Epidemiologia delle malattie parodontali
I-Introduzione:
L’epidemiologia delle malattie parodontali è emersa all’inizio del XX secolo, con la definizione delle prime classificazioni delle malattie parodontali.
Attualmente questa scienza non si limita ad analizzare le proporzioni delle malattie parodontali all’interno delle popolazioni, ma si è evoluta verso una descrizione analitica della parodontite e lo studio dei fattori di rischio.
II-Definizioni:
- incidenza: è il numero di casi che si verificano per unità di popolazione in un dato momento (ad esempio il numero di casi di GUN nel 1999 ogni 100.000 adulti)
- prevalenza: fornisce informazioni sul numero di individui colpiti in un dato momento.
- epidemiologia descrittiva: si stabilisce la distribuzione della malattia, con la sua frequenza, nelle diverse popolazioni e nelle diverse fasce della stessa popolazione
- Formulazione dell’ipotesi: i ricercatori sviluppano teorie che tentano di spiegare la distribuzione della malattia basandosi sulle associazioni causali più dirette
- epidemiologia analitica: le osservazioni vengono effettuate per verificare le ipotesi sviluppate dagli studi descrittivi
- epidemiologia sperimentale: si effettuano esperimenti su gruppi di popolazioni allo scopo di stabilire formalmente la ripetibilità dei risultati derivanti da queste verifiche.
III-obiettivo dello studio epidemiologico:
- L’incidenza di una malattia e la sua frequenza
- Contribuire alla scelta dei migliori metodi diagnostici, definendo quindi meglio le malattie e contribuendo alla loro classificazione
- Identificazione dell’entità della malattia e della salute in una popolazione definita
- Scoprire l’eziologia della malattia e la sua persistenza nella comunità
- Valutare l’efficacia dei programmi sanitari
- Stimare le necessità terapeutiche e valutare i metodi terapeutici
- Studiare l’evoluzione a lungo termine attraverso la sorveglianza epidemiologica
IV- Indici in parodontologia:
Gli indici parodontali sono stati proposti per soddisfare le esigenze dei terapisti in termini di valutazione oggettiva e documentazione della gravità della malattia parodontale, della sua eziologia, dei fattori di rischio e, naturalmente, per condurre validi studi epidemiologici.
Un indice deve soddisfare i seguenti criteri:
- la misurazione dell’indice deve essere sensibile e specifica
- essere semplice da usare e interpretare
- richiedono un minimo di tempo
- poco costoso da usare
- non deve essere scomodo per l’individuo osservato
- deve essere riproducibile
- e statisticamente sfruttabili
- deve consentire il confronto con altre popolazioni
- la sua interpretazione non deve indurre in confusione
A- i diversi indici parodontali:
Possiamo trovare indici che quantificano uno o più aspetti clinici della malattia parodontale, come indici di infiammazione, indici di lisi ossea e distruzione parodontale o anche indici che forniscono valutazioni relative a questi due aspetti. Sono presenti anche segni di mobilità e abrasione dentale. Questi indici possono essere reversibili o irreversibili.
a- indici irreversibili:
Indice di coinvolgimento della forcazione di GLICKMAN :
- 0: nessun coinvolgimento della forcazione
- 1: L’alveolisi raggiunge la zona della biforcazione ma non passa sotto il tronco della radice comune.
- 2: il riassorbimento osseo sotto la forcazione è parziale, la sonda penetra nello spazio interadicolare ma non lo attraversa.
- 3: il coinvolgimento della forcazione è completo, la sonda passa da entrambi i lati.
- 4: il danno completo è accompagnato da un notevole riassorbimento dell’osso interadicolare, l’ingresso della forcazione non è più nascosto dalla gengiva.
Indice di recessione di MILLER
- Classe 1: la lesione non si estende oltre la giunzione mucogengivale
- Classe 2: la lesione raggiunge o supera la giunzione muco-gengivale
- Classe 3: la lesione raggiunge o supera la giunzione muco-gengivale, inoltre si ha perdita delle papille interdentali e dell’osso sottostante, ma sempre in una situazione coronale di recessione generale.
- Classe 4: la lesione raggiunge o supera la JMG, la perdita di papille e di osso interdentale raggiunge lo stesso livello di quella della recessione.
