DISTURBO NEUROLOGICO

DISTURBO NEUROLOGICO

  1. DISTURBO NEUROLOGICO

DEFINIZIONE  :

Il disagio neurologico è definito come un danno alla funzione nervosa, cioè un danno al sistema nervoso centrale o periferico, la cui insorgenza può compromettere, nel breve termine, le altre funzioni vitali dell’organismo (funzione circolatoria, funzione respiratoria) e portare alla morte della vittima. La perdita di coscienza è un grave disturbo neurologico che richiede un immediato primo soccorso, ma la vittima può mostrare segni visibili di disturbo neurologico senza aver perso conoscenza (compromissione della meccanica respiratoria dovuta a danni neurologici ai nervi che innervano i muscoli respiratori).

Causa :

Traumatico: lesione cerebrale o del midollo spinale.

Non traumatiche: metaboliche: ipoglicemia, iponatriemia, iperglicemia tossiche: ingestione di farmaci tossici infettive: ascesso cerebrale, encefalite vascolari: ictus, tromboflebite cerebrale tumorali: Tm cerebrale, metastasi.

Conseguenze

-Convulsione

-Disturbo della coscienza

-Impatto sulla funzione respiratoria

– Impatto sullo stato emodinamico

Segnali

Il disagio neurologico si manifesta con segni comuni, che possono essere isolati o associati:

• Segni neurologici:

– perdita di coscienza, persino coma

– convulsioni.

-segni di HIC: mal di testa, vomito a getto.

– asimmetria facciale (paralisi facciale)

– diminuzione o perdita della sensibilità, diminuzione o perdita delle capacità motorie.

– anomalia delle reazioni pupillari o asimmetria del diametro pupillare

– disturbo del linguaggio.

– disturbo comportamentale.

– disturbi dell’equilibrio.

• segni dovuti all’interazione delle principali funzioni vitali: qualsiasi danno neurologico può portare ad un’alterazione di altre funzioni vitali (difficoltà respiratorie e circolatorie).

DISTURBO NEUROLOGICO

Principio dell’azione di soccorso

L’azione di soccorso deve consentire:

1- Valutare il livello di coscienza: punteggi neurologici, il più utilizzato è il punteggio di Glasgow

2- Valutare altre funzioni vitali, escludere l’ipoglicemia.

3- porre la vittima in una posizione di attesa idonea a preservare la circolazione cerebrale:

– Vittima cosciente: adagiare la vittima cosciente sulla schiena.

– Vittima incosciente: – se si sospetta un trauma, immobilizzare la testa e la colonna vertebrale in caso di caduta improvvisa al minimo dubbio – Posizionare in PLS fino al recupero della piena coscienza se non vi sono prove di trauma.

4- Somministrare O2 per inalazione se necessario.

5- Proteggere la vittima dal freddo o dalle intemperie.

6- Calmare e rassicurare la vittima.

7- Sorvegliare attentamente la vittima e adattare le misure di primo soccorso all’evoluzione della situazione.

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  1. CONVULSIONE

Una convulsione è l’insorgenza improvvisa e involontaria di spasmi muscolari di origine cerebrale, in punti specifici o in tutto il corpo. (Rigidità muscolare seguita da spasmi muscolari) accompagnata da perdita di coscienza e spesso perdita di urina (crisi convulsive tonico-cloniche generalizzate).

Quasi tutte le crisi hanno una durata relativamente breve: da pochi secondi a qualche minuto. La maggior parte delle crisi dura da 1 a 2 minuti.

Le crisi convulsive possono essere descritte come segue:

Epilettiche: queste crisi non hanno una causa scatenante apparente (cioè non sono provocate). Le crisi epilettiche sono chiamate disturbi convulsivi o epilessia. La causa delle crisi epilettiche è spesso sconosciuta (epilessia idiopatica). 

Non epilettiche: queste crisi sono scatenate da un disturbo reversibile o da una condizione transitoria che irrita il cervello, come un’infezione, un trauma cranico o una reazione a un farmaco. Nei bambini, la febbre può scatenare crisi convulsive non epilettiche (crisi iperpiretiche).

Sintomi dei disturbi convulsivi

Un’aura (sensazioni insolite) descrive come si sente una persona prima dell’inizio delle crisi. Un’aura può includere uno qualsiasi dei seguenti elementi:

– Odori o sapori anomali

– Nodi allo stomaco

– Sensazione di déjà vu o sensazione opposta, cioè qualcosa che ci sembra sconosciuto mentre ci è familiare (ciò che chiamiamo jamais vu)

-Una sensazione intensa che la convulsione stia per iniziare

Crisi tonico-clonica

Fa parte dell’epilessia cerebrale generalizzata. La scarica di neuroni si propaga immediatamente a entrambi gli emisferi cerebrali. Il paziente presenta perdita di coscienza seguita da manifestazioni motorie bilaterali e simmetriche. Si ha una fase tonica (contrazione muscolare intensa), poi clonica (scosse ritmiche simmetriche), al termine della crisi il paziente presenta un respiro stertore rumoroso. Durante l’attacco, il paziente può mordersi la lingua lateralmente o perdere urina. Il paziente riprende conoscenza dopo diversi minuti, spesso all’inizio è confuso (smarrito) e poco alla volta riprende conoscenza. Non avrà alcun ricordo dell’episodio.

