I diversi elementi di un telaio metallico

I diversi elementi di un telaio metallico

1. Introduzione

  • Il telaio è lo scheletro metallico di un PPMA. Presenta diversi elementi da descrivere, ciascuno dei quali ha un ruolo ben definito nella protesi.

2. Definizione di un telaio

  • Il telaio, la massa della protesi, definita da “Raout” come: “uno scheletro che poggia sulle creste gengivo-ossee, da un lato sostiene i denti sostitutivi, dall’altro si fissa e si appoggia su un certo numero di denti persistenti, evitando di sottoporli ad azioni che potrebbero nuocere alla loro integrità”.

2. Leghe destinate al telaio

2.1 Le qualità richieste per le Leghe

  • Biocompatibilità: Assenza di tossicità-allergia
  • Allungamento sufficiente.
  • Resistente all’usura e alla corrosione nei fluidi orali.
  • Elevata elasticità ed elevata rigidità
  • Facile da gestire con tecniche di laboratorio

2.2 Leghe utilizzate

  • Leghe cromo-cobalto
  • Leghe preziose (oro tipo IV)
  • Titanio commercialmente puro.

3. i diversi elementi del telaio metallico:

  • Il telaio metallico è composto da diversi elementi:
    • La connessione principale
    • Connessioni secondarie
    • Gli sgabelli
    • Ganci o attacchi
  • Ciascuno di questi elementi ha una funzione e un’indicazione specifica nel bilancio del PPMA.

3.1 Collegamento principale o rinforzo

3.1.1 Definizione

  • Secondo Borel è l’elemento base del PPMA, collega la/le sella/e agli elementi sintetici con supporto dentale e fa parte, insieme alle selle in resina, della piastra di base.
  • Elemento base della protesi a cui si collegano gli altri elementi e consente loro di lavorare in sinergia. Esistono diverse forme, che differiscono a seconda del tipo di arcata e dell’entità della perdita dei denti.

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3.1.2 Important

  • Le sue caratteristiche e i suoi ruoli differiscono tra la mascella e la mandibola, ma soddisfano tre requisiti comuni.
    • Rigidità e resistenza meccanica
    • Rispetto per i tessuti osteomucosi
    • Garantire il comfort del paziente

3.1.3 Collegamento principale alla mascella

  • Il telaio svolge un ruolo importante nel sostegno e un ruolo minore nella stabilizzazione. Sono disponibili diverse forme.

3.1.3.1 La piastra di copertura completa

Indicazione  : edentulia significativa con numero molto ridotto di denti pilastro, soprattutto nei casi di CL I, II, IV, subtotale.

Svantaggi:

  • Assenza di distacco a livello dell’anello gengivale dei denti residui.
  • Rischio di infiammazione della gengiva marginale, da qui la necessità di una buona lucidatura del metallo.
  • Richiede un’igiene rigorosa.
  • Disagio per il paziente dovuto alla copertura totale del palato.

Progetto :

  • Il margine anteriore: esteso fino ai cingoli dei denti anteriori rimanenti, per compensare l’assenza di sottosquadro dell’anello gengivale, scarico effettuato dall’intradosso (0,8 mm sul rafe mediano).
  • Il bordo posteriore: si trova da 1 a 3 mm davanti al perno-diga, in certi casi può essere auspicabile stabilire un contatto sulla linea di riflessione del velo (2 mm dietro le fossette palatali) mentre per una protesi completa, si consiglia in tal caso di prevedere nella placca da 4 o 5 mm una griglia destinata a trattenere una striscia di resina acrilica (per un’articolazione del perno precisa e modificabile senza difficoltà: articolazione palatale della bicicletta).

3.1.3.2 La placca palatale larga o piena

  • Si tratta di elementi in metallo fuso che poggiano pesantemente sulla volta palatina, garantendo una rigidità e una stabilità soddisfacenti. Il loro spessore è compreso tra 0,4 e 0,6 mm. (taglio da 5 mm).

