DI BORDO

DI BORDO

  • Edgewise è una tecnica fissa multi-bracket che mira a spostare i denti sull’intera arcata o sulle arcate rispetto alla base ossea corrispondente.
  • Non si tratta di un metodo di cura, bensì di un sistema meccanico che consente movimenti dentali controllati nei tre piani dello spazio.
  • EDGEWISE ⇒ EDGE = il lato più stretto

WISE = il filo

  1. Storia:

Si tratta di una tecnica multi-anello inventata nel 1928 dal Dott. Angle;

ortodontista che ha dedicato la sua vita alla ricerca di meccaniche che gli consentano di curare i suoi pazienti ripristinando un’occlusione il più possibile vicina a quella ideale.

Nel 1900, Angle aveva introdotto l’arco “E”, che è un arco vestibolare rotondo da 0,36 pollici, le cui estremità trasportavano dadi che penetravano i tubi saldati a bande sigillate sui primi molari, i denti erano

direttamente fissati all’arco mediante legature metalliche. L’allungamento dell’arco a

i dadi consentivano un’espansione sufficiente ad allineare i denti. Tuttavia, questo risultato non fu soddisfacente.

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Nel 1912 inventò un’altra tecnica di trattamento che avrebbe potuto colmare le lacune della prima e la chiamò: “Working Contention or Tube and Pins Appliance”.

Si tratta di un assemblaggio verticale di tubi e tenoni. Tutti i denti sono dotati di anelli e tubi verticali, che accolgono tenoni saldati ad un arco elastico. I tenoni vengono dissaldati e risaldati in posizioni diverse a seconda dei movimenti da realizzare.

Il controllo delle radici è possibile ma il sistema risulta estremamente complicato da implementare per risultati generalmente deludenti come l’impossibilità di correggere le rotazioni e soprattutto la

limitazione della libertà dei movimenti dentari desiderati.

Nel 1915 creò un nuovo dispositivo denominato “Arco a nastro”.

Degli apparecchi precedenti vengono mantenuti gli anelli di ancoraggio sui molari e sugli altri denti, ma l’arco vestibolare diventa un arco piatto e soprattutto la grande novità è la modalità di fissaggio dell’arco agli anelli tramite una “staffa”.

Quest’ultimo consente la trasmissione di una forza diretta da

l’arcata al dente per ottenere movimenti dentari vestibolari, linguali, di intrusione, di egressione e di rotazione.

Questa tecnica, nonostante le sue grandi possibilità, non consentiva di soddisfare due importanti qualità:

  • Capacità dei denti di muoversi distalmente (o disallinearsi) parallelamente al loro asse.
  • Capacità di unire rigidamente gruppi di denti per fungere da ancore.
  • Fu per soddisfare questi ulteriori obiettivi che venne sviluppato l’Edgewise.

Il dispositivo EDGEWISE letteralmente “sul lato piccolo”: è un sistema prefabbricato composto da attacchi e archi, che rimane oggi nonostante

di modifiche incessanti, il sistema più diffuso nell’ambito delle tecniche fisse.

Si tratta di attacchi metallici (chiamati anche mensole, serrature o attacchi ortodontici) dotati di una luce rettangolare orizzontale,

consentendo l’inserimento orizzontale attraverso il bordo di un arco rettangolare, consentendo così un perfetto controllo tridimensionale dell’orientamento e del movimento dentale.

  1. COMPONENTI DEL DISPOSITIVO EDGEWISE :

Edgewise è un dispositivo rimovibile-non rimovibile con elementi fissi e intercambiabili.

  1. Elementi fissi:
    • 2.1.1 Supporti: rendono gli attacchi ortodontici solidali ai denti; Ne esistono di due tipi: anelli sigillati e basi incollate.

Anelli ad A:

Nei primi tempi di Edgewise, tutti i denti dell’arcata erano dotati di un anello, da cui il nome.

