Pulpotomia su dente provvisorio

Pulpotomia su dente provvisorio

1- Introduzione

Secondo le raccomandazioni dell’EAPD (Accademia Europea di Odontoiatria Pediatrica)

2016, di fronte a tutte le lesioni cariose nei bambini e nei giovani adulti, è obbligatoria una diagnosi clinica e radiografica, integrata da una valutazione del rischio carioso individuale.

La pulpotomia è una procedura endodontica utilizzata in odontoiatria pediatrica in caso di una lesione cariosa profonda su un dente primario, in cui la polpa coronale viene amputata e la polpa radicolare vitale viene mantenuta.

2-Fattori decisionali da considerare in caso di lesione cariosa profonda in dentizione temporanea

Per fare questo, durante la prima sessione è necessario:

  • Un’intervista
  • Un esame clinico (completo esorale e intraorale)
  • Esami supplementari appropriati.
  1. Anamnesi/intervista

-Durante l’anamnesi, bisogna innanzitutto valutare lo stato di salute generale del bambino. È necessaria una raccolta di dati anamnestici, trattamenti, allergie per valutare il rischio di infezione (che può essere legato a una patologia o a un trattamento farmacologico) e le capacità di difesa e di guarigione del complesso polpa-dentina che influenzano la prognosi della terapia.

– In secondo luogo, dobbiamo valutare la cooperazione e l’ansia del bambino: questo può essere fatto tramite eterovalutazione o autovalutazione, a seconda dell’età e delle capacità del bambino.

– In terzo luogo, bisogna poi valutare il rischio individuale di carie (ICR) che influenzerà la gestione, il piano di trattamento, la scelta dei materiali e la frequenza delle visite di controllo.

– Infine, dobbiamo raccogliere i sintomi e le richieste del paziente.

– Queste caratteristiche permettono di distinguere l’infiammazione reversibile della polpa da quella irreversibile e di stabilire una diagnosi presuntiva che sarà confermata dall’esame clinico.

2-2 Esame orale

-Durante l’esame esorale, il medico deve verificare che non vi siano segni di manifestazioni di un fenomeno infettivo o infiammatorio quali: asimmetria facciale, gonfiore, eritema, adenopatie cervico-facciali.

2-3 Esame intraorale

L’esame visivo del dente interessato deve essere effettuato su un dente pulito, asciutto e con una luce adeguata. Durante questo esame visivo devono essere rilevate la posizione, la gravità e l’attività della lesione cariosa.

-La classificazione ICDAS II (International Caries Detection and Assessment System) ci consente di avere

una prima idea della gravità della lesione

-Da un punto di vista clinico, nel caso di una lesione ICDAS 5, possiamo visualizzare una microcavità con esposizione della dentina. D’altro canto, nel caso di una lesione ICDAS 6, possiamo visualizzare una cavità dentinale che si estende su più della metà della superficie coronale. Vengono descritte come lesioni “gravi”.

-Bisogna valutare l’attività della lesione cariosa; può essere attiva o inattiva.

2-4 L’esame paraclinico

Gli esami clinici possono essere eseguiti e adattati in base all’età del paziente. Tuttavia, i test di sensibilità della polpa (caldo, freddo, elettrico) sono poco utili e poco indicati nei bambini e raramente consentono di determinare le condizioni della polpa. 

2-5 Raggi X

I fattori decisionali da valutare sui raggi X sono:

  • L’estensione della lesione cariosa e lo spessore della dentina residua (RDT).
  • Esiste una classificazione ICDAS/ICCMSTM (International Caries Classification and Management System) per la valutazione radiografica.
  • L’indicazione alla pulpotomia verrà posta durante una classe 5 o RC 6, dal coinvolgimento carioso del 1/3 interno della dentina
  • Lo stadio fisiologico del dente temporaneo; Ci sono 3 fasi:

-Stadio I o F (formazione) che corrisponde al periodo dall’eruzione fino alla chiusura dell’apice

-Stadio II o S (stabilità) che è una fase di stabilità in cui il dente provvisorio è maturo, cioè i suoi apici sono chiusi

-Stadio III o R (riassorbimento), caratterizzato da rizalisi che provoca l’esfoliazione del dente temporaneo. Nello stadio III, la senescenza della polpa diminuisce il potenziale di riparazione della polpa

  • Presenza del dente successore: in caso di agenesia del dente permanente, è preferibile conservare a lungo termine il dente provvisorio. Ecco perché Musale e Soni preferiscono eseguire una pulpectomia con otturazione in MTA o guttaperca anziché una pulpotomia.

