Terapia delle mortificazioni pulpari

Terapia delle mortificazioni pulpari 

1. Problemi inerenti al trattamento della necrosi  

1.1. Infezione endodontica 

L’origine infettiva della patologia endodontica è stata ampiamente dimostrata a partire dal lavoro di Kake-hashi et al. (1965) 

L’obiettivo del trattamento endodontico è quindi quello di prevenire o eliminare l’infezione, da un lato eliminando i batteri e le loro tossine dal sistema dei canali radicolari e, dall’altro, eliminando tutti i detriti pulpari che possono fungere da supporto e nutrimento per la proliferazione batterica.

1.2. Complessità anatomica

La complessità del canale pone grandi difficoltà al professionista. Infatti, i batteri saranno protetti dalle procedure di pulizia e sagomatura del canale infiltrandosi nelle complessità anatomiche e geometriche del canale radicolare: ramificazioni apicali, canali laterali, istmi e tubuli dentinali inaccessibili alla preparazione del canale.

1.3. Fango dentinale

È la preparazione del canale (manuale o meccanica) che sarà all’origine della formazione di questo rivestimento parietale. Infatti, lo striscio di dentina è composto da detriti provenienti dal preparato: collagene denaturato, acqua di origine dentale, cristalli di idrossiapatite, saliva, sangue e microrganismi.

Lo strato di sbavatura ha uno spessore medio di 1-2 micrometri e può penetrare fino a 40 micrometri nei tubuli dentinali. Pertanto aderisce saldamente alla dentina sottostante.

Se conservarlo o meno è stato a lungo dibattuto, ma oggi molti studi sono a favore della sua eliminazione perché:

Contiene batteri che erano presenti nel sistema dei canali e che quindi si mescoleranno ad altri detriti durante la preparazione meccanica.

La sua eliminazione consentirà una migliore irrigazione e una migliore sigillatura dell’otturazione endodontica grazie alla penetrazione del cemento nei tubuli dentinali durante l’otturazione definitiva.

1.4. La zona apicale 

Questa è la zona più difficile da pulire perché è difficilmente accessibile con gli strumenti di preparazione endodontica. 

Spesso è sede di sviluppo di batteri che causano patologie periapicali. 

La difficoltà di accesso a questa zona è accentuata dalla presenza di canali laterali a monte e dalla sua configurazione molto particolare (istmi, delta, ramificazioni apicali). 

L’irrigazione è essenziale per disinfettare queste diverse aree anatomiche inaccessibili agli strumenti di preparazione.

2. Rimozione della carica batterica

Gli attuali mezzi disponibili per ridurre la popolazione batterica includono la strumentazione meccanica, l’irrigazione e l’applicazione di una medicazione antisettica.

– Preparazione del dente per il trattamento: rimozione della carie e successivo restauro pre-endodontico.

– Sagomatura del canale mediante strumentazione.

– Irrigazione con soluzione antisettica e solvente.

– Otturazione della rete endodontica quando sono soddisfatte le condizioni ottimali.

– Monitoraggio clinico e radiografico

2.1. Asetticità 

Bisogna fare ogni sforzo per escludere ed eliminare i microrganismi dal campo chirurgico e dal canale. Pertanto, quando il campo chirurgico è asettico, è possibile accedere alla camera pulpare con la certezza che il canale non sarà soggetto a contaminazione dalla cavità orale.

Molto spesso le perdite di sostanze coronali sono tali che la stabilità del rampone risulta difficile da ottenere. In questi casi la ricostruzione pre-endodontica mediante matrice metallica e cemento vetroionomerico permette di ristabilire una morfologia coronale compatibile con la stabilità dell’uncino e quindi la sigillatura del campo operatorio. Permette inoltre la creazione di una cavità di accesso a quattro pareti che fungerà da serbatoio per le soluzioni di irrigazione e da sigillo temporaneo di buona qualità per prevenire nuove contaminazioni tra una sessione e l’altra.

2.2. Preparazione del canale radicolare

La preparazione endodontica è concepita come una preparazione chimico-meccanica in cui la sagomatura strumentale trova il suo pieno significato nell’influenzare la qualità dell’igiene endodontica. 

Molti autori hanno studiato il principio della modellazione utilizzando la tecnica Crown-Down per eliminare il numero massimo di batteri.

