Emergenze mediche presso lo studio dentistico.
Piano
- Introduzione
- Caratteristiche dei segni vitali
- Le diverse situazioni di emergenza medica:
- emergenze cardiovascolari
- emergenze respiratorie
- emergenze metaboliche
- emergenze neurologiche
- reazioni allergiche
- Farmaci di emergenza
- Attrezzatura di emergenza
- Conclusione
Introduzione: Sebbene non siano comuni, le emergenze mediche non sono un’eccezione nello studio dentistico. È probabile che questi incidenti abbiano gravi conseguenze e vi è motivo di supporre che la loro importanza continuerà ad aumentare in futuro.
Caratteristiche dei segni vitali:
Segni vitali | Valori normali |
Pulsazioni (battiti/min) | 60-100 |
Pressione sistolica (mm Hg) | 90-140 |
Pressione diastolica (mm Hg) | 60-90 |
Frequenza respiratoria (respiri/min) | 15-20 |
Situazioni mediche di emergenza
- Emergenze cardiovascolari
1.1. Shock vagale (Lipotimia): questa condizione costituisce una delle situazioni di emergenza più frequenti. Spesso è associato ad ansia, stanchezza, digiuno e dolore.
Consiste in una perdita di coscienza preceduta dai seguenti segni clinici: – Pallore, vertigini, nausea, sudorazione. – Il segno essenziale è un polso debole e mal percepito accompagnato da ipotensione.
Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento;
- Liberare le vie respiratorie;
- Posizionare il paziente in posizione supina con le gambe sollevate; – Monitorare la pressione sanguigna e il polso.
In assenza di trattamento, l’esito è spesso favorevole. I disturbi scompaiono spontaneamente. Sarà quindi possibile riprendere il trattamento.
Se la condizione peggiora, la compromissione della coscienza persiste e compaiono problemi cardiovascolari. È necessario:
- Somministrare un’iniezione endovenosa di solfato di atropina (da 1/4 a 1/2 mg) e continuare il monitoraggio clinico;
- Chiamare il personale medico d’urgenza e preparare l’attrezzatura di supporto ventilatorio.
Emergenze mediche presso lo studio dentistico.
1.2. Sincope: è causata da stress, ansia e dolore, è una perdita di coscienza che dura da pochi secondi a qualche minuto al massimo.
Segni clinici:
- È caratterizzata da un arresto cardiorespiratorio molto breve con pallore e perdita improvvisa di coscienza;
- I segni associati sono ipotensione e bradicardia. Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento;
- Liberare le vie respiratorie;
- Adagiare il paziente con le gambe sollevate;
- Monitorare i parametri vitali e applicare impacchi freddi sulla fronte e sugli avambracci.
L’evoluzione è favorevole se i segni regrediscono entro un minuto:
- In tal caso, indagare l’eziologia della sincope;
- Se l’evoluzione è sfavorevole, somministrare ossigenazione e massaggio cardiaco esterno; – Avvisare i servizi medici di emergenza.
1.3. Arresto cardiovascolare
L’attività circolatoria scompare. Questa è una situazione di emergenza molto seria.
Segni clinici
- Si ha scomparsa del polso carotideo, perdita improvvisa di coscienza
- La pressione sanguigna è zero (BP = 0);
- Durante l’intervento chirurgico, il sangue smette di fluire dalla ferita chirurgica;
- Spesso si associano arresto respiratorio e midriasi (dilatazione delle pupille). – La midriasi è un segno di gravità che indica un danno cerebrale.
Azione da intraprendere:
- Liberazione delle vie aeree;
- Chiamata immediata ai servizi medici di emergenza;
- Rianimazione cardiopolmonare del paziente sdraiato, evitando se possibile di inclinare la lingua all’indietro, altrimenti posizione laterale di sicurezza;
- Assicurare la respirazione (ventilazione bocca a bocca o maschera a pallone);
- Massaggio cardiaco esterno;
- Somministrazione di adrenalina per via endovenosa o intratracheale.
