Manutenzione in Parodontologia

Manutenzione in Parodontologia

  • Dopo la fine del trattamento attivo, il professionista pianificherà un programma di sedute di mantenimento che costituirà una vera e propria “assistenza professionale” al

mantenimento della salute parodontale.

  • Questa manutenzione è una forma di estensione delle terapie parodontali ed è parte integrante del piano di trattamento parodontale.
  1. Definizione:
    • Il monitoraggio del trattamento parodontale è stato denominato con vari nomi: terapia di mantenimento, cure di mantenimento, terapia parodontale di supporto e, più recentemente, cure parodontali di supporto.
    • L’Accademia Americana di Parodontologia (AAP) ha dedicato il termine “manutenzione” nel suo glossario di termini parodontali per indicare il follow-up parodontale successivo al trattamento.
    • La terapia di mantenimento è definita come l’insieme dei mezzi personali e professionali che consentono un controllo efficace della placca

batterica dopo la fine del trattamento attivo e che si verifica a intervalli regolari.

  1. Obiettivi:

La terapia parodontale di supporto mira a:

  • Stabilizzare la condizione ottenuta a seguito del trattamento attivo;
  • Decidere sulla necessità di un nuovo trattamento in caso di recidiva della malattia;
  • Garantire e mantenere un controllo ottimale della placca sopra e sottogengivale incoraggiando un’igiene orale ottimale da parte del paziente e attraverso la pulizia professionale e periodica di tutti i denti.
  • Mantenimento della funzionalità e dell’estetica.
  • Lindhe e Axelsson hanno infatti dimostrato che, qualunque sia la terapia parodontale, se non è seguita da un adeguato controllo della placca, è destinata al fallimento.
  1. Protocollo di manutenzione:
    1. Manutenzione personale:
      • Questa terapia di mantenimento avrà quindi come obiettivo principale quello di combattere la placca batterica. Solo una corretta igiene orale permetterà

per raggiungere questo obiettivo.

  • Viene eseguita quotidianamente dal paziente stesso, utilizzando uno spazzolino da denti e altri strumenti per la pulizia interdentale.
  • L’uso di questi mezzi classicamente raccomandati sembra attualmente dare i risultati migliori.
  1. Spazzolatura dei denti:
    • Una corretta spazzolatura è, ad oggi, la migliore profilassi per

patologie del cavo orale, specie se abbinate all’azione degli strumenti per la pulizia interdentale, sono rappresentate da:

  • Filo interdentale;
  • Stick interdentali;
  • Spazzolini interdentali;
  • Spazzole a ciuffo singolo;
  • Idropulsori;
  • Gomme da masticare senza zucchero;
  • Spazzolini e raschietti per la lingua (per l’alito cattivo)… ecc.

Nota bene:

  • La tecnica più efficace è senza dubbio quella che meglio si adatta alle esigenze del paziente.
  • Verrà comunque applicata la tecnica di spazzolatura già insegnata durante la fase di motivazione (in particolare il metodo Bass modificato o il metodo roller).

Metodo del rotolo:

Ausili per lo spazzolamento:

  1. Coadiuvanti chimici:
  2. Agenti rivelatori di placca
    • Gli agenti rivelatori di placca aiutano a scoprire le aree in cui la placca non è visibile.
    • Sono molti i coloranti a disposizione del paziente. Sono di notevole aiuto perché facilitano l’apprendimento dei gesti dello spazzolamento.
  1. Dentifrici:
    • Una volta acquisita la tecnica di spazzolatura, il dentifricio diventa uno strumento indispensabile per l’igiene orale quotidiana praticata a casa. Raddoppiano l’efficacia di

l’eliminazione della placca meccanica e quindi contribuire ad evitare alcune patologie come carie e malattia parodontale (principio attivo di

prevenzione)

  1. Antisettici:
    • Si tratta di sostanze antimicrobiche offerte al paziente come ausili chimici per lo spazzolamento.
    • È disponibile un’ampia scelta di molecole antisettiche (clorexidina,

esetidina, sanguinarina, derivato dello iodio, ecc.), in diverse forme di utilizzo (collutori, spray, gel, dentifrici, ecc.).

  • Per una maggiore efficacia, possono essere indicate al paziente irrigazioni sottogengivali domiciliari, da effettuare quotidianamente e utilizzabili solo da soggetti la cui manualità sia ben superiore alla media.
  1. Manutenzione professionale:
    • La cura parodontale di supporto comprende una fase diagnostica e una fase terapeutica.