L’impiego di strumenti Ni-Ti consente di superare la rigidità degli strumenti in acciaio inossidabile e di aggirare le difficoltà anatomiche. E per avere una migliore raccolta dei detriti.

2.3. Irrigazione

– La sola strumentazione del sistema dei canali radicolari non soddisfa l’obiettivo del trattamento endodontico, poiché diversi studi dimostrano che solo il 55%-70% delle pareti di un canale sono sagomate correttamente. Circa un terzo delle pareti radicali non sono quindi preparate; è essenziale compensare questa mancanza di disinfezione meccanica con una disinfezione chimica.    

  • DEFINIZIONE Secondo Machtou: “L’irrigazione è l’azione di portare un liquido attraverso uno strumento all’interno della camera pulpare e dei canali radicolari”.
  • Obiettivi dell’irrigazione 

L’obiettivo dell’attuale trattamento endodontico è quello di eliminare tutti i microrganismi e le loro tossine presenti nel sistema dei canali radicolari e di prevenirne qualsiasi successiva ricolonizzazione.

 La sola sagomatura del canale radicolare non è sufficiente a raggiungere questo obiettivo, poiché diversi studi hanno dimostrato che durante la fase di sagomatura del canale radicolare viene strumentata solo una parte delle pareti del sistema endodontico (tra il 55 e il 70% delle superfici del canale radicolare). Da qui l’interesse nell’integrare questa preparazione meccanica con una preparazione chimica corrispondente all’irrigazione. 

Il ruolo dell’irrigazione in endodonzia è duplice. 

• azione fisica, essenziale per favorire l’eliminazione dei detriti organici e minerali nonché dei microrganismi. Sospendere i detriti impedisce la sedimentazione e il potenziale blocco del canale radicolare. L’irrigazione fornisce anche lubrificazione agli strumenti, rendendoli più facili da pulire e mantenendo la loro efficienza di taglio;

• un’azione chimica che combina:

-buona efficacia antibatterica,

-buona azione solvente sui detriti organici,

-assenza di citotossicità per il periapice.

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  • Quando irrigare?
  1. Fase preparatoria 

Prima di qualsiasi penetrazione strumentale, è essenziale effettuare un debridement camerale (ovvero l’inserimento di una soluzione di ipoclorito di sodio nella camera pulpare), soprattutto in caso di denti infetti, per prevenire qualsiasi contaminazione da parte di batteri coronarici.

Dal punto di vista clinico, questa rifilatura consente anche di evidenziare gli ingressi canalari, in particolare quelli soprannumerari (generazione di bolle per interazione ipoclorito-tessuto pulpare).

B. Durante la cateterizzazione 

La cateterizzazione rappresenta il primo passaggio manuale nella sagomatura del canale. 

L’irrigazione avviene poi attraverso un’azione solvente sul contenuto dell’endocanale. 

L’irrigante consigliato in questa fase è un gel che combina EDTA e perossidi (perossido di carbammide (Glyde®) o perossido di urea (RC Prep®). 

L’E D TA, attraverso la sua azione chelante, facilita la prima strumentazione canalare mentre i perossidi contribuiscono ad un’azione proteolitica.

C. Durante la formattazione

Le soluzioni di irrigazione devono avere proprietà antimicrobiche (effetto batteriostatico e/o battericida) e detergenti (potere detergente, bassa tensione superficiale). 

 Le manovre strumentali generano schegge di dentina che, aggiunte ai detriti organici e alle soluzioni irriganti, formano uno strato di sbavatura dentinale saldamente aderente alle pareti del canale.

 Pertanto, durante tutta la preparazione, una lima di ricapitolazione (lima K n. 10 o 15), utilizzata tra ogni strumento rotante, assicura il controllo permanente della permeabilità del canale per lo strumento successivo.

A causa della sua complessità anatomica e delle aree non strumentali, il terzo apicale presenta maggiori quantità di strato di sbavatura, polpa e detriti inorganici. Se la conicità ottenuta dalla preparazione endodontica consente una penetrazione più profonda dell’ago, essa trasforma soprattutto la semplice diffusione passiva della soluzione irrigante in un vero e proprio risciacquo dinamico mediante l’instaurazione di un circuito idraulico nel terzo apicale.

