Fallimenti in implantologia

  Fallimenti in implantologia

Introduzione :  

Nonostante gli elevati tassi di successo e la stabilità degli impianti dentali, si verificano anche degli insuccessi. Mentre il trauma chirurgico, il volume e la qualità dell’osso sono generalmente considerati i fattori eziologici più importanti per i fallimenti precoci degli impianti, l’eziologia dei fallimenti tardivi è più controversa. 

La diagnosi precoce e il trattamento della perdita ossea progressiva precoce attorno agli impianti dentali mediante debridement meccanico, terapia antimicrobica e terapia rigenerativa sono gli elementi chiave per salvare un fallimento precoce dell’impianto. 

1. Criteri per la valutazione del successo dell’implementazione: 

Secondo l’Accademia Americana di Parodontologia 2003: 

– Assenza di segni/sintomi persistenti quali dolore, infezione, neuropatie, parestesie e violazione delle strutture vitali 

– Immobilità dell’impianto 

– Nessuna radiotrasparenza perimplantare continua

– Perdita ossea progressiva trascurabile (meno di 0,2 mm all’anno) dopo il rimodellamento fisiologico durante il primo anno di intervento 

– Soddisfazione del paziente/dentista per il restauro supportato da impianti

Secondo Bartolucci e Mangano: 

Il successo dell’impianto dipende da: 

– Buona igiene 

– Implantologia e chirurgia ad alte prestazioni 

– Protesi adattata all’occlusione bilanciata

– Condizioni locali e generali favorevoli.                       TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di                           TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di

2. Differenza in termini di fallimento e complicazione: 

Fallimenti = rimozione dell’impianto ma anche fallimenti estetici o funzionali.

Complicazioni = comparsa di un nuovo fenomeno morboso durante una malattia o un infortunio, spesso temporaneo e reversibile.

3. Fattori di rischio per il fallimento degli impianti dentali: 

3.1. Fattori del professionista: 

Preoperatorio: errore di pianificazione… 

Intraoperatorio: si stima che circa il 3,6% dei fallimenti degli impianti sia correlato a traumi chirurgici; inoltre, la necrosi ossea termica è un fenomeno raro e una delle cause del fallimento precoce degli impianti.

Post-operatorio: una progettazione e una guida della corona scadenti contribuiscono al fallimento.

3.2. Fattori correlati all’impianto: 

Materiali degli impianti dentali e caratteristiche della superficie:

La maggior parte dei materiali dentali attualmente utilizzati in clinica sono completamente biocompatibili con i tessuti umani nella loro specifica applicazione dentale. Di solito sono realizzati in titanio, titanio-alluminio-vanadio (Ti-6Al-4V), cobalto-cromo-molibdeno e, più raramente, altre leghe. Il tipo più comune di fallimento è dovuto a una scarsa pianificazione del trattamento e/o a una scarsa esecuzione chirurgica. L’incidenza di questo tipo di guasto è stata stimata al 10%.

3.3. Fattori del paziente  :  

Fattori locali: 

3.3.1. Qualità e quantità dell’osso: il fattore locale più importante per il successo del trattamento implantare è la qualità e la quantità dell’osso. 

 Jaffin e Berman,17 nella loro analisi quinquennale, hanno riferito che il 35% dei fallimenti degli impianti si è verificato nell’osso di tipo IV 

3.3.2. Osso irradiato : sebbene la radioterapia non costituisca una controindicazione assoluta al trattamento implantare, il tasso di successo è pari solo al 70% circa. 

3.3.3. Carico biomeccanico dell’occlusione :

Un carico meccanico elevato provoca il riassorbimento osseo. Gli osteociti aumentano la secrezione di collagenasi-1 [metalloproteinasi della matrice-1 (MMP-1)] in caso di carico meccanico, che può innescare il riassorbimento osseo. L’MMP-1 degrada i tipi di collagene osseo I e III, i principali collageni strutturali delle ossa. 

Il fumo come fattore di rischio per il fallimento dell’impianto

Il tasso di successo degli impianti dentali nei non fumatori è doppio rispetto ai fumatori. L’impianto mascellare è quello maggiormente colpito. 

Abitudini parafunzionali e bruxismo 

Anche le abitudini parafunzionali sono collegate a una maggiore perdita ossea perimplantare.

Fattori sistemici 

I fattori sistemici influenzano sia la qualità che la quantità delle ossa. Tra questi fattori sistemici rientrano anche il diabete scarsamente controllato, l’osteoporosi, l’osteomalacia, le radiazioni, alcuni farmaci in corso e altre condizioni.

Diabete mellito 

Anche il diabete mellito è stato considerato un fattore di rischio e talvolta persino una controindicazione per gli impianti dentali. Di recente è stato riportato che gli impianti dentali nei diabetici hanno avuto successo, almeno nel breve termine.

Osteoporosi

Gli impianti su pazienti affetti da osteoporosi hanno mostrato buoni risultati a breve termine, ma non sono stati riportati risultati a lungo termine.

Farmaci e radioterapia

Alcuni farmaci utilizzati clinicamente causano perdita ossea, in particolare i glucocorticosteroidi. Le chemioterapie sono altri farmaci contenenti agenti chemioterapici, come la doxorubicina e la metanfetamina, come la doxorubicina e il metotrexato, che inibiscono gli osteoblasti e diminuiscono la formazione ossea. L’irradiazione non ha avuto alcun effetto sul tasso di successo a breve termine degli impianti.

Età 

In teoria, i pazienti più anziani avranno problemi di salute sistemici, ma non esiste alcuna prova scientifica che correli l’età avanzata al fallimento dell’impianto. 

