Gengivectomia
Piano
-Introduzione
1-Definizioni
Gengivectomia, papillectomia, gengivoplastica
2-Storia
3-Obiettivi
4-Indicazioni
5-Controindicazioni
6-Vantaggi
7-Svantaggi
8-Tecniche operative
9-Precauzioni
10-Cure post-operatorie
11-Altre gengivectomie
12-Guarigione
Conclusione
Bibliografia
Introduzione: È interessante notare che, da un punto di vista storico, le prime tecniche chirurgiche descritte in parodontologia avevano lo scopo di consentire l’accesso alle superfici radicolari malate. Ciò potrebbe essere ottenuto senza l’escissione della parete dei tessuti molli della tasca, “operazione sotto controllo visivo”. Successivamente vennero descritti metodi che prevedevano l’escissione della “gengiva malata” (gengivectomia).
1-Definizioni:
– Gengivectomia Il termine gengivectomia indica l’escissione della gengiva. In realtà si tratta di un intervento in due fasi che prevede la rimozione della gengiva interessata e la rimozione del tartaro e la lucidatura delle superfici radicolari. Distinguiamo:
Gengivectomia interna a bisello, utilizzata per il trattamento di ipertrofie in presenza di gengiva bassa e aderente. Elimina il tessuto gengivale in eccesso assottigliandolo.
Gengivectomia esterna a bisello , che consiste nella rimozione della gengiva libera in eccesso mediante espulsione gengivale.
– Papillotomia : Consiste nell’escissione delle papille interdentali
– Gengivoplastica : è il rimodellamento artificiale delle gengive finalizzato a ricreare contorni gengivali fisiologici. Si tratta della correzione dell’anatomia gengivale per ottenere la normale configurazione del tessuto gengivale. Questa correzione verrà effettuata a livello interdentale, dove si tratterà di ristabilire la normale flessione.
Utilizzeremo un bisturi D’Orban o Kirkland, una lama normale o delle forbici sottili.
2-Storia:
– L’approccio chirurgico come alternativa alla detartrasi sottogengivale nel trattamento delle tasche fu accettato già alla fine del XIX secolo, quando Robicsek (1884) introdusse il cosiddetto metodo della “gengivectomia”.
-La gengivectomia è stata successivamente definita da Grand et al. (1979) come “l’escissione della parete dei tessuti molli di una tasca parodontale patologica”. -Il metodo chirurgico volto all’eliminazione delle tasche era solitamente associato ad un rimodellamento della gengiva malata, al fine di ristabilire un’architettura fisiologica.
-Il metodo di gengivectomia utilizzato oggi è stato descritto da Goldman nel 1951.
3-Obiettivi:
-rimuovere i tessuti patologici.
-visualizzare le superfici delle radici e i loro depositi.
-riequilibrare o correggere l’estetica.
– eliminare le false tasche parodontali derivanti dall’ipertrofia gengivale.
4-Indicazioni:
-ipertrofia gengivale
– tasche sopraombelicali poco profonde (3-4 mm)
-tessuto gengivale fibroso.
-raggiungere le biforcazioni
– ascessi parodontali
-cappe pericoronarie
Indicazioni per la papillectomia
- Permette l’allungamento della corona clinica nei seguenti casi:
– Carie prossimale distante dalla cresta ossea (almeno 2 mm).
-Nella protesi, leggera mancanza di altezza prossimale per un moncone.
- Rimozione dell’ipertrofia o iperplasia papillare localizzata.
5-Controindicazione:
-tasche infraossee
– problemi muco-gengivali, insufficienza della gengiva aderente
– considerazioni estetiche e fonetiche.
– problemi di emostasi, problemi immunitari
– Scarsa igiene.
6- Vantaggi:
-Tecnica facile e veloce
-Visualizzazione delle lesioni, quindi sicurezza del trattamento
-Risultati prevedibili e stabili.
– Eliminazione completa della tasca.
