Cure postoperatorie e complicazioni

Cure postoperatorie e complicazioni

Piano :

Ⅰ- Introduzione

Ⅱ- Le principali complicanze post-operatorie:

       1- edema

       2- Enfisema sottocutaneo

       3- dolore 

       4- sanguinamento

       5- infezione: 

                    5.1 Fattori che favoriscono l’infezione

                    5.2 Alveolite o osteite alveolare 

                    5.2 Cellulite cervico-facciale 

                    5.3 Osteite 

                    5.4 Infezioni a distanza dal sito chirurgico

       6- Danni ai nervi

Ⅲ Conclusione: istruzioni post-operatorie:

Cure postoperatorie e complicazioni

Ⅰ- Introduzione

Le principali complicazioni post-operatorie che si riscontrano dopo un intervento di chirurgia odontoiatrica sono: 

  • Gonfiore ed edema
  • Il dolore 
  • l’emorragia 
  • infezione

Tali complicazioni dipendono dalle condizioni del paziente (terreno) e dalle difficoltà e dagli incidenti chirurgici.

Ⅱ- Le principali complicanze post-operatorie:

  1. edema:

Gli interventi di chirurgia orale spesso provocano un edema, più o meno significativo a seconda dell’infiammazione: gonfiore monolaterale e non esteso. 

Si manifesta subito dopo l’intervento sotto forma di un rigonfiamento monolaterale, non esteso, con intensità massima tra la 48a e la 72a ora ; Regredisce spontaneamente intorno al 5°-7° giorno postoperatorio.

1.1 Fisiopatologia dell’edema  :

L’edema è dovuto a una reazione infiammatoria post-chirurgica con rilascio locale di mediatori infiammatori (istamina, prostaglandine) che provocano vasodilatazione e aumento della permeabilità vascolare.

L’essudazione del liquido dai vasi è responsabile del gonfiore che comprime i nervi e provoca dolore.

1.2 Caratteristiche cliniche dell’edema: 

All’esame intraorale si manifesta sotto forma di rigonfiamento della mucosa, duro, teso e doloroso, accompagnato da rossore e calore al tatto.

Non c’è disfonia o dispnea. 

Non si riscontrano segni generali di infezione (febbre, astenia, ecc.).

1.3 Trattamento dell’edema:

Crioterapia: il freddo induce un ipometabolismo cellulare che rallenterà la sintesi dei mediatori chimici dell’infiammazione. 

Si tratta di un trattamento locale che consiste in:

  •  Applicare un impacco di ghiaccio vicino alla zona operata, isolato dalla pelle mediante un panno, e verrà applicato per 45 minuti ogni 2 ore, per evitare ustioni cutanee.
  • Durata del trattamento da 1 a 4 giorni.

1.4 Prevenzione dell’edema:

L’attività enzimatica responsabile della sintesi dei mediatori infiammatori aumenta con l’aumentare della temperatura. 

Da qui l’utilità dei consigli post-operatori da dare ai pazienti:

  • Evitare di indossare una sciarpa o un fazzoletto attorno al collo;
  • Evitare le bevande calde.

2. Enfisema sottocutaneo (SCE):

È la presenza di aria nei tessuti sottocutanei del viso e del collo. La sua comparsa è rara, ma può portare a gravi complicazioni potenzialmente fatali: pneumotorace e pneumomediastino.

La diffusione di microrganismi dal cavo orale può rappresentare un rischio infettivo.

2.1 Caratteristiche cliniche delle ESC:

L’esame clinico ha evidenziato una tumefazione localizzata sul viso e sul collo, dal lato del sito chirurgico, indolore e non eritematosa, con sensazione di crepitio nevoso alla palpazione. 

Non sono presenti segni di infiammazione locale quali eritema, edema, dolorabilità e linfoadenopatia.

Gli esami paraclinici non sono necessari a meno che non vi sia estensione alla regione toracica.

2.2 Cause dell’ESC:

È dovuto alla propagazione di aria sotto pressione nei tessuti sottocutanei, da una lesione (l’alveolo dentale, la mucosa). Ciò può essere causato:

  • dal chirurgo (iatrogeno): avviene rapidamente, favorito da alcune pratiche: utilizzo di turbine ad aria, laser dentali, dispositivi di flusso d’aria, ecc. 
  • dal paziente : più raro, si manifesta tardivamente, favorito da colpi di tosse, starnuti, soffiarsi il naso, vomito, ecc.

2.3 Trattamento:

  • Nella maggior parte dei casi scompare spontaneamente;
  • La regressione avviene in meno di 5 giorni, senza misure particolari.
  • In presenza di segni di infezione, potrebbe essere prescritta una terapia antibiotica.
  • Se l’enfisema si estende al torace: è raccomandato il ricovero in ospedale per il monitoraggio clinico e radiologico: per ricercare complicazioni gravi: pneumomediastino, pneumotorace.

3. Dolore post-operatorio:

Il dolore corrisponde alle neuropatie post-operatorie. La sede più comunemente menzionata è il territorio del nervo alveolare inferiore, dopo l’avulsione del terzo molare mandibolare, l’inserimento di un impianto o l’anestesia locoregionale. 

Deve essere valutato oggettivamente con una scala: exp EVS (scala verbale semplice)

Dolore persistente: è raro, è un dolore postoperatorio tardivo, resistente al trattamento analgesico.

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  1. fattori che contribuiscono al dolore:
  • correlati all’intervento chirurgico : – Difficoltà chirurgiche; 
  • Durata dell’intervento;
  • Esperienza del chirurgo.
  • in relazione al paziente : – Igiene orale; 
  • Fumo; 
  • Esistenza di dolore preoperatorio; 
  • Ansia, depressione.
  1. Trattamento del dolore:

L’analgesia è sistematica, deve essere somministrata prima dell’insorgenza del dolore e per una durata sufficiente.

Dolore lieve  : paracetamolo a dosaggio efficace (1 g per dose ogni 6 ore)

Dolore da moderato a grave :

  • FANS  : che hanno l’autorizzazione all’immissione in commercio per questa indicazione (propionici), evitare l’aspirina, tenere conto delle controindicazioni (infezione, donne in gravidanza). Ibuprofene: 1 compressa (400 mg) per dose, da ripetere se necessario ogni 6 ore, non superare le 3 compresse/die (cioè 1200 mg al giorno).
  • oppioidi  :

– Tramadolo: da 50 a 100 mg per dose, ogni 4-6 ore, senza superare i 400 mg/24 ore 

– Paracetamolo/codeina: a dosaggi appropriati (da 50 a 60 mg di codeina) 

Dolore persistente e resistente:

analgesia multimodale che combina: FANS (meno di 72 ore e al di fuori delle controindicazioni), paracetamolo + codeina o tramadolo per via orale assunti sistematicamente per una durata sufficiente.

La persistenza o la recidiva di livelli di dolore elevati dovrebbe portare a una visita postoperatoria con il chirurgo per escludere possibili complicazioni.

3.3 Prevenzione del dolore:

La strategia preventiva del dolore si basa su:

  • Informazioni per il paziente  : le informazioni devono essere chiare, dettagliate e adattate al dolore previsto dopo la procedura e ai mezzi di prevenzione e trattamento.
  • Analgesia anticipatoria  : l’analgesia postoperatoria viene somministrata di routine prima dell’insorgenza del dolore.

4. sanguinamento:

Il sanguinamento è un sintomo post-operatorio che si riscontra frequentemente. Può essere osservato per alcune ore (da 4 a 5 ore) fino a 24 ore dopo qualsiasi intervento chirurgico dentale (o estrazione).  

Questo è il risultato della riduzione della vasocostrizione indotta dai vasocostrittori contenuti negli anestetici locali.

Nella maggior parte dei casi è possibile controllarla con un trattamento locale. Se l’emorragia non può essere controllata, il paziente deve essere ricoverato in ospedale.

4.1 Fattori che favoriscono il sanguinamento:

Il rischio di emorragia è maggiore nei pazienti con disturbi ematologici o sottoposti a trattamento anticoagulante:

– Trombocitopenia;

– Trombopatie; 

  • Coagulopatie congenite: emofilia di tipo A e B, malattia di Willebrand;
  • Coagulopatie acquisite indotte da farmaci: trattamento antiaggregante piastrinico (aspirina, plavix), trattamento anticoagulante (antivitamina K, ecc.).