 4. Fallimenti degli impianti: 

 I fallimenti possono essere classificati in diverse fasi: 

– preparazione del piano di trattamento 
– fase chirurgica 
– fase di guarigione 
– fase protesica 
– messa in funzione dell’impianto.

  1. Fallimenti e complicazioni che si sono verificati durante la preparazione al trattamento: 

Si tratta di errori legati a una storia incompleta di bruxomania, a una malattia sistemica (malattia del metabolismo osseo, diabete non controllato) o a una malattia rara inaspettata.

  1.  Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase chirurgica 

Si tratta di fallimenti oggettivi. 

La preparazione all’intervento e una tecnica chirurgica precisa, atraumatica e che preserva i tessuti sono di fondamentale importanza.

 Rottura del canale mandibolare

Bisogna tenere sempre presente il rischio di danneggiamento del nervo dentale inferiore, per questo motivo viene introdotta una distanza di sicurezza di 2 mm sopra il canale mandibolare. Se si osserva un’effrazione, il posizionamento dell’impianto deve essere corretto immediatamente.

 Riscaldamento dell’osso durante la perforazione:  

Un aumento eccessivo della temperatura, superiore a 47° gradi per 1 minuto, provoca l’incapsulamento fibroso all’interfaccia osso-impianto.

Compressione eccessiva dell’osso, 

Mancanza di asepsi durante l’intervento chirurgico,

 Difetto di stabilità primaria:  

Una perforazione eccessiva del sito implantare riduce la stabilità primaria. 

Avvitamento incompleto di una vite di copertura o di un moncone di guarigione 

Questo evento potrebbe non avere conseguenze, ma potrebbe anche causare necrosi tissutale o infezione locale. 

Fenestrazioni o deiscenze non rilevate:

Il difetto osseo in sé non rappresenta un problema se viene individuato durante l’inserimento, poiché abbiamo a disposizione diverse tecniche per colmare la mancanza ossea (innesto osseo, rigenerazione ossea guidata). D’altro canto, se non viene identificato, può portare all’incapsulamento fibroso. 

Malposizionamento dell’impianto:

L’impianto viene posizionato in una posizione dettata dalla presenza di osso disponibile e non da esigenze protesiche. Può essere osteointegrato ma non soddisfa i requisiti estetici, la posizione è troppo mesiale, troppo distale, troppo vestibolare o troppo palatale rispetto all’asse del dente riabilitato. 

4.3. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase di guarigione

Questi fallimenti oggettivi sono anche una delle cause dei fallimenti primari. 

Forze incontrollate esercitate sull’impianto

Ciò può verificarsi quando si esercita una pressione ripetuta e compulsiva con la lingua o quando si introducono alimenti duri troppo rapidamente dopo un intervento chirurgico. 

Infezione

Il primo stadio, la mucosite, è reversibile e non interessa l’osso circostante l’impianto. D’altro canto, la perimplantite provoca la perdita di tessuto osseo. 

 4.4. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase protesica 

Al termine del periodo di guarigione si inizia la fase protesica. Eventuali errori commessi in questa fase possono portare a fallimenti o complicazioni. 

Presa di impressione imprecisa che porta a una mancanza di passività

 Sugli impianti anchilosati vengono esercitate forti sollecitazioni che inducono il riassorbimento osseo perimplantare.

Sigillatura protesica con cemento rocket nel solco 

La presenza di cemento provoca un’irritazione cronica all’osso o alla gengiva e può svilupparsi una perimplantite.

Elementi avvitati con coppia troppo bassa 

Sovraccarichi occlusali 

La prematurità concentra forti sollecitazioni in un unico punto, provocando la lisi ossea che può portare alla perdita dell’impianto.

Rapporto corona/impianto clinico inappropriato 

Anche lo schema occlusale, il design protesico e il numero di impianti rientrano tra i criteri da considerare per ridurre il tasso di complicanze protesiche. 

4.5. Fallimenti e complicazioni iniziati durante il funzionamento dell’impianto

Svitare un componente

Lo svitamento può interessare tutti i componenti avvitati della riabilitazione, moncone, vite del moncone o vite occlusale. Riavvitando il moncone si elimina la causa dell’episodio infettivo localizzato.

Frattura dell’impianto:

Questo è l’insuccesso più temuto perché l’impianto deve essere rimosso. Spesso è associata alla lisi ossea della cresta. La rimozione avviene solitamente con un trapano e la procedura è sempre invasiva. 

Frattura del materiale cosmetico o dell’infrastruttura protesica

Le fratture della ceramica sono piuttosto rare, ma possono interessare fino al 15% delle protesi. Si distinguono in fratture minori e maggiori. 

Fallimenti estetici:
gli impianti sono osteointegrati ma il risultato estetico è deludente. Una rigorosa analisi protesica pre-implantare può aiutare a evitare questa trappola: modelli di studio, cera diagnostica, valutazione del volume osseo. 

Conclusione

Il modo migliore per gestire un fallimento è evitarlo, e questo si ottiene applicando misure preventive che comprendono una valutazione pre-impianto completa, un piano di trattamento attentamente ponderato, una buona formazione del professionista e la sua capacità di valutare con la massima accuratezza il proprio livello di competenze, nonché una manutenzione rigorosa. Fallimenti in implantologia

  

Introduzione :  

Nonostante gli elevati tassi di successo e la stabilità degli impianti dentali, si verificano anche degli insuccessi. Mentre il trauma chirurgico, il volume e la qualità dell’osso sono generalmente considerati i fattori eziologici più importanti per i fallimenti precoci degli impianti, l’eziologia dei fallimenti tardivi è più controversa. 

