Ricostruzioni per stratificazione
I-Introduzione
I restauri adesivi diretti o indiretti sono tra i più richiesti perché possono essere eseguiti in un’unica seduta, sono affidabili nel medio termine grazie al continuo miglioramento dell’adesione smalto-dentina e sono accessibili economicamente al maggior numero di pazienti.
II- Meccanismo di adesione smalto-dentina
1-A livello dello smalto:
- La mordenzatura acida dello smalto provoca microcavità e rugosità sulla superficie dello smalto
- Questi micro pozzetti verranno riempiti dalla resina adesiva che, una volta polimerizzata, creerà delle microchiavi responsabili dell’adesione.
Micrografia di una superficie di smalto ottenuta tramite microscopio elettronico a scansione. In A, la superficie non è stata sottoposta ad alcuna incisione acida. In B, la superficie è stata incisa con acido fosforico (37% per 30s) (x 2700) (Hitmi et al., 2002)
2-A livello della dentina:
La mordenzatura acida della dentina provoca:
- Rimozione dello strato di sbavatura
- Apertura dei tubuli dentinali mediante demineralizzazione della dentina peritubulare
- Demineralizzazione della dentina intertubulare ed esposizione della rete di fibre collagene
Rete fibrillare del collagene nel SEM quando è stabile grazie all’acqua in esso contenuta. Secondo DEGRANGE |
Rete fibrillare di collagene collassata dopo l’essiccazione, utilizzando SEM. Secondo DEGRANGE |
L’adesivo una volta applicato sulla dentina:
- Crea legami chimici e meccanici con le fibre di collagene, formando così lo strato ibrido
- Penetra nei tubuli aperti e realizza l’adesione meccanica sotto forma di Tag
III- Restauro su dente anteriore
3.1 Definizione della tecnica di stratificazione
Si tratta di una tecnica ideata e sviluppata da Lorenzo VANINI nel 1996 e possiamo ritenerne la definizione: “la stratificazione è una tecnica di posa di un materiale composito mediante aggiunta di incrementi successivi, che consente l’uso di colori e consistenze diverse, per migliorare la qualità funzionale ed estetica finale del restauro”
- Restauro composito
3.2.1. Indicazioni
- Agenesia degli incisivi laterali mascellari
- Trasformazione di un canino in un laterale
- Chiusura di un diastema
- Lesioni cariose o lesioni da usura
- Frattura coronale
3.2.2. Controindicazioni
- Impossibilità di ottenere un campo operatorio impermeabile.
- Limite di preparazione oltre la giunzione smalto-cemento.
- Troppa perdita di sostanza.
- Paziente ad alto rischio di carie e/o igiene orale insufficiente.
- Allergie a uno o più componenti dei compositi
3.2.3. Stratificazione classica
3.2.3.1 Stratificazione classica a 2 strati “Resina composita dentina + smalto/Resina composita incisale”
- Questo concetto consiste in una ricostruzione monocromatica della perdita di sostanza mediante compositi “corporei” ai quali, se necessario, viene aggiunto “incisale”.
(B): Lo strato di massa dentinale (I/T): massa incisale trasparente
3.2.3.2 Stratificazione classica a 3 strati “Resina composita opaca/dentina + resina composita smalto/corpo + resina composita incisale/trasparente”
- Parete opaca → corpo smalto-dentinale → incisale
Questa tecnica si basa su una ricostruzione policromatica utilizzando masse di dentina opaca, masse di smalto corporeo e incisale trasparente.
(B): Lo strato di massa dentinale (E): massa di smalto
(I/T): massa incisale trasparente
3.2.4 Stratificazione moderna:
3.2.4.1. Moderna stratificazione a 3 strati o stratificazione istologica
- Smalto palatale → Dentina → (Masse effetto) → Smalto vestibolare
Questo concetto si basa sull’applicazione di tre strati di resine che imitano fedelmente le proprietà e la posizione dei tessuti naturali, consentendo così un’organizzazione spaziale identica alla struttura dentale.
Lo smalto naturale viene sostituito da una massa di smalto composito sia a livello vestibolare che palatale.
La dentina viene ricostituita utilizzando masse composite di dentina di diversa saturazione.
3.2.4.2. Stratificazione moderna a 2 strati o stratificazione senza smalto palatale
- Questo secondo metodo utilizza:
-una massa di dentina opaca nella regione palatina.
-una massa di smalto presente solo sulla superficie vestibolare.
