TECNICHE DI IMPRONTA IN IMPLANTOLOGIA
Introduzione :
L’impronta implantare è il primo anello della catena di realizzazione della protesi sopraimplantare. Questo è il passaggio più decisivo per il successo della realizzazione di sovrastrutture implantari fisse e quindi per la loro durata.
- DEFINIZIONE: secondo:
Goudot 2013 “ L’impronta implantare è un’impronta di situazione o di posizionamento (si ricerca la precisione dimensionale). Si contrappone alle impronte nelle protesi dentarie fisse, che sono impronte di riproduzione morfologica in cui si ricerca la precisione dei dettagli. »
Quindi: L’impronta implantare è una tecnica che permette di TRASFERIRE CON PRECISIONE il POSIZIONAMENTO dell’impianto , allo scopo di creare un modello di lavoro per la realizzazione della protesi.
- Principio e obiettivi dell’impronta implantare:
In implantologia, la precisione dimensionale è più importante delle condizioni superficiali rilevate, il che differenzia gli obiettivi dell’impronta da quelli previsti per la protesi fissata sui denti naturali.
L’impronta in implantologia consente innanzitutto di registrare la posizione precisa dell’impianto nei tre piani dello spazio grazie a un sistema di trasferimento, ma anche la forma dei tessuti molli circostanti e poi di trasferire queste informazioni sul modello di lavoro mediante il trasferimento, la replica e un silicone che rappresenta la finta gengiva.
Infatti, quando si utilizzano transfer d’impronta e repliche di impianti, la precisione dell’adattamento dell’impianto alla connessione protesica è determinata dalla qualità della lavorazione e non dipende da quella dell’impronta. L’impronta è quindi un’impronta di posizione.
Tabella comparativa delle specifiche per impronte in protesi implantari e protesi convenzionali
Specifiche per impronte in protesi supportate da denti | Specifiche per impronte in protesi supportate da impianti |
Registrazione della morfologia del dente pilastro che è sconosciuta. Registrazione delle superfici assiali e occlusali del dente pilastro. Registrazione dei limiti cervicali del dente pilastro. Registrazione del profilo di emergenza. Registrazione delle superfici prossimali dei denti adiacenti al dente pilastro. Registrazione dell’anatomia dei denti rimanenti. Registrazione dell’ambiente tissutale. | La morfologia dell’impianto o del moncone è nota, minore precisione nella registrazione dei dettagli. Registrazione della posizione dell’impianto/moncone. Registrazione dell’ambiente tissutale. Registrazione delle superfici prossimali dei denti adiacenti all’impianto. Registrazione dell’anatomia dei denti rimanenti. |
- Specificità dell’impronta implantare : l’impronta implantare deve la sua specificità in linea di principio alla differenza che esiste tra un dente e un impianto.
- Si tratta di un’impronta di posizionamento, le superfici protesiche lavorate sono note e determinate in anticipo, necessitano solo di essere riposizionate su un modello di lavoro.
- L’impronta implantare deve tenere conto delle particolarità della protesi implantare, in particolare del suo supporto lavorato e anchilosato.
- La mobilità del supporto implantare è inferiore a quella del dente naturale, si attesta intorno ai 10µm : ecco perché questo tipo di impronta richiede una grande precisione dimensionale ma una minore precisione nella registrazione dei dettagli rispetto a un’impronta di denti naturali.
- Nella protesi sopraimplantare la difficoltà principale è ottenere un adattamento passivo degli elementi protesici sugli impianti. pertanto la precisione della registrazione delle posizioni spaziali degli impianti è fondamentale.
Un’impronta difettosa comporta un mancato adattamento passivo della protesi sopraimplantare e genera costrizioni che possono causare fratture della ceramica, delle viti o dell’impianto stesso. Possono addirittura provocare una perdita di osteointegrazione.
- Prerequisiti per l’impronta implantare:
- Conferma dell’osteointegrazione:
Affinché l’impianto abbia successo, il dente sostitutivo e l’osso devono fondersi insieme, attraverso un processo noto come osteointegrazione.
È fondamentale verificare la corretta integrazione ossea degli impianti prima di iniziare la costruzione protesica. Questa convalida viene generalmente effettuata secondo i criteri di successo stabiliti da Albrektsson nel 1986, clinicamente e radiologicamente utilizzando diversi test.
- Assenza di sindrome infettiva dolorosa.