La diagnosi precoce e il trattamento della perdita ossea progressiva precoce attorno agli impianti dentali mediante debridement meccanico, terapia antimicrobica e terapia rigenerativa sono gli elementi chiave per salvare un fallimento precoce dell’impianto. 

1. Criteri per la valutazione del successo dell’implementazione: 

Secondo l’Accademia Americana di Parodontologia 2003: 

– Assenza di segni/sintomi persistenti quali dolore, infezione, neuropatie, parestesie e violazione delle strutture vitali 

– Immobilità dell’impianto 

– Nessuna radiotrasparenza perimplantare continua

– Perdita ossea progressiva trascurabile (meno di 0,2 mm all’anno) dopo il rimodellamento fisiologico durante il primo anno di intervento 

– Soddisfazione del paziente/dentista per il restauro supportato da impianti

Secondo Bartolucci e Mangano: 

Il successo dell’impianto dipende da: 

– Buona igiene 

– Implantologia e chirurgia ad alte prestazioni 

– Protesi adattata all’occlusione bilanciata

– Condizioni locali e generali favorevoli.                       TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di                           TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di

2. Differenza in termini di fallimento e complicazione: 

Fallimenti = rimozione dell’impianto ma anche fallimenti estetici o funzionali.

Complicazioni = comparsa di un nuovo fenomeno morboso durante una malattia o un infortunio, spesso temporaneo e reversibile.

3. Fattori di rischio per il fallimento degli impianti dentali: 

3.1. Fattori del professionista: 

Preoperatorio: errore di pianificazione… 

Intraoperatorio: si stima che circa il 3,6% dei fallimenti degli impianti sia correlato a traumi chirurgici; inoltre, la necrosi ossea termica è un fenomeno raro e una delle cause del fallimento precoce degli impianti.

Post-operatorio: una progettazione e una guida della corona scadenti contribuiscono al fallimento.

3.2. Fattori correlati all’impianto: 

Materiali degli impianti dentali e caratteristiche della superficie:

La maggior parte dei materiali dentali attualmente utilizzati in clinica sono completamente biocompatibili con i tessuti umani nella loro specifica applicazione dentale. Di solito sono realizzati in titanio, titanio-alluminio-vanadio (Ti-6Al-4V), cobalto-cromo-molibdeno e, più raramente, altre leghe. Il tipo più comune di fallimento è dovuto a una scarsa pianificazione del trattamento e/o a una scarsa esecuzione chirurgica. L’incidenza di questo tipo di guasto è stata stimata al 10%.

3.3. Fattori del paziente  :  

Fattori locali: 

3.3.1. Qualità e quantità dell’osso: il fattore locale più importante per il successo del trattamento implantare è la qualità e la quantità dell’osso. 

 Jaffin e Berman,17 nella loro analisi quinquennale, hanno riferito che il 35% dei fallimenti degli impianti si è verificato nell’osso di tipo IV 

3.3.2. Osso irradiato : sebbene la radioterapia non costituisca una controindicazione assoluta al trattamento implantare, il tasso di successo è pari solo al 70% circa. 

3.3.3. Carico biomeccanico dell’occlusione :

Un carico meccanico elevato provoca il riassorbimento osseo. Gli osteociti aumentano la secrezione di collagenasi-1 [metalloproteinasi della matrice-1 (MMP-1)] in caso di carico meccanico, che può innescare il riassorbimento osseo. L’MMP-1 degrada i tipi di collagene osseo I e III, i principali collageni strutturali delle ossa. 

Il fumo come fattore di rischio per il fallimento dell’impianto

Il tasso di successo degli impianti dentali nei non fumatori è doppio rispetto ai fumatori. L’impianto mascellare è quello maggiormente colpito. 

Abitudini parafunzionali e bruxismo 

Anche le abitudini parafunzionali sono collegate a una maggiore perdita ossea perimplantare.

Fattori sistemici 

I fattori sistemici influenzano sia la qualità che la quantità delle ossa. Tra questi fattori sistemici rientrano anche il diabete scarsamente controllato, l’osteoporosi, l’osteomalacia, le radiazioni, alcuni farmaci in corso e altre condizioni.

Diabete mellito 

Anche il diabete mellito è stato considerato un fattore di rischio e talvolta persino una controindicazione per gli impianti dentali. Di recente è stato riportato che gli impianti dentali nei diabetici hanno avuto successo, almeno nel breve termine.

Osteoporosi

Gli impianti su pazienti affetti da osteoporosi hanno mostrato buoni risultati a breve termine, ma non sono stati riportati risultati a lungo termine.

Farmaci e radioterapia

Alcuni farmaci utilizzati clinicamente causano perdita ossea, in particolare i glucocorticosteroidi. Le chemioterapie sono altri farmaci contenenti agenti chemioterapici, come la doxorubicina e la metanfetamina, come la doxorubicina e il metotrexato, che inibiscono gli osteoblasti e diminuiscono la formazione ossea. L’irradiazione non ha avuto alcun effetto sul tasso di successo a breve termine degli impianti.

Età 

In teoria, i pazienti più anziani avranno problemi di salute sistemici, ma non esiste alcuna prova scientifica che correli l’età avanzata al fallimento dell’impianto. 

 4. Fallimenti degli impianti: 

 I fallimenti possono essere classificati in diverse fasi: 

– preparazione del piano di trattamento 
– fase chirurgica 
– fase di guarigione 
– fase protesica 
– messa in funzione dell’impianto.

