Articolatori e archi facciali semi-adattabili
1-Introduzione:
Per realizzare la protesi è necessario trasferire i rapporti intermascellari dallo studio al laboratorio mediante un apparecchio meccanico: l’articolatore.
2)-Definizioni:
*Articolatore:
Si tratta di uno strumento diagnostico e terapeutico finalizzato a trasferire e analizzare in laboratorio i rapporti statici e dinamici tra mandibola e mascella.
*L’arco facciale:
Si tratta di un dispositivo rimovibile che consente di posizionare il modello superiore sul ramo superiore dell’articolatore nella stessa posizione che occupa l’arco naturale rispetto al piano di Francoforte; può essere utilizzato per determinare il centro di rotazione dei condili.
3)-Classificazione:
-Gli articolatori:
*Occlusori: sono semplici dispositivi incernierati, consentono solo di fissare le relazioni statiche esistenti tra due archi.
*Articolatori non adattabili: i loro alloggiamenti condilari sono lavorati in modo tale da rispondere a mezzi statici; il professionista non può intervenire sulla loro regolazione o modificarne la forma. Exp. Il rapido di Fag.
*Articolatori semi-adattabili:
-permettono la riproduzione della direzione e della fine dei movimenti condilari, ma non del percorso intermedio => movimento rettilineo;
– la distanza intercondiloidea non è completamente regolabile (ad esempio Whip-Mix).
*Articolatori completamente programmabili:
-Riproducono i dettagli dei movimenti limitati, compresi gli spostamenti laterali immediati e progressivi, nonché la curvatura e la direzione del percorso condilare;
– La distanza intercondiloidea è completamente regolabile. Esp. Pantografi Denar-Stuart.
-Gli archi facciali:
– Arco facciale di trasferimento: consente di fissare i rapporti di orientamento della mascella superiore rispetto alla base del cranio, ad esempio arco facciale di Hanau.
-Determinazione arco facciale: Permette di identificare i centri di rotazione. Esempio: arco di Stuart.
-Archi cinematici: Consentono la registrazione delle traiettorie condilari. Esempio: assiografi .
4-Nozioni fondamentali:
L’analisi dei rapporti interarcata statici e dinamici nonché lo studio delle traiettorie condilari non possono essere condotti direttamente in bocca, da qui la necessità di conoscere la cinematica mandibolare e quella degli articolatori, per una migliore comprensione verranno chiarite alcune nozioni.
4-1-Asse cerniera: è un asse virtuale che passa per il centro di rotazione di ciascun condilo nei piccoli movimenti di apertura e chiusura della mandibola.
*Posizione dell’asse della cerniera:
Questo asse viene trasferito all’articolatore mediante un dispositivo chiamato arco facciale.
°Localizzazione tramite palpazione: nel 1899 Snow tentò di determinare l’asse della cerniera mediante una delicata palpazione della regione pretragale durante i movimenti mandibolari.
=> Il margine di errore per un valore DV corretto è di 1-2 mm.
°Posizione arbitraria:
– Localizzazione cutanea convenzionale: per SNOW e HANAU, il centro di rotazione dei condili si trova da 10 a 13 mm davanti al trago su una linea che va dal trago all’angolo esterno dell’occhio. – Localizzazione auricolare: questo tipo di localizzazione prevede l’inserimento delle olive auricolari nei canali uditivi esterni. (Gli articolatori: “Denar, Sam, Whip-mix”.
4-2)-I determinanti dell’occlusione:
Secondo Nally sui determinanti dell’occlusione:
“Poiché i movimenti mandibolari sono guidati da una guida posteriore (condilare) e anteriore (dentale), gli articolatori presentano elementi condilari e una piastra incisale che consentono di riprodurre questi movimenti con maggiore o minore fedeltà.”
*Determinanti posteriori:
– Pendenza condilare: rappresenta il percorso compiuto dal condilo mandibolare lungo il condilo temporale durante un movimento di propulsione. Ciò è guidato dallo scorrimento dei bordi incisali dei denti inferiori sulle superfici palatali degli incisivi superiori, che determina un’estremità incisale all’altra, mentre si forma uno spazio a livello dei molari (fenomeno di Christensen).
Questo percorso forma un angolo medio di 40° con il piano di Francoforte e un angolo compreso tra 20 e 35° con il piano di Camper; questo angolo è chiamato: Pendenza Condilica.
– Angolo di Bennett: nei movimenti di diduzione mandibolare, i condili destro e sinistro si muovono in modo asimmetrico.
Il condilo lavorante situato sul lato in cui avviene il movimento (lato lavorante) esegue un movimento sempre diretto verso l’esterno, verso l’alto o verso il basso, in avanti o indietro; questo movimento è chiamato “movimento di BENNETT”.
