Cuore e cavità orale
- INTRODUZIONE:
La gestione dei pazienti cardiaci, definiti per eccellenza “pazienti a rischio”, occupa un posto sempre più importante nella pratica quotidiana dell’Odontoiatra.
Quando si ha a che fare con questi pazienti, il medico si trova ad affrontare il rischio di infezione, emorragia o sincope o la combinazione di 2 o 3 rischi.
Per fare ciò è essenziale che il medico abbia una conoscenza perfetta della malattia e dei suoi rischi, del trattamento seguito dai suoi pazienti nonché del comportamento da adottare nei loro confronti specifico.
2- PROMEMORIA :
2.1- Anatomia:
Il cuore è situato nella cavità toracica e occupa in questa cavità il mediastino anteriore tra i due polmoni. Di forma piramidale, con asse maggiore orizzontale, il cuore è un organo cavo.
Una parete stagna (il setto) divide il cuore in due camere, il cuore destro e il cuore sinistro, ciascuna composta da un atrio nella parte posteriore e da un ventricolo nella parte anteriore, separati da valvole. Ci sono quattro valvole:
-2 valvole atrioventricolari (valvola tricuspide – 3 valvole – e una valvola mitrale formata da 2 valvole),
-2 valvole arteriose (1 polmonare e 1 aortica con 3 valvole sigmoidee ciascuna)
Il ruolo di queste valvole è quello di consentire il passaggio del sangue in una sola direzione, cioè dagli atri ai ventricoli (valvola mitrale a sinistra e tricuspide a destra) e dai ventricoli alle arterie che escono dal cuore (valvola aortica a sinistra e valvola polmonare a destra).
La parete cardiaca è composta da 3 strati:
- l’endocardio che riveste la superficie interna delle cavità cardiache e le superfici delle valvole.
- Il miocardio assomiglia a un muscolo striato e si contrae spontaneamente
- Il pericardio è formato da due strati (pericardio viscerale e pericardio parietale)
2.2- Fisiologia:
Il cuore funziona a cicli, in cui sistole (contrazione) e diastole (rilassamento e riempimento) si susseguono. Il cuore destro riceve sangue deossigenato attraverso le due vene cave.
Questo sangue passa dall’atrio al ventricolo, che lo invia ai polmoni attraverso l’arteria polmonare.
Il cuore sinistro riceve sangue ossigenato attraverso le 4 vene polmonari, l’atrio al ventricolo, che lo espelle nell’aorta. Quest’ultima lo distribuisce a tutto il corpo e al cuore attraverso le arterie coronarie.
- L’attività elettrica del cuore:
L’attività elettrica del cuore è costituita da segnali elettrici che gli fanno battere a un ritmo regolare e a una frequenza normale. Il percorso di questi segnali inizia con un impulso proveniente dal nodo del seno, o nodo senoatriale (SA) (= nodo di Keith e Flack), situato nell’atrio destro. L’impulso elettrico attraversa il cuore dall’alto verso il basso, dagli atri ai ventricoli. A loro volta, le parti del cuore si contraggono mentre le altre si espandono.
Innanzitutto, l’impulso elettrico viene emesso dal nodo senoatriale e trasmesso agli atri, che si contraggono ed espellono il sangue nei ventricoli.
L’impulso raggiunge il nodo atrioventricolare (AV) (Aschoff-Tawara), situato sulla parete che separa gli atri dai ventricoli. Rimane lì per un po’, il tempo necessario ai ventricoli per riempirsi di sangue.
L’impulso elettrico raggiunge i ventricoli attraverso le fibre muscolari situate nel setto (fascio atrioventricolare o fascio di His) e nelle pareti interne dei ventricoli (fibre di Purkinje).
Infine, l’impulso innesca la contrazione dei ventricoli, che spinge il sangue nei polmoni e nel resto del corpo.
L’ elettrocardiogramma (ECG) è un esame che aiuta a diagnosticare un problema nell’attività elettrica del cuore. Misura l’attività elettrica tracciando i segnali percepiti su un foglio.
3- Cosa fare quando si ha a che fare con un cardiopatico:
- Esame
– Tipo di malattia e sua età
– Trattamento seguito
– Malattie generali concomitanti e loro trattamento.
- Contattare il medico curante tramite lettera, richiedendo un rapporto dettagliato che includa:
la diagnosi, il trattamento in corso, se il paziente ha subito o dovrà subire un intervento chirurgico e le sue condizioni attuali.
Cuore e cavità orale
- Una radiografia panoramica dentale dovrebbe essere richiesta sistematicamente.