- Qui, la massa di dentina opaca nella regione palatina è maggiore, fornendo una barriera efficace alla luce incidente, indipendentemente dalla forma anatomica degli incisivi.
3.2.5. Realizzazione clinica ( stratificazione anatomica secondo VANINI)
- analisi e fasi cliniche preliminari
3.2.5.1.1 Mappa del colore dei denti
- Definizioni:
-Supporto schematico o diagramma contenente le linee guida essenziali per il restauro clinico da realizzare.
-Piano di riferimento per il ripristino del dente nel suo colore naturale.
- Osservazioni:
– Completare prima di qualsiasi procedura di ripristino (in particolare prima di installare la diga).
-Utilizzare una luce a temperatura costante di 5000K.
-Affidatevi alla fotografia digitale.
- Descrizione :
Sul fronte : le 5 dimensioni del colore secondo VANINI, i diversi tipi e toni propri di ogni dimensione, i compositi corrispondenti.
Sul retro: rappresentazione delle diverse tipologie associate a: Intensivi. Opalescenti e caratterizzazioni.
Sul fronte Sul retro
Cromaticità <BC>:
Tonalità e saturazione del corpo della dentina.
Registrato nel terzo centrale.
4 tonalità pure (1, 2, 3, 4) e 3 tonalità ibride (1.5, 2.5, 3.5) corrispondenti alle tonalità di A VITA® alle quali vengono abbinati 7 compositi Universal Dentine.
Animazione del colore mediante variazione della saturazione: la cromaticità si desatura da cervicale a incisale e da palatale a vestibolare.
Luminosità <V>:
Correlato allo smalto.
Registrato al centro del dente.
È disponibile in 3 tonalità
Gli intensivi <I>:
Aree di ipomineralizzazione dello smalto.
4 tipi:
1-in un cerchio: macchie isolate localizzate più spesso nel terzo incisale
Nuvole da 2 pollici: macchie più piccole e dense che si trovano nel terzo medio e incisale.
3-fiocchi di neve: minuscoli punti densi che occupano l’intera superficie della chioma.
Bande orizzontali da 4 pollici: bande lattiginose che interessano principalmente il terzo medio e incisale.
2 tonalità di bianco: -w, bianco freddo, -m, bianco caldo, lattiginoso.
2 compositi associati IW e IM.
Gli opalescenti <O>:
Limitato al terzo incisale.
5 tipi:
- 1-3 capezzoli
- 2-3 capezzoli divisi
- Pettine 3 in 1
- Finestra da 4 pollici
- Punto da 5 pollici
3 tonalità: Blu, Grigio, Ambra.
3 compositi associati OBN, OG, OA.
Le caratterizzazioni <C>:
Nella dentina:
-tipo 1: capezzoli:
Il bordo libero nei capezzoli è associato ad una piccola area bianca o arancione tra due lobi a livello del terzo incisale e ne esalta la luminosità,
-tipo 2: in bande:
Si presenta come una larga fascia orizzontale di colore bianco o ambrato a livello del terzo medio e cervicale
Nello smalto:
-tipo 3: sul margine: forma una piccola linea bianca e/o ambrata che evidenzia il bordo libero.
-tipo 4: macchia: rappresenta una macchia di ipomineralizzazione che può essere riscontrata in tutte le zone del dente,
– tipo 5: fessura: è una fessura/crepa verticale, trasparente, gialla o marrone, nei denti degli adulti e degli anziani.
- Tonalità: Bianco, Ambra, Marrone, Giallo.
3.2.5.1.2 Forma e chiave in silicone
La riproduzione della forma generale del dente cariato può essere facilitata dall’uso di una guida in silicone.
3.2.5.1.2.1 Il metodo diretto tramite Mock-up:
-Si esegue la ricostruzione della perdita di sostanza mediante resina composita monocromatica, in bocca, senza mordenzatura o precedente protocollo di bonding.
-Questa ricostruzione provvisoria deve soddisfare i criteri anatomo-funzionali del dente in termini di estetica, funzionalità e fonetica.
-Quindi viene registrata una chiave in silicone a media viscosità e il composito provvisorio viene rimosso.
-Questa tecnica sarà preferita nei casi in cui: la perdita di sostanze non è molto significativa e se esiste un vecchio restauro anatomicamente soddisfacente.
