FISIOPATOLOGIA DELL’INFIAMMAZIONE

  FISIOPATOLOGIA DELL’INFIAMMAZIONE 

       INTRODUZIONE, GENERALITÀ, DEFINIZIONE:

     Ogni organismo multicellulare, per mantenere la sua integrità, deve disporre non solo di processi di riparazione dei tessuti danneggiati, ma anche di meccanismi che garantiscano la sua protezione dagli agenti esterni, viventi o chimici, che minacciano il suo equilibrio interno (la sua omeostasi). Questi molteplici meccanismi, che influenzano la circolazione sanguigna, l’attività dei leucociti, la formazione di anticorpi e la guarigione delle lesioni, fanno parte del fenomeno noto come infiammazione. 

     L’infiammazione può essere definita come l’insieme delle modificazioni vascolari, tissutali e umorali prodotte negli organismi multicellulari viventi da qualsiasi attacco all’integrità dei loro tessuti, qualunque ne sia la causa. Lungi dall’essere una malattia, la reazione infiammatoria corrisponde a una modalità di espressione delle difese dell’organismo.

Si tratta di una reazione localizzata di un tessuto, conseguente ad un’aggressione esogena o endogena. È una normale e benefica reazione dell’organismo a un attacco. Il suo scopo è eliminare l’agente patogeno e riparare i danni ai tessuti. A volte l’infiammazione può essere dannosa o patologica in determinate situazioni: a causa dell’aggressività del patogeno, della sua persistenza, della sua localizzazione, di anomalie nella regolazione del processo infiammatorio o dell’anomalia quantitativa o qualitativa delle cellule coinvolte nell’infiammazione. 

Il processo infiammatorio avviene all’interno del tessuto connettivo vivo e vascolarizzato. I tessuti non vascolarizzati, come la cartilagine, il menisco e la cornea, non sono in grado di innescare una risposta infiammatoria completa.

  I disturbi delle reazioni infiammatorie sono dominati da deficit cellulari (immunitari) e dalla formazione eccessiva di anticorpi che diventano dannosi per l’ospite (fenomeno di ipersensibilità o allergia).

   I. CAUSE ED EZIOLOGIA DELL’INFIAMMAZIONE: Le cause della reazione infiammatoria sono molteplici e rappresentano agenti patogeni. 

     1. Patogeni esogeni:

     * fisici: traumi, calore, freddo, elettricità, corpi estranei e radiazioni ionizzanti

     * chimiche: acidi, basi e sostanze tossiche: veleni, sostanze caustiche e persino medicinali.

     * Non dimenticare i corpi estranei esogeni (schegge di legno, vetri di sicurezza, ecc.)

     * infettive: virus, batteri, funghi e parassiti.

     2. Patogeni endogeni:

     * cause trofiche (disturbi o difetti nella vascolarizzazione, nell’innervazione, ecc.): i difetti nella vascolarizzazione portano ad una reazione infiammatoria che è essa stessa secondaria alla necrosi per ischemia tissutale.

     * colesterolo e placche ateromatose

     * calcoli ghiandolari

    * lesioni degenerative (osteoartrite)

     * conflitti immunitari (malattie autoimmuni, immunodeficienze, allergie)

     * lesioni tumorali, in particolare quelle maligne

II. ELEMENTI COINVOLTI NELLA REAZIONE INFIAMMATORIA

     Questi sono i mezzi di difesa dell’organismo. Da un lato, ci sono linee cellulari specializzate (specifiche e non specifiche) e le sostanze che producono, e dall’altro, mediatori umorali. Abbiamo anche gli elementi del tessuto connettivo (fibroblasti, istiociti, fibre di collagene, ecc.)

1. Sistemi cellulari e le loro sostanze elaborate (citochine):

1.1. Fagociti  : Hanno la particolarità di essere attratti da diverse sostanze esercitando un effetto chemiotattico positivo e di essere capaci di neutralizzare i corpi patogeni formati mediante fagocitosi. Sono responsabili dell’immunità primaria aspecifica o immunità innata.

1.1.1. Sostanze rilasciate dai fagociti:

     * Sostanze pro-infiammatorie e antinfiammatorie (citochine): alcune di queste sostanze vengono rilasciate nel tessuto connettivo e partecipano all’innesco e al mantenimento del processo infiammatorio.

Queste sostanze sono:

– lisozimi;

– prostaglandine;

– trombossani;

– attivatori dei linfociti;

– fattori inibitori delle cellule tumorali;

– quello interferente;

– pirogeni endogeni.

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1.1.2. I diversi tipi di fagociti

     * Il sistema dei fagociti mononucleari  : il leucocita mononucleare attivato nel sangue diventa un monocita; quando passa nel tessuto diventa un istiocita e quando esercita la sua proprietà di fagocitosi diventa un macrofago.

     * Leucociti polimorfonucleati o granulociti  : contengono un nucleo segmentale e granuli con affinità per i coloranti (neutrofili, eosinofili o basofili).