“tecnica multi-anello”. Questi anelli sono stati realizzati

sui denti stessi mediante una striscia di metallo, sulla quale venivano poi saldati elettricamente gli attacchi vestibolari e linguali. Attualmente sono disponibili diverse misure di anelli per i molari e altri denti. Una volta

Una volta selezionati, gli anelli vengono sigillati ai denti utilizzando un cemento ossifosfato o vetroionomerico con .

Questi anelli preformati soddisfano nella maggior parte dei casi le qualità richieste per dei buoni anelli ortodontici, vale a dire:0

  • essere in grado di adattarsi il più possibile alla morfologia dentale
  • consentono la crimpatura dei bordi cervicali e occlusali
  • essere stabili, cioè resistere a qualsiasi movimento di inclinazione o abbassamento anche prima di essere sigillati.
  • avere lo spessore interprossimale minimo, pur avendo sufficiente rigidità per resistere alle forze

occlusale.

  • evitare di danneggiare l’attacco gengivale tutt’intorno.

B-Basi incollate:

L’innovazione più importante degli ultimi dieci anni è stata l’impiego di basi metalliche fissate direttamente ai denti tramite le loro facce interne, che ospitano microalveoli come supporti per gli attacchi ortodontici.D:\CORSO FISSO 4° anno\ODF PPS corso 4° anno 2017 2022\Documenti per corso 4° anno\7.Tecnica di taglio e arco dritto Dr Harmim\bracket-metalico-mini-thino.jpg

2-1-2: Gli allegati principali : Si presentano nelle seguenti forme:

Attacchi e tubi molari.

  1. La staffa: la staffa Edgewise è un blocco di acciaio

acciaio inossidabile con una scanalatura trasversale al centro; questa scanalatura appare come una guida luminosa rettangolare.

  1. Tubi molari : si tratta di un tubo saldato a metà della faccia vestibolare degli anelli molari o su una base incollata; Il lume rettangolare di questi tubi ha le stesse dimensioni di quello delle staffe.
  • 2-1 -3- Attacchi accessori: sono elementi saldati sulle facce vestibolari o linguali degli anelli e destinati a fungere da punti di applicazione delle forze ausiliarie dell’Edgewise.

I più frequentemente utilizzati sono:

  • Tubo di forza extraorale: rotondo leggero (.046); destinato a ricevere l’estremità degli archi facciali.
  • Ganci di apertura distali : saldati alla superficie vestibolare degli ultimi molari, legati alla parete gengivale del tubo Edgewise; Servono per fissare gli anelli elastici.
  • Bottoni o ganci linguali: situati sulla superficie linguale di tutti gli anelli, eccetto quelli degli incisivi; Sono molto utili per correggere o controllare le rotazioni o le inversioni delle articolazioni.
  1. Elementi rimovibili :

Gli archi sono gli elementi attivi specifici dell’apparecchiatura Edgewise, sono realizzati in filo di acciaio di sezione diversa a seconda delle fasi del trattamento.

Le prime fasi vengono eseguite utilizzando filo a sezione tonda e le dimensioni più comuni sono: .014” .016” .018” .020”; quindi non appena il progresso del trattamento lo consente, questi archi vengono

sostituito da archi di bordo propriamente detti con sezione rettangolare e le cui dimensioni usuali sono: .017”X.025”, .019”X.025”, .021”X.027”,

.0215 ”X.028

La scelta della dimensione dipende dalla natura della fase; le dimensioni ridotte rispetto alla luce degli attacchi vengono utilizzate per le fasi di lavoro in cui sono necessari spostamenti dentali, gli altri per le fasi di

stabilizzazione e ancoraggio.

Questi fili vengono modellati in archi e assumono la forma approssimativa dell’arcata dentale; è su questo contorno che verranno posizionate le pieghe e gli anelli necessari.

  1. Forze ausiliarie:

Oltre alle forze specifiche di Edgewise generate dagli archi, la tecnica Edgewise utilizza altri tre tipi di forze:

  1. Forze mono o intramascellari;
  2. Forze intermascellari;
  3. Forze extraorali.
  4. Sistemi di forza elastica intra-arco:

Questi sistemi vengono applicati tra due denti o due gruppi di denti di un

stesso arco utilizzando una legatura elastica, una catena elastomerica o una molla in tensione o compressione.

