FISIOPATOLOGIA DEL DOLORE

   FISIOPATOLOGIA DEL DOLORE

INTRODUZIONE

In odontoiatria il dolore è un problema quotidiano; È il principale fattore motivante per le consultazioni. Può essere acuta (spesso), facile da curare, o cronica (neurogena, psicogena, idiopatica e persino atipica), difficile da diagnosticare e curare.

Per ottimizzare la terapia, dobbiamo comprendere la fisiopatologia del dolore.

I. DEFINIZIONI: il dolore è una manifestazione del tutto soggettiva e pertanto è difficile definirne l’esatta definizione. È probabile che influisca negativamente sul comportamento o sul benessere del paziente.

Il dolore rimane un’esperienza personale soggettiva, ma l’enorme plasticità del sistema nervoso ci aiuta a comprendere come ognuno di noi risponde all’ambiente in modo unico.

1 . Secondo Larousse Médical  : il dolore è una sensazione dolorosa che si manifesta sotto diverse forme (bruciore, pizzicore, stiramento, crampi, ecc.) di intensità ed estensione variabili.

2. Secondo  l’IASP 1979 ( Associazione Internazionale per la 

Studio del dolore ; (Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore): Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a un danno tissutale (lesione) reale (esistente) o potenziale (virtuale) o descritta in termini di tale danno. 

Sebbene il dolore sia solitamente secondario a una chiara causa fisica, questa definizione evita di legare strettamente il dolore al solo stimolo nocicettivo causale. Evidenzia inoltre lo stretto legame tra la natura organica del dolore e le sue conseguenze emotive e affettive sulle reazioni individuali, specifiche di ogni paziente.

La valutazione dell’intensità del dolore è estremamente variabile: essa dipende dalla struttura emotiva del soggetto che ne soffre, il che rende illusorio ogni tentativo di calibrazione tra intensità dello stimolo doloroso e sofferenza.

II. TERMINOLOGIA:

1. Recettore sensibile o nocicettivo (nocicettore)  : è una parte di una cellula nervosa in grado di rispondere a una specifica categoria di stimoli. A livello della cute e delle mucose si trovano sotto forma di terminazioni nervose libere (corpuscoli o dischi) come i recettori di Meissner, Pacini e Ruffini. Questi recettori ricevono e trasformano diversi tipi di energia (stimoli) di origine termica, elettrica, meccanica e persino chimica in un impulso nervoso destinato al cervello. 

La pelle, la mucosa orale, la polpa dentale e il legamento parodontale sono molto ricchi di terminazioni nervose libere nocicettive, chiamate esterocettori nocicettivi.

I recettori aperti rappresentano recettori universali, capaci di ricevere sensazioni versatili.

2. Nocicezione  : si riferisce al processo che sta all’origine del messaggio nervoso che provoca la stimolazione dolorosa. Corrisponde quindi a tutte le funzioni dell’organismo che permettono di rilevare, percepire e reagire agli stimoli interni o esterni potenzialmente dannosi per l’organismo.

3. Cellula nervosa o neurone  : è l’unità funzionale del sistema 

nervosa, è eccitabile e conduttiva. Comprende il corpo, l’assone, i dendriti, le sinapsi e i terminali liberi.

4. Intensità e sensibilità del dolore: l’intensità del dolore provato da un dato stimolo dipende da due fattori principali:

     * l’intensità dello stimolo sul recettore;

     * la sensibilità dell’individuo.

PARTE III COMPONENTI E BASI CONCETTUALI DEL DOLORE

Il dolore è un fenomeno multidimensionale che comprende non solo le sensazioni provocate da stimoli nocivi, ma anche le reazioni dell’organismo a tali stimoli. Queste reazioni, le cui ripercussioni psicologiche costituiscono sofferenza, variano a seconda dello stato generale della personalità, delle sue esperienze passate e delle motivazioni presenti.

Attualmente riconosciamo 4 componenti o dimensioni del dolore:

 1. Componente sensibile o senso-discriminativa  : è la decodificazione del dolore a livello qualitativo e quantitativo. Corrisponde alla percezione delle caratteristiche e della natura del dolore (pungente, bruciante, percosse, scosse elettriche, ecc.), alla durata della stimolazione dannosa, alla sua intensità e alla sua localizzazione.

2. Componente affettiva ed emotiva  : le alterazioni affettive ed emotive aggravano e complicano il dolore. Riflette l’impatto (spiacevole, difficile da sopportare, doloroso, ecc.) determinato dal dolore stesso ma anche dal suo contesto. Questo aspetto può essere prolungato anche da stati di ansia e depressione.

3. Componente cognitivo-valutativa  : lo stato cognitivo o i processi mentali modulano la percezione del dolore (si tratta dell’anticipazione del dolore). Lo stato cognitivo riguarda l’attenzione rivolta al dolore, la sua interpretazione, la sua intensità, la sua spiacevolezza e l’anticipazione del suo arrivo.

4. Componente comportamentale  : è l’insieme delle manifestazioni verbali e non verbali osservabili nella persona che soffre (paura, urla, movimenti, linguaggio, ecc.).