D. Prima della chiusura 

L’obiettivo in questo caso è quello di rimuovere il rivestimento parietale per ottenere pareti pulite che garantiscano l’adattamento dei materiali di otturazione alle pareti del canale.

Questo regime di irrigazione finale consiste in una soluzione iniziale di EDTA al 17% per 2 minuti (volume di 2 ml per canale), seguita da ipoclorito di sodio al 5,25% (anch’esso per 2 minuti e 2 ml per canale): EDTA per rimuovere i rivestimenti parietali, ipoclorito di sodio per completare l’apertura degli ingressi dei canalicoli dentinali e fornire un’ulteriore disinfezione.

Un terzo risciacquo con una soluzione alcolica tamponata al 99% ha un’azione asciugante sulle pareti del canale migliorando l’interfaccia cemento-parete (assenza di adesione alla dentina bagnata).

  • Soluzioni per l’irrigazione
  • Specifiche della soluzione di irrigazione 
  • Lavaggio o debridement

• Capacità di sospendere particelle nel canale 

• penetrazione facile ed efficiente dell’intero sistema canalare (tubuli dentinali, canali principali, laterali e accessori) 

  • Lubrificazione della strumentazione Ridurre le forze di attrito per migliorare lo scorrimento dello strumento 
  • Dissoluzione e demineralizzazione Dissoluzione rapida e completa dei contenuti organici e inorganici del canale. 
  • Azione solvente sui tessuti organici 
  • Azione demineralizzante sui tessuti minerali 
  • Azione antibatterica: la soluzione di irrigazione deve presentare 
  • Ampio spettro antibatterico efficace contro batteri anaerobi, batteri aerobici e microrganismi.
  • Un effetto antibatterico a lungo termine chiamato effetto trascinamento. 
  • Capacità di inattivare le endotossine coinvolte nel processo di sviluppo delle malattie della polpa. 

– Biocompatibile: la soluzione avrà un’azione meccanica di lavaggio ma soprattutto un’azione chimica che non dovrà presentare alcun rischio per il paziente, ovvero:

– il rischio tossico. (Prodotto né troppo acido né troppo basico → non scioglie il materiale al di fuori del canale),

– il rischio allergico, il rischio corrosivo (sulla pelle ma anche sugli strumenti di modellazione utilizzati).

– Effetti collaterali (discromia dentale).

  • Soluzioni per l’irrigazione 

 Derivati ​​clorurati 

– Chelanti 

– Famiglia dei Biguanidi

– Agenti ossidanti

– Soluzioni aggiuntive:

– Ammoni quaternari 

– Derivati ​​dello iodio

  • Metodi di irrigazione:

Oggigiorno esistono molti sistemi di irrigazione diversi. Descriveremo prima l’irrigazione passiva convenzionale più comune, quella con siringa, per poi passare ai metodi più recenti, come l’uso degli ultrasuoni, dei laser o anche del sistema EndoVac. 

  • Il sistema siringa-ago:

L’irrigazione del canale radicolare con siringa e ago resta ancora oggi la procedura più comune.

Sebbene il tipo di sagomatura del canale e l’uso di uno strumento per agitare la soluzione e farla avanzare attraverso il canale siano stati a lungo sottovalutati, è l’irrigazione con siringa a essere responsabile dell’azione fisica del lavaggio.

Questa azione fisica è funzione sia del volume della soluzione che della portata utilizzata, che dipendono dal tipo di dispositivo utilizzato [gruppo siringa e ago]. 

  • I diversi tipi di aghi:

Esistono due tipi principali di aghi sul mercato; quello aperto e quello chiuso. Nella pratica endodontica, per evitare eccessi di soluzione di irrigazione a livello del periapice, è stata dimostrata la necessità di utilizzare aghi a estremità chiusa, in particolare attraverso la visualizzazione e lo studio delle traiettorie delle particelle della soluzione di irrigazione a livello del canale dentale. 

Terapia delle mortificazioni pulpari 

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Diversi aghi con punta aperta (A, B e C) e punta chiusa (D, E e F)

Terapia delle mortificazioni pulpari 

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Visualizzazione della traiettoria delle particelle della soluzione di irrigazione in 3D

  • Si può raccomandare il seguente protocollo di irrigazione: Secondo P.Machtou

– L’esplorazione iniziale può essere eseguita con un lubrificante come Glyde (Dentsply Maillefer), in particolare nei canali stretti e sui denti vitali. 