Rianimazione cardiopolmonare:
Posizionare la vittima sulla schiena su una superficie dura;
Eseguire 30 compressioni sulla metà inferiore dello sterno negli adulti e 5 nei bambini e nei neonati.
Dopo le compressioni, riportare la testa del paziente all’indietro, sollevare il mento ed effettuare 2 respiri efficaci (il torace della vittima dovrebbe sollevarsi ogni volta che si soffia) negli adulti, 1 nei bambini e nei neonati.
La frequenza delle compressioni sternali deve essere di 100 al minuto, indipendentemente dall’età, abbinate a 8-10 respiri efficaci.
Continuare gli sforzi di rianimazione e monitorarne l’efficacia.
Ogni 5 cicli di 30 compressioni e 2 ventilazioni negli adulti (10 cicli di 5 compressioni e 1 ventilazione nei bambini e nei neonati), interrompere la RCP per verificare la presenza di segni di circolazione (ad esempio se la vittima tossisce o si muove, o se ricomincia a respirare).
Questa ricerca non dovrebbe durare più di 10 secondi.
Emergenze mediche presso lo studio dentistico.
1.4. Angina pectoris:
È causata da un flusso sanguigno insufficiente dovuto a ischemia coronarica, che riduce l’ossigenazione del cuore. Segni clinici:
- Dolore toracico improvviso, che si irradia alla spalla sinistra, al braccio, alla mascella e al viso;
- Disturbi del ritmo; – Disturbi della pressione sanguigna.
Azione da intraprendere:
- Chiamare il pronto soccorso o il reparto di cardiologia;
- Mettere a letto il paziente;
- Somministrare derivati dell’ossigeno e del nitrato (natispray).
- Se la prima dose non è efficace, se ne somministra una seconda e poi una terza a intervalli di 5 minuti.
- Se non si riscontra alcun miglioramento dopo la somministrazione di 3 spruzzi di nitrati, potrebbe trattarsi di un infarto del miocardio.
1.5. Infarto miocardico:
L’infarto e la necrosi del muscolo cardiaco sono legati allo squilibrio tra apporto e fabbisogno di ossigeno.
Segni clinici:
- Comparsa di dolore a riposo, sotto forma di compressione toracica retrosternale resistente alla somministrazione di derivati nitrati; – Tachicardia o bradicardia; – Ipertensione o ipotensione; – Dispnea.
Azione da intraprendere:
- Contattare i servizi medici di emergenza;
- Il trattamento iniziale è quello dell’angina pectoris;
- Se non si verifica alcun miglioramento dopo la somministrazione di 3 puff di derivati del nitrato, – contattare immediatamente i servizi di emergenza; – Continuare l’ossigenazione.
1.6. Ipertensione:
L’ipertensione è definita come un aumento della pressione sistolica superiore a 140 mm Hg e della pressione diastolica superiore a 90 mm Hg. Può essere causato da stress e ketamina.
Segni clinici:
- Mal di testa;
- Sanguinamento insolito;
- Dispnea;
- Sudore ;
- Nausea e vomito; – Tinnito.
Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento in corso;
- Rassicurare il paziente;
- Garantire l’ossigenazione;
- Monitorare la pressione sanguigna;
- Contattare i servizi medici di emergenza.
1.7. Ipotensione:
L’ipotensione è definita come un valore di pressione sanguigna sistolica inferiore a 90 mm Hg. È favorita da emorragia, eccessiva premedicazione e affaticamento. Segni clinici:
- Pallore, vertigini, soprattutto nel passaggio dal clinostatismo all’ortostatismo; – Perdita di coscienza.
Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento e, se necessario, assicurare l’emostasi;
- Adagiare il paziente con le gambe sollevate;
- Somministrare atropina se necessario, in caso di insufficienza adrenalinica; – Monitorare la pressione sanguigna e la respirazione; – Contattare i servizi medici di emergenza.
- Emergenze respiratorie:
2.1. Inalazione di un corpo estraneo:
- Un corpo estraneo incastrato nelle vie aeree ostruisce la ventilazione.
- L’ostruzione è particolarmente comune nei neonati e nei bambini piccoli.
- Un corpo estraneo può ostruire parzialmente o completamente le vie respiratorie.