Indicato:  in caso di edentulia con supporto dento-osteo-mucoso (CL I, II, IV(KA): estensione media o ampia.)

Vantaggi:

  • Alleggerisce i denti di supporto: distribuzione uniforme delle forze.
  • Contribuisce all’equilibrio della protesi.
  • Comodo: perché lo spessore è ridotto e la parte anteriore è trasparente.

Design:  È limitato:

  • Antecedentemente  : da una linea che collega gli appoggi occlusali evitando gli indici negativi (papille palatali e bunoidiche)
  • Posteriormente  : pochi millimetri prima della giunzione velo-palatino; a volte nella regione post mediale può essere intagliata a seconda delle condizioni anatomiche o rispettare la forma a ferro di cavallo quando il palato è ogivale con una forma fessurata in certi casi quando è presente un toro palatino e anche presenza di un riflesso faringeo significativo a condizione che il supporto sul lato linguale delle creste non sia ridotto e che le tuberosità siano coperte.
  • Lateralmente  : tramite l’unione con le selle.

3.1.3.3 Piastra stretta

Indicazione

È indicato per le classi III, VI (KA) di piccola estensione che necessitano solo di supporto dentale.

Benefici

fornisce rigidità senza essere ingombrante (leggermente spesso al centro).

Progetto

La tornitura rispetta gli stessi criteri della piastra larga.

  • Il bordo anteriore  : è limitato alle facce distali dei denti che delimitano mesialmente lo spazio.
  • Il bordo posteriore  : termina a livello delle superfici massicce dei denti che delimitano distalmente la zona edentula.

3.1.3.4 Piastra distanziatrice singola o barra palatale

Indicazione

nei casi di piccola edentulia intercalata (classe III, VI).

Svantaggi

Svantaggi

  • Può causare disturbi del linguaggio.
  • Scomodo per il paziente se è troppo spesso per conferire rigidità.
  • Non rigido se ha una sezione ridotta per garantire il comfort del paziente, quindi sarà dannoso per i denti di appoggio, quindi evitatene l’uso.

Progetto

Si tratta di una barra di sezione semicircolare, situata nella regione mediale o posteriore del palato (opposta al primo o al secondo molare), larga da 6 a 8 mm e spessa 2-3 mm al centro.

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1.3.5 Barra palatale doppia o distanziatore palatale doppio

Indicazione:
Si tratta di un punto di lavoro e di supporto dento-parodontale e di mezzi estesi.
CE III e CE VI, può essere utilizzato nella seguente tabella:

  • Svantaggi:
    • Mancanza di comfort per il paziente dovuto allo spessore della parte anteriore che può richiedere una percezione tattile più spiacevole alla lingua rispetto ad una placca che si sviluppa maggiormente in superficie, ma su uno spessore da tavolo perché in questo tipo di placca a doppio distanziatore le barre devono creare una struttura rigida per garantire la distribuzione delle forze su tutti i denti pilastro.

Progetto :

  • Il contorno esterno è conforme ai criteri descritti per la placca larga, vale a dire la linea del collo, l’estensione anteriore e posteriore.
  • Il doppio distanziatore realizza un incavo palatale centrale simmetrico rispetto all’asse mediano:
    • La parte anteriore  : deve liberare la zona retro-incisale, il frenulo, per non ostacolare la fonazione. 6 mm di larghezza
    • La parte posteriore  : si trova di fronte ai secondi molari. Simmetrica e parallela alla barra anteriore e appoggiata alla giunzione tra palato duro e palato molle, questa barra perno, leggermente più rigida (larga 9 mm) e più spessa della barra anteriore, deve essere situata in una zona inaccessibile alla lingua.
  • La sezione delle barre ha un profilo semi-smussato (forma convessa), con uno spessore di 2 mm al centro che ne garantisce la rigidità. A livello dei denti naturali è previsto un sottosquadro di 5-6 mm.
  • Queste barre sono collegate da due segmenti laterali, questi ultimi devono essere simmetrici e distanti 6 mm dai denti rimanenti.

3.1.3.6 La piastra a “U” o a ferro di cavallo

Indicazione:
CI I, II (KA) edentulia con palato toro grande e inoperabile o palato molto profondo con apice fessurato, nausea e reflusso.

Vantaggi:
comfort del paziente.


Inconveniente:

  • Trauma parodontale marginale
  • Mancanza di rigidità relativa della piastra.

Progettazione:
Due fattori che influenzano la disposizione della piastra a forma di U sono il numero di denti rimanenti e il loro valore.

  • Anti  : la parte interessa 2 tracciati diversi oppure è limitata da una linea che unisce la faccia mesiale dei denti pilastro limitando i segmenti edentuli che uniscono gli appoggi occlusali. Poggia sul capitolo dei denti anteriori (U rovesciata).
  • Palo: il suo limite palo è delimitato da 2 linee simmetriche che inglobano le tuberosità seguendo un orientamento approssimativamente parallelo alla linea di cresta delle stesse per incontrarsi verso la parte anteriore, determinando una tacca più o meno marcata (la loro linea corrisponde ad una forma a ferro di cavallo).

3.1.4 Collegamento principale alla mandibola

  • Il collegamento principale non può fornire supporto o stabilizzazione a causa della piccola superficie utilizzabile a livello del tavolo interno anteriore. La sua forma è guidata dall’anatomia della tavola interna e dallo studio del suo asse al parallelizzatore, il suo ruolo è quello di collegare gli altri elementi del telaio.

3.1.4.1 La barra linguale

  • Rappresenta il collegamento privilegiato con la mandibola e consente solo il collegamento delle selle tra loro e non partecipa a funzioni di sostegno o stabilizzazione perché non è mai a contatto con le strutture di sostegno dento-mucose ma viene più o meno asportato a seconda delle classi di edentulia e del profilo del tavolo alveolare interno.

Indicazione:

  • Tavolo interno con altezza sufficiente.
  • Frenulo linguale a bassa inserzione.
  • Pavimento orale in posizione bassa.
  • Nessuna recessione gengivale.

Vantaggi:

  • Permette una buona igiene orale.
  • La sua altezza e spessore soddisfano i criteri di resistenza meccanica e regicidio.
  • Comfort del paziente: non percepibile dalla lingua.

Progetto :

  • La sua sezione ha la forma di una mezza pera, con la parte piatta rivolta verso la mucosa e quella voluminosa rivolta verso il pavimento.

Dimensioni:  spessore da 1,7 a 2 mm e altezza da 3 a 3,5 mm per soddisfare i criteri di resistenza meccanica e rigidità.

Situazione :

  • In direzione verticale; deve lasciare almeno 3,5 mm di spazio libero dai denti rimanenti per proteggere gli anelli gengivali e 1 mm dal frenulo linguale.
  • Nella direzione ant-post dipende dall’orientamento della pendenza retro-incisale del tavolo alveolare interno.
  • Quando la pendenza è verticale  : la barra linguale viene posizionata a una distanza di 0,2 mm dalla fibromucosa.
  • Quando la pendenza è sottosquadro , deve essere lasciato uno spazio di 0,4-0,5 mm tra la barra e la fibromucosa.
  • Quando la pendenza è obliqua dall’alto verso il basso e dalla parte anteriore a quella posteriore, la barra linguale sarà distante 0,4 mm.

3.1.4.2 La striscia linguale

Indicazioni: esistono controindicazioni all’uso della barra linguale, in particolare lo spazio tra il colletto dei denti e il pavimento della bocca non è sufficiente per posizionare la barra linguale (recessione gengivale, inserzione alta del frenulo e del pavimento della bocca).

Controindicazioni: Controindicazione della barra linguale, scarsa igiene orale.

