Di taglio
Piano
- Introduzione.
- Storico.
- Materiale utilizzato.
- Obiettivi e principi della tecnica.
- I tre principi specifici di Edgewise.
- Movimenti controllati.
- Padronanza delle zone di ancoraggio.
- Concetto di arco ideale.
- I tre principi specifici di Edgewise.
- Fasi di elaborazione in Edgewise.
- Conclusione.
- Introduzione:
La meccanica ortodontica obbedisce alle leggi fisiche allo stesso modo di ogni meccanica: qualunque sia la tecnica applicata, il dente si muoverà in base alla forza che riceve e alla reazione tissutale che genera.
La tecnica Edgewise è senza dubbio quella che offre il massimo controllo dei movimenti dentali nelle tre dimensioni dello spazio.
Questo è il sistema più diffuso oggi. Presenta tuttavia ancora alcune difficoltà per quanto riguarda la correzione anteroposteriore e lo sblocco anteriore dell’occlusione.
- Storico
Edgewise è una tecnica multi-anello inventata nel 1928 da Angle e presentata in una conferenza a New London.
Angle era un ortodontista che dedicò la sua vita alla ricerca di meccanismi che gli consentissero di curare i suoi pazienti ripristinando un’occlusione il più possibile vicina a quella ideale. Edgewise fu il culmine di questa ricerca e l’ultimo di una serie di meccanismi che furono successivamente abbandonati; Angle lo ha presentato come “l’ultimo e il migliore nei meccanismi ortodontici”.
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Molti uomini avrebbero considerato questo dispositivo estetico, semplice ed efficace come il culmine delle loro ricerche, ma il dottor ANGLE non era di questo tipo e, nonostante il successo del suo nuovo dispositivo, ne valutò personalmente i limiti.
Questa tecnica, nonostante le sue grandi possibilità, non gli consentiva di soddisfare due importanti qualità che egli richiedeva ad un apparecchio ortodontico:
- La capacità dei denti di muoversi distalmente (o mesialmente) parallelamente al loro asse;
- Capacità di tenere insieme rigidamente gruppi di denti per fungere da ancoraggio per una forza destinata a muovere altri denti o gruppi di denti. Fu per soddisfare questi ulteriori obiettivi che venne sviluppato l’Edgewise;
- Quando fu presentato, questo meccanismo non aveva un nome, poiché l’elemento attivo era un arco rettangolare introdotto nella staffa dal lato piccolo; gli fu dato il nome Edgewise, che significa dal bordo.
- Materiali utilizzati:
- Elementi fissi:
Questi sono gli attacchi ortodontici principali e accessori e i loro supporti.
Supporta:
Gli anelli realizzati
Basi incollate : L’innovazione più importante degli ultimi anni è stata l’utilizzo, come supporti per gli attacchi ortodontici, di basi metalliche incollate direttamente ai denti tramite le loro facce interne che recano una rete metallica saldata.
I progressi nei prodotti adesivi hanno permesso di aumentare l’affidabilità di questi legami e di semplificarne le modalità operative.
Allegati principali:
Si presentano in due forme: sugli ultimi molari ad anello ci sono i tubi; su tutti gli altri denti si tratta di blocchi o “attacchi”:
Staffa di bordo : è costituita da un blocco di metallo con una scanalatura trasversale al centro; Questa scanalatura si presenta come una guida rettangolare di dimensioni 0,022 x 0,028, destinata a ricevere archi rettangolari la cui dimensione massima è 0,0215X028, adattandosi con una leggera frizione.
Con l’evoluzione dell’Edgewise, la forma e le dimensioni della staffa hanno subito numerose variazioni, ma il principio di questo assemblaggio non è mai cambiato rispetto alla staffa originale. Il design della staffa può variare a seconda dell’utente e del metodo utilizzato.
Attacco autolegante (sistema Damon): l’attacco Damon System rappresenta la nuova generazione di attacchi autoleganti, offre maggiore semplicità clinica di utilizzo e maggiore affidabilità, è un attacco Straight Wire biplot completamente programmato.
