Gestione dei disturbi primari dell'emostasi in odontostomatologia

Gestione dei disturbi primari dell’emostasi in odontostomatologia

Gestione dei disturbi primari dell’emostasi in odontostomatologia

I/ Introduzione:

Il rischio di sanguinamento è il rischio principale a cui possono andare incontro i chirurghi odontoiatri. Questo rischio può quindi essere fonte di complicazioni molto gravi o addirittura fatali dopo determinati interventi odontoiatrici.

L’atto in odontostomatologia deve quindi essere ben pensato e svolto per evitare numerosi rischi per i pazienti, tra cui anche rischi emorragici che potrebbero mettere a repentaglio la loro vita.

II/ Promemoria fisiologici:

  1. Emostasi: Per emostasi si intendono tutti i meccanismi fisiologici che mantengono il sangue in uno stato fluido, mirando così ad arrestare spontaneamente l’emorragia e prevenire la trombosi.
  2. Emostasi primaria: 

Tempo vascolare: vasocostrizione riflessa transitoria immediata dei piccoli vasi danneggiati che porta a una diminuzione del flusso sanguigno circolante

  • Tempo piastrinico:

. Adesione piastrinica: al subendotelio tramite GPIB grazie al FVW che forma un ponte tra la piastrina e il subendotelio

. Attivazione piastrinica: mediante contrazione e modificazione della morfologia e rilascio di  

  fattori (ADP, serotonina, calcio, ecc.)

. Aggregazione piastrinica: grazie alle sostanze secrete, legame della fibrina alla GPIIB e 

  GPIIIA , le piastrine si aggregano e formano il trombo bianco o tappo piastrinico.

  1. Coagulazione o emostasi secondaria: vedere decorso della coagulazione

III/ Manifestazioni cliniche dei disturbi primari dell’emostasi:

  1. Emorragie cutanee:
  • Petecchie  : elementi puntiformi di colorazione rossa, non sbiadiscono quando     

                   pressione del vetro

  • Livido: macchie blu di varie dimensioni e forma
  • Vibici: petecchie disposte in striature lineari
  1. Emorragie delle mucose:

      Epistassi, gengivorragia, menometrorragia nella donna, Vesciche endoorali: da ricercare  

      sistematicamente perché la loro presenza costituisce un elemento di gravità

  1. Emorragie viscerali:  emottisi, ematemesi, ematuria. Sono eccezionali e  

si osservano solo nella trombocitopenia molto grave

  1. Emorragie retiniche: visualizzate dal fondo, sono gravi perché coinvolgono  

prognosi funzionale del gioco (cecità)

  1. Emorragie cerebromeningee  che devono essere ricercate sistematicamente in caso di  

emorragie retiniche, sono gravi perché mettono a rischio la vita

IV/ Esplorazione dell’emostasi primaria

  1. Interrogazione: cercherà:
  • Una sindrome emorragica ereditaria personale o familiare nota: malattia di Willbrand
  • Una storia di sanguinamento, personale o familiare
  •  Malattie sistemiche: cirrosi epatica,…
  • Assunzione di farmaci
  1. Esame clinico:
  • Cercare un ematoma, un livido facciale periorale o perijugale – Una ferita, un graffio, un riflesso di trauma
  • Cercare petecchie, segno di fragilità capillare, emorragia successiva a estrazioni dentarie, sanguinamento gengivale spontaneo o insorto dopo spazzolamento o microtraumi.
  •  Cerca la natura di questa emorragia, in un lenzuolo o in un getto

      Se è stata eseguita un’estrazione recente, assicurarsi che l’alveolo sia vuoto e controllare la qualità  

      coagulo

  1. Esami biologici

A- Esplorazione dell’emostasi primaria:

  • Conta piastrinica:
  •  Tasso normale: 150000-400000/µl
  •    < 50000/mm3: si parla di trombocitopenia grave con rischio emorragico elevato
  • < 20000/mm3: le emorragie cutanee e mucose sono pressoché costanti
  •  50000-100000/mm3: il rischio di sanguinamento è basso
  • Oltre 100000/µl non c’è rischio di porpora

      . Tempo di sanguinamento (BT):

  •  Da 2 a 4 minuti (Duca) 
  •  Da 5 a 8 minuti (incisione dell’edera)

V/Disturbi dell’emostasi primaria:

I disturbi dell’emostasi primaria sono classificati in due categorie:

  1. Anomalia primaria dell’emostasi dovuta a danno piastrinico
  2. Anomalia primaria dell’emostasi dovuta a danno vascolare

A- Disturbi correlati alle piastrine:

1- Trombocitopenia:

  •    È la diminuzione del numero delle piastrine al di sotto di 150.000/mm3.
  •    Il rischio è classificato in base al grado di trombocitopenia (vedere il capitolo sull’esplorazione dell’emostasi)
  • Diagnosi eziologica:
  •  Trombocitopenia centrale: il disturbo è localizzato a livello del midollo: aplasia midollare,  

 Leucemia acuta, Metastasi

  •  Trombocitopenia periferica: le piastrine vengono prodotte normalmente ma distrutte nel sangue, il numero dei megacariociti nel midollo osseo in questo caso è normale o aumentato e può essere:

  a-Immunologico: 

– Trombocitopenia immunologica primaria (idiopatica)

             – Trombocitopenia immunologica secondaria a malattie autoimmuni

   b-Infettivo:

  • Trombocitopenia virale: parotite, morbillo, varicella, MNI, epatite, HIV
  • Trombocitopenia batterica: malaria, toxoplasmosi 

 c- Trombocitopenia indotta da farmaci

 d- Trombocitopenia da consumo: CIVD

2- Trombopatie: 

  •   A causa di un’anomalia delle funzioni piastriniche che interessa una o più fasi della   

  formazione di tappo piastrinico, nonostante il normale conteggio delle piastrine

  •   Diagnosi eziologica: 
  1. Trombopatie costituzionali:  
  • Sono frequenti e possono essere responsabili di gravi sindromi emorragiche

a- Sindrome di Jean Bernard Soulier: dovuta ad un’anomalia di aderenza e caratterizzata da emorragie cutanee, mucose e talvolta viscerali che iniziano molto presto nella vita.