IV. ORGANIZZAZIONE ANATOMICA E FUNZIONALE DEL SISTEMA NERVOSO

Il sistema nervoso umano è costituito da due parti principali.

1. Sistema nervoso centrale  : comprende

     *midollo spinale

     *l’encefalo (scambio cerebrale + cervelletto + cervello)

 2. Sistema nervoso periferico  : è costituito da nervi afferenti ed efferenti e da fibre nervose (neuroni).

     * Fibra afferente: è sensitiva, responsabile della trasmissione del messaggio nocicettivo dalla periferia al cervello.

     * Fibra efferente: è motoria, responsabile della trasmissione della risposta fornita dall’encefalo, dopo l’integrazione e l’analisi del messaggio nervoso da quest’ultimo agli arti.

V. MECCANISMO FISIOPATOLOGICO DEL DOLORE NOCICEPTIVO  

 Questo meccanismo attraversa tre fasi:

1 . Un potenziale di membrana a riposo.

2. Un potenziale di membrana d’azione: in cui viene generato il segnale elettrico (impulso nervoso).

 3. L’alternanza di fasi: potenziale di riposo/potenziale d’azione è all’origine della conduzione dell’impulso nervoso.

Tra i neurotrasmettitori possiamo citare:

          -Acetilcolina; Dopamina; Noradrenalina; Serotonina… 

 Conduzione degli impulsi nervosi nocicettivi : la stimolazione nocicettiva di una regione del corpo (ad esempio la pelle) determina la generazione di un impulso nervoso o messaggio nocicettivo, che verrà trasmesso al cervello per l’integrazione e l’analisi. Come? 

Il messaggio nocicettivo passa attraverso 3 neuroni sensoriali successivi:

1° neurone  : dal recettore al corno posteriore del midollo spinale, è il primo relè  ;

2° neurone  : dal midollo spinale al talamo, è il secondo relè ;

3° neurone  : dal talamo alla corteccia cerebrale dove il messaggio viene percepito come dolore, questo è il terzo relè .

La trasmissione degli impulsi nervosi avviene a livello degli assoni e tramite sinapsi.

a- a livello degli assoni

           a.1. Assone amielinico  : conduzione lenta e continua; fornito da fibre afferenti sensoriali di piccolo diametro  C.

           a.2. Assone mielinico  : conduzione più rapida, assicurata da fibre A alfa e A beta di medio e grande diametro.fibre A delta , scarsamente mielinizzate, assicurano la trasmissione del messaggio nocicettivo lento.

B. a livello sinaptico  : il segnale elettrico presinaptico (l’impulso nervoso) viene convertito in un segnale chimico (neurotrasmettitori menzionati sopra), il neurone postsinaptico riceve il segnale chimico e a sua volta genera il segnale elettrico.

La percezione del sintomo doloroso richiede un processo complesso in cui si possono distinguere diverse fasi:

  1. sviluppo dell’afflusso nel ricevitore;
  2. L’impulso nocicettivo viene poi trasmesso al midollo spinale da due tipi di fibre nervose:

     *fibre mieliniche del gruppo (A) 

     *fibre amieliniche (C)

3 . Il midollo spinale elabora e modula il messaggio nocicettivo, che poi trasmette alle strutture sopraspinali (tronco encefalico), quindi al talamo e ad altre strutture cerebrali (corticali), dove verrà elaborato, analizzato e trasmesso sotto forma di dolore. 

La conoscenza di queste diverse fasi è necessaria per comprendere la comparsa del dolore da lesione, tra cui distinguiamo il dolore dovuto a eccesso di nocicezione, il dolore secondario a danno tissutale diverso dal sistema nervoso (dolore infiammatorio) e il dolore neurogeno secondario a danno del sistema nervoso.

VI. CONTROLLO FISIOLOGICO DEL DOLORE  : la trasmissione spinale dei messaggi nocicettivi dipende da influenze eccitatorie ma anche da influenze inibitorie. L’influenza inibitoria avviene a diversi livelli:

  1. in periferia: nella sede della lesione, l’endorfina inibisce la secrezione di sostanze algogene ( che danno origine al dolore).
  2. a livello midollare  : questo è il gate control. Ciò comporta l’inibizione della via ascendente del messaggio nocicettivo. Questo è il controllo segmentale del dolore (teoria di Melzack del 1965)
  3. a livello sopramidollare: si tratta dell’inibizione della via discendente. Avviene a livello del talamo e a livello del tronco encefalico.

VII. CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE:

1. secondo la classificazione di JEFFRY OKESON del 1995 distinguiamo:

  • Dolore acuto e cronico (temporale)
  • Dolore nocicettivo e neuropatico o neurogeno
  • Dolore somatico e viscerale
  • Dolore localizzato e generalizzato.

     1.1. Dolore acuto  : o dolore sintomatico; Generalmente si manifestano in seguito a traumi o malattie. Questi dolori sono accompagnati da segni vegetativi (sudorazione, vasodilatazione, tachicardia, ecc.)