- L’ostruzione parziale è la situazione più probabile in uno studio dentistico.
- È necessario distinguere gli incidenti da inalazione dagli incidenti da deglutizione, in cui il corpo estraneo passa attraverso il tratto digerente. In questi ultimi casi non si verificano né disturbi respiratori né tosse.
Manovra di Heimlich:
Il soccorritore si posiziona dietro la vittima, appoggiandola alla sua schiena, e passa le braccia sotto le sue ascelle, nella parte superiore dell’addome. La parte superiore del corpo della vittima viene piegata in avanti e poi il soccorritore appoggia un pugno sulla parte superiore dell’addome, nella cavità dello stomaco, sopra l’ombelico e sotto lo sterno. Il dorso della mano è rivolto verso l’alto, con il pugno orizzontale. L’altra mano è appoggiata sulla prima, senza che gli avambracci premano sulle costole. Successivamente si esercita una pressione verso l’indietro e verso l’alto. L’obiettivo di questa manovra è comprimere i polmoni per creare un effetto “lavaggio” nella trachea.
2.2. Arresto cardiopolmonare
L’arresto respiratorio può essere causato da una premedicazione eccessiva o da gas anestetici. Segni clinici:
- Arresto respiratorio;
- Anche se si percepiscono movimenti respiratori, incapacità di inspirare; – Comparsa di cianosi e congestione del viso.
Azione da intraprendere:
- Pulire la cavità orale;
- Prevenire l’inclinazione della lingua all’indietro (cannula di Guedel o Mayo)
- Garantire l’ossigenazione;
- Chiamare il servizio medico di emergenza (EMS).
2.3. Attacco d’asma
Un attacco d’asma è caratterizzato dalla broncocostrizione delle piccole vie aeree distali e può essere scatenato da un allergene, da un’infezione o dallo stress.
Segni clinici:
- Respiro sibilante;
- Senso di costrizione toracica; – Tosse produttiva o non produttiva; – Disagio espiratorio.
- Se l’evoluzione è sfavorevole, compare cianosi dovuta all’ipossia.
Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento;
- Somministrare un broncodilatatore di tipo B2 mimetico (Ventoline®);
- Garantire l’ossigenazione;
Se l’attacco d’asma persiste, associare i mimetici della vitamina B2 ai corticosteroidi;
- Se la condizione peggiora o non si verifica un miglioramento immediato, contattare il pronto soccorso.
2.4. Emergenze metaboliche
2.4.1. Ipoglicemia:
Può verificarsi in pazienti diabetici noti e in soggetti non diabetici durante il digiuno prolungato; l’insorgenza può essere improvvisa. Segni clinici:
- Irritabilità improvvisa;
- Disagio associato alla letargia; – Sensazione di fame irrefrenabile; – Nausea.
- Si verifica una sudorazione eccessiva;
- Possono essere associati disturbi della coscienza e del tono neuromuscolare. Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento;
- Posizionare il paziente in posizione supina.
- Se il paziente è cosciente, assumere 4 o 5 pezzi di zucchero da masticare lentamente;
- Se il paziente è incosciente o troppo agitato, effettuare un’iniezione endovenosa diretta di glucosio al 30% nel siero. Questo trattamento viene integrato dall’assunzione orale di zucchero non appena le condizioni cliniche migliorano; – Monitoraggio della glicemia;
- Se i sintomi persistono, chiamare il pronto soccorso.
2.4.2. Coma ipoglicemico
Questo coma consiste in una perdita di coscienza associata a intensa ipertonia muscolare e convulsioni.
Si verifica principalmente nei pazienti diabetici trattati con insulina.
Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento;
- Nuovo zucchero urgente;
- Somministrazione di siero di glucosio al 30% direttamente per via endovenosa;
- Garantire l’ossigenazione;
- Controllare la glicemia;
- Contattare i servizi medici di emergenza.
- Se il livello di zucchero nel sangue è inferiore a 4, si raccomanda vivamente il monitoraggio medico.
2.4.3. Coma diabetico:
È dovuto all’iperglicemia. A differenza dell’attacco ipoglicemico, il suo inizio è lento.