- Assenza di radiotrasparenza perimplantare, segno di fibrointegrazione.
- Prova di percussione sul pilastro di guarigione che produce un suono chiaro.
- Immobilità totale dell’impianto: testata tramite:
- Una controcoppia di 35 Ncm con una chiave dinamometrica sull’impianto.
- Dispositivi come l’Osstell e il Periotest.
- Materiali e attrezzature per impronte:
- Portaimpronta : una buona impronta inizia con un buon portaimpronta. La scelta del portaimpronta dipende principalmente dal tipo di impronta che si desidera prendere.
- Portaimpronta perforato di fronte al sito implantare in caso di impronta aperta.
- Portaimpronta non forato nel caso di impronta chiusa.
Qualunque sia la tecnica di impronta scelta, essa deve consentire un buon adattamento alla situazione orale del paziente e una rigidità che consenta una maggiore precisione e una migliore omogeneità dello spessore del materiale.
Potrebbe essere:
- Portaimpronta individuale, forato o meno, in resina.
- Portaimpronta commerciale, in policarbonato, plastica o metallo. Può essere perforato o meno.
Figura: Portaimpronte. Da sinistra a destra: portaimpronta individuale in resina, portaimpronta commerciale in metallo traforato, portaimpronta commerciale in plastica perforabile, portaimpronta commerciale perforata.
- Il Trasferimento (pilastro dell’impronta):
Si tratta di un pezzo lavorato con grande precisione per adattarsi in modo univoco alla testa dell’impianto e al suo analogo (o replica); serve a trasferire la posizione dell’impianto nell’impronta. Può essere avvitato o agganciato alla parte da registrare (impianto o moncone protesico lavorato).
Il trasferimento dell’impronta viene quindi scelto in base al diametro dell’impianto, alla sua connessione e al profilo di emergenza della vite di guarigione. La scelta avviene anche in base alla tecnica di impronta scelta.
- Analoghi di impianti (repliche di impianti):
Si tratta di un elemento che si avvita sul transfer dell’impianto e permette di riprodurre il posizionamento dell’impianto sul modello in gesso. Anche questo analogo dell’impianto deve essere pianificato a monte dell’impronta e corrisponde alla replica dell’impianto inserito.
- Materiali per impronte
Nelle protesi supportate da impianti, il materiale da impronta ideale deve avere una fluidità sufficiente per stampare le strutture perimplantari, pur avendo un’eccellente stabilità dimensionale e una rigidità sufficiente.
I materiali devono quindi rispondere a specifiche delicate:
- Elasticità per consentire la registrazione delle aree sottosquadro.
- Precisione dimensionale con buona capacità di recupero elastico dopo la deformazione.
- Stabilità dimensionale e resistenza meccanica dopo il restringimento.
- Viscosità compatibile con la registrazione dei tessuti molli perimplantari.
- Elevata durezza finale per garantire una rimozione o sostituzione univoca del transfer.
- Facile da usare, tempo di preparazione sufficiente e breve tempo di presa. Coesistono tre principali famiglie di materiali:
- Elastomeri (Polieteri, Siliconi A e C, Polisolfuri)
- Gli intonaci
- Idrocolloidi
- I polieteri e i polivinilsilossani (siliconi A) sono i materiali di riferimento per le impronte in implantologia (viscosità, stabilità dimensionale, durezza)
- Il gesso è il materiale di scelta per l’impronta della persona completamente edentula
- Gli idrocolloidi reversibili sono raramente utilizzati in implantologia a causa della loro fragilità. Vengono utilizzati per le impronte preliminari o per le impronte dell’arcata opposta.
- Tecniche di impressione
Le tecniche di imprinting si classificano in dirette e indirette. L’impronta può essere presa utilizzando un portaimpronta aperto o chiuso; la scelta del metodo di trasferimento dell’impronta dipende dal metodo scelto.
- Tecnica indiretta (riposizionata, ad aria chiusa, Reynolds, pop-in, pop-up o tecnica twist-lock)
La tecnica indiretta è più semplice e si avvicina di più alle stampe tradizionali. I transfer delle impronte sono generalmente rilievi di forma conica, avvitati sul collo dell’impianto o sul moncone intermedio e non vengono inseriti nell’impronta. Rimangono in posizione avvitati agli impianti o ai monconi.