  1. Fallimenti e complicazioni che si sono verificati durante la preparazione al trattamento: 

Si tratta di errori legati a una storia incompleta di bruxomania, a una malattia sistemica (malattia del metabolismo osseo, diabete non controllato) o a una malattia rara inaspettata.

  1.  Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase chirurgica 

Si tratta di fallimenti oggettivi. 

La preparazione all’intervento e una tecnica chirurgica precisa, atraumatica e che preserva i tessuti sono di fondamentale importanza.

 Rottura del canale mandibolare

Bisogna tenere sempre presente il rischio di danneggiamento del nervo dentale inferiore, per questo motivo viene introdotta una distanza di sicurezza di 2 mm sopra il canale mandibolare. Se si osserva un’effrazione, il posizionamento dell’impianto deve essere corretto immediatamente.

 Riscaldamento dell’osso durante la perforazione:  

Un aumento eccessivo della temperatura, superiore a 47° gradi per 1 minuto, provoca l’incapsulamento fibroso all’interfaccia osso-impianto.

Compressione eccessiva dell’osso, 

Mancanza di asepsi durante l’intervento chirurgico,

 Difetto di stabilità primaria:  

Una perforazione eccessiva del sito implantare riduce la stabilità primaria. 

Avvitamento incompleto di una vite di copertura o di un moncone di guarigione 

Questo evento potrebbe non avere conseguenze, ma potrebbe anche causare necrosi tissutale o infezione locale. 

Fenestrazioni o deiscenze non rilevate:

Il difetto osseo in sé non rappresenta un problema se viene individuato durante l’inserimento, poiché abbiamo a disposizione diverse tecniche per colmare la mancanza ossea (innesto osseo, rigenerazione ossea guidata). D’altro canto, se non viene identificato, può portare all’incapsulamento fibroso. 

Malposizionamento dell’impianto:

L’impianto viene posizionato in una posizione dettata dalla presenza di osso disponibile e non da esigenze protesiche. Può essere osteointegrato ma non soddisfa i requisiti estetici, la posizione è troppo mesiale, troppo distale, troppo vestibolare o troppo palatale rispetto all’asse del dente riabilitato. 

4.3. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase di guarigione

Questi fallimenti oggettivi sono anche una delle cause dei fallimenti primari. 

Forze incontrollate esercitate sull’impianto

Ciò può verificarsi quando si esercita una pressione ripetuta e compulsiva con la lingua o quando si introducono alimenti duri troppo rapidamente dopo un intervento chirurgico. 

Infezione

Il primo stadio, la mucosite, è reversibile e non interessa l’osso circostante l’impianto. D’altro canto, la perimplantite provoca la perdita di tessuto osseo. 

 4.4. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase protesica 

Al termine del periodo di guarigione si inizia la fase protesica. Eventuali errori commessi in questa fase possono portare a fallimenti o complicazioni. 

Presa di impressione imprecisa che porta a una mancanza di passività

 Sugli impianti anchilosati vengono esercitate forti sollecitazioni che inducono il riassorbimento osseo perimplantare.

Sigillatura protesica con cemento rocket nel solco 

La presenza di cemento provoca un’irritazione cronica all’osso o alla gengiva e può svilupparsi una perimplantite.

Elementi avvitati con coppia troppo bassa 

Sovraccarichi occlusali 

La prematurità concentra forti sollecitazioni in un unico punto, provocando la lisi ossea che può portare alla perdita dell’impianto.

Rapporto corona/impianto clinico inappropriato 

Anche lo schema occlusale, il design protesico e il numero di impianti rientrano tra i criteri da considerare per ridurre il tasso di complicanze protesiche. 

4.5. Fallimenti e complicazioni iniziati durante il funzionamento dell’impianto

Svitare un componente

Lo svitamento può interessare tutti i componenti avvitati della riabilitazione, moncone, vite del moncone o vite occlusale. Riavvitando il moncone si elimina la causa dell’episodio infettivo localizzato.

Frattura dell’impianto:

Questo è l’insuccesso più temuto perché l’impianto deve essere rimosso. Spesso è associata alla lisi ossea della cresta. La rimozione avviene solitamente con un trapano e la procedura è sempre invasiva. 

Frattura del materiale cosmetico o dell’infrastruttura protesica

Le fratture della ceramica sono piuttosto rare, ma possono interessare fino al 15% delle protesi. Si distinguono in fratture minori e maggiori. 

Fallimenti estetici:
gli impianti sono osteointegrati ma il risultato estetico è deludente. Una rigorosa analisi protesica pre-implantare può aiutare a evitare questa trappola: modelli di studio, cera diagnostica, valutazione del volume osseo. 

Conclusione

Il modo migliore per gestire un fallimento è evitarlo, e questo si ottiene applicando misure preventive che comprendono una valutazione pre-impianto completa, un piano di trattamento attentamente ponderato, una buona formazione del professionista e la sua capacità di valutare con la massima accuratezza il proprio livello di competenze, nonché una rigorosa manutenzione .

Fallimenti in implantologia

  Le carie non curate possono dare origine ad ascessi dolorosi.
Le carie non curate possono dare origine ad ascessi dolorosi.
Le faccette dentali mascherano imperfezioni come macchie o spazi.
I denti disallineati possono causare problemi digestivi.
Gli impianti dentali ripristinano la funzione masticatoria e l’estetica del sorriso.
I collutori al fluoro rinforzano lo smalto e prevengono la carie.
I denti da latte cariati possono compromettere la salute dei denti permanenti.
Uno spazzolino con setole morbide protegge lo smalto e le gengive sensibili.
 