Segni clinici:
- Mal di testa, stanchezza;
- Dolore addominale, nausea, vomito;
- Pelle secca e calda;
- Polso accelerato, odore di acetone durante l’espirazione.
In assenza di trattamento, il coma peggiora gradualmente.
Azione da intraprendere:
- Garantire l’ossigenazione; – Controllare la glicemia;
- Somministrare soluzione salina per infusione e contattare il pronto soccorso.
2.4.4. Crisi surrenale:
Paziente sottoposto a terapia cronica con corticosteroidi o che ha assunto steroidi ad alto dosaggio nell’ultimo anno. Manifestazioni cliniche
- Collasso vascolare;
- Stato alterato di coscienza;
- Polso veloce e martellante;
- Estremità fredde e umide;
- Nausea, vomito;
- Diarrea;
- Forte dolore addominale.
Azione da intraprendere:
- Posizione supina
- Liberazione delle vie aeree
- Ossigeno 100%
- Monitoraggio dei segni vitali
- Idrocortisone 2 ml da 50 mg/ml per via intramuscolare o endovenosa – Trasporto in ospedale.
- Emergenze neurologiche
3.1. Crisi epilettica:
Le crisi convulsive possono verificarsi nei pazienti epilettici o essere scatenate dalla stanchezza, dall’assunzione di alcol o da alcuni farmaci (anestetici locali).
Segni clinici:
- Insorgenza improvvisa di contrazioni muscolari involontarie;
- Possibile associazione con difficoltà ventilatoria, disagio ipoglicemico o insufficienza cardiocircolatoria acuta. Azione da intraprendere:
- Interrompere il trattamento;
- Proteggere il paziente dai traumi;
- Liberare le vie respiratorie; – Garantire l’ossigenazione;
- Se le convulsioni persistono per oltre 5 minuti, iniettare per via intramuscolare Valium® (ansiolitico (tranquillante) della famiglia delle benzodiazepine) o Rivotril® (anticonvulsivante non barbiturico della famiglia delle benzodiazepine) e avvisare il pronto soccorso.
3.2. Spasmofilia (tetania):
Si verifica nei pazienti ansiosi o affetti da carenza di calcio o magnesio.
Segni clinici:
- parestesia facciale con sensazioni di formicolio che possono diffondersi;
- Nelle forme minori, crampi spontanei degli arti superiori e inferiori
può essere associato a contrazioni dei muscoli facciali e iperventilazione;
- Nelle forme più gravi, l’iperventilazione è intensa e le contratture sono generalizzate. La coscienza e lo stato cardiocircolatorio non vengono alterati.
Azione da intraprendere:
- Rassicurare il paziente;
- L’esito è solitamente favorevole senza trattamento;
- Le forme più gravi giustificano la somministrazione di sali di calcio e di un sedativo (Valium).
3.3. Colpi :
Sono causate da trombosi o embolia dei vasi cerebrali che portano all’infarto e alla necrosi del tessuto cerebrale.
I segni clinici sono variabili ma i più costanti sono:
- Mal di testa, moderato o grave;
- Nausea e vomito, vertigini;
- Respirazione lenta, polso lento e martellante.
- Deficit neurologici (paresi, emiplegia, afasia).
Gestione (il trattamento è essenzialmente sintomatico):
- In caso di ipertensione, sollevare leggermente la testa del paziente;
- Liberare le vie aeree e somministrare ossigeno se il paziente è incosciente o in difficoltà respiratoria;
- Se i sintomi persistono per più di qualche minuto, contattare il pronto soccorso.
- Reazioni allergiche
4.1. Orticaria:
L’orticaria può essere la manifestazione cutanea di un’allergia.
Segni clinici:
- Papule rosse o rosa;
- Prurito e sensazione locale di calore.
Azione da intraprendere:
- Eliminare l’allergene;
- Interrompere il trattamento e stendere il paziente;
- Iniettare per via endovenosa una soluzione di corticosteroidi (100 mg di idrocortisone o 8 mg
Desametasone per via endovenosa o intramuscolare) o un antistaminico intramuscolare (Polaramine® 5 mg: antistaminico antiallergico); – Contattare i servizi medici di emergenza.
