Terminologia e dati epidemiologici delle lesioni cariose
Introduzione
La carie dentale è una malattia infettiva cronica, trasmissibile e multifattoriale, caratterizzata dalla distruzione localizzata dei tessuti dentali da parte degli acidi prodotti dalla fermentazione batterica dei carboidrati alimentari (Fejerskow 2004 e Selwitz 2007).
I qualificatori infettivi e multifattoriali associati esprimono la predominanza del fattore batterico (nessun batterio, nessuna carie) e l’esistenza di fattori di rischio necessari per la stimolazione dell’attività batterica cariogena.
Io/Definizione
Nel 1970 l’OMS ha definito la carie come una malattia acquisita, caratterizzata da un’alterazione dei tessuti duri del dente, che porta alla formazione di una cavità.
La lesione segue un decorso progressivamente rapido e, se le si permette di evolvere, diventerà complicata.
infezione della polpa; del legamento alveolodentale; tessuto osseo; tessuto perimascellare; linfonodi e perfino remotamente a livello dei vari apparati del corpo.
Si parla quindi di malattia cariosa.
II- ecosistema orale e placca dentale:
Per molto tempo si è pensato che il processo carioso consistesse solo nella demineralizzazione dei cristalli di smalto, seguita dalla degradazione della dentina, il tutto portante alla formazione di una cavità.
Secondo la concezione attuale, l’enfasi è posta sul ciclo di demineralizzazione-remineralizzazione delle reazioni chimiche che avvengono a livello della struttura del dente.
Il processo carioso è visto come il risultato di uno squilibrio prolungato nel cavo orale, che farebbe prevalere i fattori che favoriscono la demineralizzazione dello smalto e della dentina su quelli che facilitano la remineralizzazione e la riparazione di questi tessuti.
III- Eziologie multifattoriali
Elevate concentrazioni di acido e contatti frequenti portano alla demineralizzazione della superficie del dente.
Nella maggior parte dei pazienti è possibile rafforzare i fattori protettivi naturali e i meccanismi di riparazione, il che consente di tenere sotto controllo il problema in una certa misura.
L’equilibrio tra salute e malattia è delicato e comporta che l’acido della placca carica di batteri competa con i fattori protettivi prodotti dal normale flusso salivare e da una buona igiene orale.
1* Flora batterica e placca
Normalmente nella cavità orale vivono diversi ceppi batterici e alcuni possono colonizzare la superficie dei denti, formando la placca dentale.
La placca batterica induce la fermentazione dei carboidrati presenti negli alimenti e nelle bevande, portando alla produzione di ioni acidi sulla superficie dei denti. Acidi anche da reflusso gastrico…succhi e sciroppi
Alcuni carboidrati, una volta presenti in bocca, si trovano in soluzione nella saliva e diventano utilizzabili dai microrganismi della placca che li metabolizzano, provocando così un immediato abbassamento del pH da 2 a 4 punti sulla superficie del dente.
2* analisi dei fattori dentali.
a- fattori morfologici : favoriscono la predisposizione alla carie.
la forma dei denti
La dimensione dei denti
La forma degli archi
Le forme e la profondità dei solchi
Mancata copertura dello smalto a livello cervicale.
Questi fattori sono determinati geneticamente; Possiamo parlare del rischio di attacco della carie in base alle predisposizioni morfologiche.
b- fattori di resistenza dei denti:
Quanto più duro è lo smalto, tanto meno è probabile che si deteriori. Quanto più calcio viene rilasciato, tanto più lo smalto è sensibile agli acidi.
Più è decaduto
3* analisi dei fattori infettivi: la carie è una malattia polimicrobica, ovvero un attacco ai tessuti duri del dente causato dai batteri.
Quali batteri sono incriminati?
La maggior parte dei microrganismi presenti nella placca dentale sono in grado di scomporre gli zuccheri in acidi; si tratta di batteri cariopatogeni, il più delle volte streptococchi.
Questi polisaccaridi contribuiscono alla formazione della placca e permettono l’adesione dei batteri (vera e propria colla).
4* malattie generali e carie dentale:
Esiste una relazione tra la carie dentale e le malattie generali nella misura in cui queste malattie colpiscono i denti, l’immunologia dell’individuo, la sua resistenza, la sua igiene orale.
5* igiene orale e carie. La relazione tra i due è indubitabile.
V/ terminologia
Con il termine “carie” si intende indistintamente la malattia e la lesione, ma parleremo più volentieri di malattia cariosa o di lesione cariosa a seconda che si voglia porre l’accento sul processo patologico o sui suoi effetti collaterali.