Fallimenti in implantologia  Fallimenti in implantologia

Introduzione :  

Nonostante gli elevati tassi di successo e la stabilità degli impianti dentali, si verificano anche degli insuccessi. Mentre il trauma chirurgico, il volume e la qualità dell’osso sono generalmente considerati i fattori eziologici più importanti per i fallimenti precoci degli impianti, l’eziologia dei fallimenti tardivi è più controversa. 

La diagnosi precoce e il trattamento della perdita ossea progressiva precoce attorno agli impianti dentali mediante debridement meccanico, terapia antimicrobica e terapia rigenerativa sono gli elementi chiave per salvare un fallimento precoce dell’impianto. 

1. Criteri per la valutazione del successo dell’implementazione: 

Secondo l’Accademia Americana di Parodontologia 2003: 

– Assenza di segni/sintomi persistenti quali dolore, infezione, neuropatie, parestesie e violazione delle strutture vitali 

– Immobilità dell’impianto 

– Nessuna radiotrasparenza perimplantare continua

– Perdita ossea progressiva trascurabile (meno di 0,2 mm all’anno) dopo il rimodellamento fisiologico durante il primo anno di intervento 

– Soddisfazione del paziente/dentista per il restauro supportato da impianti

Secondo Bartolucci e Mangano: 

Il successo dell’impianto dipende da: 

– Buona igiene 

– Implantologia e chirurgia ad alte prestazioni 

– Protesi adattata all’occlusione bilanciata

– Condizioni locali e generali favorevoli.                       TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di                           TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di

2. Differenza in termini di fallimento e complicazione: 

Fallimenti = rimozione dell’impianto ma anche fallimenti estetici o funzionali.

Complicazioni = comparsa di un nuovo fenomeno morboso durante una malattia o un infortunio, spesso temporaneo e reversibile.

3. Fattori di rischio per il fallimento degli impianti dentali: 

3.1. Fattori del professionista: 

Preoperatorio: errore di pianificazione… 

Intraoperatorio: si stima che circa il 3,6% dei fallimenti degli impianti sia correlato a traumi chirurgici; inoltre, la necrosi ossea termica è un fenomeno raro e una delle cause del fallimento precoce degli impianti.

Post-operatorio: una progettazione e una guida della corona scadenti contribuiscono al fallimento.

3.2. Fattori correlati all’impianto: 

Materiali degli impianti dentali e caratteristiche della superficie:

La maggior parte dei materiali dentali attualmente utilizzati in clinica sono completamente biocompatibili con i tessuti umani nella loro specifica applicazione dentale. Di solito sono realizzati in titanio, titanio-alluminio-vanadio (Ti-6Al-4V), cobalto-cromo-molibdeno e, più raramente, altre leghe. Il tipo più comune di fallimento è dovuto a una scarsa pianificazione del trattamento e/o a una scarsa esecuzione chirurgica. L’incidenza di questo tipo di guasto è stata stimata al 10%.

3.3. Fattori del paziente  :  

Fattori locali: 

3.3.1. Qualità e quantità dell’osso: il fattore locale più importante per il successo del trattamento implantare è la qualità e la quantità dell’osso. 

 Jaffin e Berman,17 nella loro analisi quinquennale, hanno riferito che il 35% dei fallimenti degli impianti si è verificato nell’osso di tipo IV 

3.3.2. Osso irradiato : sebbene la radioterapia non costituisca una controindicazione assoluta al trattamento implantare, il tasso di successo è pari solo al 70% circa. 

3.3.3. Carico biomeccanico dell’occlusione :

Un carico meccanico elevato provoca il riassorbimento osseo. Gli osteociti aumentano la secrezione di collagenasi-1 [metalloproteinasi della matrice-1 (MMP-1)] in caso di carico meccanico, che può innescare il riassorbimento osseo. L’MMP-1 degrada i tipi di collagene osseo I e III, i principali collageni strutturali delle ossa. 

Il fumo come fattore di rischio per il fallimento dell’impianto

Il tasso di successo degli impianti dentali nei non fumatori è doppio rispetto ai fumatori. L’impianto mascellare è quello maggiormente colpito. 

Abitudini parafunzionali e bruxismo 

Anche le abitudini parafunzionali sono collegate a una maggiore perdita ossea perimplantare.

Fattori sistemici 

I fattori sistemici influenzano sia la qualità che la quantità delle ossa. Tra questi fattori sistemici rientrano anche il diabete scarsamente controllato, l’osteoporosi, l’osteomalacia, le radiazioni, alcuni farmaci in corso e altre condizioni.

Diabete mellito 

Anche il diabete mellito è stato considerato un fattore di rischio e talvolta persino una controindicazione per gli impianti dentali. Di recente è stato riportato che gli impianti dentali nei diabetici hanno avuto successo, almeno nel breve termine.

Osteoporosi

Gli impianti su pazienti affetti da osteoporosi hanno mostrato buoni risultati a breve termine, ma non sono stati riportati risultati a lungo termine.

Farmaci e radioterapia

Alcuni farmaci utilizzati clinicamente causano perdita ossea, in particolare i glucocorticosteroidi. Le chemioterapie sono altri farmaci contenenti agenti chemioterapici, come la doxorubicina e la metanfetamina, come la doxorubicina e il metotrexato, che inibiscono gli osteoblasti e diminuiscono la formazione ossea. L’irradiazione non ha avuto alcun effetto sul tasso di successo a breve termine degli impianti.

Età 

In teoria, i pazienti più anziani avranno problemi di salute sistemici, ma non esiste alcuna prova scientifica che correli l’età avanzata al fallimento dell’impianto. 

