Trattamento dell’inclusione dentale
INTRODUZIONE :
Il perfezionamento delle tecniche diagnostiche cliniche e radiologiche consente oggi di localizzare con precisione i denti ritenuti e di orientare il professionista verso un protocollo chirurgico rigoroso e ragionato, che meglio si adatti alle esigenze funzionali ed estetiche.
Si possono adottare diversi atteggiamenti terapeutici, che vanno dall’astensione all’estrazione, passando per la disinclusione ortodontico-chirurgica.
- Definizione :
“Un dente incluso è un dente ritenuto nella mascella, assente dall’arcata oltre la normale data della sua eruzione e circondato da un sacco pericoronale senza comunicazione con la cavità orale.”
“Un dente incluso è un dente ritenuto nella mascella oltre la normale data della sua eruzione e il cui sacco pericoronale è parzialmente o totalmente aperto nella cavità orale.”
- Epidemiologia:
L’inclusione dentale può interessare tutti i denti permanenti, con frequenze variabili. I denti più colpiti sono, in ordine di frequenza:
(1) I denti del giudizio mandibolari sono di gran lunga i più colpiti, seguiti dai loro omologhi mascellari.
(2) I canini superiori
(3) I premolari superiori e inferiori : in particolare il secondo PM inferiore.
(4) Incisivi centrali superiori : gli incisivi inferiori sono molto raramente colpiti.
(5) Canini mandibolari : hanno una frequenza di inclusione da 10 a 20 volte inferiore a quella dei canini superiori.
(6) Gli incisivi mandibolari .
Il primo e il secondo molare .
- Trattamento :
- Fattori decisionali:
- Condizioni generali del paziente:
- Psicologia del paziente:
- Età del paziente:
- Igiene del paziente
- Lo studio della dismorfosi o malocclusione globale,
- Lo studio dei denti:
- Analisi dello stato parodontale
- Rilevazione di disfunzioni
- Trattamenti preventivi e intercettivi:
- Avulsione del dente provvisorio :
Per modificare il percorso di eruzione del dente permanente, poiché un dente in evoluzione si muove “nel percorso di minor resistenza”. Tuttavia, lo spazio deve essere mantenuto libero per evitare la mesializzazione del settore posteriore.
- Mantenimento dello spazio assegnato al dente incluso:
La perdita prematura del dente provvisorio richiede l’eventuale posizionamento di un mantenitore di spazio.
- Avulsione dei denti soprannumerari:
I germi soprannumerari e gli odontomi devono essere diagnosticati e avulsi precocemente, per prevenire il rischio di inclusioni.
- Chiusura terapeutica di un diastema interincisivo:
Dopo la resezione di un frenulo labiale ipertrofico con inserzione bassa o l’avulsione di un mesiodens.
- Espansione trasversale della mascella:
Aumento dello spazio disponibile mediante dispositivi ortopedici (disgiuntore, espansore palatale o quad’helix).
- Riorganizzazione ortodontica dello spazio necessario:
Ciò è reso possibile dai dispositivi di distalizzazione dei settori laterali.
- Germectomia o estrazione dei denti permanenti: in presenza di DDM grave: riguarda principalmente i premolari, ma anche i molari laici (estrazioni pilotate).
- Cura dei molari temporanei per evitarne l’estrazione e quindi la perdita dello spazio riservato al dente successivo. Questi denti fungono da mantenitori di spazio naturali.
- Trattamento curativo:
- Estrazione del dente incluso:
Questa eccezionale decisione terapeutica è indicata quando il dente incluso è associato a complicazioni nervose (dolore), infezioni, complicazioni meccaniche, complicazioni tumorali , angolazione coronoradicolare significativa o quando rappresenta un pericolo per un dente adiacente.
- Astensione:
Paziente che rifiuta il trattamento ortodontico e il dente incluso non rappresenta una minaccia per l’ambiente.
L’impossibilità di rimettere in sede il dente incluso (la sua posizione, anchilosi, evita un’avulsione troppo dannosa).
Sarà necessario un monitoraggio regolare per individuare eventuali patologie progressive del dente lasciato in sede.
- Intervento chirurgico esclusivo:
- Alveolectomia induttiva:
Crea chirurgicamente un percorso di eruzione rimuovendo eventuali ostacoli ossei che ricoprono la corona ed eliminando il tessuto fibroso parodontale pericoronale.