 Sui denti necrotici è meglio usare subito l’ipoclorito di sodio.         

– La modellazione corono-apicale verrà effettuata in un bagno permanente e rinnovato di ipoclorito di sodio ad una concentrazione dal 2,5 al 5%. Le soluzioni meno concentrate devono essere riscaldate.

– Il risciacquo finale viene effettuato con EDTA al 17% attivato per 1 minuto, seguito dall’attivazione con ipoclorito di sodio per 30 secondi con EndoActivator® o tramite irrigazione passiva intermittente ad ultrasuoni.

Tuttavia, nonostante il crescente sviluppo della ricerca e l’accumulo di conoscenze, unito alle innovazioni tecniche degli ultimi anni, è chiaro che oggi la prognosi per il trattamento endodontico non è migliore di prima.

Nell’esecuzione del trattamento endodontico, il fattore operatore-dipendente rimane sempre il perno del successo. 

  • Attivazione della soluzione irrigua

Tutte le ricerche sull’irrigazione hanno dimostrato che anche nella fase finale della sagomatura del canale, la velocità di penetrazione delle soluzioni di irrigazione nel terzo apicale rimane bassa. L’aggiunta di un dispositivo specifico può facilitare la diffusione della soluzione irrigante nella zona apicale. 

 Gli obiettivi di questi sistemi sono i seguenti: da un lato rinnovare le soluzioni irrigue e dall’altro aumentarne l’efficienza attivandole. La difficoltà con questi dispositivi di attivazione rimane quella di ottenere un’attivazione efficace dei solventi senza azione meccanica sulle pareti del canale, in modo da non danneggiare la sagomatura e non generare nuovi detriti di dentina. 

  • Attivazione manuale dinamica:

Il metodo dell’agitazione manuale con cono di guttapasta è stato proposto negli anni ’80 da Pierre Machtou e la sua efficacia è stata approvata sperimentalmente. 

L’attivazione dinamica manuale viene eseguita utilizzando il cono principale di guttaperca. In realtà questa attivazione manuale inizia fin dall’inizio del trattamento endodontico con la prima applicazione della soluzione di irrigazione e i movimenti effettuati con la lima manuale. 

Pierre Machtou descrive questa attivazione come segue: 

-Utilizzo di un cono madre di guttaperca idoneo, la cui conicità sia leggermente inferiore alla conicità della formatura finale. (Verifica mediante l’immagine intraoperatoria con il cono in posizione). 

Questo spazio ristretto ma esistente tra il cono di guttaperca e le pareti del canale è fondamentale per il corretto funzionamento di questa tecnica; Permette di applicare la pressione idraulica necessaria alla circolazione del liquido. 

-Il cono master viene tagliato di 1 mm prima dell’uso per evitare il rischio di estrusione apicale. 

– Depositare la soluzione di irrigazione il più vicino possibile alla zona apicale con la siringa di irrigazione (ago 30 o 31G), utilizzare 1 ml di EDTA per la prima attivazione. 

– Utilizzare con un movimento avanti e indietro per circa 1 minuto su un’ampiezza di circa 2 mm. L’autore consiglia una frequenza di circa 100 movimenti in 1 minuto. 

-Risciacquare i detriti con EDTA (1 ml). 

– Depositare la soluzione di ipoclorito di sodio (1 ml).

-Attivazione 50 movimenti per 30 secondi. 

– Risciacquo finale con ipoclorito di sodio (3 ml). 

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Visualizzazione dello spazio tra il cono principale e le pareti del canale, questo spazio consente la circolazione della soluzione di irrigazione.