Svantaggi: l’uso di questo tipo di congiunzione principale richiede particolari precauzioni perché comporta rischi perdonabili.

  • Mancanza di comfort
  • Disagio durante la fonazione
  • Dovrebbe perdere solo il supporto sul cingolo dei denti (ritenzione di cibo).
  • La regione gengivale marginale deve essere scaricata (0,3 mm) per evitare l’atrofia gengivale marginale.
  • L’igiene del paziente deve essere rigorosa per evitare la comparsa di macchie viscide, poiché la banda entra in contatto con la superficie dentale favorendone la decalcificazione (corrosione); da qui la necessità di applicare quotidianamente del gel al fluoro sulla superficie interna della banda come misura profilattica (lucidatura accurata).

Progetto :

  • Entra in contatto con tutte le parti delle facce linguali dei denti situate sopra il cingolo e poi invade senza toccarla la fibromucosa con una scarica di 0,3 mm fino a terminare a 1 mm dal pavimento.
  • Il suo spessore deve essere il più minimo possibile senza comprometterne la rigidità; deve essere uniforme, fatta eccezione per la parte inferiore leggermente gonfia e arrotondata.
  • La banda deve essere ben incastrata e ben sostenuta in modo da poter scorrere in direzione apicale lungo le superfici linguali dei denti come su un piano inclinato (azione traumatica sulla gengiva; irritazione o infiammazione cronica); per questo è necessario associare alla banda degli appoggi occlusali indiretti.

3.1.4.3 La fascia cingolata (distanziatore cingolato o placca linguale)

  • Si tratta di una spessa lamina metallica (da 1,5 a 2 mm) appoggiata sullo smalto delle superfici linguali incisivo-canino, distante dalla gengiva marginale e dal cemento (1,5 mm). Le feritoie cervicali sono trasparenti per favorire l’igiene. Come per la striscia linguale, l’igiene deve essere impeccabile.

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Indicato nel caso in cui:

  • Il pavimento mobile della bocca è vicino alla gengiva marginale;
  • La tabella interna è ridotta al minimo.

Controindicazione:  scarsa igiene.

3.1.4.4  Barre doppie linguali e coronocingolate:

  • Formato da una barra linguale e da una barra cingolata (anteriore), o da una barra coronale (posteriore) o da entrambe contemporaneamente: barra coronocingolata.

3.2 Selle e griglie di ritenzione:

  • Selle: Ricoprono e avvolgono le creste edentule fino ai limiti vestibolari e linguali determinati dall’impronta anatomo-funzionale.
  • Griglie di ritenzione: Griglia rigida a maglie più o meno larghe che ricopre le creste edentule e funge da ancoraggio per la resina delle feci. A livello delle creste è previsto uno scarico di 0,5 mm per ricevere la resina dalle selle e sarà di 1 mm dai denti pilastro e di 5 mm dai denti

3.3 Connessioni secondarie

Si tratta di parti metalliche che collegano il collegamento principale agli altri elementi del telaio. Possono essere chiamate giunzioni secondarie e devono soddisfare 3 requisiti:

  • Rigidità e resistenza meccanica  : assicurata da una sezione ovoidale o quasi triangolare di 1,5-2 mm.
  • Rispetto dei tessuti molli  : è prevista una secrezione di almeno 0,2 mm a contatto con la gengiva.
  • Comfort  : sono ben tollerati se posizionati sulle superfici prossimali dei denti.

Le diverse modalità di collegamento  : il modo in cui il collegamento secondario collega i ganci alla sella o al collegamento principale costituisce una modalità di collegamento, esistono diverse modalità di collegamento:

  • La connessione rigida
  • Il collegamento di rottura
  • La connessione semirigida

4. Metodi di ancoraggio:

  • Sistema di fissaggio tradizionale  : ganci
  • Sistema di fissaggio di precisione  : attacchi prefabbricati.

4.1 Metodi di ritenzione tradizionali: ganci

4.1.1 Definizione

  • I ganci sono pezzi di metallo fusi attorno ai denti di supporto, sviluppati e fusi contemporaneamente agli altri elementi della struttura, che consentono di fissare la protesi ai denti naturali.

4.1.2 Imperativi

  • Preservazione dell’integrità dei tessuti di supporto
  • Cinghiatura  : l’uncino deve circondare il dente per più della metà della sua circonferenza.
  • Ritenzione tramite aggancio e non tramite serraggio  : l’estremità elastica di ritenzione deve essere passiva fin dal momento in cui la protesi è in posizione, diventa attiva solo per opporsi al movimento della protesi.
  • Reciprocità d’azione  : ad ogni porzione ritentiva dell’uncino deve corrispondere una porzione rigida, quindi la spinta dell’estremità del braccio ritentivo nel superare la sporgenza del dente deve essere assorbita dall’elasticità del metallo e non da quella delle fibre del legamento (cifet scollodontico).
  • Posizione del terzo cervicale  : le diverse parti del gancio devono essere posizionate il più vicino possibile alla metà del terzo cervicale per evitare versioni.
  • Reciprocità all’interno dell’arco per simmetria delle parti ritentive  : le parti del gancio di ciascun emiarco devono essere disposte simmetricamente in modo che un braccio ritentivo vestibolare corrisponda a un braccio ritentivo vestibolare del gancio dell’emiarco opposto.
  • Supporti occlusali  : per evitare lo scivolamento della parte rigida del gancio sotto la linea guida, sarà essenziale posizionare i supporti occlusali.
  • Deve essere distanziato dalla gengiva
  • Deve rimanere a contatto con lo smalto e ben adattarsi ad esso  e deve essere perfettamente lucidato per non creare lesioni della maglia.
  • L’utilizzo di una lega con durezza inferiore a quella dello smalto,  oltre a un’attenta lucidatura, impedirà l’usura dello smalto.

4.1.3 Descrizione

  • Includono sistematicamente tre elementi che contribuiscono all’equilibrio della protesi (BOREL et Coll., 1994):
    • Un braccio flessibile
    • Un braccio rigido
    • Un supporto occlusale .

4.1.4 Funzioni

  • Aiuta a garantire le funzioni essenziali dell’equilibrio:
    • Supporto  : fornito dallo stop occlusale.
    • Stabilità  : assicurata dal braccio di supporto del gancio.
    • Ritenzione  : assicurata dalla parte terminale flessibile posta sotto la linea guida del braccio di ritenzione.

4.1.6 Classificazione

  • Esistono diverse classificazioni, la più semplice delle quali si basa sulla posizione della giunzione con il telaio metallico.
4.1.6.1 Gancio di giunzione prossimale

Ackers Hook (Ney n. 1)

  • Il più utilizzato.
  • Gancio rigido.
  • Presenta un appoggio occlusale, un braccio vestibolare ritentivo e infine un braccio buccale reciproco.
  • Lo stelo collega direttamente il gancio alla sella (garantisce una connessione rigida).
  • Il tassello è sul lato del dente e la ritenzione è sul lato opposto al dente.
  • Indicazione  : Dentizione incorporata.

Gancio ad anello

  • Un singolo braccio circonda l’intero dente.
  • La forma di un anello aperto nell’angolo mesio-vestibolare dove avviene la loro ritenzione.
  • Hanno due supporti occlusali. La loro indicazione principale è un molare isolato nella regione mesioventrale.
  • E’ caratterizzato dalla presenza di 2 supporti occlusali tra cui:
    • Uno è mesiale, estende il compito rigido alla sella.
    • L’altro è situato distalmente tra la parte rigida e quella flessibile del gancio.

Gancio ad anello modificato  : due bracci con ritenzione disto-vestibolare.