GESTIONE DEL RISCHIO NEL MEDICO PRIMARIO:
1- Il rischio di emorragia
1.1 – Classificazione dei pazienti in base al rischio emorragico:
L’American Society of Anesthesiologists ( ASA ) classifica i pazienti in tre categorie:
- I pazienti ad alto rischio sono quelli con esami di laboratorio anormali (INR superiore a 2 nei pazienti sottoposti a AVK) e/o emostasi primaria non diagnosticata, nonché pazienti con un’anomalia nota della coagulazione e/o dell’emostasi primaria.
- I pazienti a rischio moderato sono quelli che assumono farmaci cronici a base di aspirina e derivati, FANS e pazienti che assumono anticoagulanti il cui INR è inferiore o uguale a 2
- I pazienti a basso rischio sono pazienti con esami clinici e test di laboratorio normali.
1.2 – Malattia cardiaca a rischio emorragico:
Si tratta di tutti i pazienti cardiaci il cui trattamento si basa su un agente antipiastrinico, un anticoagulante o un agente antifibrinolitico:
- Malattie tromboemboliche (arterite obliterante cronica degli arti inferiori, trombosi venosa, embolia polmonare)
- Cardiopatia ischemica (infarto miocardico, angina pectoris)
- Anamnesi di chirurgia cardiovascolare (angioplastica coronarica transluminale, stent coronarico, bypass aorto-coronarico, ecc.)
- Malattia valvolare cardiaca e portatori di protesi valvolari
- Disturbi del ritmo
1.3 – Gestione dei pazienti a rischio emorragico:
Pazienti in terapia con farmaci antipiastrinici:
Si tratta principalmente di: aspirina (o suoi derivati), sotto Ticlopidina, o sotto FANS:
- Acido acetilsalicilico (Aspégic®)
- Ticlopedina (Ticlid®).
- Clopidogrel (Plavix®)
- Acetilsalicilato (Kardégic®)
Se la TS è normale (meno di 10 minuti, secondo il metodo Ivy), si può prendere in considerazione qualsiasi tipo di procedura adottando misure di emostasi di base.
Se la TS si prolunga, l’intervento chirurgico deve essere rinviato in accordo con il medico curante, si deve valutare la sospensione della prescrizione per una settimana per normalizzare la TS, dopodiché si procederà con gli interventi; la ripresa dell’aspirina sarà decisa non appena sarà escluso qualsiasi rischio di emorragia postoperatoria.
Per i pazienti che assumono clopidogrel:
– FNS completo
– Valutazione dell’emostasi
Nota bene : la TS tende ad essere abbandonata per stimare il rischio emorragico di un paziente in trattamento con (AAP), poiché la sua sensibilità è incoerente.
Attualmente non esiste un test biologico valido di routine per identificare i pazienti sottoposti ad APA che potrebbero avere un rischio maggiore di sanguinamento durante l’intervento chirurgico.
La valutazione precisa del rischio di emorragia si basa quindi principalmente su interrogatori medici ed esami clinici.
Pazienti in terapia con anticoagulanti:
Anticoagulanti:
- Eparine
– Eparina non frazionata (calciparina ® )
– Eparine a basso peso molecolare:
– Enoxaparina sodica (Lovenox ® )
-Tinzaparina sodica (Innohep®)
- Antivitamina K:
– Acenocumarolo (Sintrom ® )
-Fluindione (previscan ® )
-Warfarin (coumadin ® )
- Nuovi anticoagulanti orali (NOAC):
-Rivaroxaban (Xarelto ® ): Inibitori diretti del fattore Xa
-Dabigatran (Pradaxa ® ): inibitore diretto della trombina
Pazienti trattati con AVK :
Vengono valutati mediante TP o INR prima di qualsiasi procedura chirurgica.
Richiedere una valutazione della coagulabilità per il giorno della procedura 24 ore prima della procedura: TP (tasso di protrombina) e INR ( rapporto internazionale normalizzato ).
– Se è possibile l’intervento su INR (2-3) o TP (30%-45%).
– Pazienti con protesi valvolari meccaniche, grave malattia della valvola mitrale con fattori che contribuiscono all’INR (3 – 4,5)
– Se INR > 3 o < 2 o TP ≤ 30 o > 45 indirizzare il paziente al cardiologo.
Soggetti trattati con eparina: monitorati mediante conta piastrinica e tempo di cefalina attivata. Ma l’unico test affidabile è il dosaggio dell’attività anti-Xa.