  • Vantaggio:
  • Costo: questo metodo di attivazione è semplice ed economico e non richiede investimenti in un dispositivo specifico. 
  • Rimozione dei detriti: l’attivazione dinamica manuale favorisce la rimozione dei detriti e consente di ottenere pareti canalari molto pulite, anche quando i canali sono curvi. Il grado di pulizia è notevolmente superiore rispetto a quello ottenuto utilizzando una siringa per irrigazione convenzionale. 
  • Rimozione dello strato di sbavatura: secondo gli studi, l’attivazione dinamica manuale consente una buona rimozione dello strato di sbavatura. Una bassa persistenza dello smear layer si osserva in particolare a livello dei denti monoradicolati dritti e dei denti pluriradicolati curvi. I risultati sono significativamente equivalenti o addirittura superiori ai sistemi sonici come l’EndoactivatorTM o gli ultrasuoni. 
  • Eliminazione batterica: studi che hanno ricostituito un biofilm artificiale a base di collagene colorato su denti estratti dimostrano che l’agitazione manuale favorisce l’eliminazione del biofilm artificiale. 

In vivo, possiamo considerare che questo metodo di attivazione consente di dissociare il biofilm e quindi di sospendere i batteri, che verranno eliminati mediante l’irrigazione con siringa convenzionale. 

  • Limite :

Sebbene questa tecnica sia semplice ed economica, è restrittiva perché richiede al professionista di eseguire un movimento ripetitivo che può risultare faticoso e noioso, soprattutto quando si ha a che fare con un dente multiradicolato. 

Quando si applica questa tecnica, è possibile modificare la regolazione del cono di guttaperca, poiché può piegarsi durante i movimenti ripetitivi avanti e indietro. 

  • Attivazione meccanica assistita:

Come precedentemente descritto, un’irrigazione efficace presuppone il contatto diretto della soluzione con gli elementi che deve trattare e il rinnovo della quantità e della qualità della soluzione, in modo da garantire un flusso e un’attività chimica costanti. 

Sebbene l’irrigazione venga tradizionalmente eseguita manualmente con una siringa e un ago adatto, sono stati proposti sistemi di irrigazione meccanizzati per migliorare la portata e la circolazione della soluzione. Questi dispositivi possono essere classificati in due gruppi: 

– Dispositivi a pressione positiva 

– Dispositivi a pressione negativa (vuoto o aspirazione) 

  • A pressione positiva 
  • RinsEndoTM (Durr Dental):

Questo dispositivo di irrigazione utilizza un manipolo che si collega al cavo della turbina dell’unità. Fornirà la soluzione sotto forma di flusso 

Terapia delle mortificazioni pulpari 

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Sistema RinsEndoTM con siringa di irrigazione e collegamento al connettore della turbina.

  • SAFTM (file autoregolante):

Il SAFTM è uno strumento cavo in NiTi progettato inizialmente per la sagomatura dei canali radicolari e l’irrigazione continua. Questo strumento è composto da una rete morbida, comprimibile, flessibile e deformabile che deve adattarsi all’anatomia intracanalare. La soluzione di irrigazione verrà erogata in modo continuo durante la preparazione del canale, all’interno della rete. È necessario utilizzare uno specifico contrangolo che consenta movimenti verticali di ampiezza pari a 0,4 mm e una libera rotazione assiale che agiti la soluzione di irrigazione.

Terapia delle mortificazioni pulpari 

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Il sistema di “file autoregolante”

  • XP-endoFinisher di FKG:

Più di recente è comparso un altro sistema, sviluppato da FKG: si tratta di una lima endodontica dedicata alla rifinitura della sagomatura, il sistema XP-endo Finisher. Questa lima a conicità zero è progettata per spazzolare le pareti del canale. 

Questo sistema è diviso in due versioni distinte: 

-Una prima versione con diametro 25/.100 mm e conicità zero dedicata al trattamento iniziale. 

-Una seconda versione con diametro 30/.100 mm e conicità zero dedicata alla rielaborazione. 

Entrambe le versioni vengono utilizzate in rotazione continua a 1000 giri/min e sono entrambe monouso.

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       Rifinitore XP-endo, FKG Rifinitore XP-endo R, FKG

  • A pressione negativa (aspirazione):
  • Sistema EndoVacTM (Discus Dental, CulverCity, CA, USA):

È un dispositivo di irrigazione a pressione negativa. Ha la particolarità di invertire il flusso dell’irrigazione. La soluzione viene iniettata nella cavità di accesso e poi aspirata verso l’apice tramite una microcannula inserita nel canale e collegata all’aspirazione. 