Si tratta di un movimento di piccola ampiezza (da 1 a 2 mm).
Il condilo opposto al condilo lavorante (condilo non lavorante) si muove sempre verso l’interno, in avanti e verso il basso, la sua traiettoria, vista frontalmente, forma con un piano parallelo al piano sagittale passante per il centro del condilo un angolo che varia in media tra 12° e 18°: questo è l'”angolo di BENNETT”.
*Determinanti anteriori: Si tratta della guida dentale anteriore che si esprime nel piano sagittale tramite la pendenza incisale e in diduzione tramite la guida canina e la guida incisale:
– La pendenza incisiva o traiettoria incisiva: è il risultato dello scorrimento del bordo libero degli incisivi inferiori sulle pendenze palatali degli incisivi superiori. Forma un angolo con il piano occlusale.
L’angolo formato dalla linea che unisce i due bordi incisali con questo piano è l’angolo incisale.
– Guida dentale in diduzione: in direzione laterale, alcuni denti entrano in contatto e guidano la mandibola, questa guida può essere effettuata dal canino (guida canina o protezione canina), dagli incisivi (guida incisale) o da un gruppo di denti comprendente il canino (guida di gruppo o funzione di gruppo).
5)-Descrizione:
5.1. L’articolatore semi-adattabile:
Si tratta di un dispositivo che consente la riproduzione meccanica più o meno precisa della cinematica mandibolare.
-composito: ° ramo superiore => rappresenta la parte centrale del viso;
°ramo inferiore => rappresenta il livello inferiore del viso (mandibola);
-progettato secondo un piano di riferimento: piano assio-orbitale, che passa per le due emergenze dell’asse cerniera e per uno dei due punti suborbitali;
-un’asta incisiva che determina l’altezza del DV.
L’articolatore semi-adattabile Arcon : le sfere condilari sono sostenute dal ramo inferiore (equivalente meccanico della mandibola);
Articolatore semi-adattabile Anti-arcon : le anse condilari sono sostenute dal ramo superiore.
-scatole condilari, che configurano le fosse temporali del cranio.
Ruoli :
-Analizzare la situazione del piano occlusale, i rapporti tra i denti in relazione centrica durante le escursioni laterali e in propulsione .
– Eseguire correzioni delle superfici occlusali (disposizione del piano occlusale ed equilibratura in relazione centrica) su modelli di studio e oggettivare le relazioni dentarie desiderate.
-sviluppo metodologico in laboratorio dell’assemblaggio dei denti protesici per stabilire relazioni dentarie in base al concetto occlusale scelto.
gli imperativi che un articolatore deve rispettare
-Assicurarsi che la posizione dei due archi venga trasferita correttamente in relazione ai punti di riferimento e ai piani rilevati sulla massa facciale e riprodotti sul ramo superiore dell’articolatore. -Consentire il trasferimento dell’asse della cerniera posizionato arbitrariamente o cinematicamente.
– Hanno una distanza intercondiloidea regolabile.
-Essere del tipo “aron”, cioè avere le sfere condilari fissate sul ramo inferiore dell’articolatore, in modo che le traiettorie condilari mantengano rapporti costanti con il piano occlusale, al variare della dimensione verticale.
-Garantire il trasferimento e la riproduzione delle principali traiettorie condilari nei tre piani dello spazio.
-Garantire un resoconto semplice delle traiettorie degli incisivi.
-Essere un elemento scientifico di diagnosi e trattamento.
– Mantenere la stabilità e la costanza della posizione assiale terminale di riferimento indipendentemente dalle variazioni della pendenza condilare.
– Consentono facili manipolazioni in laboratorio sia al momento dell’articolazione che durante i trasferimenti principali, con facile accesso visivo o manuale alla parte linguale dell’assemblaggio.
-essere facile da usare
– essere compatto e leggero;
-facile da pulire
Limiti di utilizzo:
– il concetto di articolatore non può imitare perfettamente l’anatomia e la fisiologia del paziente;
-le scatole condilari non hanno la stessa cavità della fossa temporale;
-le anse condilari non hanno la forma ovoidale dei condili mandibolari.
-l’articolatore ci permette di avvicinarci il più possibile allo schema dinamico del paziente.
-Per i fisiologi, “l’articolatore è un meccanismo che ha i suoi limiti. “Non dobbiamo dargli un volto umano.”
Descrizione dell’articolatore Hanau 96 1-I2 XPR :
-ramo inferiore: è fisso, costituito da una base orizzontale comprendente:
–Anteriormente: Una piastra guida incisale regolabile, bloccabile secondo un punto di riferimento suddiviso in gradi, questa piastra ha due alette indipendenti che possono essere regolate secondo i movimenti di diduzione, secondo punti di riferimento suddivisi in gradi.
