EPILESSIA

EPILESSIA

I.INTRODUZIONE – DEFINIZIONI

Esistono due concetti distinti nell’epilessia:

  • Crisi epilettica
  • Malattia epilettica 

Crisi epilettica:

  • Corrisponde a una scarica parossistica eccessiva, ipersincrona e autosostenuta di una popolazione neuronale +/- estesa. 
  • Costituisce un sintomo di significato variabile, unico o meno, isolato o meno.

Malattia epilettica

Corrisponde a una condizione cronica di varia eziologia caratterizzata dalla ripetizione di crisi epilettiche derivanti da una scarica eccessiva di neuroni cerebrali, indipendentemente dai sintomi clinici e paraclinici che possono essere associati.

II.EPIDEMIOLOGIA

  • L’epilessia è la patologia neurologica invalidante più diffusa. 
  • L’incidenza è mediamente di 50/100.000 abitanti all’anno. 
  • La prevalenza varia dallo 0,5 al 2% ed è simile a quella del diabete o del reumatismo cronico.
  •  I tassi di incidenza e prevalenza sono più elevati nelle fasi estreme della vita (prima dei 10 anni e oltre i 60 anni). 
  • Circa il 50% degli epilettici inizia a manifestarsi prima dei 10 anni. 

III.CLASSIFICAZIONE

La classificazione internazionale dell’epilessia combina due parametri: sintomatologia ed eziologia. 

a- Classificazione secondo la sintomatologia:

1- Epilessia generalizzata: 

  • Includono crisi le cui caratteristiche cliniche non includono alcun elemento che possa essere correlato a una struttura anatomica o funzionale situata in un emisfero. 
  • Le anomalie EEG critiche e intercritiche sono bilaterali, simmetriche e sincroniche in entrambi gli emisferi. 

2- Epilessie parziali:  

Le crisi hanno un punto di partenza focale, descriviamo: 

  • Crisi parziali semplici: si verificano senza alcuna alterazione della coscienza. 
  •  Crisi parziali complesse: comportano, immediatamente o secondariamente, un’alterazione della coscienza.
  •  Crisi epilettiche secondariamente generalizzate parzialmente semplici o complesse.

b- classificazione secondo l’eziologia:

1- Epilessie idiopatiche 

  • Si tratta di sindromi epilettiche che si verificano in soggetti normali, senza lesioni cerebrali, senza deficit neurologici o intellettivi, senza una storia significativa a parte quella familiare.
  • esiste un carattere genetico che a volte può essere dimostrato. 

2- Epilessie sintomatiche 

  • Sono la conseguenza di varie lesioni cerebrali, che possono essere vecchie, cicatriziali o progressive.
  • Il tipo di crisi dipenderà dalla specializzazione funzionale della struttura cerebrale interessata (ad esempio epilessia temporale, frontale, parietale, ecc.). 

3- Epilessie criptogenetiche La causa di queste epilessie è nascosta e sfugge agli attuali mezzi di indagine.

VI. Semiologia delle crisi

– Crisi generalizzate 

1- Crisi tonico-cloniche generalizzate (grande male)

 Esordio improvviso con perdita di coscienza che spesso porta a una caduta traumatica, a cui segue .

 – Fase tonica (da 10 a 20 secondi), il corpo si irrigidisce, si verifica un blocco respiratorio con cianosi .

 – Fase clonica (da 30 secondi a 2 minuti): si verificano scosse muscolari ritmiche, generalizzate e simmetriche (clonie) con talvolta un morso lungo. 

  • Fase comatosa di rilassamento muscolare con frequente perdita di urina, respiro profondo e rumoroso, quindi sonno post-critico che dura da pochi minuti a 2 o 3 ore .
  •  Al risveglio si verifica l’amnesia dell’attacco epilettico. 

2- Crisi toniche 

  • Riguardano principalmente il bambino e spesso si verificano durante il sonno. 
  • Sono caratterizzate da una contrazione muscolare con inizio e fine improvvisi o graduali, può essere globale o interessare un gruppo muscolare. 

3- Crisi cloniche: 

  • Si riscontrano soprattutto nei bambini. 
  • Si manifestano come clonia generalizzata, spesso asimmetrica, associata a perdita di coscienza.

4- Crisi atoniche 

  • Si tratta di una perdita improvvisa e molto breve del tono posturale con alterazione della coscienza. 
  • La crisi può colpire una parte del corpo (ad esempio la testa che cade improvvisamente) o l’intero corpo, con la caduta del paziente. 