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La pressione apicale negativa si ottiene mediante irrigazione coronarica passiva e aspirazione apicale.                                                                             

  • Attivazione sonica:

Questa attivazione è dovuta alla trasmissione di onde derivanti dalla vibrazione di uno specifico inserto con frequenza compresa tra 1 e 6 kHz all’interno delle soluzioni di irrigazione. Questa frequenza è inferiore a quella degli ultrasuoni e quindi produce aree di tensione di ampiezza inferiore. 

Principio:

EndoactivatorTM è il sistema di attivazione sonora leader disponibile sul mercato. Si tratta di un manipolo sonoro wireless che consente la vibrazione di specifici inserti in materiale plastico, flessibili e resistenti, di diametro e conicità variabili. Ce ne sono tre: piccolo (diametro: 15/100 mm; conicità: 2%), medio (diametro: 25/100 mm; conicità: 4%) e grande (diametro: 35/100 mm; conicità: 4%).                                      

Sistema EndoActivatorTM

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Flessione dell’inserto sonico con movimento ellittico della sua estremità

  • Attivazione ultrasonica:

In origine, l’attivazione ultrasonica si concentrava sulla vibrazione della lima a contatto con il canale. Successivamente, studi hanno dimostrato la maggiore attenuazione degli effetti degli ultrasuoni dovuta al contatto. Il protocollo di utilizzo si è quindi progressivamente orientato verso l’attivazione ultrasonica passiva, cioè senza contatto della lima ultrasonica con le pareti del canale. Questo protocollo è anche noto come “irrigazione passiva ad ultrasuoni”. 

  • Attivazione fotonica

L’effetto qui descritto è l’effetto fotoacustico che corrisponde all’attivazione della soluzione di irrigazione mediante un dispositivo laser. L’onda elettromagnetica viene assorbita nel liquido; Questa onda trasmette energia che viene convertita in calore. Questo aumento di temperatura sarebbe responsabile della creazione di un effetto fotoacustico simile all’effetto “acoustic streaming” ottenuto utilizzando file ultrasonici. L’aumento della temperatura causerebbe una dilatazione termica del liquido responsabile della creazione dell’onda acustica. 

Questo fenomeno è raggruppato sotto il nome di “streaming fotoacustico avviato da fotoni” o PIPS e può essere ottenuto con un laser Er:YAG (lunghezza d’onda 2940 nm). 

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Fotona Lightwalker, laser YAG (Er: YAG)

Questo nuovo protocollo offre diversi vantaggi al professionista. 

2.4. Disinfezione con idrossido di calcio: Disinfezione mediata 

Sebbene sia ormai accettato che sia preferibile trattare endodonticamente i denti privi di lesioni apicali in un’unica seduta, per i denti affetti da LIPOE rimane il problema.

 Durante il trattamento endodontico dei denti infetti è opportuno effettuare sistematicamente una fase di medicazione temporanea?

Oggi è preferibile curare endodonticamente il dente infetto in un’unica seduta per i seguenti motivi:

• La formazione di una fase CaOH2 richiede un reintervento, aumentando così il rischio di decontaminazione batterica del canale. 

• A causa della diminuzione o dell’assenza del dolore dopo la preparazione chemiomeccanica iniziale, il paziente potrebbe non presentarsi all’appuntamento successivo. 

• L’idrossido di calcio è difficile da rimuovere dalle pareti del canale e la sua presenza compromette la sensibilità dei campioni microbici (Molander et al., 1990). 

• L’idrossido di calcio è attivo solo per un periodo relativamente breve, oltre il quale il canale può essere nuovamente contaminato dai batteri, complicando ulteriormente la prognosi di guarigione. 

• L’inserimento iatrogeno di questo biomateriale per mancanza di inserimento o ignoranza anatomica oltre o al di fuori del canale radicolare può portare a necrosi delle mucose o della pelle, cisti mascellari o addirittura parestesie del nervo alveolare inferiore, sottoorbitale o mentale. 

• L’applicazione prolungata di idrossido di calcio provoca la frammentazione del collagene della dentina, derivante dall’interazione con il calcio contenuto nell’idrossiapatite della dentina. È quindi probabile che tutte queste diverse interazioni chimiche indeboliscano la struttura della dentina e riducano alcune proprietà meccaniche superficiali, come la microdurezza. 