–Al centro della base: è fissata una piastra metallica rimovibile, destinata a fissare il modello in gesso inferiore, chiamata anche piastra di montaggio.
–Nella parte posteriore della base: ci sono due colonne verticali o staffe che possono essere spostate attorno ai loro assi (pilastri condilari). Possono essere bloccate in diverse posizioni specifiche corrispondenti all’angolo di BENNETT (una graduazione in gradi specificherà il valore di questo angolo).
– La parte superiore di queste colonne è costituita da un anello metallico (anello condiloideo) nel quale scorre un disco diviso in diagonale con una scanalatura che consente lo scorrimento di una rotula,
– La rotazione nel piano verticale del disco condiloideo nel suo anello consente il trasferimento dell’angolo condiloideo all’articolatore.
– Il giunto sferico metallico che rappresenta il condilo (sfera condilare) appartiene al ramo superiore dell’articolatore (specificità anti-arcon).
–Nella parte anteriore della grondaia è presente una vite che blocca la rotula condilare dietro la sua posizione normale (vite di protrusione).
-Ramo superiore : è mobile ed è costituito da una barra orizzontale parallela al ramo inferiore, comprende:
– Nella parte anteriore: un’asta guida incisale regolabile che poggia con il suo perno incisale sulla piastra incisale, un sistema di bloccaggio dell’asta.
–Al centro: una piastra di montaggio del modello superiore, con un
indicatore del piano orbitale (o piano di Franc forte) nella parte anteriore.
– Posteriormente: Un’asta perpendicolare alla barra orizzontale anteroposteriore e che sostiene le due sfere condilari che scorrono nelle fessure dei dischi del ramo inferiore, tale asta dopo aver attraversato le sfere condilari si prolunga mediante assi destro e sinistro che serviranno per posizionare l’arco facciale.
– Le rotule condilari sono mobili lateralmente sul loro asse e questa mobilità
consentirà di materializzare i movimenti di Bennett e di determinare il valore dell’angolo di Bennett.
5.2. L’arco facciale è composto da:
– un arco extraorale con un braccio anteriore e due bracci sagittali;
– una forcella porta modello (intraorale);
– un indice orbitale o ottuso nasale;
– un otturatore condilare o olive auricolari;
– viti di regolazione e serraggio;
-uno stilo condilare
6)-Utilizzo dell’articolatore semi-adattabile
Preimpostazione dell’articolatore: esp. Dentatus 40° TC, angolo di Bennett 20°, Hanau: 30°, 15°.
Montaggio del modello superiore, 02 soluzioni: – arco facciale o tavolo di montaggio.
6-1)-Montaggio del modello superiore:
Montaggio dell’arco facciale e assemblaggio del modello superiore:
L’arco facciale consentirà il trasferimento della posizione del modello superiore sull’articolatore:
– L’arco facciale viene posizionato in modo arbitrario: i righelli condilari vengono posizionati a contatto con i punti di riferimento condilari già determinati.
– Posizionamento e fissaggio della forcella: il bordo occlusale del modello > viene fissato sulla forcella occlusale dell’arco facciale.
-Viene poi introdotto in bocca. Ben centrato, il manico della forchetta deve essere posizionato sul piano sagittale mediano.
– la forcella è disinnestata.
-Il modello mascellare deve essere sostituito sul modello di occlusione.
-Preparazione dell’arco facciale:
-Il manico della forcella viene inserito nel suo dispositivo di bloccaggio.
– Le estremità delle aste condilari vengono applicate contro i punti di riferimento condilari già determinati sul paziente.
-L’indice orbitale viene inserito nel suo dispositivo di bloccaggio e posto a contatto con il punto suborbitale, bloccandolo in questa posizione.
– La parte anteriore della struttura dell’arco facciale deve essere orizzontale e parallela alla linea bipupillare.
-È necessario un controllo finale prima del serraggio definitivo di tutte le viti e prima dello smontaggio dell’insieme, che deve essere effettuato senza alcun movimento dei diversi elementi dell’arco.
– Trasferimento dell’arco facciale: Prima del trasferimento, programmazione arbitraria dell’articolatore:
le pendenze condilari saranno fisse a 30°, gli angoli di Bennett a 15°.
– Inclinazione del piatto incisale a 0°.
-Le piastre di montaggio saranno adattate ai rami superiori e inferiori.
– Vaselinare le superfici esposte ai materiali utilizzati per il montaggio.