-nessuna sutura per GBE
-dolore postoperatorio moderato per GBI
7-Svantaggi:
-indicazioni limitate
– danni estetici costanti
-possibilità di ipersensibilità dentinale
– periodo post-operatorio a volte doloroso e lungo.
Per gengivectomia esterna a bisello
– sanguinamento significativo durante la procedura
– guarigione della seconda intenzione
8-Tecniche operative:
-Anestesia tronculare e locale , l’iniezione direttamente nelle papille in genere non è necessaria, ma a volte è utile. È fondamentale utilizzare un aspiratore chirurgico, poiché consente una buona visibilità di ogni superficie radicolare.
– Marcatura delle tasche Le tasche vengono sondate a livello di ciascuna delle loro facce mediante una sonda parodontale e contrassegnate con la pinzetta n. 27G. (Glickman) La punta dello strumento è in linea retta con l’asse verticale del dente. La parte dritta viene inserita alla base della tasca. Il livello della tasca viene segnato premendo le due aste della pinzetta e si fa apparire un punto di sanguinamento sulla faccia esterna. Il processo viene ripetuto sulla superficie linguale. Ogni tasca è contrassegnata in più punti per delinearne il contorno su ciascun lato.
– Resezione gengivale : la gengiva può essere resecata con bisturi parodontali, bisturi o forbici. Per effettuare incisioni sulle superfici vestibolari e linguali si utilizzano i bisturi parodontali n. 20G e 21G, mentre per le incisioni interdentali si utilizzano i bisturi parodontali interdentali n. 22G e 23G.
Incisioni discontinue e continue : l’operatore può effettuare incisioni discontinue o continue, a seconda delle sue preferenze.
- L’incisione discontinua inizia sulla superficie vestibolare all’angolo distale dell’ultimo dente e prosegue seguendo il contorno della tasca, passando attraverso la gengiva interdentale fino all’angolo distovestibolare del dente adiacente.
L’incisione successiva inizia nel punto in cui l’incisione precedente attraversa lo spazio interdentale e prosegue fino all’angolo disto-buccale del dente successivo. Ognuna di queste incisioni viene ripetuta fino a raggiungere la linea mediana.
- L’incisione continua inizia dalla superficie vestibolare dell’ultimo dente e prosegue senza interruzioni seguendo il contorno delle tasche fino alla linea mediana.
Incisione distale
Una volta completate le incisioni vestibolare e linguale, queste vengono unite tramite un’incisione effettuata sulla superficie distale dell’ultimo dente emerso. L’incisione distale viene effettuata utilizzando un bisturi parodontale #20 G o 21 G, che viene inserito sotto il fondo della tasca e la cui smussatura consente di unire l’incisione vestibolare e quella linguale.
L’incisione deve essere effettuata apicalmente, nei punti che delimitano il contorno delle tasche.
-asportazione della gengiva marginale e interdentale : dalla faccia distale dell’ultimo dente, si stacca la gengiva marginale a livello della linea tracciata dall’incisione utilizzando la zappetta chirurgica n° 19G e il raschietto sopragengivale n° 3G e 4G, lo strumento inserito in profondità.
-rimozione del tessuto di granulazione : il tessuto di granulazione deve essere rimosso prima di iniziare una detartrasi completa, in modo che l’emorragia del tessuto di granulazione non ostacoli l’operazione di detartrasi.
– rimozione del tartaro e della sostanza necrotica della radice : rimuovere il tartaro e il cemento necrotico e lucidare le superfici delle radici utilizzando raschietti e curette sopra e sottogengivali.
– Cura preparatoria alla medicazione : prima di applicare una medicazione parodontale, è necessario controllare ogni lato di ogni dente per rilevare la presenza di tartaro o detriti di tessuti molli; La zona deve poi essere risciacquata più volte con acqua calda e coperta con una spugna di garza piegata a forma di U. Al paziente viene chiesto di mordere la spugna, che rimane in posizione fino a quando l’emorragia non si ferma.
-applicare una medicazione parodontale.