- Autotrapianto
Si tratta del reimpianto in un alveolo neoformato a livello della sede di eruzione fisiologica del dente incluso estratto. Il rischio maggiore di questo intervento è il processo di anchilosi-rizalisi.
- Trattamento ortodontico-chirurgico:
Se i mezzi di profilassi inclusivi non sono stati attuati in tempo, hanno fallito o se il paziente si è presentato troppo tardi alla visita, si intraprende una terapia ortodontica e chirurgica.
Il posizionamento chirurgico-ortodontico del dente incluso presenta talvolta dei limiti. È controindicato quando il dente incluso presenta:
- Anchilosi
- Orientamento errato (orizzontale).
- Rischio di mortificazione o riassorbimento del dente adiacente.
- Un’anomalia coronale o radicolare.
- Una situazione fortemente ectopica, molto lontana dall’arco, che potrebbe rendere l’intervento chirurgico mutilante.
- Preparazione ortodontica pre-chirurgica:
L’obiettivo di questa fase è quello di
- realizzare un’unità di ancoraggio per tirare il dente incluso,
- sviluppare il suo futuro sito riservandogli o creandogli uno spazio dopo aver rimosso gli ostacoli.
Diverse fasi:
- Allineamento dei denti.
- Mantenere e/o aprire lo spazio necessario:
- Preparazione dell’unità di ancoraggio
Metodi di ancoraggio:
- Miniviti e miniimpianti
- Dispositivo rimovibile o misto (fisso e rimovibile)
- Dispositivo multi-attacco con ausiliari di ancoraggio (arco transpalatale, arco linguale, ecc.)
- Tempo chirurgico:
Come prima di ogni intervento chirurgico, verrà effettuata una valutazione delle condizioni generali del paziente.
La fase chirurgica si divide in 3 fasi:
- Il tempo mucoso, che corrisponde alla preparazione del lembo di accesso ;
- Il tempo osseo, che corrisponde al rilascio della tavola ossea;
- Tempo odontoiatrico che corrisponde al posizionamento e al fissaggio del mezzo di ancoraggio coronale (dispositivo di trazione).
Il tipo di inclusione dentale e la sua posizione determineranno l’approccio chirurgico (che può essere vestibolare o palatale) e la scelta della tecnica più adatta per la sua rimozione, che rispetti al meglio il dente e il suo ambiente parodontale.
Selezione e collegamento del dispositivo di trazione:
“Attacchi incollati” che costituiscono un processo di scelta che combina sia la preservazione dei tessuti parodontali sia l’integrità dei tessuti dentali.
Il posizionamento del bracket può essere determinato in base alla situazione clinica del dente e alla direzione della trazione ortodontica per guidarlo nel sito alveolare precedentemente preparato.
Trattamento dell’inclusione dentale
- Fase ortodontica post-chirurgica:
Il suo scopo è quello di posizionare il dente incluso sull’arcata. Per guidare l’eruzione del dente, i trasmettitori di forza devono essere collegati ai “generatori di forza” in una posizione ideale.
La scelta del metodo di trazione spetta all’ortodontista che interviene due settimane dopo la disinclusione. È fondamentale applicare un meccanismo ragionato, prestando particolare attenzione:
- Ai mezzi che generano la forza;
- All’intensità delle forze in gioco;
- Verso la direzione di trazione
È infatti necessario riuscire a prevenire la comparsa di lesioni parodontali.
Trattamento dell’inclusione dentale
CONCLUSIONE:
Nella gestione dei pazienti con inclusione/i dentale/i, l’approccio migliore resta la diagnosi precoce, per limitare le complicazioni causate dall’eruzione ritardata del dente incluso.
Le estrazioni guidate dei denti decidui e la rimozione degli ostacoli all’eruzione possono modificare determinati orientamenti nel percorso di eruzione.
Una volta stabilita l’indicazione alla liberazione chirurgica, solo un ottimo studio preoperatorio che tenga conto della posizione del dente trattenuto, della sua relazione con i denti adiacenti, dell’importanza e dell’altezza della distopia, del contesto muco-gengivale circostante, consentirà di scegliere la tecnica chirurgica più appropriata.
Trattamento dell’inclusione dentale
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