Diagnosi in parodontologia

Diagnosi in parodontologia

  1. Introduzione:

Una volta completato l’esame clinico, il medico è pronto a identificare la malattia che ha spinto il paziente a consultarlo; questo si chiama formulare una diagnosi. Il passo successivo sarà valutare le possibilità di successo del trattamento, stabilendo una prognosi accurata e proponendo un piano di trattamento completo.

La diagnosi è quindi il risultato dell’utilizzo dei dati dell’esame clinico. Questi dati possono essere utilizzati sia per determinare l’eziologia sia per valutare la gravità e il tipo della malattia secondo le classificazioni delle malattie parodontali.

II- Definizioni:

-Diagnosi: deriva dalla parola greca “diagnôsis”, che significa sia discernimento che decisione. Si tratta della parte dell’atto medico che ha lo scopo di stabilire la natura della malattia osservata. Si basa su una classificazione che ha ottenuto un consenso unanime tra i professionisti della parodontologia, come quella di Armitage o la nuova classificazione proposta dal Chicago World Workshop nel 2017.

-Diagnosi eziologica: è la parte della diagnosi che ha lo scopo di ricercare le diverse cause della malattia parodontale. Determina la natura e il ruolo delle diverse possibili eziologie e le cita come fattori eziologici locali, generali o costituzionali.  

-Diagnosi differenziale: consiste nell’eliminare le entità cliniche i cui segni e sintomi sono simili a quelli della diagnosi positiva; eliminiamo le malattie più o meno simili ricercando differenze cliniche, radiologiche o anche batteriologiche.

-Diagnosi positiva: è la determinazione di una malattia dopo la raccolta di tutti i suoi sintomi e segni, si presenta come la deduzione dell’esame clinico e lo studio dei diversi esami complementari. Il referto di osservazione redatto al termine dell’esame clinico viene confrontato con le descrizioni proposte dalla classificazione delle malattie parodontali.

II- l’approccio diagnostico e l’esame clinico:

1-L’anamnesi:

Le difese dei tessuti parodontali delle donne sono esacerbate da varie variazioni ormonali nel corso della loro vita, inoltre le donne sono più propense a rispettare gli appuntamenti rispetto agli uomini. 

Professione: Esistono alcune professioni che hanno ripercussioni sullo stato del parodonto. 

Informazioni generali:

  • Rilevare le condizioni generali che potrebbero modificare la reazione del parodonto a fattori locali;
  • Problemi generali che richiedono una modifica del trattamento;
  • Cercare determinate condizioni generali che presentano una controindicazione immediata o mediata a qualsiasi procedura chirurgica;
  • Determinare la presenza di alcune patologie generali responsabili della malattia parodontale;
  • Per individuare malattie contagiose che potrebbero mettere in pericolo la salute del professionista e del suo personale.

Motivo della consultazione e storia della malattia; dolore, sanguinamento, gonfiore e alito cattivo permettono al medico di ricostruire la storia della malattia. 

La storia della malattia è un’indagine che deve consentire al medico di localizzare l’inizio della malattia e il suo sviluppo lento o progressivo.

2-Esame esorbitale:

La colorazione della pelle: ci informa di possibili anemia, stanchezza, problemi dermatologici o addirittura cicatrici;

L’assenza o la presenza dello stomion ci informa sul tipo di respirazione.

L’esame dei muscoli masticatori e della loro inserzione, nonché l’esame delle ATM, orientano la diagnosi verso il coinvolgimento o meno di anomalie dell’apparato masticatorio nella patogenesi della parodontite.

La ricerca delle adenopatie indirizza la diagnosi verso patologie infettive o tumorali 

3-L’esame intraorale:

Igiene orale: è opportuno ricercare la correlazione tra fattori locali e gravità dell’infiammazione esistente.

– Flusso salivare: diminuzione della secrezione salivare o ipsialia: bisogna ricercarne la causa (malattie croniche, lesioni delle ghiandole salivari) che può provocare secchezza delle fauci, fattore che favorisce l’accumulo di placca batterica, la comparsa di eritemi e ragadi.

– aumento della secrezione salivare o salivazione causata dall’uso di alcuni farmaci (come bromuri, ioduri), o il segno di una certa stomatite, di una GUNA

– Stato delle mucose: è necessario rilevare eventuali alterazioni della mucosa orale, alla ricerca di un focolaio infiammatorio, infettivo o tumorale.

– Inserzione di frenuli e flange: l’inserzione patologica di frenuli e flange costituisce un importante fattore eziologico nella ritenzione della placca batterica, nella comparsa di recessioni parodontali o nella loro persistenza.

4-Esame parodontale:

-Esame gengivale: 

Guida la diagnosi specificando la correlazione tra la gravità dell’infiammazione con fattori eziologici quali la quantità di placca e fattori di ritenzione nonché con le condizioni anatomiche della gengiva. 

– Sondaggio del solco gengivodentale:

Permette di valutare: la profondità della tasca, la perdita di attacco e la gravità del sanguinamento durante il sondaggio . Queste informazioni danno un’idea della gravità delle lesioni causate dalla malattia parodontale e determinano se siamo di fronte a un caso di parodontite o di gengivite. 