Crisi focale 

Trattamento iniziale

Il paziente ha le convulsioni

Proteggere dai traumi, assicurarsi che le vie respiratorie siano libere, allentare gli indumenti.

La maggior parte delle crisi si risolve spontaneamente e rapidamente. La somministrazione di un anticonvulsivante non è sistematica. Se una crisi generalizzata dura più di 5 minuti, interromperla con:

Diazepam

Bambini: 0,5 mg/kg per via intrarettale, preferibilmente senza superare i 10 mg.

È possibile una somministrazione endovenosa lenta (0,3 mg/kg in 2-3 minuti) a condizione che sia disponibile un’attrezzatura di assistenza ventilatoria (Ambu e maschera).

Adulto: 10 mg EV lenta

Il paziente non ha più convulsioni

Tenere a portata di mano diazepam e glucosio nel caso in cui il paziente abbia una ricaduta.

Il paziente può essere posizionato nella posizione laterale di sicurezza (PLS) solo quando la fase tonico-clonica è terminata, cioè quando gli scossoni sono cessati.

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  1. DISORDINE DI COSCIENZA

Si tratta di un’alterazione della coscienza che dura più di 5 minuti e può essere lieve o profonda.

Obnubilamento : Corrisponde a un rallentamento di tutte le funzioni della coscienza con deterioramento dell’attenzione.

Confusione mentale : rappresenta una forma moderata di alterazione delle funzioni strategiche della coscienza caratterizzata da un’alterazione combinata delle principali funzioni cognitive (memoria, linguaggio, calcolo, orientamento temporo-spaziale, pianificazione dei compiti, ecc.), da un’alterazione della vigilanza e dell’attenzione il più delle volte fluttuante con il nictemeron.

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Coma: è definito da un’alterazione profonda e duratura della coscienza e dello stato di allerta, non reversibile mediante stimolazione esterna. Stato di non reattività comportamentale in un paziente che ha gli occhi chiusi (quindi in uno stato di sonno apparente), ma che non può essere svegliato, nemmeno tramite stimolazione dolorosa intensa. Si tratta della forma più grave di disturbo della coscienza.

Esame clinico del coma

L’esame clinico del coma deve comprendere almeno tre fasi:

1- immediatamente, cercare un disagio vitale

In ogni paziente in coma è fondamentale ricercare un’immediata minaccia per la vita e verificare eventuali gravi disturbi vegetativi o metabolici, mediante un attento esame clinico.

– Stato circolatorio: presenza di polso, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ricerca di segni periferici di shock.

– Stato respiratorio: frequenza respiratoria, ritmo, ampiezza del movimento; segno di congestione polmonare o edema, cianosi, tachipnea, desaturazione, bradipnea o addirittura pause respiratorie.

– Eseguire un test della glicemia capillare: l’ipoglicemia dovrebbe essere esclusa per principio perché può causare danni cerebrali se prolungata.

La constatazione di un’insufficienza vitale richiede azioni terapeutiche immediate: ossigenazione, intubazione, farmaci vasoattivi, ecc.

2-Interrogatorio del seguito

Talvolta è necessaria una vera e propria “indagine di polizia” per raccogliere informazioni sulle possibili cause di questo coma. Questa indagine può risultare difficile se il paziente ha voluto nascondere un gesto suicida, se era solo al momento del coma;

• storia, trattamento seguito, stile di vita, possibile esposizione professionale o domestica a una tossina, alcolismo cronico o acuto, possibile tossicodipendenza;

• la storia dell’insorgenza del coma, che deve essere attentamente ricostruita: brutalità, segni premonitori, stato clinico precedente il coma, circostanze dell’accadimento;

• attività respiratoria o motoria dall’inizio del coma: possibile esistenza di movimenti anormali o ripetitivi;

• eventuali sostanze eventualmente ingerite 

3-Esame fisico generale

È necessaria l’ispezione dell’intero corpo.

Cerchiamo i segni del trauma

Cerchiamo anche lesioni cutanee significative come porpora, anche solo qualche macchia, eruzioni cutanee, tracce di morsi.

La presenza di perdite di urina visibili sui vestiti o di una lingua morsicata dovrebbe suggerire una crisi epilettica.

Rigidità meningea

La misurazione della temperatura corporea deve essere effettuata con un termometro.

4-Esame neurologico

→L’attività cerebrale viene valutata osservando i movimenti spontanei e poi osservando la risposta agli stimoli.