A. Fase diagnostica: (Esame e valutazione):

  • Questa fase consente di determinare le necessità terapeutiche del paziente,

per adattare la frequenza delle visite in base alla situazione e intercettare eventuali recidive

  • Il professionista sarà particolarmente interessato ai cambiamenti che si sono verificati dalla valutazione precedente, come segue:
  • Aggiornamento del referto medico: è sempre necessario accertarsi, attraverso domande poste giudiziosamente, che non vi sia alcun peggioramento delle condizioni generali del paziente.
  • Esame orofacciale: rapida palpazione dei linfonodi cervico-facciali seguita da esame intraorale.
  • Esame di igiene orale:
  • La valutazione dei depositi batterici consente di controllare l’igiene orale del paziente. Può essere utile usare i colori.
  • Visita odontoiatrica: la visita odontoiatrica permette di oggettivare la presenza di carie, in particolare di carie radicolari, che tendono sempre a presentarsi più frequentemente

frequentemente nei casi di retrazione parodontale.

  • Per questo motivo è necessario controllare la mobilità dei denti.
  • Un esame parodontale:

Include il sondaggio dei solchi gengivali e delle tasche residue o di nuova formazione, nonché il rilevamento di sanguinamento al sondaggio. (Un aumento della profondità superiore a 2 mm associato alla presenza di un

sanguinamento durante il sondaggio, è indicativo di una recidiva della patologia).

  • Una valutazione radiografica:
  • L’esame radiologico può fornire informazioni importanti sul possibile peggioramento della malattia parodontale.
  • Ogni 2 anni viene effettuata una valutazione radiografica completa per verificare la stabilità dell’osso alveolare.

B- Fase terapeutica:

  • Fornire istruzioni relative al controllo delle piastre;
  • Eventuale prescrizione di antisettico o antibiotico;
  • Decalcificazione, se necessario;
  • Accurata levigatura sottogengivale localizzata nelle zone di aggravamento (la levigatura energica e ripetitiva può causare perdita di tessuto duro o fenomeni di ipersensibilità).
  • Lucidatura dei denti con pasta profilattica al fluoro.
  • Correzione dei sovraccarichi aggravanti (aggiustamento occlusale, ritenzione)
  • Trattamento delle recidive: il trattamento delle recidive si basa sulla causa della recidiva.
  • Le recidive sono solitamente causate dal mancato controllo della placca. La causa di tale fallimento può essere dovuta a metodi di igiene orale inappropriati o alla presenza di fattori di ritenzione della placca.
  • Non è raro che la causa della recidiva sia una cattiva pianificazione iniziale o una terapia parodontale incompleta (persistenza di depositi di tartaro sottogengivale).
  • Lesioni interradicolari, solchi radicolari e bordi cervicali dei restauri poco adattati sono cause comuni di recidiva.

Frequenza degli appuntamenti:

  • Le visite di richiamo periodiche costituiscono la base di un programma di prevenzione a lungo termine.
  • L’intervallo tra ogni visita è inizialmente fissato a tre mesi, ma può variare a seconda delle esigenze individuali del paziente e della forma clinica della malattia:
  • Forma ordinaria: 1 anno,
  • Forma grave: da 4 a 6 mesi
  • L’osservazione di una tendenza alla recidiva deve incoraggiarci a ridurre immediatamente l’intervallo e quindi ad aumentare il numero di sedute annuali.
  • pertanto il tempo tra due sedute non è costante e fisso ma viene rivalutato regolarmente secondo criteri clinici.

Nota bene:

  • I pazienti che seguono con maggiore attenzione le sedute di mantenimento sono le donne, gli anziani e coloro che hanno subito un intervento chirurgico.
  • I fumatori, i pazienti stressati e i pazienti giovani sono meno attente alla manutenzione.

Conclusione:

  • Tutti gli studi dimostrano che i risultati a lungo termine dei trattamenti parodontali dipendono dalla frequenza e dalla qualità dei controlli di controllo effettuati dopo la fine del trattamento attivo.
  • Purtroppo, una percentuale significativa di pazienti interrompe la consulenza dopo la fine del trattamento attivo oppure finisce per stancarsene dopo alcuni anni, a causa dei vincoli che questo tipo di trattamento di mantenimento comporta.

Manutenzione in Parodontologia

  Le carie profonde possono richiedere una cura canalare per salvare il dente.
Le faccette dentali possono correggere denti macchiati o malformati.
I denti disallineati possono causare problemi di linguaggio.
Gli impianti dentali prevengono la perdita ossea nella mascella.
I collutori antisettici riducono i batteri che causano infezioni.
I denti da latte cariati devono essere curati per evitare complicazioni.
Uno spazzolino elettrico pulisce in modo più efficace di uno spazzolino manuale.
 

Manutenzione in Parodontologia

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *