GESTIONE DEI PAZIENTI A RISCHIO DI MALATTIE CARDIACHE
Le malattie cardiache sono una delle principali cause di mortalità e morbilità in tutto il mondo. Le persone affette da questa patologia sono tra i pazienti che più frequentemente si recano dal dentista. Il dentista è quindi tenuto a conoscere questa tipologia di pazienti perché presentano diversi rischi. Pertanto, la cura di questi pazienti è specifica e deve essere oggetto di particolare rigore e attenzione.
Gli atteggiamenti preventivi devono essere sistematici e modulati in funzione dei diversi incidenti che possono verificarsi e che possono essere strettamente interconnessi, vale a dire:
🠶 Infezione.
🠶 L’emorragia.
🠶 Sincope.
- Il rischio di infezione:
In odontoiatria, la gestione dei pazienti affetti da determinate patologie cardiache è dominata dal rischio di sviluppare, a partire da focolai dentali evidenti o latenti, un’endocardite infettiva (IE) o la malattia di Osler.
- Definizioni:
- Endocardite infettiva : innesto di un batterio patogeno (streptococco) su un endocardio sano o precedentemente danneggiato, causato da una lesione della mucosa o della cute.
Questo trapianto presuppone il passaggio di germi nel sangue (batteriemia) e lesioni endoteliali congenite (malformazioni congenite) o acquisite (reumatismi articolari acuti). La presenza di protesi valvolari facilita anche questo innesto
È associata a un rischio molto elevato di morbilità, dal 20 al 30% dei casi.
- Batteriemia : è il passaggio transitorio di batteri nel flusso sanguigno attraverso una porta di ingresso, la più comune delle quali è la cavità orale. Può essere:
- spontaneo (masticazione, spazzolamento dei denti).
- causato (procedura odontoiatrica sanguinante: estrazione dentale). L’endocardite può manifestarsi 30 minuti dopo la procedura.
- Classificazione delle malattie cardiache in base al rischio di infezione:
Classificazione delle malattie cardiache a rischio di IE secondo la conferenza di consenso del 1992 rivista nel 2002
Malattie cardiache ad alto rischio | Malattie cardiache ad alto rischio |
Protesi valvolari Cardiopatia congenita cianotica non operata e shunt chirurgico Anamnesi di endocardite infettiva | Valvulopatie: IA, IM, RA PVM con IM e/o ispessimento valvolare Malattie cardiache congenite non cianotiche eccetto ASD Malattie cardiache ipertrofiche ostruttive con soffio Valvola aortica bicuspide |
Classificazione delle malattie cardiache a rischio di IE secondo SFCO 2015
Malattie cardiache ad alto rischio di IE |
Protesi valvolare Anamnesi di endocardite infettiva. Cardiopatia congenita: cianotica non riparata, compresi shunt e condotti palliativi Completamente riparata con materiale protesico, posizionato tramite catetere o intervento chirurgico, entro 6 mesi dalla procedura Riparata con difetti residui nel sito della patch protesica o adiacenti ad esso |
- Azioni che aumentano il rischio di EI:
Secondo le raccomandazioni dell’AFSSAPS 2011
Procedure controindicate nei pazienti ad alto rischio di IE
- anestesia intraligamentare.
- trattamento endodontico dei denti con polpa non vitale, inclusa la ripresa della terapia canalare.
- trattamento endodontico dei denti con polpa vitale in più sedute o senza campo operatorio (diga).
- amputazione della radice, trapianto, reimpianto;
- chirurgia periapicale, chirurgia parodontale, chirurgia implantare e perimplantite.
- installazione di materiali di riempimento.
- chirurgia pre-ortodontica di denti inclusi o inclusi.
Cure endodontiche in pazienti ad alto rischio di endocardite.
Procedure invasive rischiose
- Costruzione di una diga
- Cure parodontali non chirurgiche: detartrasi, sondaggio.
- Cure endodontiche: trattamento dei denti con polpa vitale.
- Interventi chirurgici: estrazione dentale: denti sani, alveolectomia, separazione delle radici, denti inclusi, germectomia.
- Frenulectomia
- Biopsia delle ghiandole salivari accessorie
- Chirurgia ossea
- Montaggio degli anelli (ODF)
- Cure protesiche a rischio emorragico
Procedure non invasive (senza rischi)
- Atti preventivi incruenti;
- Cure conservative;
- Cure protesiche senza sangue;
- Rimozione postoperatoria delle suture;
- Applicazione di protesi rimovibili;
- Adattamento o regolazione di apparecchi ortodontici;
- Esecuzione di radiografie dentali.