 4. Fallimenti degli impianti: 

 I fallimenti possono essere classificati in diverse fasi: 

– preparazione del piano di trattamento 
– fase chirurgica 
– fase di guarigione 
– fase protesica 
– messa in funzione dell’impianto.

  1. Fallimenti e complicazioni che si sono verificati durante la preparazione al trattamento: 

Si tratta di errori legati a una storia incompleta di bruxomania, a una malattia sistemica (malattia del metabolismo osseo, diabete non controllato) o a una malattia rara inaspettata.

  1.  Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase chirurgica 

Si tratta di fallimenti oggettivi. 

La preparazione all’intervento e una tecnica chirurgica precisa, atraumatica e che preserva i tessuti sono di fondamentale importanza.

 Rottura del canale mandibolare

Bisogna tenere sempre presente il rischio di danneggiamento del nervo dentale inferiore, per questo motivo viene introdotta una distanza di sicurezza di 2 mm sopra il canale mandibolare. Se si osserva un’effrazione, il posizionamento dell’impianto deve essere corretto immediatamente.

 Riscaldamento dell’osso durante la perforazione:  

Un aumento eccessivo della temperatura, superiore a 47° gradi per 1 minuto, provoca l’incapsulamento fibroso all’interfaccia osso-impianto.

Compressione eccessiva dell’osso, 

Mancanza di asepsi durante l’intervento chirurgico,

 Difetto di stabilità primaria:  

Una perforazione eccessiva del sito implantare riduce la stabilità primaria. 

Avvitamento incompleto di una vite di copertura o di un moncone di guarigione 

Questo evento potrebbe non avere conseguenze, ma potrebbe anche causare necrosi tissutale o infezione locale. 

Fenestrazioni o deiscenze non rilevate:

Il difetto osseo in sé non rappresenta un problema se viene individuato durante l’inserimento, poiché abbiamo a disposizione diverse tecniche per colmare la mancanza ossea (innesto osseo, rigenerazione ossea guidata). D’altro canto, se non viene identificato, può portare all’incapsulamento fibroso. 

Malposizionamento dell’impianto:

L’impianto viene posizionato in una posizione dettata dalla presenza di osso disponibile e non da esigenze protesiche. Può essere osteointegrato ma non soddisfa i requisiti estetici, la posizione è troppo mesiale, troppo distale, troppo vestibolare o troppo palatale rispetto all’asse del dente riabilitato. 

4.3. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase di guarigione

Questi fallimenti oggettivi sono anche una delle cause dei fallimenti primari. 

Forze incontrollate esercitate sull’impianto

Ciò può verificarsi quando si esercita una pressione ripetuta e compulsiva con la lingua o quando si introducono alimenti duri troppo rapidamente dopo un intervento chirurgico. 

Infezione

Il primo stadio, la mucosite, è reversibile e non interessa l’osso circostante l’impianto. D’altro canto, la perimplantite provoca la perdita di tessuto osseo. 

 4.4. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase protesica 

Al termine del periodo di guarigione si inizia la fase protesica. Eventuali errori commessi in questa fase possono portare a fallimenti o complicazioni. 

Presa di impressione imprecisa che porta a una mancanza di passività

 Sugli impianti anchilosati vengono esercitate forti sollecitazioni che inducono il riassorbimento osseo perimplantare.

Sigillatura protesica con cemento rocket nel solco 

La presenza di cemento provoca un’irritazione cronica all’osso o alla gengiva e può svilupparsi una perimplantite.

Elementi avvitati con coppia troppo bassa 

Sovraccarichi occlusali 

La prematurità concentra forti sollecitazioni in un unico punto, provocando la lisi ossea che può portare alla perdita dell’impianto.

Rapporto corona/impianto clinico inappropriato 

Anche lo schema occlusale, il design protesico e il numero di impianti rientrano tra i criteri da considerare per ridurre il tasso di complicanze protesiche. 

4.5. Fallimenti e complicazioni iniziati durante il funzionamento dell’impianto

Svitare un componente

Lo svitamento può interessare tutti i componenti avvitati della riabilitazione, moncone, vite del moncone o vite occlusale. Riavvitando il moncone si elimina la causa dell’episodio infettivo localizzato.

Frattura dell’impianto:

Questo è l’insuccesso più temuto perché l’impianto deve essere rimosso. Spesso è associata alla lisi ossea della cresta. La rimozione avviene solitamente con un trapano e la procedura è sempre invasiva. 

Frattura del materiale cosmetico o dell’infrastruttura protesica

Le fratture della ceramica sono piuttosto rare, ma possono interessare fino al 15% delle protesi. Si distinguono in fratture minori e maggiori. 

Fallimenti estetici:
gli impianti sono osteointegrati ma il risultato estetico è deludente. Una rigorosa analisi protesica pre-implantare può aiutare a evitare questa trappola: modelli di studio, cera diagnostica, valutazione del volume osseo. 

Conclusione

Il modo migliore per gestire un fallimento è evitarlo, e questo si ottiene applicando misure preventive che comprendono una valutazione pre-impianto completa, un piano di trattamento attentamente ponderato, una buona formazione del professionista e la sua capacità di valutare con la massima accuratezza il proprio livello di competenze, nonché una manutenzione rigorosa. Fallimenti in implantologia

  

Introduzione :  

Nonostante gli elevati tassi di successo e la stabilità degli impianti dentali, si verificano anche degli insuccessi. Mentre il trauma chirurgico, il volume e la qualità dell’osso sono generalmente considerati i fattori eziologici più importanti per i fallimenti precoci degli impianti, l’eziologia dei fallimenti tardivi è più controversa. 