4.1.6.2 Gancio di giunzione buccale

Gancio di Nally-Martinet

  • Un singolo braccio che parte dallo stelo e circonda i 2/3 del dente per terminare con un’estremità ritentiva nell’angolo mesio-vestibolare.
  • Lo stelo è lungo (lato opposto all’edentulia) collegato direttamente alla connessione principale (garantisce una connessione semirigida) e un appoggio occlusale in posizione mesiale.
  • Indicazione  : indicato su canini e premolari nelle aree edentule posteriori in estensione.
  • I vantaggi di questi ganci sono  :
    • Trauma minimo per il dente grazie al suo supporto occlusale mesiale che evita la disto-versione coronale.
    • Permette il libero gioco delle selle grazie al suo collegamento secondario mesiale.

Gancio posteriore

  • È una variante del Nally-Martinet, presenta un appoggio occlusale distale opposto alla connessione secondaria mesiale.
  • Indicazioni  : stesse indicazione del Nally-Martinet, occlusione stretta, molare isolato.

Il gancio Equipoise

  • Sistema dente-mortasa.
  • Senza braccio vestibolare visibile.
  • L’utilizzo di questo gancio richiede lo sviluppo di una protesi fissa.
  • Indicazione  : limitata all’edentulia incorporata perché è fonte di forze dannose per i denti quando si ruota la sella in direzione sagittale.
  • Controindicazione  : denti corti.
  • Vantaggio  : estetica.
  • Svantaggi  : mutilazione dei tessuti e perdita di vitalità.

Il punto alto (Cavailer o Bonwill)

  • Descrizione  : Uncino molto rigido costituito da due Acker fusi che si collegano all’armatura sul lato linguale e occupano le feritoie occlusali di due denti contigui e assicurano la ritenzione grazie a due bracci divergenti sulle facce vestibolari; questo tipo di gancio richiede la preparazione delle creste marginali che consentano il passaggio di un braccio sufficientemente resistente per rispondere al meglio a queste esigenze.
  • Indicazione  : elementi unilaterali (CL II, cl VI) e per piccoli elementi di classe IV.

4.1.6.3 Gancio della giunzione vestibolare

Sistema di scarafaggio

  • La maggior parte di questi ganci deriva dal sistema sviluppato da Roach.
  • La barra si aggancia in C, L, U, S, I, R, T, Y,…..
  • Si tratta di ganci con punto di partenza gengivale.
  • Per tutti questi ganci è presente un elemento stabilizzatore posto sulla faccia linguale che garantisce la reciprocità.
    Questo braccio vestibolare termina con un braccio flessibile.
  • Indicazione  : classe I e II (KA).
  • Vantaggi  : Sono estetici, perché si avvicinano alla zona di ritenzione attraverso una via cervicale.
  • Svantaggi  :
    • La cintura non è fissata.
    • La posizione vestibolare del braccio di ritenzione può irritare il labbro.

Gancio RPI (sistema RPI)

  • R (rest)  : restrizione mesiale con connessione linguale.
  • P (placca prossimale)  : placca distale.
  • L  : agganciare “!” “.
  • Indicazione  : cl I, II.
  • Vantaggio  :
    • Limitazioni degli effetti di torsione (I-arm).
    • Reciprocità per opposizione (tacchetto e piastra).
    • Estetico e poco cariogeno (bassa superficie di contatto).

4.2 Mezzi di ritenzione di precisione: attacchi (corso di attacchi)


5. Conclusion

  • La protesi parziale deve essere considerata innanzitutto una terapia . La progettazione di un PPA metallico richiede:
    • Una conoscenza precisa delle condizioni anatomiche e fisiche .
    • Comprensione delle leggi meccaniche e della loro applicazione.
    • Conoscenza dei vari sistemi e dei loro elementi.
  • Dovresti sapere che:
    • Ogni elemento di un telaio deve rispondere a un’indicazione precisa.
    • Ogni elemento che non abbia una funzione essenziale deve essere rimosso.
    • Le montature più semplici sono quelle meglio tollerate dal paziente.

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