Sollevando le palpebre si possono osservare i movimenti oculari spontanei, l’apertura delle palpebre e i movimenti dei bulbi oculari. Sono significativi i movimenti del pendolo o il nistagmo.

Movimenti spontanei come la deglutizione e la respirazione non forniscono informazioni sulla sua profondità.

A seconda della gravità del danno cerebrale, sono state descritte le seguenti risposte:

• decorticazione, adduzione del braccio, flessione lenta dell’avambraccio sul braccio;

• decerebrazione adduzione ed estensione in rotazione interna delle braccia, associata ad una proiezione della spalla in avanti, ottenendo il classico movimento di rotolamento.

Questi fenomeni non sono specifici del danno cerebrale, ma suggeriscono solo livelli sempre più profondi di danno neuronale.

→Esame della vista

Nel coma, il tono dell’orbicolare dell’occhio predomina su quello dell’elevatore della palpebra superiore e gli occhi sono chiusi. 

Quando il coma è profondo, il tono di questi muscoli scompare e le palpebre tendono a rimanere semiaperte.

Si può ipotizzare un coma simulato quando si osserva un tono elevato dei muscoli orbicolari, che impedisce l’apertura delle palpebre.

→Analisi della pupilla

È necessario annotare qualsiasi riscontro o comparsa di un diametro pupillare irregolare (anisocoria).

– Midriasi bilaterale, midriasi unilaterale, miosi bilaterale, miosi unilaterale.

– la ricerca dei riflessi fotomotori e consensuali: effettuata utilizzando una luce intensa che inonda ciascun occhio separatamente e nasconde l’altro dalla luce, osserviamo una contrazione pupillare dell’occhio illuminato, questo è il riflesso protomotorio, e, in misura minore, della pupilla dell’occhio non illuminato, questo è il riflesso consensuale. In caso di mancata risposta si parla di riflesso areattivo.

Il riflesso di ammiccamento alla minaccia riflette uno stato di veglia quasi normale 

5-Misurazione della profondità di un coma

Durante l’esame neurologico, per poter quantificare la gravità clinica, monitorare il paziente e formulare una prognosi, l’uso di punteggi consente di classificare lo stato clinico del paziente.

—Il punteggio di Glasgow consente, in un dato momento, di quantificare la profondità del coma e di seguirne l’evoluzione nei pazienti sottoposti a ventilazione spontanea.

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•Ulteriori esplorazioni ???????

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•diagnosi differenziale

– Ipersonnia: è un attacco di sonno rapidamente reversibile tramite stimolazione. L’ipersonnia può essere dovuta alla narcolessia o alla sindrome dell’apnea notturna.

-Sindrome locked-in: trauma alla parte inferiore del tronco encefalico, generalmente dovuto all’occlusione dell’arteria basilare.

-Mutismo acinetico: si tratta di un’alterazione dei lobi frontali, e quindi della consapevolezza di sé, con gravi disturbi dell’attenzione, neglect motorio e sensoriale.

-Conversione isterica: è una malattia psichiatrica.

– Stato vegetativo cronico : segue il coma ma non è un coma, gli occhi sono aperti ma con assenza di consapevolezza del proprio essere e dell’ambiente circostante, le funzioni respiratorie e circolatorie sono stabilizzate.

AZIONI DA ADOTTARE

Assistenza medica iniziale

La gestione terapeutica nella fase acuta dei disturbi della coscienza deve garantire il mantenimento dell’ematosi e dell’emodinamica del paziente.

In assenza di attività cardiaca, vengono intraprese manovre di rianimazione cardiaca.

In assenza di una ventilazione efficace, il paziente viene intubato.

Posizionare la vittima in una posizione di attesa adatta

Viene posizionato un accesso venoso e si esegue l’infusione di cristalloidi. Viene effettuata una valutazione biologica completa.

Se sono presenti segni clinici di coinvolgimento, è indicata l’osmoterapia.

La gestione della pressione sanguigna dipende dall’eziologia che causa il deterioramento neurologico.

L’immobilizzazione dell’asse testa-tronco-collo è la regola, finché non viene eliminata l’origine traumatica.

La posizione della testa inclinata di 15°, evitando la compressione giugulare, consente il miglior rapporto drenaggio venoso/perfusione cerebrale.

In caso di crisi convulsive cliniche, si deve prendere in considerazione il trattamento antiepilettico.

Trattamento della causa: la gestione eziologica specifica è ovviamente l’elemento più importante (medica o chirurgica) →servizio specializzato.

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  Le carie non curate possono raggiungere il nervo del dente.
Le faccette in porcellana restituiscono un sorriso smagliante.
I denti disallineati possono causare mal di testa.
La prevenzione dentale evita trattamenti costosi.
I denti da latte servono da guida per i denti permanenti.
I collutori al fluoro rinforzano lo smalto dei denti.
Una visita annuale ti permetterà di monitorare la tua salute orale.
 

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