Indice di mobilità secondo ARPA e indice di abrasione secondo AGUEL (vedere percorso esame clinico).
b- indici reversibili:
- indice di infiammazione:
L’IG di LOË e SILNESS, PMA secondo SCHOUR e MASSLER,
SBI di MUHLEMAN e FIGLIO,
PBI di MUHLEMAN e SAXER
- indici di placca:
– PI di LOË e SILNESS,
– Indice di salute orale semplificato OHIS di GREEN e VERMILLON
• L’OHI-S ( indice di igiene orale semplificato ) è composto da due indici: l’indice dei detriti semplificato (DI-S) e l’indice del tartaro semplificato
(CI-S).
• Il DI-S è un indice numerico che va da 0 a 3:
C 0: nessun detrito, nessuna colorazione;
C 1: detriti morbidi che ricoprono fino a un terzo della superficie del dente;
C 2: detriti morbidi che ricoprono tra un terzo e due terzi della superficie del dente;
C 3: detriti morbidi che ricoprono più di due terzi della superficie del dente.
• Il CI-S è anche un indice numerico che va da 0 a 3:
C 0: assenza di tartaro;
C 1: tartaro sopragengivale che ricopre non più di un terzo della superficie del dente;
C 2: tartaro sopragengivale che ricopre tra un terzo e due terzi della superficie del dente;
C 3: calcolo sopragengivale che ricopre più di due terzi della superficie del dente o fascia continua di calcolo sottogengivale.
• Il principio dell’OHI-S è quello di sommare i punteggi, dividerli per il numero di superfici esaminate e combinare l’indice di
indice di detriti e calcare.
– Indice di placca di O’Leary et al:
Sembra essere il più idoneo nella pratica quotidiana per valutare il livello generale di igiene del paziente:
• –: assenza di placca nella regione gengivale marginale;
• +: presenza di placca rilevabile dalla sonda e visibile dopo la colorazione.
numero di facce con piastra/numero di facce osservate × 100 = %.
- segni di distruzione parodontale:
PI (indice parodontale) di RUSSELL 1959:
Questo indice si basa sui segni della parodontite e sulla cronologia della loro comparsa sui 4 lati dei denti:
- 0: gengive sane.
- 1: Gengiva parzialmente infiammata.
- 2: Gengiva infiammata attorno all’intero dente.
- 6: formazione di una tasca parodontale.
- 8: perdita della funzione dovuta alla mobilità dei denti.
Si tratta di un indice misto, utilizzato durante studi epidemiologici, che consente di valutare le necessità terapeutiche.
V- indici di valutazione dei bisogni di trattamento:
Sono stati condotti studi epidemiologici in tutto il mondo, ma ogni gruppo di ricercatori utilizza indici a lui più congeniali, il che ha reso difficile la comparazione dei risultati e di conseguenza ha reso impossibile giungere a conclusioni universali sulla prevalenza delle malattie parodontali e concludere un approccio preventivo e terapeutico comune.
sono stati proposti indici basati sulla valutazione in modo uniforme delle “necessità di trattamento parodontale” invece di concentrarsi sugli aspetti clinici della malattia parodontale , così sono emersi l’indice PTNS (Periodontal treatment needs system di JOHANSON et al), il PSE (Periodontal screening examination) di DEVER e il CPITN (Community periodontal index treatment need di AINAMO et al). Fu quest’ultimo a riuscire a essere accettato dall’OMS e a contribuire alla realizzazione di studi epidemiologici di valore universale in diversi paesi e regioni del mondo.
VI- Tendenze attuali negli studi epidemiologici delle malattie parodontali:
Attualmente i ricercatori si stanno concentrando sulla combinazione dell’uso di indicatori biologici (marcatori biologici) e socioeconomici insieme agli indici clinici (CPITN) per identificare i gruppi a rischio e fornire loro un trattamento precoce.
Conclusione:
Gli studi epidemiologici sulle malattie parodontali hanno permesso a ricercatori e clinici di raccogliere più dati possibili (eziologici, clinici, evolutivi e preventivi) su questa malattia e di limitarne i danni alla salute, sia a livello individuale che pubblico.
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