  1. Sistemi di forze elastiche inter-arco:

Forze antero-posteriori: classe 2 o classe 3;

  • Forze trasversali: incrociate;
  • Forze verticali: vengono applicate vestibolarmente tra i denti opposti per chiudere uno spazio.
  1. Forze extraorali:

Composto da un arco esterno e da uno interno uniti tra loro, l’arco esterno è collegato tramite una forza elastica ad un supporto cervicale o pericranico.

  1. OBIETTIVI E PRINCIPI DELLA TECNICA:
    1. OBIETTIVI:

Gli obiettivi del trattamento ortodontico sono:

  1. l’equilibrio e l’armonia del viso,
  2. una funzione masticatoria efficiente,
  3. salute parodontale e dentale delle basi ossee e dei tessuti di supporto che garantiscono la longevità dei denti.
  4. nonché la stabilità dell’occlusione ottenuta.
  5. Principi:
  1. Controllo tridimensionale dei movimenti dentali;
  2. controllo delle zone di ancoraggio;
  3. il concetto di arco ideale.
  • Controllo tridimensionale dei movimenti dentali:

Sono realizzati mediante archi e forze ausiliarie, forze extraorali o forze intra o intermascellari.D:\CORSO FISSO 4° anno\ODF PPS corso 4° anno 2018\2018-2019 Dr.MEGHERBI\Fil-arc-ortodontique.jpg

Nell’Edgewise moderno vengono utilizzati consecutivamente due tipi di archi: archi a tutto sesto e archi rettangolari.

  • Archi a tutto sesto:
    • Questi archi vengono utilizzati all’inizio del trattamento oppure sono rigeneratori di forza leggera.
    • I primi archi utilizzati hanno un diametro di .016, poi la sezione degli archi viene aumentata progressivamente di .018 e .020

.

  • Il ruolo di questi archi è quello di allineare i denti in direzione verticale, appiattire la curva di Spee, correggere le rotazioni e iniziare la correzione degli assi dentari.

La loro durata d’uso sarà tanto più lunga quanto più la custodia presenta ingombro e cattiva posizione individuale.

  • Archi rettangolari:

Gli archi di lavoro di bordo sono costruiti con filo di acciaio rettangolare sagomato sul bordo per approssimare la forma dell’arco; su questi archi verranno realizzate un certo numero di pieghe o curvature

  • Curvature di 1° ordine :

Si realizzano sul piano orizzontale e

non incidono sulla planarità dell’arco, consistono in accentuazioni di curve o pieghe in

baionetta verso l’esterno dell’arco (offset), o verso l’interno (inset); Possono talvolta essere esagerate (sovracorrezione delle rotazioni), ma il loro obiettivo principale è quello di ottenere una conformazione armoniosa dell’arcata tenendo conto della morfologia delle corone dentarie.

  • Curvature di 2° ordine :

Si tratta di curve tracciate su un piano verticale.

Quando la parte distale della pinza è piegata in direzione gengivale questa curvatura è chiamata “piegatura della punta all’indietro” e quando la parte mesiale della pinza è piegata in

direzione gengivale è una “punta in avanti”.

Il ruolo delle curvature del 2° ordine è quello di controllare la

direzione mesio-distale dell’asse del dente.

Esiste un tipo speciale di curvatura del 2° ordine chiamatadi taglio 016

“curve artistiche” , si tratta di curve introdotte negli archi di finitura,

riguardano il settore incisale e hanno lo scopo di conferire una direzione leggermente apico-divergente agli assi degli incisivi mascellari.

  • Curvature di 3° ordine :

Si realizzano mediante 2 morsetti n. 442 posti su un piano perpendicolare all’arcata e le cui ganasce vengono applicate alla superficie ampia dell’arcata. Questa modifica nella forma dell’arco è chiamata coppia . La coppia designa quindi uno stato e non un movimento. È la conformazione torsionale di un arco rettangolare.