Tubi di bordo : si tratta di tubi saldati a metà della faccia vestibolare delle bande molari; Il lume rettangolare di questi tubi ha le stesse dimensioni di quello delle staffe.
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Elementi di fissaggio accessori : si tratta di elementi saldati sulle facce vestibolari o linguali degli anelli e destinati a fungere da punti di applicazione delle forze ausiliarie dell’Edgewise.
I più frequentemente utilizzati sono:
- Tubo di forza extraorale leggero rotondo (.046); destinato a ricevere l’estremità degli archi facciali.
- Ganci di apertura distale saldati alla superficie vestibolare degli ultimi molari, legati alla parete gengivale del tubo Edgewise; Servono per fissare gli anelli elastici.
- Bottoni o ganci linguali (alette a tacchetto), situati sulla superficie linguale di tutti gli anelli, ad eccezione di quelli degli incisivi; Sono molto utili per correggere o controllare rotazioni o inversioni di articolazione.
- Gli occhielli possono essere saldati in vari punti dell’anello.
- Elementi rimovibili:
Gli archi sono gli elementi attivi specifici dell’apparecchiatura Edgewise, sono realizzati in filo di acciaio di sezione diversa a seconda delle fasi del trattamento.
Le prime fasi vengono eseguite utilizzando filo a sezione tonda e le dimensioni più comuni sono: .014 .016 .018 .020; poi, non appena il progresso della cura lo consente, questi archi vengono sostituiti da archi di Edgewise propriamente detti di sezione rettangolare e le cui dimensioni usuali sono: .017X.025, .019X.025, .021X.027, .0215X.028.
- Forze ausiliarie:
Oltre alle forze specifiche Edgewise generate dagli archi, la tecnica Edgewise si basa su altri tre tipi di forze:
- Forze mono o intramascellari;
- Forze intermascellari;
- Forze extraorali.
- Forze intramascellari:
- Obiettivi e principi
Gli obiettivi perseguiti da Angle erano:
- Trovare un modo per ottenere un movimento dentale unitario in tutte e tre le direzioni spaziali utilizzando un’unica arcata.
- Permettere; sempre con un singolo arco per controllare sia la forma dell’arco che le sue dimensioni.
- Determinare la forma dell’arco in modo da ottenere la massima stabilità possibile dopo il trattamento.
- I tre principi specifici di Edgewise
In Edgewise, i risultati dell’analisi dell’arco e dell’analisi cefalometrica determineranno il piano di trattamento e la fine del trattamento dovrà essere ottenuta in accordo con gli obiettivi grazie a tre principi specifici di Edgewise:
- Controllo tridimensionale dei movimenti dentali;
- controllo delle zone di ancoraggio;
- il concetto di arco ideale.
Gli archi di lavoro di bordo sono costruiti con filo di acciaio rettangolare sagomato sul bordo per approssimare la forma dell’arco; su questi archi verranno realizzate un certo numero di pieghe o curve affinché l’arco abbia davanti a ogni attacco una conformazione e un orientamento specifici alla posizione ricercata per ogni dente e sarà l’effetto dell’insieme attacco-arco a trasmettere la forza al dente e a provocarne lo spostamento.
- Curvature di primo ordine: sono realizzate sul piano orizzontale e non incidono sulla planarità dell’arco, consistono in accentuazioni di curve o pieghe a baionetta verso l’esterno dell’arco (offset), o verso l’interno (in set); Possono talvolta essere esagerate (sovracorrezione delle rotazioni), ma il loro obiettivo principale è quello di ottenere una conformazione armoniosa dell’arcata tenendo conto della morfologia delle corone dentarie.