3.2.5.1.2.2 Il metodo indiretto o Wax-up:
Nei casi di perdita di sostanza più significativa o se il cambiamento dell’anatomia interessa più denti del sorriso
È necessario:
-Un’impronta in alginato da cui si ottiene il modello in gesso.
– Verrà quindi eseguita una ceratura seguendo l’anatomia e l’occlusione del paziente.
-La chiave in silicone viene quindi prelevata dal modello e servirà da guida per la stratificazione in bocca.
3.2.5.1.3. preparazione del dente
-Installazione della diga
– Bisellatura dello smalto
– Mordenzatura dello smalto e della dentina
-Applicazione dell’adesivo e successiva fotopolimerizzazione
3.2.5.1.4. Stratificazione
La superficie palatale : si stende uno strato sottile di smalto composito (non superiore a 0,4 mm) sulla chiave, quindi si riposiziona sul dente
Faccia prossimale: viene realizzata utilizzando un composito di smalto da 0,4 mm dopo il posizionamento di una matrice trasparente e di cunei interdentali
Massa dentinale: Secondo VANINI, ogni dente ha tre gradi di cromaticità:
– sollevato nel terzo cervicale,
-media nel terzo medio
-debole a livello incisale.
Pertanto, il posizionamento della dentina deve soddisfare l’esigenza di desaturazione di:
-la parte cervicale verso la parte incisale del dente e,
-la parte palatale verso la parte vestibolare
Si basa su masse di saturazione diversa: partendo da una saturazione di due gradi superiore a quella del colore finale o “cromaticità di base” precedentemente registrata, si arriva alla stessa saturazione della tonalità finale.
Tuttavia, il numero di tonalità di dentina necessarie dipende dall’entità della perdita di sostanza. Pertanto, per le piccole cavità verrà utilizzata una sola massa di dentina, per quelle medie due e per quelle grandi tre.
I lobi vengono realizzati gradualmente
Strato ad alta diffusione
La riproduzione dello strato proteico viene effettuata con Glass Connector (resina viscosa, di colore bianco, caratterizzata da elevata fluorescenza e che permette di modulare la diffusione della luce a livello di smalto e dentina).
Il connettore in vetro verrà posizionato su:
-la faccia vestibolare dello smalto palatale
-masse dentinali.
Infine verrà polimerizzato
Caratterizzazioni, Intensivi, Opalescenti
Caratterizzazioni
Le più importanti sono quelle dei capezzoli e del bordo libero, che verranno realizzate utilizzando masse bianche (OW o IW) o ambrate (OA).
Masse opalescenti :
Vengono posizionati tra i capezzoli, nella zona compresa tra la massa dentinale del corpo e il bordo incisale.
Il loro scopo è quello di creare l’effetto ombra e riprodurre l’alone naturale
Masse intensive:
Vengono disposti in strati molto sottili in base ai dati raccolti durante la definizione della mappa cromatica.
Strato di smalto vestibolare
Lo strato di smalto vestibolare, sottile nella regione cervicale, si ispessisce verso il bordo incisale
Non supera gli 0,4 mm di spessore.
Una volta polimerizzato l’ultimo strato di smalto, è consigliabile ricoprire la superficie del restauro con uno strato di gel di glicerina ed effettuare un ulteriore ciclo di fotopolimerizzazione.
Finitura, lucidatura e lucidatura :
Completamento stesso:
– Completamento del contorno verticale.
– Completamento del contorno orizzontale.
– Rifinitura della macrotexture superficiale.
-Curve di crescita dello smalto (micro-tessitura).
Frese diamantate a grana media, frese multilama, strisce abrasive, punta in pietra verde, punte in silicone
Lucidatura:
Dona lucentezza alle superfici mantenendo i dettagli delle texture ottenute.
Spazzola + 3 micron poi pasta diamantata da 1 micron.
Nastri abrasivi a grana decrescente + paste diamantate.
Lucidatura:
Perfezionare le condizioni della superficie
Pasta di ossido di alluminio + feltro lucidante
Caso clinico:
Nel presente caso clinico – rara fusione dentaria (sinodontia) a livello degli incisivi superiori 11/12 e 21/22, con diastema in un giovane paziente di 15 anni
3.3 Faccette vestibolari composite dirette:
3.3.1 Indicazioni:
– Transitorio
– Alterazione della struttura; discromia, ipoplasia e grave erosione vestibolare.
3.3.2 Vantaggi:
– Tecnica meno costosa, rapida e semplice, eseguita in un’unica seduta sulla sedia.