La coppia che andremo ad introdurre sull’arco può avere due forme diverse:

  • Coppia continua: è una torsione uniforme che coinvolge uno o più denti; quindi un settore dell’arco limitato da due punti. Generalmente colpisce il settore incisivo.
  • Coppia progressiva: la torsione impressa all’arco in questo caso non è uniforme. Riguarda principalmente i settori premolari e molari.
  • La coppia applicata ad un arco serve a controllare l’asse dei denti in direzione vestibolo-linguale. Permette di apportare correzioni agli incisivi, come indicato dall’analisi cefalometrica, e nei settori laterali per ristabilire i normali rapporti occlusali tra i denti opposti.

Se poi imponiamo all’arco la coppia, dovremo giocare sull’elasticità dell’arco per farlo penetrare nel bracket e, tornando alla sua forma iniziale, provocherà uno spostamento dell’apice in direzione palatale o linguale. Definiremo quindi la coppia come radicolo-palatina.

Se provoca uno spostamento dell’apice in direzione vestibolare, avremo allora una coppia radicolo-vestibolare.

2) controllo delle zone di ancoraggio;

Una zona di ancoraggio può essere definita come un’area che resiste allo spostamento causato dalle forze ortodontiche.

Se la zona si trova a livello dento-alveolare, questa resistenza può essere variabile, il che significa che la zona di ancoraggio può subire essa stessa uno spostamento voluto o indesiderato. Questo movimento è definito “perdita di ancoraggio”.

Potremo classificare i nostri trattamenti in tre categorie:

  • Casi di ancoraggio massimi in cui la zona di ancoraggio non deve subire alcuno spostamento.
  • Casi di ancoraggio moderati in cui è consentita una piccola perdita di ancoraggio.
  • Casi di ancoraggio minimo in cui è auspicabile uno spostamento mesiale piuttosto significativo dei denti posteriori.

Distinguiamo tre tipi di ancoraggio:

  • Ancoraggio naturale: è la resistenza che ogni dente sano in un ambiente sano oppone a una forza che tende a spostarlo.

Uno dei fattori che influenzano il movimento dei denti è la superficie della radice: più questa superficie è alta, maggiore è la resistenza al movimento. Un molare è più difficile da spostare di un premolare e nel caso in cui sia necessario chiudere lo spazio di un 2° PM , installando una forza tra il 1° M e il 1° PM , il 1° M rappresenterà un semplice ancoraggio che dovrebbe teoricamente consentire lo spostamento distale del 1° PM .

  • Ancoraggio rinforzato: Nel caso in cui l’analisi riveli la necessità di preservare l’ancoraggio naturale, è fondamentale rinforzare tale ancoraggio. Esistono molti modi per rafforzare l’ancoraggio. I principali sono:

Nella mascella: archi transpalatali (tipo GOSHGARIAN) o archi con supporti palatali (tipo NANCE);

Nella mandibola: archi linguali saldati o rimovibili e “lip bumper”. Infine, in entrambe le arcate, forze extraorali di tutti i tipi.

  • Ancoraggio preparato: la preparazione dell’ancoraggio è un metodo inventato da Tweed che aumenta la resistenza al movimento dei denti dell’ancoraggio. Questo metodo è molto utile soprattutto nei casi di ancoraggio massimo dove si prevede di utilizzare in modo intensivo la trazione elastica intermascellare. Si tratta di un metodo che consiste nell’inclinazione distale dei denti destinati a fungere da ancoraggio per queste trazioni.
  1. Concetto dell’arco ideale:
  • La costituzione di archi detti “archi ideali”

» rappresenta il massimo

fase di un trattamento in Edgewise.

Tutte le fasi precedenti, con le loro forze e ausiliari, non hanno altra ragione di esistere se non quella di consentire la semplice introduzione di archi ideali.