– Bilancio nel frattempo 🡪 possibilità di intervento
– Altrimenti 🡪 indirizzare il paziente al proprio cardiologo
- Durante l’operazione:
- L’intervento dovrebbe essere eseguito solo se è disponibile una tecnica di emostasi locale perfetta.
- Pianificare l’atto all’inizio della giornata e all’inizio della settimana.
- L’anestesia locoregionale con Spix Spine è formalmente controindicata (rischio di ematoma faringeo).
- Anestesia periapicale con vasocostrittore.
- Ridurre al minimo il trauma e l’estensione del sito chirurgico.
- Se è necessaria un’alveolectomia; è necessario asportare una piccolissima quantità di tessuto osseo.
- Il tessuto di granulazione, i granulomi e le cisti devono essere completamente raschiati soprattutto dopo l’estrazione dei denti con parodonto interessato.
- L’uso sistematico dei metodi di emostasi locale rimane la regola:
- Compressione locale immediata per 10 minuti con compresse imbevute di acido tranexamico (Exacyl ®)
- Otturazione alveolare :
- colle emostatiche biologiche di origine umana (Biocol®, Tissucol®, Bériplaste®)
- ossicellulosa vegetale (Surgicel®)
non consigliato per il contatto con le ossa
- Realizzazione di suture ( con filo riassorbibile ) :
🡪posizionamento di singoli punti separati.
🡪Si dovrebbero evitare suture continue.
Le stecche compressive in silicone rappresentano una tecnica di compressione complementare.
- Precauzioni post-operatorie
– Non prescrivere l’aspirina come antidolorifico.
– Evitare di prescrivere FANS per il controllo del dolore.
– Se si rende necessaria una prescrizione di antinfiammatori, è preferibile un trattamento corticosteroideo a breve termine
– Si devono evitare antibiotici quali penicillina, eritromicina, tetraciclina, metronidazolo, ampicillina/acido clavulanico e combinazioni amoxicillina/acido clavulanico.
- È controindicato sciacquare la bocca con il collutorio per le prime 24 ore.
- Fornire istruzioni chiare:
• Non mangiare né bere per 2 o 3 ore dopo l’intervento.
• Niente cibo caldo per il resto della giornata.
• Masticare dal lato opposto al sito chirurgico.
• In caso di sanguinamento, applicare una pressione per 20 minuti con una garza; se il sanguinamento non si ferma, contattare il dentista.
- Si consiglia un controllo a distanza di 24-48 ore o un semplice contatto telefonico per verificare la corretta aderenza alle indicazioni post-operatorie.
Cuore e cavità orale
2 – Rischio sincopale:
2.1- Definizione:
Si tratta di una perdita di coscienza breve, completa, improvvisa e reversibile, successiva a una riduzione dell’ossigenazione cerebrale.
2.2- Cause della sincope:
È dovuto ad anossia o ischemia cerebrale. Può essere collegato a :
- una condizione cardiovascolare
- Un disturbo del ritmo
- asfissia
- un improvviso passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta (ipotensione ortostatica)
- ipokaliemia (diminuzione dei livelli di potassio nel sangue)
Nella maggior parte dei casi la sincope è dovuta all’iperattività del sistema nervoso autonomo parasimpatico: si parla allora di sincope vagale o riflessa. Si verifica in caso di dolore intenso, emozione (paura, stress, ecc.), compressione del collo (seno carotideo)
2.3- clinica:
La sincope si manifesta con una perdita improvvisa di coscienza e provoca una contrazione muscolare completa, spesso con caduta del paziente. Il paziente è pallido, non reagisce più ai rumori o ai pizzichi e non ha polso.
La durata della perdita di coscienza è minima, il più delle volte inferiore a 1 minuto
La ripresa è spontanea, completa, molto rapida e preceduta da una ricolorazione del volto. Quando la perdita di coscienza è prolungata, si parla allora di Coma.
2.4- Classificazione del rischio sincopale:
Tutti i pazienti possono manifestare sincope, ad eccezione di quelli portatori di pacemaker .
- Alto rischio :
– Ipertensione.
– Disturbi del ritmo.
– Cardiopatia ischemica.
– Stenosi aortica
- A rischio :
– Cardiomiopatie.
– Embolie polmonari.
– Cardiopatia congenita cianotica.
– Insufficienza cardiaca.