3.3.3 Svantaggi:
-Usura del composito e cambiamento di colore a lungo termine.
3.3.4 La sequenza terapeutica:
-La scelta della tonalità appropriata di composito deve essere effettuata prima di iniziare la preparazione dello smalto.
– Rimuovere parzialmente lo smalto, lasciando abbastanza spazio per ottenere i contorni corretti dell’otturazione.
-Il bordo libero deve essere abraso quando è necessario aumentare la lunghezza e la forma del dente.
– Verrà creata una piccola cavità prossimale e cervicale per facilitare il posizionamento e la rifinitura del composito.
– La fresa diamantata deve essere tenuta parallela alla superficie del dente per garantire una rimozione uniforme dello smalto.
-Applicazione della soluzione di incisione (con acido fosforico), applicazione dell’adesivo legante e fotopolimerizzazione
-Montaggio della laminazione composita e finitura
– Stesura di una resina a bassa viscosità sulla superficie del composito e fotopolimerizzazione
IV-Tecniche di restauro sui denti posteriori:
- Tecnica di stratificazione orizzontale:
4.1.1 Indicazioni:
-Cavità occlusali e prossimali di piccola estensione.
- Tecnica:
Il metodo di otturazione consiste nell’applicazione di diversi strati orizzontali di resina composita; ogni strato (spessore circa 1-1,5 mm) deve essere polimerizzato dalla superficie occlusale.
4.2 Tecnica della stratificazione obliqua:
- Indicazioni:
-Cavità occlusali di medio volume .
- Tecnica:
Si consiglia di applicare il composito in strati obliqui, seguiti dalla polimerizzazione tramite una lampada ad alta potenza (>500 mW/cm²) attraverso le pareti, il che riduce significativamente gli stress da polimerizzazione.
4.3 Tecnica Composite-up
4.3.1 Indicazioni
-Restauri di Classe I.
-Restauri di classe II sui premolari.
– Restauri di Classe II di piccole e medie dimensioni su molari permanenti.
4.3.2 Tecnica:
La tecnica richiede l’implementazione sotto una diga e prevede 4 fasi:
-Preparazione della cavità e ibridazione della dentina per proteggere efficacemente il complesso dentino-polpa.
– Posizionamento di un cuneo interdentale e di una matrice metallica sottile e curva per facilitare la creazione di punti di contatto.
-Posizionamento di un composito fluido polimerizzabile chimicamente sulla base della cavità
– Restauro della porzione occlusale mediante tecnica composite-up. Questa tecnica prevede un metodo multistrato, in cui ogni strato viene fotopolimerizzato. Una volta posizionata la parte occlusale, la superficie del restauro viene rifinita applicando e fotopolimerizzando (40 secondi) uno strato sottile di composito fluido.
Tecnica Composite-up
4.4 Tecnica di posizionamento efficace:
4.4.1 Indicazioni:
– Assenza di apertura della cavità cariosa.
4.4.2 Vantaggi:
-La tecnica è efficiente ed efficace.
-Migliorare la qualità e l’esecuzione clinica.
4.4.3 Tecnica:
-Isolamento del dente con diga di gomma.
-Riproduzione della morfologia occlusale mediante chiave occlusale in silicone trasparente per impronta
-Applicazione dell’acido mordenzante sulla cavità preparata.
-Risciacquare + asciugare
-Applicazione dell’adesivo e fotopolimerizzazione
– Stratificazione obliqua del composito
– Assemblaggio dell’ultimo strato di composito mediante chiave in silicone e fotopolimerizzazione tramite questa chiave trasparente
– Lucidatura e applicazione dell’ultimo strato in resina fluida e fotopolimerizzazione
4.5. Tecnica di ottimizzazione del limite occlusale:
Questa tecnica mira ad evitare eccessi a livello occlusale. Questa tecnica di odontoiatria estetica consente di realizzare ricostruzioni dirette, praticamente impercettibili.
-Fasi preliminari: registrazione dell’occlusione e rimozione del restauro difettoso
– Condizionamento dei tessuti: incisione con acido fosforico al 37%, essiccazione selettiva, applicazione del sistema adesivo e fotopolimerizzazione.
-Applicazione della striscia di composito mediante spatola e creazione del contorno del composito marginale applicato al limite palatale.
-Applicazione della striscia di composito sul limite vestibolare, delimitata la cavità, si procede alla creazione delle cuspidi lasciando lo spazio per l’ultimo strato di composito.