La diagnosi precoce e il trattamento della perdita ossea progressiva precoce attorno agli impianti dentali mediante debridement meccanico, terapia antimicrobica e terapia rigenerativa sono gli elementi chiave per salvare un fallimento precoce dell’impianto. 

1. Criteri per la valutazione del successo dell’implementazione: 

Secondo l’Accademia Americana di Parodontologia 2003: 

– Assenza di segni/sintomi persistenti quali dolore, infezione, neuropatie, parestesie e violazione delle strutture vitali 

– Immobilità dell’impianto 

– Nessuna radiotrasparenza perimplantare continua

– Perdita ossea progressiva trascurabile (meno di 0,2 mm all’anno) dopo il rimodellamento fisiologico durante il primo anno di intervento 

– Soddisfazione del paziente/dentista per il restauro supportato da impianti

Secondo Bartolucci e Mangano: 

Il successo dell’impianto dipende da: 

– Buona igiene 

– Implantologia e chirurgia ad alte prestazioni 

– Protesi adattata all’occlusione bilanciata

– Condizioni locali e generali favorevoli.                       TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di                           TABELLA 1. Criteri per la valutazione del successo di

2. Differenza in termini di fallimento e complicazione: 

Fallimenti = rimozione dell’impianto ma anche fallimenti estetici o funzionali.

Complicazioni = comparsa di un nuovo fenomeno morboso durante una malattia o un infortunio, spesso temporaneo e reversibile.

3. Fattori di rischio per il fallimento degli impianti dentali: 

3.1. Fattori del professionista: 

Preoperatorio: errore di pianificazione… 

Intraoperatorio: si stima che circa il 3,6% dei fallimenti degli impianti sia correlato a traumi chirurgici; inoltre, la necrosi ossea termica è un fenomeno raro e una delle cause del fallimento precoce degli impianti.

Post-operatorio: una progettazione e una guida della corona scadenti contribuiscono al fallimento.

3.2. Fattori correlati all’impianto: 

Materiali degli impianti dentali e caratteristiche della superficie:

La maggior parte dei materiali dentali attualmente utilizzati in clinica sono completamente biocompatibili con i tessuti umani nella loro specifica applicazione dentale. Di solito sono realizzati in titanio, titanio-alluminio-vanadio (Ti-6Al-4V), cobalto-cromo-molibdeno e, più raramente, altre leghe. Il tipo più comune di fallimento è dovuto a una scarsa pianificazione del trattamento e/o a una scarsa esecuzione chirurgica. L’incidenza di questo tipo di guasto è stata stimata al 10%.

3.3. Fattori del paziente  :  

Fattori locali: 

3.3.1. Qualità e quantità dell’osso: il fattore locale più importante per il successo del trattamento implantare è la qualità e la quantità dell’osso. 

 Jaffin e Berman,17 nella loro analisi quinquennale, hanno riferito che il 35% dei fallimenti degli impianti si è verificato nell’osso di tipo IV 

3.3.2. Osso irradiato : sebbene la radioterapia non costituisca una controindicazione assoluta al trattamento implantare, il tasso di successo è pari solo al 70% circa. 

3.3.3. Carico biomeccanico dell’occlusione :

Un carico meccanico elevato provoca il riassorbimento osseo. Gli osteociti aumentano la secrezione di collagenasi-1 [metalloproteinasi della matrice-1 (MMP-1)] in caso di carico meccanico, che può innescare il riassorbimento osseo. L’MMP-1 degrada i tipi di collagene osseo I e III, i principali collageni strutturali delle ossa. 

Il fumo come fattore di rischio per il fallimento dell’impianto

Il tasso di successo degli impianti dentali nei non fumatori è doppio rispetto ai fumatori. L’impianto mascellare è quello maggiormente colpito. 

Abitudini parafunzionali e bruxismo 

Anche le abitudini parafunzionali sono collegate a una maggiore perdita ossea perimplantare.

Fattori sistemici 

I fattori sistemici influenzano sia la qualità che la quantità delle ossa. Tra questi fattori sistemici rientrano anche il diabete scarsamente controllato, l’osteoporosi, l’osteomalacia, le radiazioni, alcuni farmaci in corso e altre condizioni.

Diabete mellito 

Anche il diabete mellito è stato considerato un fattore di rischio e talvolta persino una controindicazione per gli impianti dentali. Di recente è stato riportato che gli impianti dentali nei diabetici hanno avuto successo, almeno nel breve termine.

Osteoporosi

Gli impianti su pazienti affetti da osteoporosi hanno mostrato buoni risultati a breve termine, ma non sono stati riportati risultati a lungo termine.

Farmaci e radioterapia

Alcuni farmaci utilizzati clinicamente causano perdita ossea, in particolare i glucocorticosteroidi. Le chemioterapie sono altri farmaci contenenti agenti chemioterapici, come la doxorubicina e la metanfetamina, come la doxorubicina e il metotrexato, che inibiscono gli osteoblasti e diminuiscono la formazione ossea. L’irradiazione non ha avuto alcun effetto sul tasso di successo a breve termine degli impianti.

Età 

In teoria, i pazienti più anziani avranno problemi di salute sistemici, ma non esiste alcuna prova scientifica che correli l’età avanzata al fallimento dell’impianto. 

 4. Fallimenti degli impianti: 

 I fallimenti possono essere classificati in diverse fasi: 

– preparazione del piano di trattamento 
– fase chirurgica 
– fase di guarigione 
– fase protesica 
– messa in funzione dell’impianto.

