture anatomiche: nella mascella, in presenza di riassorbimento significativo, la vicinanza delle fosse nasali e dei seni può limitare o addirittura controindicare il posizionamento degli impianti. Nella mandibola, le strutture anatomiche da evitare sono il foro mentoniero e il canale mandibolare. Tutte queste strutture devono essere lasciate a una distanza di 2 mm dalla foratura.
- La mancanza di volume osseo per l’impianto e le sue distanze di sicurezza possono rappresentare un limite all’implantologia, almeno come trattamento di prima linea.
- Occlusione sfavorevole: prima di prendere in considerazione la terapia implantare, è necessario correggere l’assenza di cuneo posteriore o di guida incisale, per distribuire armoniosamente i contatti occlusali. Per ospitare uno spazio protesico è inoltre necessaria una distanza intermascellare sufficiente o una distanza dell’arco antagonista alla cresta.
adeguato (6 mm sembrano il minimo). Infine, l’apertura limitata della bocca può controindicare il posizionamento di impianti nei settori posteriori.
- Presenza di lesioni ossee circostanti: lesioni parodontali ed endodontiche dei denti adiacenti, presenza di granulomi e cisti periapicali, patologie dei seni paranasali, denti inclusi.
- Scarsa o trascurata igiene orale .
Conclusione
L’inserimento di un impianto segue precise istruzioni, frutto di sperimentazioni e studi approfonditi sul campo.
L’intervento chirurgico è di routine e pressoché indolore; tuttavia, come per qualsiasi intervento di chirurgia orale, la prevenzione delle complicazioni intraoperatorie inizia con un colloquio meticoloso per valutare se il paziente è “a rischio”.
Il rischio può essere medico, infettivo, emorragico, funzionale, biomeccanico o estetico. Le controindicazioni per l’intervento di implantologia sono le stesse di qualsiasi intervento di chirurgia orale non urgente.
Riferimenti bibliografici
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- Brägger U, heitz-Mayfield L. Guida al trattamento ITI: complicazioni biologiche e meccaniche nell’implantologia dentale . Parigi: Quintessence International; 2018. Capitolo 7, prevenzione delle complicazioni biologiche; P. 93-95. 89.
- Davarpanah M, Martinez H. Manuale di implantologia clinica, cdp Parigi 2012.
- Davarpanah M, Szmukler-Moncler S, Rajzbaum P, Sater S, Zyman P, Jakubowicz-Kohen B. Manuale di implantologia clinica. 4a ed. Francia: cdp – JPIO; 2018
- Wismeijer D, Casentini P, Galluci G, Chiapasco M. Guida al trattamento ITI: protocollo di carico in implantologia dentale in pazienti edentuli. Parigi: Quintessence International; 2018. Capitolo 8, Atti della quarta conferenza di consenso T; P. Italiano: 221-227.
INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI DEGLI IMPIANTI DENTALI
Le carie non curate possono portare alla perdita dei denti.
Le faccette dentali ripristinano un sorriso armonioso in poche sedute.
I denti disallineati possono causare dolori alle articolazioni.
Gli impianti dentali vengono fissati nell’osso per garantire una stabilità ottimale.
I collutori alla clorexidina curano le infezioni gengivali.
I denti da latte danneggiati possono compromettere la capacità di parlare e masticare.
Sostituire lo spazzolino ogni tre mesi garantisce un’igiene efficace.