– Riempimento del fondo della cavità con iniezione di un composito fluido o stratificazione obliqua
-Rifinitura, lucidatura
- Tecnica del sandwich:
4.6.1 Sandwich chiuso:
4.6.1.1 Indicazioni:
-Sito 1: fase 2,3.
-Sito 2: stadio 2,3 (nel caso in cui i limiti cervicali siano sopragengivali).
4.6.1.2 Tecnica:
-Condizionare la cavità.
– Applicare una quantità sufficiente di CVIMAR (sostituto della dentina) e lasciare indurire completamente.
-Rifinire il CVIMAR per esporre tutti i limiti marginali dello smalto.
-Applicare un mordenzante sul CVIMAR e sullo smalto per 15 secondi.
-Lavare e asciugare senza disidratare il CVIMAR.
-Applicare uno strato sottile di resina legante sullo smalto.
-Posizionare la resina composita utilizzando la tecnica a strati.
- Panino aperto :
4.6.2.1 Indicazioni:
-Sito 2: fase 2,3.
-I limiti cervicali sono sottogengivali o iuxtagengivali.
4.6.2.2. Benefici
– Sigillatura migliore rispetto a un restauro composito in assenza di smalto
– Tolleranza all’implementazione in condizioni difficili.
– Una tolleranza per l’implementazione per i professionisti con poca esperienza nel campo del bonding.
-Capacità di dissipare le sollecitazioni insite nella contrazione da polimerizzazione del composito sovrastante. Queste caratteristiche risultano particolarmente interessanti nel caso dei restauri prossimali, che restano la sede preferita delle carie ricorrenti.
– Facilità di implementazione, dato che è possibile posizionare un ampio strato di CVIMAR in un blocco, a differenza del composito.
- Tecnica:
-campo operativo
-curettaggio della dentina
-casseforme con matrice metallica
– il trattamento superficiale viene effettuato utilizzando una soluzione di acido poliacrilico per 15-20 secondi.
-Impostare CVI e attendere il tempo di impostazione
– Stratificazione obliqua del composito
-Rimozione della matrice e controllo dell’occlusione mediante carta articolatrice
-Rifinitura + lucidatura
4.7. Tecnica della stecca:
I restauri con tecnica di splint vengono realizzati modellando il composito utilizzando una splint termoplastica ricavata dalla ceratura.
In caso di perdita di sostanza più significativa o se il cambiamento dell’anatomia interessa più denti:
È necessario:
-Un’impronta in alginato da cui si ottiene il modello in gesso.
– Verrà quindi eseguita una ceratura seguendo l’anatomia e l’occlusione del paziente.
-La stecca termoplastica viene quindi prelevata dal modello.
– La stecca termoplastica viene riempita con il composito e posizionata in bocca sotto pressione, quindi fotopolimerizzata.
– Rifinitura e controllo dell’occlusione
4.8. Tecnica di riempimento “Fast Track”:
Utilizza una nuova tecnologia composita chiamata <Bulk Fill>
- Fasi cliniche
-Campo operativo
-Incisione e applicazione dell’adesivo
-Installazione del composito Bulk Fill a bassa viscosità e fotopolimerizzazione
-Installazione di compositi Bulk Fill ad alta viscosità e fotopolimerizzazione
– Controllo dell’occlusione e lucidatura
4.9. Tecnica indiretta per la stratificazione di compositi <intarsio, onlay e overlay in composito>
4.9.1 Definizioni:
Intarsi:
Secondo il dizionario francofono dei termini di odontoiatria conservativa:
Intarsio: pezzo protesico intracoronarico assemblato mediante incollaggio o sigillatura, destinato a ripristinare una perdita di sostanza dentale che non richiede la copertura delle cuspidi.
Intarsi :
Il termine onlay viene utilizzato quando il pezzo protesico fornisce una copertura delle cuspidi.
Sovrapposizioni:
Restauro in gesso che copre l’intera superficie occlusale, le due facce prossimali e le sommità delle cuspidi che sono coperte
4.9.2 Indicazioni:
– Restauro di denti posteriori con carie di medie e grandi dimensioni.
-Un restauro dentale fallito.
-Ripristinare l’occlusione per aumentare la dimensione verticale dell’occlusione.
-Utilizzare come ancoraggio a ponte nelle protesi articolari, per proteggere i denti pilastro o i supporti a gancio.