4.2. Edema delle vie aeree, edema di Quincke : Segni clinici:
- Edema del viso e delle labbra; – Difficoltà respiratoria.
Azione da intraprendere:
- Mantenere il paziente in posizione seduta;
- Somministrare al paziente per via endovenosa una dose di carico di corticosteroidi come metilprednisone 1 mg/kg associata ad un aerosol beta 2- mimetico (broncodilatatore come Salbutamolo: Ventoline®);
- Eseguire il monitoraggio cardio-respiratorio e garantire l’ossigenazione; – Ricoverare urgentemente il paziente (SAMU).
4.3. Shock anafilattico:
Si tratta di una grave reazione allergica di ipersensibilità a un antigene (anestesia, antibiotici, lattice, ecc.), responsabile di difficoltà circolatorie e talvolta respiratorie che possono essere pericolose per la vita.
I segni clinici compaiono entro 5-30 minuti dalla somministrazione della sostanza: orticaria;
- Cianosi;
- Angioedema;
- Sudorazione correlata all’ipercapnia (aumento di CO2 ) ;
- Sensazione di malessere generale; – Ipotensione e tachicardia; – Dispnea con broncospasmo.
Azione da intraprendere:
- Eliminare l’allergene;
- Disporre il paziente in posizione supina;
- Somministrare un’iniezione sottocutanea di adrenalina (da 0,5 a 1 mg) (Anahelp®).
- Gli antistaminici possono essere iniettati lentamente per via endovenosa come coadiuvanti; – Controllare regolarmente la pressione sanguigna e garantire l’ossigenazione;
- Somministrare in aggiunta all’idrocortisone per via endovenosa o intramuscolare (100 mg) quando si osserva un miglioramento;
- Vassoio sterile.
- Compresse sterili.
- Antisettico cutaneo (iodio povidone, clorexidina).
- Siringhe da 2, 5, 10 e 20 ml.
- Aghi di preparazione.
- Aghi per iniezione intramuscolare.
- Aghi per iniezioni endovenose.
- Aghi per iniezione sottocutanea.
- Laccio emostatico elastico.
- Misuratore della pressione sanguigna.
- Cannula di Guédel o di Mayo.
- Bombola di ossigeno con maschera o cannula nasale e regolatore.
Come minimo, dovresti avere uno stetoscopio e uno sfigmomanometro (semiautomatico). Si consiglia inoltre di dotarsi di un pulsossimetro. Il defibrillatore cardiaco non è ancora obbligatorio ma auspicabile.
Conclusione:
In caso di emergenza medica, il professionista deve:
- Avere a disposizione tutta l’attrezzatura e i farmaci di emergenza;
- Essere in grado di diagnosticare una patologia causale, descriverla con parole semplici e prendersi cura del paziente;
- Registrare le azioni e l’implementazione su un protocollo con registrazione temporale;
- Sii consapevole dei tuoi limiti e intervieni solo nell’ambito delle tue competenze;
- Se una malattia grave lo richiede, chiamare o far chiamare i servizi di emergenza il prima possibile.
La prevenzione delle complicazioni mediche durante un intervento chirurgico si basa su un’adeguata assistenza al paziente. Una conoscenza generale delle patologie che possono causare un’emergenza medica e una conoscenza dettagliata della storia clinica sono della massima importanza. L’intervento chirurgico deve svolgersi in condizioni confortevoli e tranquille, per prevenire o alleviare qualsiasi ansia nel paziente.
Emergenze mediche presso lo studio dentistico.
I denti rotti possono essere curati con tecniche moderne.
Le malattie gengivali possono essere prevenute spazzolando correttamente i denti.
Gli impianti dentali si integrano con l’osso per una soluzione duratura.
I denti gialli possono essere sbiancati professionalmente.
Le radiografie dentali rivelano problemi invisibili a occhio nudo.
I denti sensibili traggono beneficio dall’uso di dentifrici specifici.
Una dieta povera di zuccheri protegge dalla carie.