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  1. cause di sanguinamento:

cause legate all’intervento:

  • Emostasi non controllata dal chirurgo;
  • Assenza di revisione del sito chirurgico;
  • Persistenza di tessuti infiammatori nel sito chirurgico;

Cause correlate al paziente che impediscono la formazione di coaguli:

  • Lavaggio precoce o eccessivo della bocca;
  • certi comportamenti come succhiare o sputare ripetutamente.
  1. Il trattamento:

Si tratta di un trattamento locale che consiste nel garantire l’emostasi mediante compressione nel sito chirurgico. La compressione viene effettuata utilizzando una garza sterile ripiegata sulla zona interessata e stringendo le mascelle con una pressione costante per 30 minuti/1 ora.

Se l’emorragia persiste oltre le 24 ore, è necessario il ricovero ospedaliero: se necessario, provvedere all’emostasi medica e chirurgica.    

4.4 Complicazioni:

Un ematoma persistente può essere riscontrato in caso di emorragia trascurata o di disturbi dell’emostasi. Può rapidamente assumere un carattere voluminoso e diffuso, che può causare compressione delle vie aerodigestive superiori.

 Si tratta di un’emergenza perché la vita potrebbe essere a rischio: 

La gestione deve iniziare con la stabilizzazione dello stato respiratorio, l’ossigenazione, l’intubazione orotracheale se necessario, quindi la rimozione della compressione mediante drenaggio e il controllo dell’emostasi.

  1. Prevenzione delle emorragie:

Alcuni suggerimenti sul comportamento del paziente nel periodo postoperatorio sono utili per gestire l’emorragia:

  • Evitare di sputare e deglutire la saliva normalmente;
  • Evitare l’uso del collutorio poiché potrebbe peggiorare l’emorragia impedendo la formazione del coagulo;
  • Evitare di passare la lingua sul sito di estrazione;
  • Applicare pressione sull’impacco mordendolo e mantenere la pressione per almeno 30 minuti.

5. infezione:

Nel postoperatorio può verificarsi un’infezione, la cui gravità è legata all’aumentato rischio di disseminazione locoregionale e generalizzata, che può portare a gravi complicazioni infettive.

Le complicazioni infettive più comuni sono l’alveolite o l’osteite alveolare; possono verificarsi anche altre complicazioni come la cellulite cervico-facciale e l’osteite.

5.1 Fattori che favoriscono l’infezione:

I fattori che favoriscono l’insorgenza dell’infezione sono:

  • La natura della procedura chirurgica eseguita (invasiva o non invasiva)
  • Durata dell’atto (contaminazione batterica)
  • Le condizioni orali del paziente e l’igiene orale 
  • Fumo (ritarda la guarigione)
  • Alcolismo
  • Età avanzata

5.2 Alveolite o osteite alveolare:

L’alveolite secca corrisponde all’infiammazione dell’alveolo vuoto dopo la perdita del coagulo di sangue che svolge una funzione protettiva, che può evolvere in una superinfezione dell’alveolo o del coagulo di sangue.

Si tratta dell’infezione postoperatoria più comune e, se trattata precocemente, ha buoni risultati.

Si manifesta in due forme cliniche: alveolite secca e alveolite suppurativa.

5.2.1 Fisiopatologia dell’alveolite:

Il coagulo di sangue formatosi a livello delle radici rimosse dopo l’estrazione del dente aiuta a proteggere il sito chirurgico, a favorire una rapida guarigione e a ridurre il dolore.

L’alveolite secca si verifica quando il coagulo viene eliminato precocemente (in parte o completamente).

L’alveolo non protetto verrà invaso dai batteri contenuti nella saliva, ciò prolungherà la durata della guarigione fisiologica e porterà ad uno sviluppo sfavorevole (infiammazione, infezione)   

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  1. Alveolo secco: il più comune

Si sviluppa da 2 a 4 giorni dopo l’intervento chirurgico. È caratterizzato da un aumento o ricomparsa del dolore che diventa: intenso, pulsante, irradiato verso il collo e l’orecchio. 

Esame clinico: è stato riscontrato un alveolo nudo contenente un residuo di coagulo non aderente al piano osseo e le pareti erano biancastre e molto dolenti.