2.5- Prevenzione del rischio sincopale:
Questi pazienti possono manifestare sincope a causa di:
- la loro malattia cardiovascolare
- del loro trattamento (antipertensivi)
- del fattore emotivo o stress specifico di tutti gli individui
- di anestesia
Il controllo e la riduzione dello stress devono rientrare tra le precauzioni che il professionista deve adottare. Se fosse necessario prescrivere una premedicazione, questa verrà effettuata in accordo con il cardiologo curante.
*Prevenzione della sincope:
– preparazione psicologica;
– preparato sedativo per ridurre lo stress: idrossizina (Atarax ® 25 mg) o diazepam (Valium ® 5 mg: 1 compressa il giorno prima e 1 compressa 1 ora prima dell’atto);
– non intervenire su un paziente stanco o a digiuno;
– il paziente deve essere sistemato comodamente, in posizione sdraiata durante l’anestesia:
🡪 la cartuccia deve essere tiepida, l’iniezione deve essere lenta
🡪 utilizzare vasocostrittori senza superare 0,04 mg
🡪 evitare atti dolorosi;
🡪 evitare interventi lunghi;
🡪 monitorare il paziente per mezz’ora dopo la procedura.
*Trattamento della sincope
In caso di svenimento, è necessario:
– Interrompere il trattamento;
– Valutare i segni vitali: pressione arteriosa, polso, stato di coscienza.
– Assicurare lo svuotamento della cavità orale;
– Posizionare il paziente in posizione sdraiata con la testa iperestesa;
🡪Se il fastidio persiste, si esegue un massaggio cardiaco esterno, accompagnato da ventilazione artificiale bocca a bocca o tramite apposito dispositivo, oppure si somministra un’iniezione sottocutanea di atropina alla velocità di 0,5 mg (in attesa dell’arrivo dell’equipe medica)
Nota bene:
Se l’infarto miocardico è avvenuto da più di un mese, il dentista interverrà solo se le condizioni generali saranno ritenute soddisfacenti e stabili, potendo così effettuare il trattamento in ambulatorio e le estrazioni in ambito ospedaliero [Yvon Roche 2010].
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3- Rischio di endocardite infettiva:
3.1 – Definizione:
L’endocardite infettiva è definita come un danno all’endocardio, il rivestimento interno del cuore, causato da germi il cui passaggio nel sangue è causato da una lesione della mucosa o della cute.
In Francia l’incidenza dell’EI è stimata in 30 casi ogni milione di abitanti. La mortalità rimane stabile (dal 15 al 25%).
Si tratta di una malattia rara ma grave.
Fattore contribuente: valvulopatia, protesi valvolare, soprattutto del cuore sinistro.
L’EI può essere acuta (più spesso in un cuore sano) o subacuta in un endocardio precedentemente danneggiato (è la malattia di Osler).
3.2 – Fisiopatologia:
Nello sviluppo dell’EI vengono descritte 3 fasi:
- 1° stadio: deposito di fibrina e piastrine sull’endotelio valvolare facilitato da lesioni endoteliali meccaniche o infiammatorie preesistenti
- 2° stadio : adesione batterica alle valvole durante la batteriemia transitoria
- 3° stadio : moltiplicazione dei batteri nelle valvole con estensione e distruzione locale (ascesso e insufficienza cardiaca dovuta alla distruzione valvolare) seguita da disseminazione a distanza.
3.3 Patogenesi (batteriemia):
È attraverso la batteriemia che si spiega il verificarsi dell’IE. Questo processo patogeno, che fa parte delle teorie sull’infezione focale, è spiegato dal passaggio di batteri nel flusso sanguigno e che si innesteranno sull’endocardio.
3.4 Clinica:
I segni clinici sono spesso insidiosi. L’infezione sistemica si manifesta con brividi, febbre, sudorazione, malessere generale, perdita di peso e dolori muscoloscheletrici.
Talvolta la malattia si manifesta immediatamente attraverso una complicazione, come l’insufficienza cardiaca destra o sinistra o manifestazioni emboliche.
Gli esami aggiuntivi sono:
– emocolture: eseguire 3 coppie di emocolture nell’arco di 24 ore, distanziate di un’ora, prima di assumere qualsiasi ATB
- In caso di esito negativo, ripetere le emocolture 3 giorni dopo.
– ecografia cardiaca: l’ecografia transesofagea è la più sensibile per la diagnosi di vegetazioni e ascessi
3.5 Modalità di profilassi antibiotica:
Evoluzione delle raccomandazioni e delle modalità di profilassi antibiotica:
- Raccomandazioni del 1997: i cardiologi americani hanno proposto 3 gruppi di rischio (alto, moderato, basso).