1.2. Linfociti  : sono responsabili delle reazioni immunitarie secondarie o specifiche che si innescano dopo la cooperazione con gli istiomonociti (il linfocita viene attivato dall’interleuchina rilasciata dall’istiocita).

Esistono due tipi di cellule immunitarie:

     * Linfociti T = immunità mediata dalle cellule

     * Linfociti B = immunità mediata da umori: Immunoglobulina (Ig) = Anticorpo (Ab)

1.3. Cellule NK (Natural Killer) : sono cellule caratterizzate dalla loro proprietà di lisare le cellule cancerose, le cellule infettate da vari agenti patogeni, le cellule ematologiche estranee (anemia falciforme), ecc.

2. Mediatori umorali:

     * I mediatori endogeni dell’infiammazione sono molto numerosi. Alcuni sono di origine cellulare, altri di origine plasmatica. Le loro azioni possono essere riassunte in 3 effetti importanti:

– Induzione di modificazioni vascolari (vasodilatazione, aumento della permeabilità), mediante istamina e bradichinina.

– Induzione dell’infiltrazione leucocitaria (diapedesi leucocitaria) mediante chemiotassi positiva.

– La produzione di lesioni tissutali.

2.1. Mediatori di origine cellulare locale  : Oltre alle sostanze di origine lisosomiale e a quelle prodotte dai linfociti T, i mediatori di origine tissutale sono rappresentati essenzialmente dalle ammine e dai lipidi acidi. Hanno un effetto essenzialmente vascolare.

     ha. Ammine: sono immagazzinate nei sacchi lisosomiali di varie cellule. Troviamo:

– Istamina: è il primo mediatore   rilasciato durante un processo infiammatorio. Provoca un aumento della permeabilità capillare e la formazione di edema.

– Serotonina.

     B. Lipidi acidi (acidi grassi) = eicosanoidi  

Queste sostanze pro-infiammatorie agiscono nella fase vascolare-sanguigna (vasodilatatrici) e talvolta rallentano il rilascio di istamina.

2.2. Mediatori plasmatici  : quando attivati, hanno effetti vasodilatatori o sviluppano un effetto chemiotattico positivo sui leucociti.

     ha. Sistema delle chinine  : è dominato dalla bradichinina che ha un effetto:

– Vasodilatatore.

– Aumento della permeabilità capillare maggiore di quello indotto dall’istamina.

– Dolore locale intenso: le chinine condividono questo effetto con l’istamina, l’acetilcolina e la serotonina.

     B. Complemento sierico  : il complemento attiva gli anticorpi rilasciati dai linfociti B (plasmacellule)

     C. Fattore XII (o fattore di Hageman) ): 

PARTE III CONCETTI DI INFIAMMAZIONE ACUTA E INFIAMMAZIONE CRONICA

1. Infiammazione acuta: rappresenta la risposta immediata ad un agente aggressivo, di breve durata (pochi giorni o settimane), spesso ad esordio improvviso e caratterizzata da intensi fenomeni vascolo-eccessivi. Spesso sono presenti segni clinici (locali e generali) e segni biologici. I quattro segni cardinali dell’infiammazione acuta sono: dolore, calore, gonfiore o nodulo e rossore.

L’infiammazione acuta guarisce spontaneamente o con il trattamento, ma può lasciare delle sequele se la distruzione dei tessuti è significativa.

2. Infiammazione cronica : corrisponde a un’infiammazione che non ha tendenza a guarire spontaneamente e che evolve persistendo o peggiorando nel corso di diversi mesi o diversi anni. I segni clinici generali sono assenti o minimi.

Dal punto di vista istopatologico, questo tipo di infiammazione è caratterizzato dalla presenza di tessuto cellulare granulomatoso ricco di fibre di collagene.

L’infiammazione cronica può seguire un’infiammazione acuta o subacuta o addirittura manifestarsi spontaneamente.

IV. I DIVERSI TEMPI DELLA REAZIONE INFIAMMATORIA O ANDAMENTO GENERALE DELLE DIVERSE FASI DELLA REAZIONE INFIAMMATORIA

La reazione infiammatoria è un processo dinamico che comprende diverse fasi successive e differenti che coinvolgono sistemi cellulari e umorali. 

Le quattro fasi principali successive sono:

1. Reazioni vasculo-sanguigne o vasculo-essudative: questa fase iniziale comporta tre modificazioni fondamentali: 

     * congestione attiva;

     *edema infiammatorio;

     * diapedesi leucocitaria. 

Durante questa fase iniziale si manifestano i quattro segni cardinali dell’infiammazione acuta: dolore, calore, gonfiore e rossore. Può durare da 10 minuti a diversi giorni.

1.1. Congestione attiva: comporta una vasodilatazione arteriolare e poi capillare nella zona interessata. A livello locale, ciò determina un aumento dell’afflusso di sangue e un rallentamento della corrente circolatoria. La congestione è innescata rapidamente da un meccanismo nervoso e dall’azione di mediatori chimici pro-infiammatori (istamina, serotonina, ecc.).