5- Crisi miocloniche: 

  • Si tratta di scosse bilaterali isolate, spesso localizzate agli arti superiori e talvolta a quelli inferiori, che provocano una caduta. 
  • Spesso si tratta di crisi mattutine, favorite dalla mancanza di sonno e non accompagnate da alterazione della coscienza. 

6- Assenze: 

– Si tratta di una breve e brutale sospensione della coscienza senza caduta, il bambino interrompe l’attività in corso, rimane congelato, con lo sguardo fisso e vago, dura dai 5 ai 10 secondi poi il bambino riprende la sua attività come se nulla fosse accaduto. 

B- Crisi parziali

 1- Crisi parziali semplici Le crisi parziali semplici sono caratterizzate dall’assenza di alterazione della coscienza. 

a- Crisi motorie:

1- Crisi somato-motorie: sono contrazioni improvvise o tonico-cloniche di localizzazione fissa, ad esempio: emifaccia, arto, origine: corteccia motoria primaria. 

2- Crisi di Bravais-Jacksoniane: riflettono la diffusione progressiva della scarica a tutta la corteccia motoria. L’attacco inizia al viso, alla mano o al piede e poi si diffonde alla radice dell’arto e poi a tutto il lato del corpo.

3- Crisi versive: sono le crisi motorie parziali più frequenti. Provocano una deviazione combinata degli occhi e della testa e talvolta del tronco; l’origine è variabile.

4- Crisi afasiche : si tratta di un disturbo critico del linguaggio nella sua espressione o sviluppo. 

b – Crisi sensibili e sensoriali: 

1- Crisi somatosensoriali: sono più spesso di tipo parestetico, limitate o con andatura jacksoniana. Origine: corteccia parietale primaria. 

2- Crisi visive: allucinazioni visive elementari: fosfeni, scotomi o amputazione del campo visivo. 

3_ Crisi uditive: tinnito, sordità  

2. Crisi parziali complesse: 

  • Sono molto diversificate e legate ad una scarica della corteccia associativa, soprattutto temporale, a volte frontale. 
  • Queste crisi sono accompagnate da perdita di coscienza e possono generalizzare secondariamente. 
  • Le manifestazioni sono: . Perdita di coscienza senza caduta, associata a vari automatismi (gestuali, verbali, vegetativi, oro-alimentari, ecc.): “assenza temporale”.
  •  Sintomi affettivi o intellettuali (paura, ansia, disturbi della memoria, stato di sogno, ecc.). 
  • Crisi psicosensoriali: un tipo di illusioni o allucinazioni visive, uditive o corporee. 
  • Crisi psicomotorie: esordio con disturbi vegetativi (disturbi epigastrici, paura, tachicardia, ecc.) associati ad automatismi. 
  •  

V. DIAGNOSI POSITIVA

  • Si basa sull’interrogatorio (paziente, familiari, possibili testimoni); Gli elementi da prendere in considerazione sono: la natura parossistica e stereotipata delle crisi, la caduta traumatica, l’amnesia post-critica, la nozione di mialgia al risveglio, ecc. 
  • EEG: è la registrazione dell’attività elettrica cerebrale e comprende la registrazione dell’attività a riposo, un test di iperpnea e una stimolazione luminosa intermittente.
  • L’EEG è utile quando mostra elementi parossistici come punte, punte-onde, polipunte, onde generalizzate o focalizzate coerenti con la presentazione clinica delle crisi.
  •  Va sottolineato che l’epilessia può essere accompagnata da un EEG normale. Le anomalie parossistiche dell’EEG possono essere osservate al di fuori di qualsiasi contesto di crisi epilettica. 
  • Per la ricerca eziologica sono richieste la tomografia computerizzata cerebrale e la risonanza magnetica nucleare. 