- -Modalità di profilassi antibiotica dell’endocardite infettiva :
Principi della profilassi antibiotica:
Inibire la crescita batterica prima o non appena i germi entrano nella circolazione generale.
Il suo scopo è quello di ottenere un livello sierico battericida al momento delle scariche batteriche (30-60 min) per ridurre il numero di germi circolanti.
La sua durata d’azione deve essere limitata al cosiddetto periodo “di rischio” .
Secondo le raccomandazioni dell’AFSSAPS di luglio 2011
Raccomandazioni SFCO 2015
- Prima di un intervento chirurgico valvolare (APF), è opportuno effettuare una valutazione della salute orale il prima possibile.
- Durante l’esame clinico nei pazienti ad alto rischio di endocardite infettiva, il sondaggio parodontale deve essere eseguito sotto profilassi antibiotica (APF).
- È particolarmente raccomandato eliminare i focolai infettivi orali (OIBF) nei soggetti a rischio moderato di endocardite infettiva.
È fondamentale escludere la FIBD nei soggetti ad alto rischio di endocardite infettiva.
- Gli interventi chirurgici di pulizia della cavità orale devono essere eseguiti il prima possibile, in modo da ottenere la guarigione della mucosa prima dell’intervento chirurgico alla valvola.
- Nei pazienti ad alto rischio di endocardite infettiva, si raccomanda un follow-up orale e dentale con una frequenza di 4-6 mesi.
- Nei soggetti a rischio moderato di endocardite infettiva, la frequenza del monitoraggio può essere la stessa raccomandata per la popolazione generale (annuale).
Precauzioni da adottare durante una procedura orale-dentale
- Condotta rigorosa della procedura chirurgica
- Disinfezione del campo operatorio con Clorexidina allo 0,2%/
- Detartrasi dei denti adiacenti
- Estrazione atraumatica senza lacerazione della fibromucosa o frattura alveolare.
- Di fronte alle difficoltà dell’avulsione, “alveolectomia”
- Raschiamento attento.
- Resezione alveolare e/o settale per garantire una sutura mucosa ermetica.
- Il paziente viene visitato nuovamente il giorno successivo e si controlla la guarigione.
- Se sono necessarie più sedute di trattamento del sangue, queste verranno distanziate di una o due settimane per evitare lo sviluppo di resistenza.
- Caso speciale: la RAA
Definizione :
Si tratta di una condizione infiammatoria causata dalla tossina dello streptococco beta-emolitico di gruppo A, che colpisce le articolazioni e può successivamente colpire il cuore.
Azione da intraprendere
AAR senza coinvolgimento cardiaco:
- RAA biologicamente stabilizzati: sono conservanti.
- Evoluzione della RAA: soppressione dei focolai infettivi
- Non richiede profilassi antibiotica per IE
- Avvicinare le date della procedura a quella dell’ultima iniezione di penicillina.
RAA con coinvolgimento cardiaco:
- Se si tratta di pericardite o miocardite associata a danno endocardico: questi danni collocano il paziente nella categoria ad alto rischio di EI e la gestione oro-dentale verrà effettuata secondo le raccomandazioni precedentemente descritte.
- Il rischio di emorragia: 2.1-Concetti generali:
- La gestione di questa tipologia di pazienti richiede un’attenzione particolare, soprattutto durante gli interventi chirurgici, poiché possono verificarsi complicazioni emorragiche perioperatorie o postoperatorie.
- Le malattie cardiache e le condizioni vascolari con rischio di emorragia sono quelle il cui trattamento si basa su farmaci anticoagulanti e antipiastrinici; che vengono generalmente prescritti dal cardiologo in presenza di rischio tromboembolico (trombosi venosa, trombosi arteriosa, protesi valvolari, infarto recente o storia di infarto).
- Anticoagulanti
– Eparina (calciparina ® , Lovenox ® ): somministrata per via endovenosa o sottocutanea. La sua azione è immediata. La sua durata d’azione è di 8-12 ore.
– Antivitamina K (Sintrom ® ): per via orale, la sua azione è prolungata (Sintrom ® ha una durata d’azione di 3 giorni).