-Tecnica di gengivectomia a bisello interno
- Anestesia della zona da trattare
- Pulire i denti interessati
- Esecuzione di misurazioni di espulsione con sonda parodontale
- Praticare un’incisione con la lama n. 15 seguendo la linea delle gengive con una smussatura interna.
- Praticare l’incisione lasciando uno spazio di 0,5-1 mm dalla corona dentale.
- Eseguire un’incisione intrasulculare nella zona trattata.
- Staccare l’intero spessore con un pelapatate sottile inserito nell’incisione interna smussata.
- Eseguire un’incisione orizzontale per staccare la fascia gengivale coronale.
- Rimuovere la striscia di gomma attaccata e liberata utilizzando una curette.
- Pulire i denti utilizzando strumenti manuali o ad ultrasuoni.
- Riposizionare il lembo ridisegnato attraverso l’incisione interna smussata.
- Fare una serie di punti appesi
9-Precauzioni:
-non lasciare ossa esposte
-applicare una seconda medicazione dopo una settimana.
10-Cure post-operatorie:
– spazzolare i denti non operati
-evitare cibi piccanti e speziati.
-prescrivere collutori
11-Altra gengivectomia
- Con mole diamantate
- Con l’elettrochirurgia
- Con il laser
12-Guarigione:
-la prima reazione è la formazione di un coagulo superficiale protettivo , il tessuto sottostante subisce un’infiammazione acuta accompagnata da necrosi.
-il coagulo viene poi sostituito dal tessuto di granulazione.
– dopo 12 o 24 ore, le cellule epiteliali che delimitano la ferita migrano al di sopra del tessuto di granulazione, separandosi dallo strato superficiale contaminato del coagulo.
– L’attività epiteliale marginale raggiunge il suo massimo entro 24-36 ore e l’epitelizzazione superficiale è completata dopo un periodo di 5-14 giorni.
-Dopo 10-15 giorni compaiono nuovi cementoblasti.
-Dopo 24 ore osserviamo un aumento di nuove cellule del tessuto connettivo appena sotto lo strato superficiale di infiammazione e necrosi. Dopo 3 giorni, in questa zona vengono depositati nuovi giovani fibroblasti.
– il tessuto di granulazione altamente vascolarizzato cresce in direzione coronale e crea una nuova gengiva marginale e un nuovo solco.
-i capillari dei vasi del legamento parodontale migrano nel tessuto di granulazione e, entro due settimane, si riattaccano ai vasi gengivali.
Conclusione: il danno al tessuto parodontale determina la procedura chirurgica indicata, tuttavia tutte le tecniche chirurgiche sono controindicate in caso di scarsa igiene orale.
Bibliografia:
-Bercy. Parodontologia Tenenbaum dalla diagnosi alla pratica Università DeBoeck
-Francois Vigouroux guida pratica alla chirurgia parodontale Elsevier Masson SAS 62, rue Camille-Desmoulins 92442 Issy-les-Moulineaux Cedex Settembre 2011
-Glickman parodontologia clinica prevenzione diagnosi e trattamento delle malattie parodontali .
-Jan Lindhe manuale di parodontologia clinica edizione CDP
-J.J.Barrelle Simon Hirsh introduzione alla parodontologia pubblicazione AGECD 1973
– JF Tecucianu chirurgia parodontale EMC Paris stiomatologia 6-1978,23602 A-10.
Gengivectomia
Gengivectomia
Marcatura delle tasche e incisione
Incisione continua
Incisione discontinua
Gengivectomia
-Bisturi parodontale Orban -Bisturi parodontale Kirkland n. 15K, 16K
Gengivectomia
Gengivectomia
-Bisturi parodontali 22G, 23G -Bisturi parodontali 20G, 21G
-Zappa chirurgica 19G -Bisturi interdentale 22G, 23G
Una buona igiene orale Detartrasi regolare dal dentista Inserimento di impianti dentali Raggi X dentali Sbiancamento dei denti Una visita dal dentista Il dentista utilizza l’anestesia locale per ridurre al minimo il dolore