In una seconda fase, questi transfer vengono avvitati su un impianto o su un analogo moncone e poi reinseriti nell’impronta prima della lavorazione.
Le sculture superficiali, sotto forma di scanalature e lunule nell’impronta, consentono il riposizionamento più preciso possibile.
- Protocollo:
- La vite di guarigione o la corona provvisoria vengono rimosse dalla testa dell’impianto.
- Il transfer viene avvitato sulla testa dell’impianto con un cacciavite o manualmente.
- Viene eseguita una radiografia di controllo per verificare il corretto adattamento della base di trasferimento e del collo dell’impianto.
- Controllo del portaimpronta in bocca (commerciale o individuale).
- Riempimento del portaimpronta con il materiale ad alta viscosità e iniezione del materiale a bassa viscosità attorno al transfer dell’impronta.
- Inserimento del portaimpronta.
- Rimozione, verifica e decontaminazione dell’impronta (il transfer rimane avvitato all’impianto).
- Svitare il transfer e riavvitare immediatamente la vite di guarigione sull’impianto per evitare che i tessuti molli ricoprano l’impianto se è profondamente inserito.
- attenta unione da parte del professionista, all’esterno della bocca, del transfer dell’impronta e dell’analogo di laboratorio
- riposizionamento molto meticoloso del gruppo di trasferimento e simili nel silicone. Questo è il passaggio che spesso è fonte di errori.
- Impressione dell’arco opposto.
Le diverse fasi della realizzazione di un’impronta a cielo chiuso
- pilastro di guarigione al suo posto.
- Vertice dell’impianto dopo la deposizione del moncone di guarigione
- Trasferimento twist-lock in posizione
- Controllo radiografico.
- Impronta dopo la rimozione.
- Impronta sezionale, senza trasferimento
- Trasferimento twist-lock e relativa vite di trasposizione e analogo impianto
- Analogo avvitato sul transfer twist-lock riposizionato nell’impronta
Indicazioni | Benefici | Svantaggi |
Impressioni miste che coinvolgono sia preparazioni dentali che impianti. Paziente nauseato che può così evitare la delicata manovra di svitamento dei transfer. Piccola apertura della bocca. Impianti leggermente divergenti. Gengive fragili. | Semplicità e velocità di esecuzione. Altezza di apertura della bocca bassa richiesta. Consente di posizionare e rimuovere i transfer e le viti di guarigione uno alla volta. | Secondo alcuni autori la precisione sarebbe minore, con rischio di imprecisione durante il riposizionamento nell’impronta. |
- Tecnica diretta (tecnica portata, open-air o Pick-Up) : consiste nell’utilizzare transfer avvitati, progettati per essere ritentivi. Sono sottosquadri e non devono poter essere rimossi dall’impronta; i bordi taglienti impediscono qualsiasi rotazione nell’impronta durante l’avvitamento dell’analogo.
Il portaimpronta utilizzato (portaimpronta commerciale o portaimpronta individuale) è perforato nel punto opposto al punto di trasferimento dell’impronta.
Protocollo:
- svitando le viti di guarigione con un cacciavite manuale adattato al sistema implantare utilizzato
- Il transfer viene avvitato all’impianto con un cacciavite o manualmente. Un cono di legno sigilla la testa della vite per impedire al materiale dell’impronta di fuoriuscire all’interno.
- Viene eseguita una radiografia di controllo per verificare che il transfer sia correttamente adattato all’impianto.
- preparazione di un portaimpronta traforato a livello del passaggio della vite di trasferimento.
- Se il numero di impianti è elevato, è possibile fissarli insieme in bocca utilizzando solo resina autoadesiva (Duralay®) o resina fotopolimerizzabile, oppure dopo aver inserito del filo interdentale o un’asta metallica (tecnica diretta modificata).
- controllare in bocca, prima di posizionare il silicone, che le pareti del portaimpronta non interferiscano con il trasferimento dell’impronta
- Riempimento del portaimpronta con il materiale ad alta viscosità e iniezione del materiale a bassa viscosità attorno al transfer dell’impronta .
- Inserimento del portaimpronta. È importante spingere il portaimpronta abbastanza in profondità in modo che la vite di trasferimento esca dal materiale e possa essere svitata.
- Dopo l’indurimento del materiale, l’impronta viene rimossa dopo aver svitato i transfer.