-Preparazione dello split-caste: Prima di procedere all’assemblaggio dei modelli superiore e inferiore, cioè al posizionamento nell’articolatore, è necessario realizzare gli split-caste che sono basi separabili o basi secondarie e per questo:
-Nella base primaria dei modelli sono presenti delle tacche a forma di V.
– Quindi isolare il gesso e realizzare una cassaforma per poter colare le basi separabili utilizzando il gesso duro. Questo set di modelli base separabili verrà montato su un articolatore semi-adattabile.
Ruolo delle basi:
–Controllare la registrazione della relazione centrica.
-Regolazione dell’inclinazione delle pendenze condilari.
-Bilanciamento immediato su articolatore semi-adattabile.
_-Montaggio del modello superiore:
– Spalmare di vaselina la piastra di montaggio superiore dell’articolatore.
-Questo ramo è sollevato e ripiegato indietro.
-Il modello di lavoro con il modello di occlusione viene posizionato sulla forcella, ben incastrato sul suo supporto.
-Si applica quindi una quantità di gesso a presa rapida e si abbassa il ramo superiore dell’articolatore fino ad ottenere un contatto intimo tra la guida incisale e il piano guida incisale anteriore.
-La punta dell’indice sottoorbitale deve toccare il piano sottoorbitale. l’arco facciale viene rimosso.
6.2/-Assemblaggio del modello inferiore: Dopo aver completato l’assemblaggio del modello mascellare, si passa alla registrazione della relazione intermascellare e all’assemblaggio del modello inferiore.
– Il montaggio del modello inferiore verrà effettuato in relazione centrica (totalmente edentuli).
– bordi occlusali regolati in una corretta dimensione verticale e inseriti nella bocca.
-La mandibola è guidata in relazione centrica.
-Dopo il salvataggio, i modelli > e < vengono collegati.
-Una certa quantità di intonaco viene posta sulla piastra di montaggio inferiore.
-Si abbassa il ramo superiore dell’articolatore fino a creare un contatto intimo tra il perno incisale e il piano guida incisale.
– Utilizzando una spatola , rimuovere l’intonaco in eccesso.
-I due modelli vengono mantenuti fino al completo indurimento del gesso.
6-3)-Programmazione dell’articolatore:
=> Due metodi:
– morsi di cera (intraorali);
-pantografo: i valori numerici dell’asse rapido (extra buccale) vengono letti sul tamburo micrometrico.
*Metodo intraorale:
– Metodo Lauritzen: morsi di cera Myoco che ricoprono un foglio di stagnola (spessore 0,1 mm):
-una coppia di morsi su PM e M incisale da un’estremità all’altra
-due paia di denti canini incisi lateralmente, uno di fronte all’altro.
– Metodo Morin e Valentin: con uno spessore maggiore di cera.
– Metodo Universal Jig: => morsi di gesso.
*Pendenza condilare:
– l’asta incisiva viene sollevata e fissata;
– le colonne condilari vengono ruotate verso l’esterno, per fissarle a 0° (angolo di Bennett = 0);
-le sfere condilari sono sbloccate;
– il ramo superiore dell’articolatore a cui è fissata la base secondaria è invertito (split-cast);
– Posizionare i due modelli di occlusione in bocca e far mordere il paziente in protrusione che deve essere simmetrica e senza deviazioni;
– quindi posizionare i due modelli sui rispettivi modelli fissati in propulsione,
– si inclina in avanti il ramo superiore dell’articolatore dotato della base secondaria del modello superiore fino alla chiusura dello split-cast (sbloccando le sfere condilari);
– si esegue la regolazione delle inclinazioni delle pendenze condilari;
-una volta completata la regolazione le due viti saranno bloccate.
*Angolo di Bennett: questa impostazione sarà determinata:
– sia mediante la registrazione delle cere delle laterotrusioni destra e sinistra;
– sia arbitrariamente utilizzando la formula di Hanau L = H/8 + 12, = L: angolo di Bennett, H = inclinazione in gradi della falce condilare.
Nota: la lateralità deve essere pura, simmetrica e maggiore di 0,4 mm.
*Impostazione della guida anteriore:
Dopo il montaggio dei denti anteriori e il controllo dell’estetica e della fonazione. L’asta guida incisale viene posizionata contro il piano guida incisale (sbloccata). Il piano deve essere a contatto con l’asta da un’estremità all’altra.
7)-Conclusione: L’articolatore è uno strumento diagnostico e terapeutico destinato a trasferire e analizzare in laboratorio le relazioni statiche e dinamiche tra la mandibola e la mascella. (J. Lejoyeux).