Dal punto di vista anatomico:
Carie coronale : carie che inizia con lo smalto
Carie radicolare : si innesca nelle aree esposte di cemento e dentina della radice.
A seconda del sito:
carie a solchi e fossette situate sulle superfici occlusali e altre fessure
carie a superficie liscia : quelle che interessano le superfici prossimali e le regioni cervicali della corona clinica.
Carie “primaria” : si tratta di una lesione che ha avuto origine in una sede priva di restauro.
La carie “secondaria” e la carie “ricorrente” indicheranno una lesione adiacente a un restauro iniziato a livello marginale.
A seconda dell’attività:
carie cosiddette “attive” , cioè lesioni in progressione (più o meno lenta o veloce)
carie “inattiva” o “arrestata”, cioè quella che non progredisce più a causa di cambiamenti favorevoli nell’equilibrio ambientale a favore della remineralizzazione.
In qualsiasi momento una lesione attiva può diventare inattiva e viceversa.
A seconda della gravità o dello stadio di sviluppo:
Carie iniziale : si tratta di una lesione diagnosticata in uno stadio molto precoce o precoce.
I termini carie “precoce”, carie “moderata” e carie “avanzata” sono accettabili nella pratica clinica per indicare rispettivamente il coinvolgimento dello smalto (inclusa la giunzione smalto-dentinale), della dentina media e della dentina profonda.
Il termine carie “conclamata ” indica che è coinvolta la dentina e che è necessario un intervento chirurgico e un restauro.
Per descrivere una forma clinica più specifica si possono usare termini figurati:
“carie strisciante” e “carie nascosta”
Le carie diffuse sono carie multiple e attive che si diffondono a strati sulle superfici dei denti e si manifestano nello stesso paziente.
Carie nascosta: la denominazione evidenzia in particolare le inadeguatezze e le difficoltà nella diagnosi delle lesioni occlusali.
VI/ Fattori dietetici protettivi
Alcuni alimenti forniscono fattori protettivi contro la demineralizzazione.
In presenza di materiali grassi, la placca ha meno probabilità di aderire alla superficie del dente.
In questa categoria rientrano i latticini, in particolare il formaggio, ma forse anche la frutta secca.
Anche altri alimenti possono fungere da tampone. Gli alimenti che richiedono una masticazione vigorosa possono essere considerati protettivi, perché questa masticazione aumenta significativamente il flusso salivare e quindi la capacità tampone.
Saliva
La saliva svolge un ruolo importante nella protezione dei denti dagli attacchi acidi. L’illustrazione clinica più convincente è rappresentata dal rapido e considerevole danno causato alla struttura dentaria dalla perdita improvvisa di saliva (xerostomia).
Fattori protettivi della saliva
• Ioni Ca2+
• Pellicola
• Potere tampone dei bicarbonati
• Flusso salivare
• Contenuto di ioni fluoruro
La qualità e la quantità della saliva secreta variano durante il giorno e diminuiscono durante il sonno. La saliva non stimolata contiene poco tampone bicarbonato con meno ioni Ca2+
La stimolazione riflessa del flusso salivare tramite masticazione (ad esempio masticando un chewing gum) o tramite la presenza di cibi acidi (come l’acido citrico) può aumentare il flusso di oltre dieci volte.
Dopo un attacco acido, la saliva è la principale fonte di protezione e riparazione naturale.
Una riduzione del flusso salivare al di sotto di 0,7 ml/min può aumentare il rischio di carie.
Fluoruri
Reagiscono direttamente a contatto con lo smalto e la dentina e producono diversi effetti:
• Forma fluoroapatite che è meno solubile di
Idrossiapatite
• Inibire la demineralizzazione
• Migliorare la remineralizzazione
• Inibire il metabolismo batterico
• Ridurre la permeabilità della struttura dentale
• Inibire la formazione della placca
Il fluoro svolge un ruolo fondamentale nel processo di demineralizzazione-remineralizzazione. In un ambiente acido, gli ioni fluoruro reagiscono fortemente con gli ioni Ca2+ e PO42- liberi per formare cristalli di fluoroapatite Ca10(PO4)6(OH.F)12,
Il consumo quotidiano di acqua fluorurata durante tutta la vita aumenta la resistenza alla carie in tutte le fasce d’età, dall’infanzia alla vecchiaia.