- Farmaci antipiastrinici
- Aspirina: dopo la sospensione, il ritorno alla normalità avviene dopo 7-10 giorni.
-Ticlopidina (Ticlid®) plavix: agente antiemostatico e antipiastrinico. La sua azione è più significativa rispetto all’aspirina.
- Anticoagulanti orali diretti (DOAC):
- Nuova classe di anticoagulanti orali disponibile dal 2009
- Inibiscono in modo specifico e diretto (al contrario degli AVK che esercitano un’inibizione “indiretta” dei fattori dipendenti dalla vitamina K) i fattori della coagulazione attivati che sono
- O trombina (fattore IIa) (unico rappresentante della classe: dabigatran)
- Lasciamo che il fattore Stuart attivato (fattore Xa)
I miglioramenti farmacologici apportati da questi farmaci ne consentono l’uso a dose fissa e senza monitoraggio biologico, grazie alla variabilità intra- e interindividuale significativamente inferiore rispetto ai farmaci anti-vitamina K.
Tra le caratteristiche farmacocinetiche degli AOD è necessario evidenziare:
- L’ inizio rapido dell’azione (2-3 ore) elimina la necessità di un trattamento con eparina.
- Rapida emivita di eliminazione che riduce il rischio di sanguinamento
Monitoraggio biologico di AAP e anticoagulanti
. AAP:
Mancanza di un esame biologico predittivo del rischio di emorragia legato all’assunzione di un AAP. In precedenza si utilizzava una misurazione del tempo di sanguinamento preoperatorio.
Eparina:
- il TCA è il test di scelta, deve essere compreso tra 1,5 e 3 volte il tempo di controllo.
AVK:
Rapporto Internazionale Normalizzato (INR) :
- Riservato ai pazienti trattati con anticoagulanti
- Misurazione entro 24 ore prima dell’intervento chirurgico
- -malattie cardiache con rischio di eventi emorragici:
- Disturbi tromboembolici;
- Cardiopatia ischemica (infarto, angina pectoris)
- Storia della chirurgia cardiovascolare;
- Disturbi del ritmo
- Malattia valvolare cardiaca (compresi quelli con valvole protesiche)
- Supporto
- Le procedure per l’assistenza ai pazienti sottoposti ad AAP secondo SFCO nel 2015
Monoterapia: continuare la prescrizione di aspirina, periodo di interruzione: clopidogrel: 5 giorni, prasugrel: 7 giorni, ticagrelor da 3 a 5 giorni.
- . Paziente in terapia con anti-vitamina K secondo SFCO nel 2015
*** Sospensione di AVK: interrompere AVK 4-5 giorni prima della procedura, riprendere AVK la sera o il giorno dopo la procedura, eseguire un INR a 48 ore (HAS 2008) (medico prescrittore)
Trasmittanza AVK con eparina
-il giorno D-5 fermare AVK.
– al D+1, riprendere AVK ed eparina (da aggiustare in base al rischio di emorragia), interrompere l’eparina non appena viene raggiunto l’INR target.
2.3.3. Paziente sottoposto a AOD secondo SFCO nel 20105
* azione da effettuare nella mezza giornata precedente la dose successiva
** Sospensione del DOAC: interrompere il DOAC il giorno prima e il giorno della procedura (finestra terapeutica di 48 ore)
*** Sospensione del DOAC e passaggio all’eparina: interrompere il DOAC 5 giorni prima dell’intervento chirurgico.
2.3.4. Paziente in eparina secondo SFCO nel 2015
- . Mezzi locali di emostasi
- Compressione immediata o estrinseca : l’uso di una compressa verrà sistematicamente effettuato nel post-operatorio fino all’arresto dell’emorragia.
- Compressione intrinseca
- Medicazioni emostatiche assorbibili; si deve evitare l’uso di stoppini non assorbibili dato il rischio di sanguinamento durante la loro rimozione.
- Colle chirurgiche; Tuttavia, a causa della comparsa di zone di necrosi legate alla presenza di formaldeide, oggi queste colle non vengono più utilizzate.
- Colle biologiche: composte da concentrati di fattori emostatici umani, coagulabili sotto l’azione della trombina (Tissucol Duo®)
6. Monitoraggio post-operatorio: obbligatorio, soprattutto perché i 3 giorni successivi alla procedura rappresentano il periodo post-operatorio a maggior rischio di sanguinamento. Il paziente deve essere avvisato di ciò e il minimo sanguinamento deve indurlo a consultare.