-Allergia all’Ag, al Pb o ad altri costituenti degli amalgami d’argento, la cui vitalità sarebbe compromessa durante la creazione di una cavità ritentiva.
4.9.3 Controindicazioni:
– Igiene orale insufficiente.
– Gli intarsi in lega fusa (oro) sono controindicati quando l’altezza, il volume del dente e le dimensioni della cavità sono insufficienti.
– Abitudini parafunzionali (bruxismo) ed eccessiva usura dei denti.
-Dente mobile.
– Seno grande.
-Ipersensibilità.
4.9.4 Vantaggi:
-Un prezioso risparmio di tessuto dentale.
-Ripristino anatomico funzionale preciso.
– Perfetta tolleranza biologica.
-Una tenuta stagna, in particolare a livello cervicale.
4.9.5 Svantaggi:
-Gli stadi clinici sono lunghi.
-Il costo del trattamento è più elevato.
– Difficoltà di esecuzione: rischio di sovracontornare o sottocontornare il restauro.
– Conduttività termica soprattutto nei casi profondi.
-La necessità di avere un buon profilo di emergenza: il criterio più difficile da rispettare nel metodo diretto.
4.9.6 Principi generali di preparazione della cavità per intarsio-onlay:
– Pareti assiali con un tiraggio di circa 10°.
-Un istmo largo (non inferiore a 2 mm).
-Angoli interni arrotondati.
-Il fondo della cavità principale deve essere piatto.
-I bordi occlusali non coincidono con i punti di contatto occlusali
– Spigoli che formano un angolo cavosuperficiale di 90°.
-Il rivestimento richiede uno spazio occlusale di almeno 1,5 mm (per gli onlay).
-La profondità della cavità deve essere di almeno 2 mm
– Limiti cervicali, devono essere giustapposti o sopragengivali.
4.9.7 Descrizione della tecnica:
4.9.7.1 Tecnica diretta:
-Anestesia locale.
-Rimozione di vecchi restauri.
-Sistemazione del campo chirurgico: diga.
-La preparazione deve rispondere ai principi generali descritti in precedenza
-La cavità presenta zone di ritenzione, i sottosquadri vengono riempiti mediante l’adesione della dentina a un composito fluido
-La cavità viene quindi isolata con un gel compatibile con il materiale composito.
-La cavità viene restaurata utilizzando la tecnica della stratificazione di resina composita.
-Utilizzando uno strumento sottile e rigido, l’intarsio viene liberato dalla cavità.
-La rifinitura, lucidatura e lucidatura dell’intarsio vengono eseguite all’esterno della cavità orale.
– Prova e regolazione della parte protesica
– Mordenzatura del dente e dell’intra-posteriore della parte protesica
-Applicazione dell’adesivo sul dente e nella parte intra-posteriore della protesi
-La colla preparata viene inserita nella cavità e l’intarsio viene immediatamente posizionato.
– L’intarsio viene quindi fotopolimerizzato e mantenuto saldamente in posizione mediante uno strumento.
-Rifinitura e controllo dell’occlusione.
4.9.7.2 Tecnica indiretta:
Questa tecnica comprende 2 sessioni cliniche e una sessione di laboratorio.
1a Sessione Clinica :
-Preparazione della cavità.
-Una base protettiva sulla dentina .
-Presa d’impronta con siliconi polietere.
-Scegli la tonalità.
-Il tutto viene inviato al laboratorio.
-La cavità viene sigillata con cemento provvisorio
In laboratorio:
-Realizzazione del modello positivo unitario.
– Realizzazione dell’intarsio – onlay: dopo l’applicazione del gel isolante
-Dopo la fotopolimerizzazione, il materiale viene pressato e modellato nella cavità del modello.
– Sono stati eseguiti ritocchi e rifiniture.
2a sessione clinica:
-Provare l’intarsio.
-Collage.
Ricostruzioni per stratificazione
I denti del giudizio possono causare infezioni se non vengono rimossi in tempo.
Le corone dentali proteggono i denti indeboliti da carie o fratture.
Le gengive infiammate possono essere il segno di gengivite o parodontite.
Gli allineatori trasparenti correggono i denti in modo discreto e confortevole.
Le otturazioni dentali moderne utilizzano materiali biocompatibili ed estetici.
Gli spazzolini interdentali rimuovono i residui di cibo tra i denti.
Un’adeguata idratazione aiuta a mantenere sana la saliva, essenziale per la salute dei denti.