L’articolatore è un elemento essenziale nell’analisi di alcuni casi clinici, nel loro trattamento ortopedico, preprotesico e protesico. Articolatori e archi facciali semi-adattabili
1-Introduzione:
Per realizzare la protesi è necessario trasferire i rapporti intermascellari dallo studio al laboratorio mediante un apparecchio meccanico: l’articolatore.
2)-Definizioni:
*Articolatore:
Si tratta di uno strumento diagnostico e terapeutico finalizzato a trasferire e analizzare in laboratorio i rapporti statici e dinamici tra mandibola e mascella.
*L’arco facciale:
Si tratta di un dispositivo rimovibile che consente di posizionare il modello superiore sul ramo superiore dell’articolatore nella stessa posizione che occupa l’arco naturale rispetto al piano di Francoforte; può essere utilizzato per determinare il centro di rotazione dei condili.
3)-Classificazione:
-Gli articolatori:
*Occlusori: sono semplici dispositivi incernierati, consentono solo di fissare le relazioni statiche esistenti tra due archi.
*Articolatori non adattabili: i loro alloggiamenti condilari sono lavorati in modo tale da rispondere a mezzi statici; il professionista non può intervenire sulla loro regolazione o modificarne la forma. Exp. Il rapido di Fag.
*Articolatori semi-adattabili:
-permettono la riproduzione della direzione e della fine dei movimenti condilari, ma non del percorso intermedio => movimento rettilineo;
– la distanza intercondiloidea non è completamente regolabile (ad esempio Whip-Mix).
*Articolatori completamente programmabili:
-Riproducono i dettagli dei movimenti limitati, compresi gli spostamenti laterali immediati e progressivi, nonché la curvatura e la direzione del percorso condilare;
– La distanza intercondiloidea è completamente regolabile. Esp. Pantografi Denar-Stuart.
-Gli archi facciali:
– Arco facciale di trasferimento: consente di fissare i rapporti di orientamento della mascella superiore rispetto alla base del cranio, ad esempio arco facciale di Hanau.
-Determinazione arco facciale: Permette di identificare i centri di rotazione. Esempio: arco di Stuart.
-Archi cinematici: Consentono la registrazione delle traiettorie condilari. Esempio: assiografi .
4-Nozioni fondamentali:
L’analisi dei rapporti interarcata statici e dinamici nonché lo studio delle traiettorie condilari non possono essere condotti direttamente in bocca, da qui la necessità di conoscere la cinematica mandibolare e quella degli articolatori, per una migliore comprensione verranno chiarite alcune nozioni.
4-1-Asse cerniera: è un asse virtuale che passa per il centro di rotazione di ciascun condilo nei piccoli movimenti di apertura e chiusura della mandibola.
*Posizione dell’asse della cerniera:
Questo asse viene trasferito all’articolatore mediante un dispositivo chiamato arco facciale.
°Localizzazione tramite palpazione: nel 1899 Snow tentò di determinare l’asse della cerniera mediante una delicata palpazione della regione pretragale durante i movimenti mandibolari.
=> Il margine di errore per un valore DV corretto è di 1-2 mm.
°Posizione arbitraria:
– Localizzazione cutanea convenzionale: per SNOW e HANAU, il centro di rotazione dei condili si trova da 10 a 13 mm davanti al trago su una linea che va dal trago all’angolo esterno dell’occhio. – Localizzazione auricolare: questo tipo di localizzazione prevede l’inserimento delle olive auricolari nei canali uditivi esterni. (Gli articolatori: “Denar, Sam, Whip-mix”.
4-2)-I determinanti dell’occlusione:
Secondo Nally sui determinanti dell’occlusione:
“Poiché i movimenti mandibolari sono guidati da una guida posteriore (condilare) e anteriore (dentale), gli articolatori presentano elementi condilari e una piastra incisale che consentono di riprodurre questi movimenti con maggiore o minore fedeltà.”
*Determinanti posteriori:
– Pendenza condilare: rappresenta il percorso compiuto dal condilo mandibolare lungo il condilo temporale durante un movimento di propulsione. Ciò è guidato dallo scorrimento dei bordi incisali dei denti inferiori sulle superfici palatali degli incisivi superiori, che determina un’estremità incisale all’altra, mentre si forma uno spazio a livello dei molari (fenomeno di Christensen).
Questo percorso forma un angolo medio di 40° con il piano di Francoforte e un angolo compreso tra 20 e 35° con il piano di Camper; questo angolo è chiamato: Pendenza Condilica.
– Angolo di Bennett: nei movimenti di diduzione mandibolare, i condili destro e sinistro si muovono in modo asimmetrico.
Il condilo lavorante situato sul lato in cui avviene il movimento (lato lavorante) esegue un movimento sempre diretto verso l’esterno, verso l’alto o verso il basso, in avanti o indietro; questo movimento è chiamato “movimento di BENNETT”.
