DIFETTI OSSEI PARODONTALI Classificazione, diagnosi
- INTRODUZIONE
La forma di distruzione ossea causata dalla malattia parodontale è determinata da diversi fattori. La struttura fisiologica normale, detta positiva, viene quindi sostituita da una cosiddetta struttura negativa, detta difettosa.
La forma, la topografia e il numero delle pareti ossee rimanenti sono elementi importanti da analizzare perché determineranno l’approccio terapeutico e la prognosi.
- DEFINIZIONE
Le lesioni intraossee corrispondono a una perdita del sistema di ancoraggio e dell’osso alveolare nelle zone interdentali, vestibolari, linguali o palatali: il fondo della tasca si trova apicalmente rispetto al bordo marginale della cresta alveolare.
Una lesione intraossea è anche chiamata: Alveolisi o lesione verticale, in contrapposizione alla perdita ossea orizzontale; o lesione angolare, dovuta all’angolo formato dalla parete ossea residua e dalla superficie radicolare; o lesione infraossea.
- Classificazioni dei difetti intraossei
La classificazione delle lesioni intraossee consente di distinguere diversi tipi di lesioni in base al loro potenziale di guarigione.
La classificazione delle lesioni intraossee IOL si basa sul numero di pareti ossee preservate dal processo patogeno della malattia parodontale. Una IOL può quindi avere una, due o tre pareti residue. È accettato che quanto più diminuisce il numero di pareti ossee residue, tanto più il difetto osseo è circoscritto da connettivo avascolare e pareti radicolari, e tanto più si riduce il potenziale di guarigione ossea.
- Classificazione di Goldman e Cohen del 1958
Una lesione a tre pareti interessa un singolo dente e si forma quando viene distrutta solo una parete ossea. Questo tipo di lesione ha un potenziale di guarigione favorevole poiché vi è una sola parete radicolare in situ esposta alla tasca parodontale, che è invasa dai biofilm sottogengivali.
Una lesione a due pareti interessa uno o due denti. Se le due pareti ossee sono contigue e si perde una delle due corticali, viene interessato solo un dente; due denti sono interessati dalla perdita ossea se la IOL forma un cratere che si forma dopo la distruzione dell’osso interdentale con conservazione delle due cortecce, la corteccia vestibolare e la corteccia linguale o palatina. Il potenziale di guarigione varia a seconda della disposizione delle pareti.
Una lesione alla ghiandola parotide spesso interessa solo un dente. In questo tipo di lesione viene conservata solo la parete ossea interdentale; vengono distrutte la corteccia vestibolare e quella linguale o palatina.
Una lesione si dice complessa se presenta un numero diverso di pareti coronali e apicali, generalmente una o due pareti coronali e tre pareti apicali.
DIFETTI OSSEI PARODONTALI Classificazione, diagnosi
Lesioni intraossee (sezione orizzontale): A) lesione intraossea a 3 pareti, B) lesione intraossea a 2 pareti, C) lesione intraossea a 1 parete, D) lesione complessa.
- Classificazione di Papapanou e Tonetti 2000
All’interno della lesione infraossea distinguiamo:
- La lesione intraossea rappresenta una componente della radice e almeno una parete
osso.
- I crateri descrivono una depressione o concavità molto marcata all’interno del
creste interdentali. Sono delimitati da due pareti vestibolari e linguali.
I difetti intraossei vengono classificati anche in base alla profondità e alla larghezza;
- Lesioni superficiali e larghe
- Lesioni superficiali e strette
- Lesione profonda e ampia
- Lesioni profonde e strette.
VI. Forme di distruzione ossea nella malattia parodontale
4.1. Lisi orizzontale
Si tratta della forma di distruzione più comune nella malattia parodontale. L’altezza dell’osso
si riduce e il suo bordo diventa orizzontale o leggermente angolato. Setti interdentali
e le tavole vestibolari e linguali sono interessate, ma non necessariamente nella stessa misura attorno allo stesso dente.
4.2. Difetti ossei
4.2.1. Lesioni ossee interdentali
- Crateri ossei
Si tratta di concavità situate all’interno della cresta interdentale. Sono delimitati da due
pareti vestibolari e linguali.