  1. Alveolite suppurativa:

Si manifesta generalmente 7 giorni dopo l’intervento chirurgico, è dovuto a una superinfezione dell’alveolo e il dolore è più moderato. l’esame clinico ha rilevato: 

  • un tappeto biancastro sul fondo dell’alveolo e infiammazione della mucosa (gemmazione, gonfiore) attorno all’alveolo; 
  • una fuoriuscita di pus dall’alveolo; 
  • segni generali di infezioni: febbre, linfoadenopatia mandibolare.

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5.2.2 Cause dell’alveolite:

Alveolite secca Alveolite suppurativa
-trauma perioperatorio, -perdita parziale o prematura del coagulo di sangue nell’alveolo, -tabacco (effetto vasocostrittore), -collutorio precoce.-Detriti residui (sequestro osseo, frammenti dentali, residui di granulomi, tartaro, cibo) -estensione di un’infezione vicina. -Scarsa igiene orale. 

5.2.3 Trattamento dell’alveolite  :

  • Alveolite secca: – analgesici per alleviare il dolore.

                                                      -Guariscono spontaneamente intorno al decimo giorno .

  • Alveolite suppurativa:
  • Antidolorifici;
  • Antibiotici generali: (Augmentin +/- flagyl);
  • cure locali: risciacquo con soluzione salina o antisettica, 
  • curettage accurato dell’alveolo in anestesia senza vasocostrittori.

5.2.4 Prevenzione dell’alveolite:

  • tenere un impacco sull’alveolo e cambiarlo regolarmente, per 2 o 3 ore. Ciò favorirà la formazione del coagulo sanguigno;
  • Smettere di fumare.
  • Mantenere una buona igiene orale, ma evitare collutori ed evitare di spazzolare la zona dell’intervento chirurgico per le prime 24 ore.
  • Eseguire la revisione alveolare dopo l’estrazione del dente.

5.2 Cellulite cervico-facciale:

È un’infiammazione del tessuto adiposo e muscolare profondo del viso e del collo, di origine infettiva.

Può essere la conseguenza di un’alveolite suppurativa non curata o trattata male (al 21° giorno dopo l’intervento) o di una frattura alveolare o radicolare.

Nella maggior parte dei casi sono circoscritti e benigni, la loro gravità risiede in sviluppi estesi (cellulite diffusa). 

Possono causare gravi complicazioni che possono mettere a rischio la vita.

5.2.1 Fattori che favoriscono la comparsa della cellulite:

  • L’esistenza di un’infezione latente preesistente; 
  • trauma chirurgico o trattamento chirurgico mal condotto;
  • Deficienza immunitaria, diabete; 
  • l’uso di trattamenti antinfiammatori (steroidei o non); 
  • l’esistenza di un focolaio infettivo locale (alveolite suppurativa, frammento osseo alveolare fratturato).
  • alcolismo e fumo.

5.2.2 Forme cliniche:

a) cellulite circoscritta :

Generalmente si verificano alcuni giorni dopo l’operazione (tra il 3° e il 5° giorno).

b) Cellulite sierosa

è puramente infiammatorio: edema, rossore, calore e dolore, 

c) Cellulite suppurativa 

Combina segni locali (dolore pulsante, trisma, disfagia, gonfiore fluttuante, adenopatie, salivazione) e segni generali moderati (febbre, astenia, mal di testa).

Può evolvere in necrosi tissutale: cellulite gangrenosa .

d) Cellulite diffusa grave : 

Compaiono dopo 11 giorni dall’intervento, ma possono presentarsi anche in forma fulgida con fascite necrotizzante entro 2-8 ore dall’intervento.

I segni clinici più comuni sono: dolore durante la deglutizione (odinofagia), rossore cervicale e febbre, trisma (difficoltà ad aprire la bocca) e disfagia. Dispnea e disfonia sono segni più rari.

L’associazione di segni locali a segni generali suggerisce una sepsi grave (febbre, confusione, ipotensione, ecc.) che potrebbe mettere a rischio la vita del paziente: si tratta di un’emergenza terapeutica.

5.2.3 Esami aggiuntivi:

  • Esami radiologici:

L’esame di riferimento è la TC cervico-facciale con iniezione di mezzo di contrasto, integrata da una TC toracica se si riscontra estensione dell’infiammazione alla base del collo alla ricerca di segni di mediastinite.

  •   Test biologici: 

FNS, PCR, emocolture al picco della febbre e campioni batteriologici.