Si tratta di un movimento di piccola ampiezza (da 1 a 2 mm).
Il condilo opposto al condilo lavorante (condilo non lavorante) si muove sempre verso l’interno, in avanti e verso il basso, la sua traiettoria, vista frontalmente, forma con un piano parallelo al piano sagittale passante per il centro del condilo un angolo che varia in media tra 12° e 18°: questo è l'”angolo di BENNETT”.
*Determinanti anteriori: Si tratta della guida dentale anteriore che si esprime nel piano sagittale tramite la pendenza incisale e in diduzione tramite la guida canina e la guida incisale:
– La pendenza incisiva o traiettoria incisiva: è il risultato dello scorrimento del bordo libero degli incisivi inferiori sulle pendenze palatali degli incisivi superiori. Forma un angolo con il piano occlusale.
L’angolo formato dalla linea che unisce i due bordi incisali con questo piano è l’angolo incisale.
– Guida dentale in diduzione: in direzione laterale, alcuni denti entrano in contatto e guidano la mandibola, questa guida può essere effettuata dal canino (guida canina o protezione canina), dagli incisivi (guida incisale) o da un gruppo di denti comprendente il canino (guida di gruppo o funzione di gruppo).
5)-Descrizione:
5.1. L’articolatore semi-adattabile:
Si tratta di un dispositivo che consente la riproduzione meccanica più o meno precisa della cinematica mandibolare.
-composito: ° ramo superiore => rappresenta la parte centrale del viso;
°ramo inferiore => rappresenta il livello inferiore del viso (mandibola);
-progettato secondo un piano di riferimento: piano assio-orbitale, che passa per le due emergenze dell’asse cerniera e per uno dei due punti suborbitali;
-un’asta incisiva che determina l’altezza del DV.
L’articolatore semi-adattabile Arcon : le sfere condilari sono sostenute dal ramo inferiore (equivalente meccanico della mandibola);
Articolatore semi-adattabile Anti-arcon : le anse condilari sono sostenute dal ramo superiore.
-scatole condilari, che configurano le fosse temporali del cranio.
Ruoli :
-Analizzare la situazione del piano occlusale, i rapporti tra i denti in relazione centrica durante le escursioni laterali e in propulsione .
– Eseguire correzioni delle superfici occlusali (disposizione del piano occlusale ed equilibratura in relazione centrica) su modelli di studio e oggettivare le relazioni dentarie desiderate.
-sviluppo metodologico in laboratorio dell’assemblaggio dei denti protesici per stabilire relazioni dentarie in base al concetto occlusale scelto.
gli imperativi che un articolatore deve rispettare
-Assicurarsi che la posizione dei due archi venga trasferita correttamente in relazione ai punti di riferimento e ai piani rilevati sulla massa facciale e riprodotti sul ramo superiore dell’articolatore. -Consentire il trasferimento dell’asse della cerniera posizionato arbitrariamente o cinematicamente.
– Hanno una distanza intercondiloidea regolabile.
-Essere del tipo “aron”, cioè avere le sfere condilari fissate sul ramo inferiore dell’articolatore, in modo che le traiettorie condilari mantengano rapporti costanti con il piano occlusale, al variare della dimensione verticale.
-Garantire il trasferimento e la riproduzione delle principali traiettorie condilari nei tre piani dello spazio.
-Garantire un resoconto semplice delle traiettorie degli incisivi.
-Essere un elemento scientifico di diagnosi e trattamento.
– Mantenere la stabilità e la costanza della posizione assiale terminale di riferimento indipendentemente dalle variazioni della pendenza condilare.
– Consentono facili manipolazioni in laboratorio sia al momento dell’articolazione che durante i trasferimenti principali, con facile accesso visivo o manuale alla parte linguale dell’assemblaggio.
-essere facile da usare
– essere compatto e leggero;
-facile da pulire
Limiti di utilizzo:
– il concetto di articolatore non può imitare perfettamente l’anatomia e la fisiologia del paziente;
-le scatole condilari non hanno la stessa cavità della fossa temporale;
-le anse condilari non hanno la forma ovoidale dei condili mandibolari.
-l’articolatore ci permette di avvicinarci il più possibile allo schema dinamico del paziente.
-Per i fisiologi, “l’articolatore è un meccanismo che ha i suoi limiti. “Non dobbiamo dargli un volto umano.”
Descrizione dell’articolatore Hanau 96 1-I2 XPR :
-ramo inferiore: è fisso, costituito da una base orizzontale comprendente:
–Anteriormente: Una piastra guida incisale regolabile, bloccabile secondo un punto di riferimento suddiviso in gradi, questa piastra ha due alette indipendenti che possono essere regolate secondo i movimenti di diduzione, secondo punti di riferimento suddivisi in gradi.