- Piegature di 2° ordine: sono piegature realizzate su un piano verticale, quando la parte distale del morsetto è piegata in direzione gengivale, questa piegatura è chiamata “piegatura della punta all’indietro” e quando la parte mesiale del morsetto è piegata in direzione gengivale è chiamata “piegatura della punta in avanti”. Le curvature di 2° ordine hanno il ruolo di controllare la direzione mesio-distale dell’asse dei denti. I tip back vengono utilizzati sistematicamente nella tecnica Edgewise in una fase del trattamento chiamata preparazione dell’ancoraggio, sia isolatamente sugli ultimi molari che in serie sui denti posteriori al canino; queste curve influenzano la planarità dell’arcata; l’introduzione di una curva attiva di 2° ordine nel lume di attacco avviene tramite un’azione di leva. Le variazioni della curva di Spee possono essere considerate curvature di secondo ordine. Esiste un tipo particolare di pieghe di 2° ordine chiamate “pieghe artistiche”, si tratta di pieghe introdotte nelle arcate di finitura, interessano il settore incisale e hanno lo scopo di conferire una direzione leggermente apico-divergente agli assi degli incisivi mascellari.
- Curve di terzo ordine: si realizzano utilizzando 2 pinze n° 442 poste su un piano perpendicolare all’arco e le cui ganasce sono applicate alla superficie grande dell’arco; una delle due morse rimane ferma, mentre l’altra esegue un movimento di torsione. Questa variazione della forma dell’arco è chiamata coppia. La coppia designa quindi uno stato e non un movimento. È la conformazione torsionale di un arco rettangolare.
La coppia che andremo ad introdurre sull’arco può avere due forme diverse:
- Coppia continua: è una torsione uniforme che coinvolge uno o più denti; quindi un settore dell’arco limitato da due punti. Generalmente riguarda il settore incisale, nei settori laterali l’asse della pinza è sempre nel piano dell’arcata. Nel settore anteriore l’asse della pinza forma un’angolazione con il piano dell’arcata. Spostando la pinza lungo tutto il settore anteriore l’angolazione rimane la stessa. Il settore anteriore dell’arcata è soggetto a una coppia continua.
- Coppia progressiva: la torsione impressa all’arco in questo caso non è uniforme. Riguarda principalmente i settori premolari e molari. Il controllo del morsetto 442 mostrerà che più ci si allontana dal punto di riferimento verso la fine dell’arco, più aumenta l’angolo tra l’asse del morsetto e il piano dell’arco. La coppia applicata ad un arco serve a controllare l’asse dei denti in direzione vestibolo-linguale. Permette di effettuare sugli incisivi le correzioni indicate dall’analisi cefalometrica e nei settori laterali di ristabilire i normali rapporti occlusali tra i denti antagonisti. Poiché la coppia è un cambiamento di orientamento di un segmento di arco, è necessario definire la direzione di questo cambiamento di orientamento.
Padronanza delle zone di ancoraggio
Le forze utilizzate per ottenere movimenti ortodontici di denti isolati o di gruppi di denti sono forze reciproche tra il punto di ancoraggio della forza e il suo punto di applicazione. Il vantaggio della tecnica “Edgewise” è che consente di realizzare questi movimenti controllando con precisione lo spostamento delle zone di ancoraggio e delle zone di lavoro in base agli obiettivi del trattamento.
Definizione della zona di ancoraggio:
Una zona di ancoraggio può essere definita come un’area che resiste allo spostamento causato dalle forze ortodontiche. Se la zona è a livello dento-alveolare questa resistenza può essere variabile; vale a dire che la zona di ancoraggio può subire essa stessa uno spostamento desiderato o indesiderato. Questo movimento è definito “perdita di ancoraggio”. Per valutare il grado di resistenza che vogliamo
Distinguiamo tre tipi di ancoraggio:
- Ancore naturali.
- Ancoraggi rinforzati
- Ancore preparate.
Concetto dell’arco ideale
L’installazione degli archi denominati “archi ideali” rappresenta la fase finale del trattamento Edgewise. Tutte le fasi precedenti con le loro forze, i loro ausiliari non hanno altra ragione di esistere se non quella di consentire la semplice introduzione di archi ideali.