3- Gli obiettivi della pulpotomia 

La pulpotomia è una procedura endodontica in cui la polpa coronale viene amputata e la polpa radicolare vitale viene conservata.

Questo trattamento della polpa consente di preservare la vitalità della polpa radicolare inserendo un biomateriale nella camera pulpare, consentendo la formazione di un ponte dentinale tra il materiale pulpare e la polpa radicolare.

Questa terapia permette inoltre di mantenere il dente sull’arcata fino alla sua fisiologica esfoliazione e quindi di preservarne la funzione (masticazione, fonazione) e l’estetica, mantiene lo spazio, consente la normale crescita alveolo-dentale, evita malocclusioni e guida l’eruzione del dente permanente.

4- Indicazioni per la pulpotomia 

  • una lesione cariosa cavitaria, localizzata nel 1/3 o 1/4 della dentina, vicino alla polpa o addirittura alla parapolpa. All’esame clinico e radiografico, ciò corrisponde, in riferimento alla classificazione ICDAS II, a una lesione cariosa grave (ICDAS 5 e 6).
  • Assenza di segni clinici di pulpite irreversibile o necrosi pulpare.  
  • Esposizione della polpa dovuta a malattia cariosa
  • Esposizione iatrogena della polpa durante la preparazione della cavità o il curettage parziale.  
  • Esposizione traumatica di breve durata (meno di 6 ore)

5- Controindicazioni 

  • Patologie generali che aumentano il rischio di infezione nei bambini.
  • Mancanza di collaborazione da parte del bambino
  • Mancanza di consenso da parte dei genitori o del tutore legale
  • Patologia pulpo-parodontale che può alterare l’eruzione dei denti successivi (21)
  • Malattia parodontale, ingrossamento desmodontale
  • Mobilità dentale / stadio fisiologico del dente: stadio avanzato III
  • Pulpite irreversibile o necrosi pulpare
  • Dente non restaurabile con restauro diretto o con corona pediatrica preformata
  • Terapia meno invasiva indicata come il curettage selettivo
  1. La scelta dei materiali di polpa:

I materiali posizionati nella cavità pulpare dopo il trattamento di pulpotomia devono soddisfare diversi criteri:

-Garantire l’impermeabilità, sigillando immediatamente la polpa della radice

– Essere biocompatibili e atossici per preservare la vitalità della polpa e non la sua degenerazione.

– Possiedono proprietà antimicrobiche.

– Hanno proprietà bioattive per ottenere una barriera mineralizzata tra il biomateriale e il tessuto pulpare della radice

-MTA è il materiale più raccomandato per la pulpotomia dall’AAPD (30), e descritto come il “gold standard”

  1. Protocollo clinico
  2. Conclusione

In conclusione, ricordiamo che la pulpotomia sui denti provvisori resta una terapia pulpare evitabile se si mettono in atto efficaci metodi di prevenzione . Pertanto, controlli di controllo ogni sei mesi o un anno dal dentista consentono un’azione preventiva e una riduzione degli interventi invasivi.

Pulpotomia su dente provvisorio

  Le carie non curate possono dare origine ad ascessi dolorosi.
Le carie non curate possono dare origine ad ascessi dolorosi.
Le faccette dentali mascherano imperfezioni come macchie o spazi.
I denti disallineati possono causare problemi digestivi.
Gli impianti dentali ripristinano la funzione masticatoria e l’estetica del sorriso.
I collutori al fluoro rinforzano lo smalto e prevengono la carie.
I denti da latte cariati possono compromettere la salute dei denti permanenti.
Uno spazzolino con setole morbide protegge lo smalto e le gengive sensibili.
 

Pulpotomia su dente provvisorio

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