1.2. Edema infiammatorio: è causato dal passaggio nel tessuto connettivo interstiziale o nelle cavità sierose di un liquido chiamato essudato, costituito da acqua e proteine ​​plasmatiche. 

La sua traduzione clinica è gonfiore dei tessuti e dolore causato dalla compressione delle terminazioni nervose oltre all’azione delle sostanze algogene.

L’edema infiammatorio è dovuto all’aumento della pressione idrostatica dovuto alla vasodilatazione e soprattutto all’aumento della permeabilità della parete dei piccoli vasi sanguigni sotto l’effetto di mediatori chimici.

Ruolo e conseguenze dell’edema:

     * fornitura locale di mediatori chimici e meccanismi di difesa (immunoglobuline, fattori del complemento, ecc.);

     * diluizione delle tossine accumulate nella lesione;  

     * limitazione del focolaio infiammatorio mediante una barriera di fibrina, che impedisce la diffusione di microrganismi infettivi;

     * rallentamento della corrente circolatoria, che favorisce la diapedesi dei leucociti.

1.3. Diapedesi leucocitaria: corrisponde alla migrazione dei leucociti al di fuori del microcircolo e al loro accumulo nel focolaio della lesione.

Colpisce prima le cellule polimorfonucleate (nelle prime 6-24 ore), poi un po’ più tardi (dopo 24-48 ore) i monociti e i linfociti.

2. Reazioni cellulari: costituiscono la 2° fase , provocano la formazione del granuloma infiammatorio costituito da:

     * cellule del sangue (neutrofili ed eosinofili, monociti e linfociti);

     * cellule del tessuto connettivo (istiociti, mastociti, fibroblasti e macrofagi).

Ruolo del granuloma infiammatorio: 

     *assicurare la detersione mediante fagociti (cellule polimorfonucleate e macrofagi);

     * sviluppare una reazione immunitaria dei linfociti B e/o T; 

     * secernono molteplici mediatori coinvolti nel reclutamento cellulare, nella fagocitosi, nella difesa immunitaria e nella modifica della matrice connettiva.

Durante la chemiotassi e la fagocitosi, i leucociti attivati ​​possono rilasciare metaboliti tossici e proteasi nello spazio extracellulare, causando danni ai tessuti.

3. Detersione: segue gradualmente la fase vasculo-escutative, ed è contemporanea alla fase cellulare.   Si tratta dell’eliminazione di detriti tissutali, prodotti di necrosi, cellule morte, germi e possibili corpi estranei e liquido edematico. Questa fase può essere interna o esterna, spontanea (fistulizzazione) o indotta (drenaggio).

La detersione prepara necessariamente la fase finale della riparazione-guarigione. Se la detersione non è completa, l’infiammazione acuta si trasformerà in infiammazione cronica.

. Riparazione e guarigione: la riparazione dei tessuti avviene dopo un debridement completo. La detersione consente la formazione di nuovo tessuto (blastema di rigenerazione), detto anche gemma carnosa, che porterà alla guarigione e alla perfetta guarigione del tessuto danneggiato. 

V. DIVERSI TIPI DI INFIAMMAZIONE o VARIETÀ MORFOLOGICHE DI INFIAMMAZIONI ACUTE E CRONICHE:

     Talvolta una delle fasi successive del processo infiammatorio può predominare o persistere a lungo.

1. Quando sono in primo piano fenomeni vascolari ed essudativi, l’infiammazione si dice acuta. Questo tipo di infiammazione comprende:

     * infiammazione congestizia ed edematosa;

     * infiammazione emorragica;

     * infiammazione trombotica ;

     * infiammazione fibrinosa;

     * infiammazione purulenta o suppurativa;

     * infiammazione necrotizzante o gangrenosa;

2. Quando predominano i tessuti cellulari, l’infiammazione si dice subacuta.

3. Quando predomina abbondante tessuto connettivo o sclerotico (comparsa di fibrosi), l’infiammazione si dice cronica.

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VI. CONCETTI DI IMMUNOPATOLOGIA E INFIAMMAZIONE PATOLOGICA:

      Lo scopo del sistema immunitario è quello di liberare l’ospite da qualsiasi agente estraneo o che non faccia più parte del “sé”. Esistono malattie che sono legate a questa reazione immunitaria piuttosto che all’azione patogena dell’agente in questione, altre sono la conseguenza di un’immunità rivolta contro i costituenti propri dell’ospite. 

     Alcuni di essi mostrano un fallimento più o meno significativo del sistema immunitario.

Considereremo successivamente:

     * reazioni di ipersensibilità (allergia);

     * patologia correlata ai trapianti di organi (fenomeni di rigetto e malattia del trapianto contro l’ospite);

     * malattie autoimmuni;

     * deficit immunitari.

                                                                                                                                                                                                  FINE

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