Nel 1964, Ochsenbein e Bohannan classificarono i crateri ossei in 4 categorie:
Classe 1 : cratere concavo da 2 a 3 mm con pareti vestibolari e linguali spesse.
Classe 2 : cratere concavo da 4 a 5 mm con pareti più sottili.
Classe 3 : cratere concavo da 6 a 7 mm.
Classe 4 : Cratere di profondità variabile con pareti ossee sottili.
- Gli emisetti
È la porzione del setto interdentale che rimane dopo che la parte mesiale o distale è stata
distrutti dalla malattia parodontale.
4.2.2. Lesioni ossee marginali
- I bordi irregolari
Si tratta di lesioni angolari o a forma di U che sono causate dal riassorbimento dell’
corteccia alveolare vestibolare o linguale.
- Esostosi
Sono escrescenze ossee di forma e volume variabili. Si verificano più spesso
sia sul lato vestibolare che su quello linguale.
- I contorni bulbosi
Si tratta di un ispessimento causato da esostosi o adattamento funzionale o contrafforte
ossuto.
- Le proiezioni
Si tratta di sporgenze ossee simili a plateau, causate dal riassorbimento di tavole ossee ispessite.
- Le finestre
Si tratta di aree isolate in cui la radice è esposta e la sua superficie è coperta solo dal
periostio e gengiva sovrastante. In questo caso il bordo osseo è intatto.
- Deiscenze
Si differenzia dalle fenestrature per l’assenza del bordo marginale osseo. Queste sono aree vietate
Tessuto osseo a forma di V, più o meno largo e irregolare, esteso fino a metà o
un terzo della radice.
DIFETTI OSSEI PARODONTALI Classificazione, diagnosi
DIFETTI OSSEI PARODONTALI Classificazione, diagnosi
V. Diagnosi dei difetti ossei
La diagnosi dei difetti ossei e della loro morfologia è un passaggio fondamentale, che si basa su un esame
esame clinico attento ed esami supplementari.
5.1. Diagnosi clinica
La dimostrazione clinica di un difetto osseo si basa essenzialmente sul sondaggio
Parodontale. L’inserimento verticale della sonda parodontale graduata consente la determinazione della
profondità della lesione. La larghezza del difetto viene definita inserendo la sonda orizzontalmente
in direzione vestibolo-linguale. Ciò consente di determinare se le cortecce sono presenti o
distrutto. Pertanto il rilievo determina la profondità e la larghezza del difetto, ma non può
in nessun caso definire i limiti esatti della lesione ossea. L’esame supplementare è quindi
essenziale per la diagnosi.
5.2. Valutazione radiologica
Nel caso di lesioni infraossee, l’esame radiologico consente di analizzare la zona
morfologia sia interprossimale che radicale. L’immagine retro-alveolare, scattata con
un angolatore per garantire il rigoroso parallelismo della pellicola radiografica rispetto al grande
asse del dente, è preferibile all’ortopantomografia, considerata significativamente meno
accurato a causa delle numerose deformazioni geometriche generate da questo tipo di esame.
Così, nel 1997, Pepelassi et al. hanno già dimostrato che il clinico ha quattro volte più possibilità
per rilevare le IOL da una lettura di immagini retro-alveolari piuttosto che da una lettura
di un’ortopantomografia.
Bisogna prestare attenzione quando si interpreta una fotografia perché la sovrapposizione delle strutture dentali
e osso che risulta dalla trasposizione di elementi tridimensionali su un’immagine
bidimensionale non consente di osservare la lesione da tutte le angolazioni.
Nel contesto delle lesioni intraossee, l’indicazione al Cone Beam deve quindi essere riservata
a situazioni cliniche difficili che richiedono una diagnosi differenziale.
DIFETTI OSSEI PARODONTALI Classificazione, diagnosi
CONCLUSIONE
La malattia parodontale distruttiva provoca alterazioni nell’osso alveolare
che è responsabile della perdita dei denti. La diagnosi dei difetti ossei si basa su un
attenta valutazione clinica e buona interpretazione radiologica. Ciò consente di
identificare chiaramente i suoi difetti e promuovere così l’istituzione di un approccio terapeutico
corretto.
DIFETTI OSSEI PARODONTALI Classificazione, diagnosi
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