Dermatologia orale: afte e ulcere aftose
Introduzione
I. Afte:
- Definizione
- Epidemiologia
- Eziopatogenesi
- Clinica: Meccanismi di accadimento
- Diagnosi differenziale
- Trattamento
- Trattamenti di prima linea
- Trattamenti non specifici
- Trattamenti per le afte gravi
- Strategie terapeutiche
II. Ulcere aftose:
- Introduzione
- Classificazione
- Forme cliniche
- Diagnosi di aftosi secondaria
- Diagnosi della malattia di Behçet
- Aftosi e HIV
- Trattamento dell’aftosi
- Trattamento eziologico
- Trattamento preventivo
- Strategia terapeutica
Conclusione
Introduzione :
L’afta è la lesione più comune del cavo orale. È importante saperla riconoscere e classificare in base alla sua manifestazione clinica, isolata o riscontrata in aftosi orale.
I. Afte
- Definizione :
Lesione superficiale della mucosa orale e dell’orofaringe ad eziologia sconosciuta.
La parola “ Aphte ” deriva dal greco “ aphta ” che significa ulcera o bruciatura.
Si tratta dell’ulcerazione più dolorosa, che causa difficoltà nella masticazione, nella deglutizione e nel mantenimento dell’igiene orale. Le afte possono essere isolate o far parte di un’ulcera aftosa che colpisce altri organi (malattia di Behçet).
Possono essere sporadiche (afte) o ricorrenti (afte), lievi o gravi.
- Epidemiologia :
- Le afte colpiscono dal 5 al 25% della popolazione.
- Inizia nell’adolescenza e tende a ridursi in frequenza e gravità con l’età.
- L’80% delle afte si sviluppa prima dei 40 anni.
- Ulcere aftose sono state segnalate nel 2-4% dei pazienti HIV positivi.
- Non c’è distribuzione geografica
- Sembra che esista una certa predominanza tra le donne e i non fumatori.
- Eziopatogenesi:
- Eziologia genetica: concetto di aftosi familiare.
- Patogenesi immunitaria: l’ulcerazione aftosa sembra essere dovuta all’azione citotossica dei linfociti TCD4-CD8 e dei monociti.
- Fattori predisponenti locali: coinvolgimento di fattori traumatici locali (spazzolamento dei denti, protesi dentarie, iniezione intraorale, ecc.)
- Fumo: sembra avere un effetto protettivo sulle mucose.
- Carenze vitaminiche (vitamina B1-B2-B6-B12), acido folico e carenza di ferro.
- Malattie gastroduodenali (celiachia, morbo di Crohn).
- Influenza ormonale.
- Lesioni indotte da farmaci (nicorondil utilizzato nella prevenzione dell’angina).
- Clinica: Meccanismi di accadimento:
Un’afta orale comune attraversa quattro fasi:
- Fase prodromica : sensazioni di formicolio o bruciore che durano meno di 24 ore; è spesso assente nella malattia di Behçet.
- Fase preulcerosa: durante la quale si sviluppano una o più lesioni eritematose, maculari o papulari, o eventualmente anche vescicolari (vescicole effimere che il più delle volte passano inosservate), con dolore crescente.
- Fase ulcerosa: l’ulcera poi si ulcera, in modo puntiforme o lenticolare, ma non sanguina mai , persiste per alcuni giorni o alcune settimane, con dolore che gradualmente diminuisce.
Di solito di 2-10 mm di diametro, con uno sfondo necrotico giallastro,
“Burro fresco”, poi grigiastro. Il suo bordo è netto , punzonato, con un bordo periferico infiammatorio rosso vivo. La base , leggermente edematosa, rimane flessibile e non indurita.
- Fase di riepitelizzazione (indolore, da pochi giorni a qualche settimana).
- Diagnosi differenziale: le afte orali non devono essere confuse con:
- Ulcerazione traumatica
- Sifilide o tubercolosi inoculazione cancro
- Ulcerazione tumorale maligna: carcinoma squamocellulare.
Dermatologia orale: afte e ulcere aftose
- Trattamento :
6.1 Trattamento di prima linea:
- Anestetici locali: breve durata d’azione, il più efficace è la lidocaina (Xylocaine® gel orale viscoso al 2%, Dynexan® 2%) applicata direttamente con il dito sull’ulcera.
• Collutorio al sucralfato 4 volte al giorno.
• I corticosteroidi topici sono i trattamenti più comunemente utilizzati. Agiscono riducendo l’infiammazione. (Dermoval®, Diprolène®) in una pasta adesiva (Orabase®) in quantità uguali e applicarli da 2 a 4 volte al giorno fino alla guarigione dell’afta.