- serrare nuovamente la vite di guarigione o il tappo di copertura del moncone
- incollaggio dell’analogo da laboratorio al transfer dell’impronta, tramite silicone
- impronta dell’arco antagonista.
Le diverse fasi della realizzazione di una stampa all’aria aperta (108)
- pilastro di guarigione al suo posto.
- Vertice dell’impianto dopo la deposizione del moncone di guarigione
- Il trasferimento in atto
- Controllo radiografico.
- Coprire il trasferimento per impedire alla luce di penetrare nei fori di accesso alle viti
- Prova del portaimpronta traforato
- Impronta dopo la rimozione.
- Impostazione dell’analogico
- Analogo avvitato sul trasferimento
Indicazioni | Benefici | Svantaggi |
Numerosi monconi. Assi implantari divergenti. Impianti profondamente interrati. | Stress ridotto durante la rimozione dell’impronta. Più preciso. | L’altezza dei transfer rende la tecnica inutilizzabile se l’apertura della bocca è insufficiente. È necessario finestrare il portaimpronta. L’inserimento del portaimpronta è delicato (in relazione alla finestra). Rischio di imprecisione quando lo si riavvita sull’analogo. Richiede il posizionamento e la rimozione simultanei di tutti i transfer e di tutte le viti di guarigione… un passaggio delicato e talvolta doloroso se l’inclusione è profonda. |
- Varianti:
- la tecnica con transfer agganciati (snap-on o coping impronta): utilizza transfer in plastica agganciati su pilastri in titanio (snap)
Fasi di implementazione:
- Rimozione del moncone di guarigione (a,b) .
- Avvitamento del moncone snappy in titanio (c).
- Posizionare la clip di plastica sul pilastro (adattarsi bene) (d).
- Riempimento del pilastro con un silicone leggero (e).
- La clip di plastica viene fornita con la stampa una volta rimossa (f).
- Posizionamento dell’analogo del moncone nella clip rilevata nell’impronta (g,h).
Questa tecnica è molto simile alla tecnica diretta con cucchiaio portaimpronta aperto, perché i transfer agganciati vengono inseriti nell’impronta e non devono essere riposizionati. Tuttavia, l’analogo dell’abutment deve essere agganciato a questa parte in plastica contenuta nell’impronta. Questo passaggio è delicato perché la forza richiesta per l’adattamento rischia di deformare il materiale dell’impronta.
Diverse fasi della realizzazione di una stampa a scatto
- Impronta personalizzata a fini estetici (tecnica di trasferimento del profilo di emergenza) In situazioni estetiche, l’uso del trasferimento dell’impronta classico non può dare risultati soddisfacenti senza una precedente modifica. Il profilo gengivale non è in linea con la parte transgengivale del trasferimento dell’impronta. La corona provvisoria modella la gengiva e determina un certo profilo di emergenza. Quando quest’ultimo è soddisfacente da un punto di vista
estetico, potrebbe essere opportuno riprodurlo in modo identico per la corona d’uso. Per questo possiamo utilizzare due semplici tecniche:
- La prima tecnica: consiste nel trasformare il trasferimento dell’impronta aggiungendo un composito fluido fotopolimerizzabile.
Fasi di implementazione: dopo la convalida del profilo di emergenza della corona provvisoria:
- un analogo dell’impianto viene avvitato sulla corona provvisoria
- L’analogo assemblaggio della corona provvisoria viene inserito in un blocco di silicone con una durezza Shore molto elevata.
- Una volta che il silicone si è indurito, svitiamo la corona provvisoria per avvitare un’impronta di trasferimento sulla replica dell’impianto.
- riempire lo spazio lasciato dall’assenza della corona provvisoria con composito fluido fotopolimerizzabile.
- recupero del trasferimento e del composito che segna il profilo di emergenza.
- posizionamento del transfer modificato in bocca sull’impianto.
- La resina sostituisce i tessuti molli collassati dopo la rimozione della corona provvisoria.
- controllo radiografico
- viene presa l’impronta a doppia miscela
- impronta rimossa con la resina che segna il profilo di emergenza
- Si prende l’impronta a doppia miscelazione e si avvita una replica dell’impianto sul transfer dell’impronta.
- Il laboratorio protesico può quindi realizzare l’impronta con gesso e gengiva finta, ottenendo un modello di lavoro che riproduce perfettamente la realtà clinica.