Anche l’esplorazione del solco gengivale aiuta a diagnosticare un possibile coinvolgimento della forcazione.

5-Visita odontoiatrica: 

Le crepe e le abrasioni possono essere un segno di trauma occlusale (durante il bruxismo o altre parafunzioni)

La mobilità patologica di un dente può portare a diagnosi diverse

  • parodontite più o meno avanzata
  • trauma occlusale primario o secondario 
  • diversi tipi di ascessi, cisti o tumori 
  • lesioni endo-parodontali  

6-Esame occlusale ed esame funzionale

L’esistenza di sovraccarichi occlusali indirizza la diagnosi verso la patogenesi funzionale della parodontite 

Una particolarità da notare nel caso della respirazione orale è che questa avrà un impatto sulla zona anteriore con la comparsa di edemi e iperplasie mentre i settori posteriori saranno meno o per nulla interessati dalla gengivite.

7-Radiodiagnosi delle malattie parodontali:

Permette di confermare e rafforzare i risultati dell’esame clinico, cronologicamente primo, e quelli dell’esame radiografico. Secondo Prichard, la radiografia serve da monitor per l’esame clinico: può confermarlo o suggerire di eseguirne uno nuovo in determinate aree.

Altre diagnosi potranno essere stabilite a seguito di ulteriori esami effettuati se necessario; diagnosi microbiologica, diagnosi immunitaria e diagnosi molecolare. 

IV-La diagnosi eziologica:

Una parte essenziale dell’esame è la determinazione dei fattori eziologici delle malattie parodontali, questo serve non solo a raggiungere una diagnosi e una prognosi positive, ma anche a evidenziare i problemi che devono essere eliminati affinché la malattia possa essere curata. Le cause principali della malattia parodontale furono descritte nel 1936 da Weski sotto forma di triade.

Questa diagnosi consente al medico di impostare correttamente la terapia eziologica della malattia parodontale.

V-La diagnosi positiva:

Secondo Caronte, la diagnosi positiva sarà più precisa e più facile da sviluppare se ci poniamo 04 domande: 

1-Qual è lo stato dell’attività? : 

Segnali che possono indicare il progresso della malattia parodontale:

-Suppurazione:

Può indicare una condizione acuta (ascessi) o cronica (parodontite cronica)

-Alitosi:

-Sanguinamento:

– lisi ossea e stato della lamina dura o osso compatto della cresta alveolare:

Rams et al, 1994 sono riusciti a dimostrare che la presenza della lamina dura è spesso associata a lesioni parodontali a riposo, mentre la sua assenza può essere interpretata come un segno di attività.

-Mobilità-migrazione:

In presenza di segni clinici, radiologici e microbiologici di perdita di attacco di origine infettiva, il peggioramento improvviso della mobilità e/o la comparsa di migrazione possono ben rappresentare un segno di attività infettiva. 

2-Qual è lo stadio del progresso? : malattia in fase iniziale o avanzata?

È definita dalla profondità della perdita di attaccamento.

3-Qual è la natura della flora? :

La risposta a questa domanda permette di distinguere una malattia causata da una placca specifica o polimorfa da confrontare anche con i risultati della storia della malattia. 

4-Che tipo di malattia è? :

Per rispondere a questa domanda, il professionista deve basarsi su una delle numerose classificazioni riconosciute dalla comunità scientifica, in particolare quella di Armitage (1999) e del workshop di Chicago del 2017.

VI-Diagnosi differenziale:

Ha lo scopo di confermare la diagnosi positiva e consiste nell’eliminare le entità cliniche i cui segni e sintomi sono così simili da trarre in inganno il medico. 

Si effettua ricercando le differenze cliniche, radiologiche o addirittura batteriologiche tra le diverse patologie che possono colpire il parodonto del nostro paziente. 

Per esempio:

– La diagnosi di GUNA nei pazienti affetti da gengivite ulcerosa (pazienti affetti da leucemia) verrà esclusa tramite interrogatorio e analisi del sangue. 

– Gengivite ipertrofica a seconda dell’eziologia, elimineremo quella di origine locale, ormonale, respiratoria.

– la parodontite aggressiva generalizzata si verificherà con la parodontite aggressiva localizzata e questo a seconda dell’estensione della malattia 

-Conclusione:

Le numerosissime e diverse forme cliniche delle malattie parodontali hanno in comune molti segni clinici anch’essi numerosi e variegati, questo costituirà un motivo in più per rispettare l’esecuzione sistematica delle fasi dell’esame clinico rafforzato se necessario da esami complementari.

Il medico potrà così utilizzare le informazioni raccolte per formulare una diagnosi corretta e proporre un piano di trattamento fondato.  

Diagnosi in parodontologia

  La carie precoce nei bambini deve essere curata tempestivamente.
Le faccette dentali nascondono imperfezioni come macchie o crepe.
I denti disallineati possono causare difficoltà nella masticazione.
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I collutori antisettici riducono i batteri che causano l’alito cattivo.
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