- Raccomandazioni del 2002: i francesi sono passati da 3 a 2 gruppi di pazienti a rischio (rischio alto, rischio basso), raccomandando la profilassi antibiotica formale per il primo gruppo (gruppo A) e la profilassi antibiotica facoltativa per il secondo gruppo (gruppo B).
- Nel 2007 sono passati a un unico gruppo di rischio (gruppo A).
- Nel 2008, gli esperti inglesi proposero l’abbandono totale della profilassi antibiotica.
Cuore e cavità orale
Nella pratica, le raccomandazioni francesi del 2002 restano le più adatte alle nostre popolazioni:
(Raccomandazioni francesi del 2002):
- Malattie cardiache ad alto rischio:
Protesi valvolari (meccaniche, omoinnesti o bioprotesi)
Cardiopatia congenita cianotica non operata e shunt chirurgici (polmonari-sistemici)
Storia dell’EI
Malattie cardiache a basso rischio:
- Valvulopatie: IA, IM, RA
- PVM con IM e/o ispessimento valvolare
- Bicuspidazione aortica
- Cardiopatia congenita non cianotica eccetto CIA
- Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (con soffio all’auscultazione)
Uno studio recente pubblicato nel 2021 riporta questa osservazione.
Cuore e cavità orale
Cuore e cavità orale
*azioni a rischio di endocardite infettiva:
- Estrazioni dentali
- Atti parodontali
- Reimpianto dentale
- Posizionamento dell’impianto
- Chirurgia endodontica
- Anestesia intraligamentosa
- Tutte le procedure in cui è previsto sanguinamento
*azioni non rischiose:
- Ttt della carie superficiale
- Preparazioni protesiche sopragengivali
- Anestesia locale (tranne intra-ligamentare)
- Trattamento endodontico senza superamento dell’apice e posizionamento del perno
- Rimozione della sutura
- Impronte digitali
- Imposizione dell’ordine di diga
- Fare radiografie
- Fluorizzazione
- Indicazioni per le precauzioni contro il rischio di infezione
Il loro obiettivo è quello di ridurre la batteriemia spontanea e indotta mediante l’applicazione di misure di prevenzione dell’endocardite infettiva.
– istituzione di una rigorosa igiene orale;
– ricerca ed eradicazione di qualsiasi fonte di infezione.
Quindi, a seconda del rischio, è necessario:
Nei pazienti ad alto rischio
– Le malattie parodontali richiedono l’estrazione
– La detartrasi è offerta solo in caso di gengivite
– Al termine del trattamento verranno mantenuti solo i denti con parodonto sano o disinfettato.
– Possono essere implementate tecniche di styling escludendo lo styling diretto e la pulpotomia.
– Estrarre i denti con polpa danneggiata, così come i denti traumatizzati;
– Astensione dall’estrazione dei denti inclusi profondi che non presentino rischio di disinclusione o pericoronite.
Controindicare la chirurgia parodontale, gli impianti e la chirurgia periapicale;
– Prima dell’intervento di sostituzione valvolare, i pazienti rientrano nella categoria ad alto rischio di endocardite infettiva
🡪È necessario effettuare una valutazione completa delle immagini dentali;
🡪 Verranno mantenuti solo i denti con polpa o trattamento endodontico perfetto, senza allargamento desmodontale, risalenti a più di un anno fa e con parodonto sano.
🡪 Tutti gli altri denti devitalizzati con trattamento endodontico incompleto, denti con lesioni parodontali, radici e apici persistenti verranno estratti almeno 15 giorni prima dell’intervento cardiaco (tranne in caso di urgenza).
Nei pazienti a rischio
- Denti con malattia parodontale: come per i pazienti ad alto rischio;
- Sono sconsigliati interventi di chirurgia parodontale, implantologia e chirurgia periapicale.
- In caso di infiammazione della polpa
- Denti monoradicolati: si consiglia di effettuare la rimozione della polpa tenendo conto degli elementi di riflessione in caso di profilassi antibiotica.
- Denti pluriradicolati: l’indicazione alla conservazione è di competenza dello specialista sotto profilassi antibiotica.
– In caso di necrosi pulpare: è necessaria l’estrazione.
Cuore e cavità orale.
Cuore e cavità orale
Profilassi antibiotica | Malattie cardiache a rischio Gruppo A | Malattie cardiache a basso rischio Gruppo B |
Gesto oro-dentale rischioso | Raccomandato | Opzionale |
Gesto orale-dentale non rischioso | Non consigliato | Non consigliato |
NB : per il gruppo B, ecco i fattori di rischio che orientano questa scelta:
A favore della prescrizione:
– età superiore ai 65 anni
– patologia associata: diabete, insufficienza cardiaca, insufficienza renale, ecc.
