BIOFILM DENTALE
Io – Definizione
Secondo MOUTON e ROBERT nel 1994, il biofilm dentale è definito come un accumulo eterogeneo, aderente alla superficie dei denti o localizzato nello spazio gengivo-dentale; Si trova anche su vari materiali di restauro dentale e sulle protesi. È composto da una comunità microbica, ricca di batteri aerobi e anaerobi, ricoperta da una matrice intercellulare di polimeri di origine microbica e salivare.
II. formazione della placca dentale
1 – Meccanismo di adesione
a – Film acquisito esogeno (EAP)
Dopo lo spazzolamento profilattico dello smalto, le proteine salivari si legano nel giro di pochi minuti formando PAE. Queste proteine interagiscono poi stabilendo legami incrociati tra più di una.
I biologi lo descrivono come una pellicola morbida, incolore e traslucida, distribuita in modo diffuso sulla corona, in quantità leggermente maggiori vicino alla gengiva.
b – Interazioni molecolari tra batteri e PAE
I batteri vengono trasportati sulla superficie dei denti attraverso la saliva. Una volta in prossimità del dente, i batteri caricati negativamente aderiscono in modo reversibile al PAE.
Questa PAE stessa viene caricata dall’interazione delle forze elettrostatiche repulsive e delle forze attrattive di Van Der Waals.
L’adesione irreversibile dei primi batteri (Streptococcus goidoniti, oralis e mitis; Actinomyces viscosus) al PAE avviene tramite interazioni specifiche di tipo proteina-proteina.
c – Co-aggregazione
Con la crescita della placca, solo i batteri in grado di sopravvivere in condizioni anaerobiche riusciranno a rimanere in contatto con i tessuti dentali mineralizzati. I batteri presenti nel giovane biofilm dentale possono trasformare il saccarosio in polimeri extracellulari con sequenze di glicani. Si formano quindi interazioni glicaniche che contribuiscono a consolidare il biofilm, rendendolo più denso e mettendo quindi in uno stato di anaerobicità i batteri più vicini alla superficie dentale.
III – Composizione del biofilm dentale
Il biofilm dentale è composto principalmente da batteri distribuiti in zone eterogenee e omogenee che formano microcolonie. Il biofilm dentale appare come una pila di colonie batteriche separate da canali all’interno di una matrice extracellulare. Tra questi batteri, alcuni si insediano molto presto (streptococchi, in particolare: S. oralis, mitis, goidoniti), altri svolgono un ruolo predominante (f. nucleatum) perché fungono da ponte tra i batteri colonizzatori all’inizio della formazione del biofilm e quelli che aderiscono successivamente (A. actinomicetem comitans, P. gingivalis, Spirochetes, P. intermedia, ecc.).
IV-Aspetti clinici e distribuzione della placca
Dal punto di vista clinico, la visualizzazione della placca è possibile solo se questa ha un certo spessore; Appare quindi come una patina bianco-giallastra localizzata inizialmente lungo il margine gengivale
All’inizio della sua installazione o quando si presenta in piccole quantità, la placca è difficile da evidenziare, in questo caso si cerca di raschiare la superficie del dente lungo il margine gengivale con la punta di una sonda, oppure utilizzando una soluzione rivelatrice. Questo sviluppatore può essere un colorante convenzionale che colora la lastra (eritrosina, fucsina) o un colorante fluorescente (come la fluorescenza) che può essere visualizzato illuminandola con luce ultravioletta. I depositi di placca si possono trovare nelle fessure delle superfici occlusali, nelle fossette, sulle superfici lisce dei denti, sulle otturazioni e sui restauri protesici e in particolare sulle corone mal adattate, nonché sugli apparecchi ortodontici e sulle protesi rimovibili.
V – Classificazione della piastra
1 – La placca sopragengivale
Si trova a livello della corona dentale, i primi germi si attaccheranno e si moltiplicheranno sulla superficie, a volte direttamente sullo smalto ma più spesso sulla pellicola acquisita.
2 – Placca sottogengivale
Si trova nel solco gengivale e costituisce la continuazione della placca sopragengivale; l’adesione di nuovi germi della flora orale assicura la progressione della placca verso il solco gengivale. La placca rimane attaccata alle radici e gradualmente crea la tasca. Il limite che separa questi due tipi di placca non è costante, a volte a causa della crescita gengivale e altre volte a causa della migrazione gengivale in direzione apicale durante una recessione.
VI – Elementi che favoriscono la ritenzione della placca
1 – Lesioni cariose
Le lesioni cariose sottogengivali costituiscono nicchie favorevoli alla crescita di microrganismi, soprattutto anaerobi; in questo caso lo spazzolamento da solo non è sufficiente.
2– Anomalie morfologiche e funzionali
- Anomalie
- di posizione
- di forma
- funzionale (dente senza antagonista)
- Mancanza di punto di contatto
- Morfologia gengivale inadeguata
3 – Fattori iatrogeni
- Nessun ripristino dei punti di contatto
- Protesi mal progettata
- Otturazioni traboccanti, morso profondo
4 – Ruolo della saliva nella formazione della placca
La saliva contiene una miscela di glicoproteine chiamata: “MUCINA”
Le glicoproteine salivari sono costituite da proteine combinate con vari carboidrati. Gli enzimi (glicosidasi) prodotti dai batteri orali scompongono i carboidrati di cui si nutrono.
5 – Influenza della dieta sulla formazione della placca
La dieta gioca un ruolo importante nello sviluppo della placca dentale. La dieta può influenzare la formazione della placca in due modi: attraverso la sua consistenza o attraverso la sua composizione.
a – Coerenza della dieta: una dieta dura e fibrosa ostacola la formazione della placca. La placca che si trova lungo il bordo gengivale e negli spazi interdentali non è soggetta all’attrito del cibo durante la masticazione.
b – Composizione: si è ritenuto che la composizione della dieta abbia un’influenza importante sulla formazione della placca perché sia la dieta che la saliva forniscono nutrienti ai microrganismi della placca.
VII – Lotta alla placca dentale
1 – Controllo della placca
Il controllo della placca mira a impedire che la placca e altri depositi si accumulino sulle superfici dei denti e delle gengive. Il modo più sicuro per controllare la placca è attraverso la pulizia meccanica con uno spazzolino da denti, dentifricio e altri strumenti di pulizia.
a- Metodo di spazzolatura dei denti
Esistono vari metodi di spazzolatura
- Metodo Stillman o metodo Stillman modificato
- Metodo Bass: utilizzato per rimuovere i depositi morbidi situati oltre il bordo gengivale
- Metodo Charters: utilizzato in caso di recessioni gengivali
- Metodo a rulli
b – Metodi di spazzolatura
- Spazzolino manuale o elettrico
- Filo interdentale
- Punta in gomma
- Bastoncini interdentali o stuzzicadenti di legno
- Gonfiori interdentali
Conclusione
Il biofilm dentale è considerato il fattore iniziale nello sviluppo della malattia parodontale. L’unico modo per ritardare significativamente la progressione della malattia parodontale è introdurre misure di igiene orale .
BIOFILM DENTALE
Le carie profonde potrebbero richiedere un trattamento canalare.
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Uno spazzolino elettrico pulisce in modo più efficace le zone difficili da raggiungere.