• Antisettici: collutori, clorexidina e triclosan
• Ciclici: 4 volte al giorno.
• Trattamenti fisici: cauterizzazione dell’afta (acido tricloroacetico)
6.2 Trattamenti non specifici
- Paracetamolo: sistemico
- acido acetilsalicilico nei collutori (da 3 a 4 g diluiti).
- Iniezione dopo anestesia locale con Xylocaine® viscosa, alcune gocce di Kenacort® retard a 40 mg/ml per via intralesionale
- Trattamenti per le ulcere gravi della bocca: trattamento sistemico
- Prednisone (1 mg/kg/giorno) per 1 settimana
- La talidomide ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento delle forme gravi di afte orali nei pazienti HIV positivi, alla dose di 200 mg/die per 4 settimane.
6.4 Strategie terapeutiche:
Piccole riacutizzazioni: a volte è sufficiente un analgesico locale, preferibilmente un gel alla lidocaina.
Frequenti episodi di afte: associare analgesici locali a corticosteroidi locali molto forti, eventualmente in una pasta adesiva (unguento Diprolène® e Orabase®).
Attacchi più estesi con coinvolgimento posteriore: associare corticosteroidi locali a collutori al sucralfato 3 o 4 volte al giorno.
Forme gravi con ulcere orali giganti molto invalidanti che impediscono di mangiare: talidomide associata a corticosteroidi locali e sucralfato.
Dermatologia orale: afte e ulcere aftose
II. Ulcere aftose:
- Definizione :
Afte multiple che si sviluppano in riacutizzazioni che durano da 3 a 10 giorni, ricorrenti almeno due volte l’anno. Le afte pongono due problemi: diagnostici e terapeutici.
- Classificazione : le ulcere aftose sono classificate secondo sei criteri clinici ed evolutivi (Tabella)
Criteri | Aftosi comune | Aftosi multipla | Aftosi miliare | Aftosi gigante | Aftosi ricorrente |
Numero | 1 3 | 3 10 | 10 100 | Unico++ | |
Misurare | < 1 centimetro | < 1 centimetro | < 0,3 centimetri | > 1 centimetro | |
Frequenza delle spinte | Meno di 4 all’anno | Più di 4 all’anno | |||
Durata delle spinte | 7 – 14 giorni | 7 – 14 giorni | 15 – 60 giorni |
- Forme cliniche: Distinguiamo: Aftosi comune, Aftosi multipla, Aftosi miliare, Aftosi gigante, Aftosi e AIDS, Forme extraorali, Aftosi orale
3.2 Aftosi comune (banale-volgare-semplice):
La spinta è composta da 1 a 3 elementi, con un diametro compreso tra 3 e 10 mm. Evoluzione spontanea verso la guarigione in 8 giorni senza lasciare cicatrici. Talvolta vengono menzionate circostanze scatenanti:
- Cibo (noci, groviera, fragole, cioccolato, pomodoro, buccia di frutta)
- Cura dentale (detartrasi, cotone idrofilo)
- Stress, stanchezza.
Le epidemie sono rare e i periodi di latenza durano diversi mesi; Può iniziare nella prima infanzia.
3.3 Aftosi multipla: più rara, composta da 4 a 10 elementi nettamente individualizzati.
Talvolta confluenti, assumono un aspetto “erpetiforme” che evoca un’eruzione di herpes ricorrente. Questa forma guarisce in circa dieci giorni.
Il trattamento è sintomatico come per l’aftosi comune.
La diagnosi differenziale viene discussa con:
- L’herpes
- Lichen planus erosivo,
- Più raramente stomatite bollosa-eritema multiforme
3.4 Aftosi miliare: Le lesioni sono molto numerose, con 10-100 elementi puntiformi, raramente confluenti. L’aftosi miliare deve essere differenziata dalla stomatite erpetica a infezione primaria, la cui diagnosi clinica è talvolta difficile, ma alcuni elementi possono indicare un’infezione virale, vale a dire:
- Confluenza di elementi che creano ulcerazioni con contorni policiclici,
- Malessere generale, febbre e ADP,
- Lesioni periorali.
- Aftosi gigante:
Caratterizzata dalle notevoli dimensioni delle afte, superiori a 1 cm, e possono raggiungere i 3 cm. L’ulcerazione è talvolta infiltrata da edema, talvolta necrotica e si evolve nell’arco di diverse settimane, talvolta di diversi mesi. L’evoluzione verso la guarigione avviene a scapito delle cicatrici retrattili
- Diagnosi dell’aftosi secondaria:
Le afte o ulcere aftose si riscontrano in numerose patologie generali e possono essere rivelatrici. Inoltre, nell’interrogatorio si dovranno specificare i farmaci assunti, la presenza di sintomi digestivi e ricercare un’eventuale malnutrizione.