– cattiva salute orale
– procedura odontoiatrica : sanguinamento significativo, tecnicamente difficile
A favore dell’astensione:
– allergia a molti ATB
– desiderio del paziente
3.4 Modalità di profilassi antibiotica
- -in assenza di allergia ai beta-lattamici:
2 g di moxicillina (75 mg/kg nei bambini), per via orale 1/2 ora prima del trattamento (adulti < 60 kg), altrimenti 3 g.
- Se è prevista l’anestesia generale: 2 g di amoxicillina (50 mg/kg nei bambini) per infusione endovenosa nell’arco di 30 minuti nell’ora precedente il trattamento, seguiti da 1 g per os 6 ore dopo.
- -in caso di allergia ai beta-lattamici (o profilassi a lungo termine con penicillina):
600 mg di clindamicina (15 mg/kg nei bambini) per via orale un’ora prima del trattamento
Oppure 1 g di pristinamicina per via orale un’ora prima del trattamento.
- In caso di anestesia generale, la vancomicina viene somministrata alla dose di 1 g per via endovenosa per 60 minuti nell’ora precedente la procedura.
Oppure 400 mg di Teicoplanina per via endovenosa diretta.
Attualmente si parla anche di batteriemia spontanea , quella che si verifica durante le attività quotidiane, come lavarsi i denti e masticare. Sarebbe compresa tra 0 e 26% durante il semplice spazzolamento e tra 0 e 51% durante la masticazione. In teoria, il normale attaccamento epiteliale rappresenta una barriera efficace e impedirebbe la penetrazione dei microrganismi nel flusso sanguigno. Il rischio si presenterebbe con la comparsa di infiammazioni prodotte dai depositi di placca batterica sul colletto dei denti. Questa batteriemia spontanea è quindi correlata ad una insufficiente igiene orale.
Questo concetto giustifica l’uso di antisettici locali a base di clorexidina sotto forma di collutori da 30 secondi che devono precedere le procedure odontoiatriche e l’igiene orale in un numero minimo di sedute. Se sono necessarie più sedute, distanziarle di almeno 10 giorni, se si utilizza la profilassi antibiotica.
Cuore e cavità orale
In caso di procedura oro-dentale a rischio di EI:
- Prenotare la visita del paziente preferibilmente al mattino, per evitare lo stress della giornata,
- Sciacquo preoperatorio con collutorio alla clorexidina
- Profilassi antibiotica per procedure sanguinose
- I gesti devono essere il meno traumatici possibile.
- Se sono previste più sedute di trattamento, è necessario rispettare un intervallo minimo di 10-15 giorni tra una seduta e l’altra oppure alternare l’antibiotico (amoxicillina; azitromicina; pristinamicina);
- In caso di endocardite infettiva intervenire almeno 1 mese dopo.
- In caso di febbre reumatica acuta isolata (IRA) (senza coinvolgimento cardiaco); avvicinare l’atto alla data dell’iniezione di Extencillin
- In caso di RAA con coinvolgimento cardiaco; sottoporre il paziente a profilassi antibiotica: Pristinamicina o Azitromicina.
- Tutti i pazienti dei gruppi A e B devono essere informati regolarmente della necessità di consultare rapidamente il proprio cardiologo in caso di febbre .
Cuore e cavità orale
- CONCLUSIONE:
La cura di un cardiopata deve essere effettuata in un clima di fiducia senza dimenticare un’adeguata premedicazione, sapendo che il cardiopata si confronta con 3 rischi principali, ovvero: il rischio di infezione, il rischio di emorragia e il rischio di sincope.
Alcune patologie cardiache richiedono il ricovero del paziente per il ripristino del cavo orale, altre necessitano di profilassi antibiotica, misure di emostasi preventiva o una serie di precauzioni.
Cuore e cavità orale
I denti da latte devono essere curati per evitare problemi futuri.
La malattia parodontale può causare l’allentamento dei denti.
Le protesi dentarie rimovibili ripristinano la funzione masticatoria.
Il fluoro applicato in studio rafforza lo smalto dei denti.
I denti gialli possono essere trattati con lo sbiancamento professionale.
Gli ascessi dentali spesso richiedono un trattamento antibiotico.
Uno spazzolino elettrico pulisce in modo più efficace di uno spazzolino manuale.