Curvature degli archi ideali:
Partendo dalla bozza predisposta sulla carta, le curvature dei tre ordini vengono posizionate sugli archi.
Curve di 1° ordine : lo scopo di queste curve è quello di perfezionare l’allineamento dei denti secondo il contorno ideale dell’arcata. Terranno conto della morfologia delle corone dentarie in modo che dopo l’azione di quest’arcata ogni dente trovi normali punti di contatto anatomici con i suoi collaterali.
Arco mandibolare:
- Non ci sarà alcuna deformazione a livello degli incisivi, ma la parte anteriore dell’arcata sarà leggermente appiattita per essere allineata con la linea guida.
- A partire da un segno situato tra l’incisivo laterale e il canino, l’arcata subirà un’accentuazione della sua curva: la curvatura canina.
- Nel punto di contatto tra il canino e il primo premolare si realizza una leggera piega, a forma di baionetta, che fuoriesce dalla linea guida (“offset”).
- Nel punto di contatto tra il 2° premolare e il 1° molare si ottiene un “offset” maggiore.
- Infine, nel punto di contatto tra il primo e il secondo molare, l’arco mandibolare è leggermente angolato verso l’interno della linea. Questa plicatura è nota come “punta verso l’interno”.
Arcata mascellare:
- Una prima deformazione si verificherà tra l’incisivo centrale e l’incisivo laterale, a causa del volume minore di quest’ultimo. Questa deformazione interna della baionetta è chiamata “in set”.
- A livello del contatto incisivo laterale-canino, l’arco viene riportato verso l’interno e circonda il canino con una curva accentuata.
- La seguente deformazione si trova tra il 2° premolare ed il 1° molare: si tratta di uno “offset”.
- Quando si applica la fascia sui secondi molari, si crea uno “sfalsamento” finale leggermente meno marcato tra il primo e il secondo molare.
Curvature di 2° ordine: sono funzione dei movimenti effettuati durante il trattamento. Se è stata effettuata una preparazione dell’ancoraggio di tipo TWEED, verranno posizionate delle “pieghe di punta all’indietro” sull’arco ideale. “punta indietro”, “punta in avanti” e “gradini” possono essere necessari per la correzione eccessiva di anomalie verticali (morsi eccessivi). Le “pieghe artistiche” sono posizionate nel settore anteriore.
Curvature di 3° ordine:
Nella mandibola:
- Nessuna coppia a livello degli incisivi.
- Poca o nessuna coppia ai canini
- Coppia radicolo-vestibolare progressiva sui settori laterali dei premolari.
Nella mascella:
- Coppia radicolo-palatina nel settore anteriore.
- Coppia variabile sul canino a seconda della sua morfologia e della posizione della luce dell’attacco .
- Coppia radicolo-vestibolare progressiva nei settori laterali dei premolari.
Coordinamento degli archi:
I punti di controllo in bocca dopo l’installazione di questi archi ideali saranno i seguenti:
- Concordanza degli ambienti.
- Relazione angolare di classe 1.
- Continuità dei punti di contatto.
- Concordanza tra la posizione della mandibola in relazione centrica e in occlusione terminale.
- Guida anteriore in propulsione con disto-cclusione posteriore.
- La guida canina laterale lavora nei movimenti laterali.
- Assenza di interferenza del lato non lavorante nei movimenti laterali.
- il coordinamento delle forme degli archi;
- Regolazione delle curvature di 2° e 3° ordine;
- Ipercorrezione delle direzioni verticale e anteroposteriore
- Conclusione:
In tutti i casi in cui il trattamento consiste in spostamenti dentali, la tecnica Edgewise è quella che offre le possibilità meccaniche più rigorose. Fin dalla sua invenzione, ha dato origine a diversi metodi.
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Gli spazzolini interdentali puliscono efficacemente gli spazi tra i denti.
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