     Trombobastenia di b-Glanzmann: a causa di un’aggregazione anomala, si verificano emorragie in questo 

     i casi sono cutanei, mucosi e viscerali; La loro gravità e frequenza tendono a diminuire  

     con l’età

                 Anomalia dei granuli c: Malattia del pool vuoto dovuta a carenza di granuli densi

     d- Trombopatie legate ad un’anomalia di accumulo dei granuli densi: 

         d1- Sindrome di Hermansky-Pudiak 

         d2- Sindrome di Wiskott-Aldrich 

                      d3- Sindrome di Chediak-Higashi 

  1. Trombopatie acquisite: da alcuni farmaci, sindromi mieloproliferative, disglobulinemia e anemia refrattaria
  2. Malattia di Willebrand: “pseudoemofilia”:
  •  Ciò è dovuto ad un’anomalia qualitativa e quantitativa del fattore di Willebrand.
  •  TS aumentato 
  •  Conta piastrinica normale
  •  TCA prolungato (collegato alla diminuzione del fattore VIII) 
  •  Diminuzione del fattore VIIIc.

B- Patologie correlate ad alterazioni vascolari: 

  1. Porpora senile: è una patologia che colpisce gli anziani e che si manifesta con macchie bluastre nelle zone esposte al sole, legate alla degenerazione delle fibre collagene dei vasi.
  2.  Porpora reumatoide: è una malattia infantile caratterizzata da lesioni cutanee purpuree di tipo allergico generalmente associate a dolori addominali e febbre.
  3. Malattia di Rendu-Osler:  è una condizione ereditaria caratterizzata da teleangectasie  

ereditario

VI/ CAT in odontostomatologia:

In ogni caso, la valutazione clinica del rischio emorragico può essere effettuata solo attraverso una stretta collaborazione tra l’ematologo e il chirurgo odontoiatrico 

  1. Le trombocitopenie acquisite costituiscono un vasto gruppo di patologie. Il modo migliore per gestire la trombocitopenia è conoscerne l’eziologia; Alcune trombocitopenie acquisite richiedono una gestione speciale (chemioterapia e leucemia). (In caso di urgenza è sempre possibile attuare tecniche di emostasi locale ed effettuare una trasfusione piastrinica se necessario. 
  2. Trombopatie: Trasfusione piastrinica Protocollo da definire con l’ematologo Emostasi locale++, si consiglia di contattare il medico curante o l’ematologo perché queste patologie sono poco diffuse e poco conosciute. L’ematologo sarà il più idoneo a fornirci informazioni.
  3. Malattia di von Willebrand  : attualmente non esiste un consenso ufficiale per la gestione orale di questa condizione; Non esistono procedure per valutare il rischio emorragico associato alla malattia. La decisione finale sulla gestione (somministrazione o meno della terapia sostitutiva) spetta all’ematologo. 

VII / Conclusione:

I disturbi gravi dell’emostasi vengono spesso diagnosticati precocemente a causa delle loro manifestazioni gravi e precoci (emartrosi, ematomi, ecc.), mentre i disturbi moderati e lievi hanno manifestazioni meno ambigue e la loro diagnosi può avvenire tardivamente, a seguito di un incidente traumatico o di una semplice estrazione dentale. 

Ecco perché il chirurgo deve saper riconoscere i segni clinici di una possibile patologia emorragica. Quando sospetta l’esistenza di un disturbo dell’emostasi deve indirizzare il paziente a un ematologo,

 Quando il paziente necessita di cure orali, la difficoltà per il chirurgo odontoiatrico è valutare la gravità del rischio di sanguinamento. Data la complessità dei meccanismi dell’emostasi primaria e dei processi di coagulazione, i test biologici non consentono di valutare idealmente questo rischio. Ecco perché la cura orale di questi pazienti deve essere multidisciplinare, 

Le corone dentali vengono utilizzate per ripristinare la forma e la funzione di un dente danneggiato.
Il bruxismo, ovvero il digrignamento dei denti, può causare un’usura prematura e spesso richiede l’uso di un tutore durante la notte.
Gli ascessi dentali sono infezioni dolorose che richiedono un trattamento tempestivo per evitare complicazioni. L’innesto gengivale è una procedura chirurgica che può curare la recessione gengivale. I dentisti utilizzano materiali compositi per le otturazioni perché riproducono il colore naturale dei denti.
Una dieta ricca di zuccheri aumenta il rischio di sviluppare carie.
L’igiene dentale pediatrica è fondamentale per far sì che i bambini acquisiscano buone abitudini igieniche fin dalla tenera età.
 

Gestione dei disturbi primari dell’emostasi in odontostomatologia

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