L’applicazione topica di fluoro può anche aiutare a inibire lo sviluppo della carie dentale nei soggetti ad alto rischio.
Gli ioni fluoro non solo prevengono lo sviluppo delle lesioni iniziali, ma stabilizzano anche quelle esistenti. Ciò significa che possono:
Contribuisce alla remineralizzazione della carie precoce dello smalto
Remineralizzare parzialmente la dentina cariata e quindi rallentare o fermare il processo carioso nella lesione cavitaria
Remineralizzare le lesioni della superficie radicolare in modo che il ripristino non sia necessario
VII/ Epidemiologia
La carie dentale continua a rappresentare un problema di salute pubblica in tutto il mondo e in tutti i paesi industrializzati, poiché, secondo i dati raccolti nel 2004 dall’OMS, colpisce dal 60 al 90% dei bambini in età scolare e la stragrande maggioranza degli adulti (Petersen et al; 2005).
Nel nostro Paese, dal 1994 al 2000, le valutazioni effettuate con il supporto del programma di salute scolastica evidenziano che la carie dentale è la patologia più diffusa nelle scuole, con una prevalenza dal 37 al 40%.
Indici epidemiologici della cariologia
Gli indici epidemiologici odontoiatrici misurano la gravità della condizione specifica in un dato momento quantificando, secondo una scala graduata, le osservazioni cliniche.
In altre parole, esprimono, attraverso precise valutazioni numeriche, un dato stato qualitativo.
L’indice CAOD
Sviluppato da Klein e Palmer nel 1930 e utilizzato dall’OMS dal 2003, rappresenta la somma dei denti cariati, mancanti e otturati (o DMFT, per denti cariati, mancanti e otturati).
Costituisce l’indicatore di riferimento per misurare l’incidenza della carie in un soggetto e di conseguenza in una coorte mirata di soggetti o in una qualsiasi popolazione. Il suo valore è: 0 ≤ CAOD ≤ 32
Evoluzione comparata della carie dentale (indice DMFT) nei bambini di 12 anni, secondo l’OMS, 2003
Uno dei limiti delle indagini epidemiologiche in cariologia è stato evidenziato da Pitts (2004). Questo autore mette in guardia i professionisti dall’abuso dell’espressione “libero da carie”.
Infatti, l’esame convenzionale senza raggi X o altri ausili diagnostici, come quello effettuato durante le campagne di screening, sottostima inevitabilmente il reale stato della carie e riduce al minimo la necessità di prevenzione. Una delle espressioni di questo “ritardo nella diagnosi” è lo sviluppo di “carie nascoste”
Ogni professionista deve sviluppare la propria pratica e adattarla alle reali esigenze dei pazienti. L’epidemiologia fornisce informazioni preziose a questo proposito:
Le generazioni future avranno meno carie da trattare con l’odontoiatria restaurativa e meno denti da sostituire rispetto alle generazioni attuali, ma dovranno essere monitorate per tutta la vita,
La carie colpisce principalmente i molari temporanei e permanenti;
Le lesioni saranno localizzate principalmente all’interno delle fossette e dei solchi delle superfici occlusali e, in misura minore, sulle superfici lisce,
La velocità di progressione delle lesioni, che rallenta con l’età e a seconda del comportamento preventivo (Petersen e Yamamoto 2005), sarà più favorevole agli interventi chirurgici microinvasivi;
L’istituzione di un monitoraggio specifico degli anziani sarà essenziale per prevenire la comparsa e lo sviluppo della carie radicolare.
Conclusione
La comparsa e lo sviluppo di una lesione cariosa sono caratterizzati dalla presenza contemporanea di diversi fattori:
Cause endogene: l’ambiente interno interviene nell’inizio della carie attraverso la via salivare ; Normalmente la saliva protegge i denti dagli agenti cariogeni ; La carie si manifesta quando la difesa tramite saliva diventa insufficiente a causa di una causa endogena.
Cause esogene: agiscono direttamente sulla superficie del dente dove inizia la carie
Terminologia e dati epidemiologici delle lesioni cariose
I denti del giudizio posizionati male possono danneggiare i denti adiacenti.
Le corone dentali in ceramica garantiscono un risultato naturale.
Le gengive ritirate possono esporre le radici dei denti.
Gli allineatori trasparenti sono un’alternativa discreta agli apparecchi ortodontici.
Le otturazioni in composito sono meno visibili di quelle in amalgama.
Gli spazzolini interdentali prevengono i problemi gengivali.
Una dieta ricca di calcio rafforza denti e ossa.