L’azione antimicrobica del CaOH2 richiede il contatto diretto con i microrganismi e sembra essere più debole di quella esercitata da alcuni cementi per otturazioni canalari a base di ossido di zinco ed eugenolo.

In caso di sintomi acuti o di impossibilità di ottenere canali asciutti, sarà necessario rinviare l’otturazione e mettere in atto una medicazione intracanalare per ottenere le condizioni necessarie per un’otturazione endodontica ideale. 

Inoltre, se il canale viene lasciato vuoto tra due sessioni, i batteri si moltiplicano fino a raggiungere rapidamente il loro livello iniziale (Byström e Sundqvist, 1983).(41) L’idrossido di calcio [Ca(OH) 2] è quindi diventato il materiale di scelta (Law e Messer, 2004). 

L’idrossido di calcio è stato introdotto in odontoiatria da Hermann nel 1920. È una potente sostanza alcalina con un pH compreso tra 12,5 e 12,8 e che ha interessanti proprietà biologiche in diverse situazioni cliniche: una capacità di stimolazione e induzione dei tessuti duri nonché una significativa azione antibatterica legata al suo elevato pH. 

Viene utilizzato non solo per mantenere l’igiene ottenuta con la sagomatura del canale, ma anche per completare la disinfezione (Byström e Sundqvist, 1985)(32) eliminando i batteri, impedendone la crescita, bloccandone la penetrazione e interrompendo il loro apporto di nutrienti.

L’applicazione di una pasta di idrossido di calcio a intervalli di almeno 7 giorni è in grado di eliminare e/o ridurre il numero totale di batteri sopravvissuti.

2.5. Otturazione del canale radicolare 

L’otturazione definitiva del sistema endodontico corrisponde alla penultima fase del trattamento (anche se per alcuni può rappresentare la fase finale), essa consente di mantenere la carica batterica più bassa possibile e di murare gli ultimi microrganismi rimasti, impedendo loro qualsiasi contatto con l’ambiente esterno. 

 L’ultimo passaggio consiste nel realizzare un restauro definitivo per garantire la durata del trattamento. 

– Le May, O. “Istopatologia della polpa”, 2018. https://moodle.parisdescartes.fr/course/view.php?id=5670. Ricucci, D., S. Loghin e JF Siqueira. “Correlazione tra diagnosi clinica e istologica della polpa”. Rivista di endodonzia 40, n. 12 (2014): 1932‑39. https://doi.org/10.1016/j.joen.2014.08.010.

– Regezi, JA, JJ Sciubba e RCK Jordan. “Lesioni infiammatorie della mascella”. In Patologia orale: correlazioni patologiche cliniche, 7a ed., 313‑25. St Louis: Elsevier, 2017

– Neville, BW, DD Damm, CM Allen e AC Chi. “Malattia pulpare e periapicale”. In Patologia orale e maxillo-facciale, 4a ed., 111‑ 39. Saint Louis: Elsevier, 2016

– Mente, J., J. Petrovic, H. Gehrig, S. Rampf, A. Michel, A. Schürz, T. Pfefferle, et al. “Studio pilota clinico prospettico sul livello di metalloproteinasi-9 della matrice nel sangue della polpa dentale come marcatore dello stato di infiammazione nel tessuto pulpare”. Rivista di endodonzia 42, n. 2 (2016): 190‑97. https://doi.org/10.1016/j.joen.2015.10.020

– Torabinejad, M. e S. Shabahang. “Patosi polpare e periapicale”. In Endodonzia: principi e pratica, di M. Torabinejad, RE Walton e AF Fouad, 48‑67, 5a ed. St. Louis: Saunders Elsevier, 2015. 

– Martin Trope. Imperativi biologici del trattamento dei denti infetti, realtà cliniche Vol. 12 n° 2, 2001 pp. 171-184  

Terapia delle mortificazioni pulpari 

  I denti rotti possono essere curati con tecniche moderne.
Le malattie gengivali possono essere prevenute spazzolando correttamente i denti.
Gli impianti dentali si integrano con l’osso per una soluzione duratura.
I denti gialli possono essere sbiancati professionalmente.
Le radiografie dentali rivelano problemi invisibili a occhio nudo.
I denti sensibili traggono beneficio dall’uso di dentifrici specifici.
Una dieta povera di zuccheri protegge dalla carie.
 

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