  • La grande originalità di questa tecnica è quella di ottenere, al termine del trattamento, uno spostamento controllato dei denti verso la posizione desiderata. questi archi ideali che avranno il ruolo di:
  1. Per determinare la forma ottimale dell’arco plantare per il paziente.
  2. Posizionare i denti in modo tale da ristabilire i normali punti di contatto anatomici, in base alla morfologia di ciascun dente.
  3. Per posizionare i denti in modo che i loro assi abbiano un corretto orientamento mesiodistale.
  4. Per posizionare i denti in modo che i loro assi abbiano un corretto orientamento vestibololinguale.
  5. Per ottenere una concordanza tra l’arcata superiore e quella inferiore e ripristinare i normali rapporti occlusali.

Coordinamento degli archi:

I punti di controllo in bocca dopo l’installazione di questi archi ideali saranno i seguenti:

* Concordanza degli ambienti.

* Relazione angolare di classe .

* Continuità dei punti di contatto .

* Concordanza tra la posizione della mandibola

in relazione centrica e in occlusione terminale.

* Guida anteriore in propulsione con disocclusione posteriore.

* Le guide canine laterali lavorano nei movimenti laterali .

* Assenza di interferenza dal lato non lavorante nei movimenti laterali.

  1. Fasi del trattamento nella tecnica EDGEWISE:
    • È ovvio che ogni caso verrà trattato in base alle anomalie che presenta.
    • Tuttavia, in tutti i trattamenti Edgewise troveremo le stesse fasi, le variazioni saranno dovute alla direzione dei movimenti e alla loro ampiezza. Tali fasi sono le seguenti:
  1. Fase di livellamento;
  2. Fase di preparazione dell’ancoraggio;
  3. Fase di movimento di massa dei denti;
  4. Fase di finitura mediante archi ideali
  5. Fase di contenimento. 1-Fase di livellamento:

Si tratta di un appiattimento dell’arcata che si esegue prima di qualsiasi terapia ortodontica, inizia con il corretto posizionamento degli attacchi, poi si passa alla correzione delle singole malposizioni dentarie per riportare i denti allo stesso livello srotolando l’affollamento; e quindi consentire l’inserimento di un arco rettangolare.

Il filo utilizzato può essere:

  • Twist-flex: filo ritorto che si adatta all’arco e rimane in bocca per tre-sei settimane;
  • Filo tondo di vari diametri a partire da 0,012, 0,014 e infine 0,016 o persino 0,018 pollici. Spesso questi archi hanno anelli di livellamento che conferiscono loro grande elasticità e un margine

maggiore attivazione.

  • 2-Preparazione dell’ancoraggio
  • 3-Fase di retrazione:

Si tratta di un metodo terapeutico che fa leva sugli elementi dentari posteriori, per cui è necessario evitare qualsiasi perdita di ancoraggio.

I suoi obiettivi saranno:

  • Chiusura degli spazi di estrazione;
  • La correzione di alcune distopie come le mesioposizioni canine;
  • Correzione di un’anomalia sagittale mediante retrazione del blocco incisivo-canino mascellare uni o bimascellare.
  • La durata di questa fase è di circa 6-10 mesi nei casi di classe I e di 10-14 mesi nei casi di classe II.
  1. Finitura:
  • Il coordinamento delle forme degli archi;
  • Regolazione delle curvature di 2° e 3° ordine;
  • Ipercorrezione delle direzioni verticale e anteroposteriore.
  • Durano circa sei mesi.
  1. La moderazione:

Dura circa 12 mesi.

– Ritenzione rimovibile: piastra Hawley o grondaie in silicone;

-Limitazione fissa.

Conclusione

In tutti i casi in cui il trattamento consiste in spostamenti dentali, la tecnica Edgewise è quella che offre le possibilità meccaniche più rigorose.

Fin dalla sua invenzione ha dato origine a diversi metodi. Il più elaborato è quello di Tweed, ma molti altri metodi su archi continui o segmentati sfruttano le proprietà di questa tecnica, in particolare il sistema di incorporamento originale: filo rettangolare – attacco calibrato .

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