Il transfer dell’impronta viene avvitato sulla testa degli impianti. Possiamo notare
lo spazio tra il transfer e la gengiva
Un impianto replica viene avvitato sulla corona provvisoria e poi inserito nel silicone
Il trasferimento di stampa è
avvitato sulla replica dell’impianto, quindi il composito fluido viene iniettato e fotopolimerizzato.
Il transfer dell’impronta modificato viene avvitato sulla testa dell’impianto e viene presa l’impronta a doppia miscelazione
tecnica di trasferimento del profilo di emergenza mediante modifica del trasferimento dell’impronta
- La seconda tecnica è diversa in quanto il trasferimento di stampa non viene modificato.
Fasi di implementazione:
- Il transfer viene avvitato sulla testa dell’impianto;
- Controllo radiografico del corretto posizionamento;
- Un silicone fluido viene iniettato attorno al trasferimento per riempire lo spazio disponibile
- Lasciamo asciugare la finitura in silicone prima di realizzare la classica impronta a doppia miscela.
- Il silicone preiniettato impedisce alla gengiva di chiudersi sotto l’effetto della compressione del silicone durante l’impronta a doppia miscelazione. Questa tecnica ha il vantaggio di essere molto veloce, molto affidabile e non richiede la trasformazione del trasferimento di stampa.
Il transfer dell’impronta viene avvitato e viene iniettato silicone fluido per riempire lo spazio disponibile e tenere la gengiva in posizione mentre viene presa l’impronta dell’arcata completa.
Si prende l’impronta a doppia miscelazione e si avvita una replica dell’impianto sul transfer dell’impronta.
- I criteri per la scelta delle diverse tecniche:
- Apertura della bocca : le impronte pick-up, che richiedono l’uso di un cacciavite per l’inserimento e la rimozione dell’impronta, saranno controindicate nei casi di apertura limitata della bocca.
- Riflesso faringeo: l’impronta in un paziente nauseato deve poter essere rimossa rapidamente, il che controindica le tecniche in cui l’impronta viene avvitata (Pickup).
- Gli assi dell’impianto:
- Se gli impianti sono paralleli, la rimozione dei transfer Pickup o Twist Lock direttamente sugli impianti o sui monconi è semplice.
- Se gli impianti presentano una divergenza superiore a 8°, le forze necessarie per disimpegnare l’impronta determinano una costrizione che genera imprecisione sull’impronta. Se gli assi degli impianti sono troppo divergenti, sarà quindi impossibile effettuare un’impronta indiretta.
- Numero di impianti:
- da 1 a 3 impianti: le tecniche di impronta sono equivalenti in termini di precisione e il professionista si baserà su altri criteri per la sua scelta,
- 3 impianti: la necessità di una chiave di convalida dell’impronta orienta la scelta verso una tecnica Pickup.
- Profondità di sepoltura : la precisione dell’impronta diminuisce con la sepoltura;
- Nel caso di impianti profondamente interrati (≥ 2 mm), il professionista opterà quindi per una tecnica Pickup in cui la sensazione di avvitamento progressivo contrasterà la resistenza del tessuto gengivale, mentre la radiopacità del transfer metallico consentirà il controllo radiografico.
- Oltre i 4 mm è necessaria l’estensione apicale dei transfer.
- Caricamento: Nel caso del caricamento diretto e al momento dell’impronta il paziente è stanco, l’apertura della bocca diventa sempre più debole. È quindi interessante utilizzare Pop nelle tecniche di impronta che offrono velocità di esecuzione e precisione soddisfacente.
e – Chiave di convalida e passività: chiave di Sheffield
Uno dei criteri per il successo delle protesi implantari è la passività della struttura. Per ottenere la passività di questa armatura, è necessario essere sicuri che il modello trasmesso al tecnico di laboratorio sia del tutto fedele.
Questo particolare assemblaggio è denominato chiave di convalida dell’impronta dell’impianto .
- Questa chiave viene inviata al professionista che ha realizzato l’impronta di lavoro. Proverà la chiave avvitando ogni trasferimento, preferibilmente con il metodo di avvitamento opposto a quello utilizzato per convalidare un’indotto.
- Se il gesso resiste, significa che la riproduzione tridimensionale degli impianti nell’impronta è buona e l’impronta è convalidata.
- Se il gesso si crepa, l’impronta dovrà essere rifatta perché è falsa.