5.2.4 Trattamento della cellulite:

a) Cellulite circoscritta : 

  • trattamento medico: antibiotico per fermare la diffusione dell’infezione: Augmentin o cefalosporina combinata con un imidazolo
  • Trattamento chirurgico:

-Un’incisione dell’ascesso a livello della gengiva se l’ascesso viene raccolto

-Garantire un buon drenaggio dell’infezione.

b) Cellulite diffusa grave:

La gestione comprende misure di rianimazione respiratoria (ossigenazione, intubazione orotracheale, talvolta tracheotomia), terapia corticosteroidea, terapia antibiotica probabilistica: combinazione di una cefalosporina di terza generazione e di un imidazolo parenterale che verrà adattata in base ai risultati batteriologici; e trattamento chirurgico del punto di ingresso (incisione, lavaggio, drenaggio).

5.3 Osteite:

È un’infiammazione del tessuto osseo (mascella) correlata a un’estrazione dentale (terzo molare ). Si verifica il più delle volte su un focolaio di alveolite trascurato e spesso su un terreno particolare (osso fragile, irradiazione, diabete).

Sono più frequenti nella mandibola che nella mascella a causa della vascolarizzazione terminale nella mandibola.

L’osteite può essere la conseguenza della cellulite e viceversa.

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5.3.1 Segni clinici e paraclinici dell’osteite:

Segni clinici :

  • dolore localizzato o irradiato, continuo o parossistico, 
  • eritema ed edema nel sito dell’osteite 
  • Fistole cutanee, derivanti da pus, a volte denudamento osseo, 
  • Trisma in caso di interessamento osseo posteriore
  • segni generali: febbre e adenopatia cervicale.

La TC facciale con iniezione di mezzo di contrasto rivela osteolisi e sequestro osseo . 

Biologia : iperleucocitosi, PCR positiva.

5.3.2 Trattamento:

Il trattamento è medico-chirurgico nella maggior parte dei casi:

Trattamento medico: terapia antibiotica appropriata con buona diffusione ossea, analgesici, ossigenoterapia (iperbarica)

Trattamento chirurgico: drenaggio, curettage e rimozione del sequestro.

5.4 Infezioni a distanza dal sito chirurgico

Si tratta di una complicazione rara, favorita dalla mancanza di una gestione tempestiva e adeguata delle infezioni del sito chirurgico. Il focolaio infettivo orale può essere causa di infezione distante o generalizzata (setticemia): 

– Cardiaca (endocardite batterica)

– Oftalmiche (uveiti, cheratiti)

– Emboli settici remoti (ascesso cerebrale, polmonare, osseo , renale , ecc.)

6. danni ai nervi:

Si tratta di complicazioni rare, reversibili se si verifica una compressione del nervo e irreversibili se si verifica una sezione completa del nervo.

La lesione più comune è quella del nervo alveolare inferiore; È causata il più delle volte dall’avulsione del terzo molare mandibolare e può dare origine a disturbi della sensibilità labio-mentale: anestesia parziale o completa, ipoestesia, parestesia o disestesia.

Ⅲ Conclusione: istruzioni post-operatorie:

  • evitare di sputare e di usare il collutorio per 24 ore;
  • applicare un impacco di ghiaccio subito dopo la procedura;
  • Tenere l’impacco in bocca per 1 ora dopo la procedura.
  • Assumere i farmaci antidolorifici prescritti prima che inizino, evitare l’aspirina;
  • A partire dal giorno successivo all’intervento, garantire una buona igiene orale dopo ciascuno dei tre pasti (spazzolatura delicata);
  • Evitare attività fisica intensa per 2-4 giorni;
  • Dieta semiliquida e fredda/tiepida per i primi 2 giorni. 
  • Evitare bevande calde
  • Evitare alcol e tabacco per 1 o 2 settimane

Cure postoperatorie e complicazioni

  Le carie non curate possono raggiungere il nervo del dente.
Le faccette in porcellana restituiscono un sorriso smagliante.
I denti disallineati possono causare mal di testa.
La prevenzione dentale evita trattamenti costosi.
I denti da latte servono da guida per i denti permanenti.
I collutori al fluoro rinforzano lo smalto dei denti.
Una visita annuale ti permetterà di monitorare la tua salute orale.
 

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