  1. Fallimenti e complicazioni che si sono verificati durante la preparazione al trattamento: 

Si tratta di errori legati a una storia incompleta di bruxomania, a una malattia sistemica (malattia del metabolismo osseo, diabete non controllato) o a una malattia rara inaspettata.

  1.  Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase chirurgica 

Si tratta di fallimenti oggettivi. 

La preparazione all’intervento e una tecnica chirurgica precisa, atraumatica e che preserva i tessuti sono di fondamentale importanza.

 Rottura del canale mandibolare

Bisogna tenere sempre presente il rischio di danneggiamento del nervo dentale inferiore, per questo motivo viene introdotta una distanza di sicurezza di 2 mm sopra il canale mandibolare. Se si osserva un’effrazione, il posizionamento dell’impianto deve essere corretto immediatamente.

 Riscaldamento dell’osso durante la perforazione:  

Un aumento eccessivo della temperatura, superiore a 47° gradi per 1 minuto, provoca l’incapsulamento fibroso all’interfaccia osso-impianto.

Compressione eccessiva dell’osso, 

Mancanza di asepsi durante l’intervento chirurgico,

 Difetto di stabilità primaria:  

Una perforazione eccessiva del sito implantare riduce la stabilità primaria. 

Avvitamento incompleto di una vite di copertura o di un moncone di guarigione 

Questo evento potrebbe non avere conseguenze, ma potrebbe anche causare necrosi tissutale o infezione locale. 

Fenestrazioni o deiscenze non rilevate:

Il difetto osseo in sé non rappresenta un problema se viene individuato durante l’inserimento, poiché abbiamo a disposizione diverse tecniche per colmare la mancanza ossea (innesto osseo, rigenerazione ossea guidata). D’altro canto, se non viene identificato, può portare all’incapsulamento fibroso. 

Malposizionamento dell’impianto:

L’impianto viene posizionato in una posizione dettata dalla presenza di osso disponibile e non da esigenze protesiche. Può essere osteointegrato ma non soddisfa i requisiti estetici, la posizione è troppo mesiale, troppo distale, troppo vestibolare o troppo palatale rispetto all’asse del dente riabilitato. 

4.3. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase di guarigione

Questi fallimenti oggettivi sono anche una delle cause dei fallimenti primari. 

Forze incontrollate esercitate sull’impianto

Ciò può verificarsi quando si esercita una pressione ripetuta e compulsiva con la lingua o quando si introducono alimenti duri troppo rapidamente dopo un intervento chirurgico. 

Infezione

Il primo stadio, la mucosite, è reversibile e non interessa l’osso circostante l’impianto. D’altro canto, la perimplantite provoca la perdita di tessuto osseo. 

 4.4. Fallimenti e complicazioni iniziati durante la fase protesica 

Al termine del periodo di guarigione si inizia la fase protesica. Eventuali errori commessi in questa fase possono portare a fallimenti o complicazioni. 

Presa di impressione imprecisa che porta a una mancanza di passività

 Sugli impianti anchilosati vengono esercitate forti sollecitazioni che inducono il riassorbimento osseo perimplantare.

Sigillatura protesica con cemento rocket nel solco 

La presenza di cemento provoca un’irritazione cronica all’osso o alla gengiva e può svilupparsi una perimplantite.

Elementi avvitati con coppia troppo bassa 

Sovraccarichi occlusali 

La prematurità concentra forti sollecitazioni in un unico punto, provocando la lisi ossea che può portare alla perdita dell’impianto.

Rapporto corona/impianto clinico inappropriato 

Anche lo schema occlusale, il design protesico e il numero di impianti rientrano tra i criteri da considerare per ridurre il tasso di complicanze protesiche. 

4.5. Fallimenti e complicazioni iniziati durante il funzionamento dell’impianto

Svitare un componente

Lo svitamento può interessare tutti i componenti avvitati della riabilitazione, moncone, vite del moncone o vite occlusale. Riavvitando il moncone si elimina la causa dell’episodio infettivo localizzato.

Frattura dell’impianto:

Questo è l’insuccesso più temuto perché l’impianto deve essere rimosso. Spesso è associata alla lisi ossea della cresta. La rimozione avviene solitamente con un trapano e la procedura è sempre invasiva. 

Frattura del materiale cosmetico o dell’infrastruttura protesica

Le fratture della ceramica sono piuttosto rare, ma possono interessare fino al 15% delle protesi. Si distinguono in fratture minori e maggiori. 

Fallimenti estetici:
gli impianti sono osteointegrati ma il risultato estetico è deludente. Una rigorosa analisi protesica pre-implantare può aiutare a evitare questa trappola: modelli di studio, cera diagnostica, valutazione del volume osseo. 

Conclusione

Il modo migliore per gestire un fallimento è evitarlo, e questo si ottiene applicando misure preventive che comprendono una valutazione pre-impianto completa, un piano di trattamento attentamente ponderato, una buona formazione del professionista e la sua capacità di valutare con la massima accuratezza il proprio livello di competenze, nonché una rigorosa manutenzione .

Fallimenti in implantologia

  Le carie non curate possono dare origine ad ascessi dolorosi.
Le carie non curate possono dare origine ad ascessi dolorosi.
Le faccette dentali mascherano imperfezioni come macchie o spazi.
I denti disallineati possono causare problemi digestivi.
Gli impianti dentali ripristinano la funzione masticatoria e l’estetica del sorriso.
I collutori al fluoro rinforzano lo smalto e prevengono la carie.
I denti da latte cariati possono compromettere la salute dei denti permanenti.
Uno spazzolino con setole morbide protegge lo smalto e le gengive sensibili.
 

Fallimenti in implantologia

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