VI. FORME EZIOLOGICHE

  • Incidenti alla nascita Anossia neonatale e trauma ostetrico (l’epilessia può manifestarsi tardivamente)
  •  Tumori Si osservano soprattutto negli adulti e si manifestano come epilessia tardiva, soprattutto parziale; si possono osservare tutti i tipi di tumori (meningiomi, glioblastomi, ecc.) 
  • Infezioni – ascessi cerebrali, tubercoloma – encefalite virale (herpes) – meningite purulenta o tubercolare – meningoencefalite sifilitica 
  • Epilessia post-traumatica L’epilessia può manifestarsi più o meno tardivamente dopo il trauma, il rischio è significativo in presenza di coma, frattura del cranio o lesione cerebrale associata. 
  • Cause vascolari – AVCI – Emorragia cerebrale – Malformazione artero-venosa, ematoma – Tromboflebite cerebrale
  •  Epilessia senza causa nota È il quadro più comune, si parla di: – epilessia idiopatica (predisposizione genetica) – epilessia criptogenetica (causa nascosta non rilevabile con gli attuali mezzi di indagine) Le caratteristiche di queste epilessie sono: esordio nell’infanzia o nell’adolescenza, esame neurologico e psicologico normale, esame TC o RM normale e l’EEG che mostra un ritmo di fondo normale con scariche parossistiche generalizzate o focalizzate. 
  • Altre cause Le crisi epilettiche possono essere un sintomo durante: – disturbi ionici: ipoglicemia, ipercalcemia – alcolismo – intossicazione da farmaci – condizioni generali (ad esempio lupus) – condizioni neurologiche (ad esempio Alzheimer) 

VII. FORME SINDROMICHE

1- Malattia da spasmi in flessione (sindrome di West) Si tratta di un’epilessia generalizzata che si manifesta nei bambini tra i 3 e i 9 mesi e comprende: – spasmi in flessione raramente in estensione che si verificano a raffica – un tracciato EEG caratteristico (attività parossistica disorganizzata permanente) – arresto dello sviluppo psicomotorio

 2- Sindrome di Lennox-Gastaut Si tratta di un’epilessia generalizzata che si manifesta tra i 2 e i 7 anni di età e comprende: – crisi convulsive di varia natura, prevalentemente atoniche diurne e toniche notturne – l’EEG evidenzia punte e onde lente e diffuse – ritardo psicomotorio 

Epilessia con 3 assenze nei bambini Si tratta di un’epilessia generalizzata idiopatica, l’esordio avviene tra i 3 e i 12 anni, le assenze sono molto frequenti (fino a 50/giorno), l’EEG mostra punte e onde generalizzate a 3 c/s. 

4- Epilessia con crisi di tipo grande male L’esordio avviene nell’infanzia o nell’adolescenza, le crisi di tipo grande male possono essere notturne, al risveglio o casuali, l’EEG mostra un ritmo di fondo normale e scariche parossistiche generalizzate 

5- Epilessia parziale centro-temporale Si tratta di un’epilessia parziale benigna che si risolve durante l’adolescenza, le crisi sono spesso notturne: crisi motorie parziali orofacciali. L’EEG mostra picchi bifasici di grande ampiezza sulle regioni temporali 

6- Epilessia mioclonica giovanile benigna Esordio 13 e 19 anni, si manifesta mioclono soprattutto al mattino, associato a crisi di grande male. Si verifica una ricaduta quando si interrompe il trattamento. 

VIII. TRATTAMENTO

  1. regole di elaborazione 

 il trattamento deve essere regolare, quotidiano e continuo 

– uso della monoterapia, utilizziamo un unico farmaco antiepilettico adattato alle crisi, in caso di fallimento ne sostituiamo un altro. 

– Monitoraggio: si basa sulla frequenza degli attacchi, sugli effetti collaterali dei farmaci e sull’inserimento socio-professionale 

– Igiene e vita quotidiana: è necessario dormire a sufficienza, evitare bevande alcoliche e condurre una vita normale con restrizioni limitate.

  1.  Medicinali 

1) antiepilettici classici – carbamazepina (Tegretol): epilessia parziale (CPC), crisi di grande male – Na+ valproato (Depakine): E generalizzata (assenze, grande male), E parziale – fenitoina (Dihydan): E parziale – fenobarbital (Gardenal): crisi di grande male – benzodiazepine (Valium – Rivotril): stato epilettico 

2) nuovi antiepilettici Sono utilizzati in associazione con gli antiepilettici classici nell’epilessia farmaco-resistente: – Lamotrigina (Lamictal), Vigabatrin (Neurontin), Levopiracetam (Képpra). 

EPILESSIA

  Se non vengono rimossi, i denti del giudizio possono causare infezioni.
Le corone dentali ripristinano la funzionalità e l’aspetto dei denti danneggiati.
Le gengive gonfie sono spesso il segno di una malattia parodontale.
I trattamenti ortodontici possono essere eseguiti a qualsiasi età.
Le otturazioni composite sono discrete e durevoli.
Le otturazioni composite sono discrete e durevoli.
Gli spazzolini interdentali puliscono efficacemente gli spazi stretti.
Una visita dal dentista ogni sei mesi previene i problemi dentali.
 

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