Causa | Malattia |
Enterocolopatie infiammatorie | – Morbo di Crohn, CU (colite ulcerosa) – Malattia celiaca |
Carenze vitaminiche | – Carenza di ferro, folati, vitamina B12 e malattia di Biermer – Carenza di zinco |
Cause ematologiche | – Neutropenia ciclica idiopatica – Agranulocitosi (iatrogena, leucemia, ecc.) |
Cause dei farmaci | -betabloccanti- Farmaci antinfiammatori non steroidei- Nicorandil |
Malattie sistemiche | – Malattia di Behçet, vasculite, lupus.- GVH (malattia del trapianto contro l’ospite), sindrome di Sweet |
Infettivo | – HIV |
- Diagnosi della malattia di Behçet:
La malattia di Behçet è una malattia multisistemica infiammatoria cronica e recidivante, la cui causa è sconosciuta.
Criteri diagnostici per la malattia di Behçet:
Criteri | Commento |
1. Ulcere ricorrenti della bocca | Afte comuni, giganti o miliari, osservate dal medico o dal paziente, con una recidiva di almeno 3 volte in 12 mesi Diagnosi: più 2 dei seguenti 4 criteri : |
2. Ulcere genitali ricorrenti | Ulcera aftosa o cicatrice, osservata dal medico o dal paziente |
3. Lesioni agli occhi | Uveite anteriore o posteriore diagnosticata dall’oculista |
4. Lesioni cutanee | Eritema nodoso, pseudofollicolite, lesioni papulopustolose, noduli acneici |
5.Patergie: test positivo di ipersensibilità nel sito di iniezione | Letto dal medico dopo 24-48 ore |
- Aftosi e HIV: ulcere aftose necrotiche giganti si riscontrano frequentemente in caso di AIDS, con una probabile correlazione a una bassa conta dei CD4. Spesso si osserva una gengivite ulcero-necrotica.
- Trattamento delle ulcere aftose
Dermatologia orale: afte e ulcere aftose
- Trattamento eziologico:
Aftosi secondaria: trattamento della causa, se possibile. Ciò vale in particolar modo per le afte orali causate dall’assunzione di farmaci.
Aftosi orale idiopatica Aftosi di Behçet: il trattamento curativo è spesso insufficiente, è quindi necessario un trattamento preventivo delle riacutizzazioni.
8.2 Trattamento preventivo:
I metodi terapeutici sono gli stessi per tutte le aftosi.
Farmaci utilizzati: Talidomide, Colchicina, Etanercept, Azatioprina, Ciclosporina, Sucralfato, Pentossifillina Interferone
Nota: il trattamento di prima linea per l’aftosi orale ricorrente è la colchicina.
8.3 Strategia terapeutica:
- Trattamento di prima linea: colchicina, alla dose di 1-2 mg/die in una o due dosi.
- Dopo 2-6 mesi di efficacia, il dosaggio viene ridotto a 0,5 o 1 mg/giorno ogni 2 giorni.
- Se la colchicina fallisce, Disulone® alla dose di 100 mg/die.
- Può essere abbinato o sostituito con collutori a base di sucralfato.
- Nell’aftosi orale ricorrente grave resistente a questi due trattamenti, è ammessa la somministrazione di talidomide a un dosaggio di 50 mg/die, che può essere aumentato a 100 o 200 mg come trattamento di attacco.
PARTE III Ulteriori esami: in generale il quadro clinico è caratteristico. Tuttavia, possiamo chiederci:
- Una valutazione biologica ai fini della diagnosi eziologica (FNS alla ricerca di anemia, neutropenia) dosaggio di vitamina B12 e folato
- Esame sierologico (HIV, BW per sifilide)
- Biopsia: se l’ulcerazione persiste.
- Indagini in caso di sospetta malattia di Behçet
- Consigli gastronomici.
Conclusione:
La conoscenza delle manifestazioni cliniche e dell’aspetto clinico dell’aftosi orale è essenziale, per stabilire una diagnosi è necessario saper classificare e identificare gli attacchi isolati e quelli che possono far parte di un quadro clinico più complesso, vale a dire l’AIDS e la malattia di Behçet, l’esame clinico completo deve essere metodico e basato su un buon colloquio che permetta di etichettare la patologia.
Dermatologia orale: afte e ulcere aftose
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Le otturazioni composite sono discrete e durevoli.
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