–Al centro della base: è fissata una piastra metallica rimovibile, destinata a fissare il modello in gesso inferiore, chiamata anche piastra di montaggio.
–Nella parte posteriore della base: ci sono due colonne verticali o staffe che possono essere spostate attorno ai loro assi (pilastri condilari). Possono essere bloccate in diverse posizioni specifiche corrispondenti all’angolo di BENNETT (una graduazione in gradi specificherà il valore di questo angolo).
– La parte superiore di queste colonne è costituita da un anello metallico (anello condiloideo) nel quale scorre un disco diviso in diagonale con una scanalatura che consente lo scorrimento di una rotula,
– La rotazione nel piano verticale del disco condiloideo nel suo anello consente il trasferimento dell’angolo condiloideo all’articolatore.
– Il giunto sferico metallico che rappresenta il condilo (sfera condilare) appartiene al ramo superiore dell’articolatore (specificità anti-arcon).
–Nella parte anteriore della grondaia è presente una vite che blocca la rotula condilare dietro la sua posizione normale (vite di protrusione).
-Ramo superiore : è mobile ed è costituito da una barra orizzontale parallela al ramo inferiore, comprende:
– Nella parte anteriore: un’asta guida incisale regolabile che poggia con il suo perno incisale sulla piastra incisale, un sistema di bloccaggio dell’asta.
–Al centro: una piastra di montaggio del modello superiore, con un
indicatore del piano orbitale (o piano di Franc forte) nella parte anteriore.
– Posteriormente: Un’asta perpendicolare alla barra orizzontale anteroposteriore e che sostiene le due sfere condilari che scorrono nelle fessure dei dischi del ramo inferiore, tale asta dopo aver attraversato le sfere condilari si prolunga mediante assi destro e sinistro che serviranno per posizionare l’arco facciale.
– Le rotule condilari sono mobili lateralmente sul loro asse e questa mobilità
consentirà di materializzare i movimenti di Bennett e di determinare il valore dell’angolo di Bennett.
5.2. L’arco facciale è composto da:
– un arco extraorale con un braccio anteriore e due bracci sagittali;
– una forcella porta modello (intraorale);
– un indice orbitale o ottuso nasale;
– un otturatore condilare o olive auricolari;
– viti di regolazione e serraggio;
-uno stilo condilare
6)-Utilizzo dell’articolatore semi-adattabile
Preimpostazione dell’articolatore: esp. Dentatus 40° TC, angolo di Bennett 20°, Hanau: 30°, 15°.
Montaggio del modello superiore, 02 soluzioni: – arco facciale o tavolo di montaggio.
6-1)-Montaggio del modello superiore:
Montaggio dell’arco facciale e assemblaggio del modello superiore:
L’arco facciale consentirà il trasferimento della posizione del modello superiore sull’articolatore:
– L’arco facciale viene posizionato in modo arbitrario: i righelli condilari vengono posizionati a contatto con i punti di riferimento condilari già determinati.
– Posizionamento e fissaggio della forcella: il bordo occlusale del modello > viene fissato sulla forcella occlusale dell’arco facciale.
-Viene poi introdotto in bocca. Ben centrato, il manico della forchetta deve essere posizionato sul piano sagittale mediano.
– la forcella è disinnestata.
-Il modello mascellare deve essere sostituito sul modello di occlusione.
-Preparazione dell’arco facciale:
-Il manico della forcella viene inserito nel suo dispositivo di bloccaggio.
– Le estremità delle aste condilari vengono applicate contro i punti di riferimento condilari già determinati sul paziente.
-L’indice orbitale viene inserito nel suo dispositivo di bloccaggio e posto a contatto con il punto suborbitale, bloccandolo in questa posizione.
– La parte anteriore della struttura dell’arco facciale deve essere orizzontale e parallela alla linea bipupillare.
-È necessario un controllo finale prima del serraggio definitivo di tutte le viti e prima dello smontaggio dell’insieme, che deve essere effettuato senza alcun movimento dei diversi elementi dell’arco.
– Trasferimento dell’arco facciale: Prima del trasferimento, programmazione arbitraria dell’articolatore:
le pendenze condilari saranno fisse a 30°, gli angoli di Bennett a 15°.
– Inclinazione del piatto incisale a 0°.
-Le piastre di montaggio saranno adattate ai rami superiori e inferiori.
– Vaselinare le superfici esposte ai materiali utilizzati per il montaggio.