Il dolore acuto più comune nella regione orofacciale si verifica nei denti e nel parodonto. Rispondono molto bene agli antidolorifici convenzionali e all’eliminazione della causa.

     1.2. Dolore cronico  : spesso non esiste una chiara relazione con il danno tissutale. I segni vegetativi sono assenti, tuttavia prevalgono i segni psicosociali e comportamentali associati al dolore .

Tuttavia, non bisogna perdere di vista il fatto che il dolore cronico post-infortunio ha un punto di partenza definito (infiammazione, trauma, ecc.), ovvero il dolore persiste più a lungo della causa.

Il dolore cronico è neurogeno ed è causato da una disfunzione del sistema nervoso periferico o centrale. Non rispondono ai normali antidolorifici. A volte risponde agli antidepressivi e agli antiepilettici. 

     1.3. Dolore nocicettivo  : questo dolore si trasmette attraverso l’irritazione e la stimolazione dei nocicettori superficiali (mucosa orale, polpa dentale, legamento parodontale, pelle, ecc.) o profondi (muscoli, ossa, articolazioni, ecc.) ed è diffuso.

      1 .4. Dolore neuropatico  : questi dolori neurologici o neurogeni sono errori di interpretazione causati da un sistema nervoso indebolito. Il dolore viene percepito in assenza di qualsiasi stimolazione nocicettiva e di qualsiasi patologia somatica (allodinia). Possono essere periferiche o centrali, spontanee o provocate, e si verificano in risposta a una stimolazione normalmente non dolorosa: variazione termica, spazzolamento superficiale (nevralgia facciale essenziale).

 A livello della regione orofacciale troviamo:

    * Dolore orofacciale neuropatico episodico o parossistico (NFE: nevralgia facciale essenziale del nervo trigemino ZONA). Sono periferici.

    * Dolore orofacciale neuropatico persistente, ad esempio odontalgia atipica, dolore facciale atipico, sensazioni di bruciore idiopatiche in bocca (stomatodinia) e (glossodinia)

    * Dolore neurologico centrale: talamopatie (ad esempio: emicrania).

     1.5. Dolori somatici: sono dolori nocicettivi (cutanei, ossei, articolari, tendinei, muscolari, ecc.)

     1.6. Dolore viscerale : non è stata dimostrata l’esistenza di recettori nocicettivi nei visceri. Sono interocettori.

La descrizione del dolore viscerale è difficile e imprecisa, la sua localizzazione è imperfetta e la sua irradiazione è fuorviante.

     1.7. Dolore localizzato: è il dolore avvertito nel sito della lesione; Si tratta di un piccolo punto o sito di lesione.

     1.8. Dolore generalizzato: in questo caso il sito della lesione è diverso dal sito di percezione del dolore:

     * dolore riferito (irradiato o diffuso): è un dolore che segue il percorso del nervo afferente alla lesione, nel caso di pulpite totale acuta.

     * dolore riferito (proiettato): si tratta di sinalgia: è un dolore diffuso avvertito a distanza dalla zona della lesione iniziale. In odontoiatria il caso più comune di questo tipo di dolore è la sinalgia dento-dentale e dento-cutanea.

FISIOPATOLOGIA DEL DOLORE

2. Classificazione topografica

     2.1. dolore primario: è un dolore localizzato.

     2.2 Dolore secondario: è un dolore diffuso.

3. Secondo il meccanismo patofisiologico (IASP 1995)

       3.1 Dolore nocicettivo o somatico

       3.2 Dolore neuropatico o neurogeno

       3.3 Dolore psicogeno o non somatico

      3.4 Dolore idiopatico: è un dolore semeiologico la cui eziologia non è identificata (glossodinia, stomatodinia)

PARTE VIII SPECIFICITÀ DEL DOLORE ORO-FACCIALE: la polpa dentaria è particolarmente ricca di terminazioni nervose libere (recettori nocicettivi di tipo C , amielinici). Il segmento sensoriale del nervo trigemino è generalmente paragonabile a un segmento midollare e, infine, l’estensione della rappresentazione talamica o corticale della zona orofacciale rende questa regione la più sensibile del corpo.

PARTE IX CARATTERISTICHE DEL DOLORE ORO-FACCIALE

Il dolore orofacciale cronico è talvolta molto difficile da diagnosticare a causa del gran numero di strutture corporee coinvolte: pelle, mucose, denti, muscoli, ossa, ghiandole, vascolari, nervose e articolari.

La ricchezza e la complessità dell’innervazione a questo livello fanno sì che il dolore sia frequente in quella zona. Possono dare origine a manifestazioni dolorose molto diverse, che vanno dal semplice disagio a espressioni incontrollabili.

CONCLUSIONE: Il dolore è un fenomeno complesso che deve essere attentamente analizzato e compreso (cause e meccanismi) per poterlo trattare correttamente.

                                                                                                                                                                                                                                   FINE                                                                                         

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Le otturazioni composite sono discrete e durevoli.
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