- Prescrizioni di farmaci:
- I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e l’aspirina sono controindicati nei pazienti che assumono anticoagulanti;
- Le tetracicline e i barbiturici sono controindicati nei pazienti che assumono antagonisti della vitamina K perché ne potenziano l’effetto.
- Il rischio di sincope:
- Definizione di sincope : perdita di coscienza breve, improvvisa, completa e reversibile, risultante da una riduzione dell’ossigenazione cerebrale.
- Manifestazioni cliniche:
La perdita di coscienza inizia all’improvviso e provoca il completo rilassamento muscolare, che nella stragrande maggioranza dei casi provoca una caduta.
Si riscontra pallore, mancanza di reazione ai rumori e ai pizzichi ed eventualmente assenza del polso.
La durata della perdita di coscienza è minima, nella maggior parte dei casi inferiore a 1 minuto. Il recupero della coscienza è spontaneo, totale, molto rapido e preceduto da una ricolorazione del viso.
- Classificazione delle malattie cardiache a rischio di sincope.
– Malattie cardiache ad alto rischio di sincope:
-Disturbo del ritmo o della conduzione;
– Pressione alta scarsamente controllata.
-Stenosi aortica grave
– Malattia cardiaca ischemica (angina pectoris e infarto del miocardio)
Altre malattie cardiache:
Si tratta di patologie cardiache che si presentano con un quadro di insufficienza cardiaca e in cui l’emodinamica è molto alterata:
-Cardiomiopatia ostruttiva (o ipertrofica)
-Embolia polmonare (ad esempio; portatori di protesi valvolari)
-Cardiopatia congenita cianotica (Tetralogia di Fallot)
-Insufficienza cardiaca.
- Prevenzione della sincope:
- Interrogatorio per determinare se il paziente è a rischio di sincope;
- preparazione psicologica
- preparato sedativo per ridurre lo stress: idrossizina (Atarax ® 25) o diazepam (Valium ® 5 mg: 1 compressa il giorno prima e 1 compressa 1 ora prima della procedura)
- temperatura ambiente moderata;
- non intervenire su un paziente stanco o a digiuno;
- il paziente deve essere sistemato comodamente, in posizione sdraiata per favorire la vascolarizzazione cerebrale;
- in anestesia: utilizzare una siringa con sistema di aspirazione, la cartuccia deve essere tiepida, l’iniezione deve essere lenta e per i vasocostrittori utilizzarli senza superare 0,04 mg (4 cartucce)
- evitare di provocare dolore;
- evitare interventi lunghi;
- monitorare il paziente per mezz’ora dopo la procedura.
- Trattamento della sincope: quando ci si trova di fronte a una sincope, è necessario:
- Interrompere il trattamento
- chiamare un’équipe medica specializzata;
- garantire lo svuotamento della cavità orale;
- posizionare il paziente in posizione sdraiata con la testa in iperestensione;
- il massaggio cardiaco esterno sarà accompagnato dalla ventilazione artificiale bocca a bocca o mediante apposito dispositivo,
Conclusione:
Considerate alcune patologie cardiache , i trattamenti che richiedono e i pericoli che comportano, è responsabilità del medico informare i pazienti dei rischi connessi, in particolare per quanto riguarda infezioni e sanguinamenti , e sensibilizzarli all’istituzione e al mantenimento di un’igiene orale ottimale per ridurre le potenziali fonti di infezione. Oltre alla collaborazione del paziente, è fondamentale e indispensabile la stretta collaborazione tra i diversi attori coinvolti, cardiologi, cardiochirurghi e odontoiatri, per garantire una profilassi scrupolosa. Talvolta viene somministrata un’iniezione sottocutanea di atropina alla dose di 0,5 mg.
GESTIONE DEI PAZIENTI A RISCHIO DI MALATTIE CARDIACHE
Le carie profonde possono richiedere una cura canalare per salvare il dente.
Le faccette dentali possono correggere denti macchiati o malformati.
I denti disallineati possono causare problemi di linguaggio.
Gli impianti dentali prevengono la perdita ossea nella mascella.
I collutori antisettici riducono i batteri che causano infezioni.
I denti da latte cariati devono essere curati per evitare complicazioni.
Uno spazzolino elettrico pulisce in modo più efficace di uno spazzolino manuale.