-Preparazione dello split-caste: Prima di procedere all’assemblaggio dei modelli superiore e inferiore, cioè al posizionamento nell’articolatore, è necessario realizzare gli split-caste che sono basi separabili o basi secondarie e per questo:
-Nella base primaria dei modelli sono presenti delle tacche a forma di V.
– Quindi isolare il gesso e realizzare una cassaforma per poter colare le basi separabili utilizzando il gesso duro. Questo set di modelli base separabili verrà montato su un articolatore semi-adattabile.
Ruolo delle basi:
–Controllare la registrazione della relazione centrica.
-Regolazione dell’inclinazione delle pendenze condilari.
-Bilanciamento immediato su articolatore semi-adattabile.
_-Montaggio del modello superiore:
– Spalmare di vaselina la piastra di montaggio superiore dell’articolatore.
-Questo ramo è sollevato e ripiegato indietro.
-Il modello di lavoro con il modello di occlusione viene posizionato sulla forcella, ben incastrato sul suo supporto.
-Si applica quindi una quantità di gesso a presa rapida e si abbassa il ramo superiore dell’articolatore fino ad ottenere un contatto intimo tra la guida incisale e il piano guida incisale anteriore.
-La punta dell’indice sottoorbitale deve toccare il piano sottoorbitale. l’arco facciale viene rimosso.
6.2/-Assemblaggio del modello inferiore: Dopo aver completato l’assemblaggio del modello mascellare, si passa alla registrazione della relazione intermascellare e all’assemblaggio del modello inferiore.
– Il montaggio del modello inferiore verrà effettuato in relazione centrica (totalmente edentuli).
– bordi occlusali regolati in una corretta dimensione verticale e inseriti nella bocca.
-La mandibola è guidata in relazione centrica.
-Dopo il salvataggio, i modelli > e < vengono collegati.
-Una certa quantità di intonaco viene posta sulla piastra di montaggio inferiore.
-Si abbassa il ramo superiore dell’articolatore fino a creare un contatto intimo tra il perno incisale e il piano guida incisale.
– Utilizzando una spatola , rimuovere l’intonaco in eccesso.
-I due modelli vengono mantenuti fino al completo indurimento del gesso.
6-3)-Programmazione dell’articolatore:
=> Due metodi:
– morsi di cera (intraorali);
-pantografo: i valori numerici dell’asse rapido (extra buccale) vengono letti sul tamburo micrometrico.
*Metodo intraorale:
– Metodo Lauritzen: morsi di cera Myoco che ricoprono un foglio di stagnola (spessore 0,1 mm):
-una coppia di morsi su PM e M incisale da un’estremità all’altra
-due paia di denti canini incisi lateralmente, uno di fronte all’altro.
– Metodo Morin e Valentin: con uno spessore maggiore di cera.
– Metodo Universal Jig: => morsi di gesso.
*Pendenza condilare:
– l’asta incisiva viene sollevata e fissata;
– le colonne condilari vengono ruotate verso l’esterno, per fissarle a 0° (angolo di Bennett = 0);
-le sfere condilari sono sbloccate;
– il ramo superiore dell’articolatore a cui è fissata la base secondaria è invertito (split-cast);
– Posizionare i due modelli di occlusione in bocca e far mordere il paziente in protrusione che deve essere simmetrica e senza deviazioni;
– quindi posizionare i due modelli sui rispettivi modelli fissati in propulsione,
– si inclina in avanti il ramo superiore dell’articolatore dotato della base secondaria del modello superiore fino alla chiusura dello split-cast (sbloccando le sfere condilari);
– si esegue la regolazione delle inclinazioni delle pendenze condilari;
-una volta completata la regolazione le due viti saranno bloccate.
*Angolo di Bennett: questa impostazione sarà determinata:
– sia mediante la registrazione delle cere delle laterotrusioni destra e sinistra;
– sia arbitrariamente utilizzando la formula di Hanau L = H/8 + 12, = L: angolo di Bennett, H = inclinazione in gradi della falce condilare.
Nota: la lateralità deve essere pura, simmetrica e maggiore di 0,4 mm.
*Impostazione della guida anteriore:
Dopo il montaggio dei denti anteriori e il controllo dell’estetica e della fonazione. L’asta guida incisale viene posizionata contro il piano guida incisale (sbloccata). Il piano deve essere a contatto con l’asta da un’estremità all’altra.
7)-Conclusione: L’articolatore è uno strumento diagnostico e terapeutico destinato a trasferire e analizzare in laboratorio le relazioni statiche e dinamiche tra la mandibola e la mascella. (J. Lejoyeux).
L’articolatore è un elemento essenziale nell’analisi di alcuni casi clinici, nel loro trattamento ortopedico , preprotesico e protesico.
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