Chiave di convalida e passività
- Impronte digitali ottiche o digitali:
L’impronta ottica utilizza un processo che sfrutta la luce per registrare in tre dimensioni l’arcata dentaria: L’impronta ottica sull’impianto ha lo scopo di digitalizzare, cioè di registrare in tre dimensioni la posizione dell’impianto nella bocca. Infatti, dopo la modellazione (fase di computer grafica tridimensionale che consiste nella modellazione di un oggetto 3D tramite software), si ottiene la situazione sottogengivale dell’impianto all’interno dell’arcata dentaria.
Protocollo
- Il moncone di guarigione o la protesi provvisoria viene svitato e il professionista, utilizzando la sua telecamera, cerca di registrare la culla gengivale e le superfici mesiali e distali che delimitano la zona edentula.
- In una seconda fase, dopo aver selezionato la posizione degli impianti, la procedura clinica è oggi simile a quella di tutte le telecamere, il corpo di scansione viene avvitato o agganciato e si esegue l’impronta ottica intraorale.
- In una terza fase viene registrato l’arco antagonista.
- in quarto luogo, prendere l’impronta ottica intraorale nella posizione di massima intercuspidazione (MIP), consentendo una correlazione dell’arcata mascellare con l’arcata mandibolare
Impronta ottica
I vantaggi dell’impronta ottica
Per il paziente: assenza di sensazioni spiacevoli (riflesso faringeo, cattivo gusto, ecc.), possibilità di comunicazione rendendo il paziente “attore” della propria terapia.
Per il professionista: precisione delle misurazioni per denti di piccole e medie dimensioni, apprendimento semplice, tecnica meno dispendiosa in termini di tempo e costi complessivi inferiori grazie a tempi di lavoro più brevi
- Elaborazione dell’impronta:
- Disinfezione dell’impronta:
- in ufficio, risciacquare abbondantemente con acqua del rubinetto
- spruzzatura di un preparato a base di glutaraldeide a 2
- Disinfezione dell’impronta:
% per polieteri o soluzione disinfettante di ipoclorito di sodio al 2,5% Per vinilpolisilossani
- Realizzare una gomma siliconica finta
Prima di colare l’impronta, il protesista realizza una gengiva finta rimovibile in silicone per riprodurre i tessuti molli perimplantari . Il silicone, meno duro del gesso, consente:
- Per comprendere l’altezza della gengiva perimplantare.
- Per preparare un profilo di emergenza gengivale adatto al dente da restaurare.
- Una progettazione della struttura in linea con la salute parodontale.
- Per accedere facilmente alle repliche degli impianti.
Infatti, questo silicone viene colato direttamente nell’impronta, attorno e fino al collo del pilastro, e deve avere uno spessore di almeno 2 mm.
Trasmettere l’impressione
Dopo aver realizzato la gengiva finta in silicone, il protesista realizza il modello in gesso extraduro di tipo IV.
Conclusione
Analoghi in atto; la gomma finta in silicone viene iniettata Modello di lavoro finito
La presa delle impronte in implantologia è un passaggio fondamentale che determina tutto il resto del trattamento. Infatti, se si commette un errore in questa fase, tutti i passaggi successivi saranno errati. Le diverse tecniche menzionate offrono al professionista la possibilità di scegliere una tecnica piuttosto che un’altra a seconda della situazione clinica che gli si presenta.
Bibliografia
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- T.DEGORCE / Impronta implantare e impronta protesica fissa, quali sono le differenze?
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- N.Attard, I.Barzilay /Tecnica di impronta modificata per una registrazione accurata dei tessuti molli perimplantari. Rivista dell’Associazione Dentale Canadese 2003
- E. CLAVEL, J. PENAUD, J. SCHOUVER, J.F. CLAVE ; Dall’impronta al modello di lavoro nella protesi sovraimplantare. INFORMAZIONI DENTALI 2012
- Y. BENHAMOU, Y. ALLARD, Y. CHARBIT, P. MAHLER Presa delle impronte nelle protesi su impianti: problemi ed errori. Strategia protesica settembre-ottobre 2010
- di Arnaud Soenen Impronta ottica intraorale in protesi implantare DENTAL INFORMATION Gennaio 2018
TECNICHE DI IMPRONTA IN IMPLANTOLOGIA
I denti del giudizio possono causare infezioni se non vengono rimossi in tempo.
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